Imágenes de páginas
PDF
EPUB

(NUM. 24.)

PRÉCIS D'UNE LETTRE DU P. ANGIOLINI

AU P. PENGALDI À FERRARE.

Rome, 29 septembre 1815.

Mala direzione di qui in aprire tanti collegj, e nell'accettare senza scelta. Che aprendosi il collegio di Ferrara si apri un buon noviziato, e si osservi esattamente, ciò che il Papa prescrive nella Bolla e ne'Brevi: primigeniam S. Ignalii regulam a Paulo III confirmatam. Che altre cose possono servire di direzione non di legge. Si osservino le Bolle e i decreti delle Congregazioni comuni cogli ordini regolari, perchè non abbiam privilegj. Siamo obbedienti, altrimenti le cose non andranno bene.

(NUM. 25.)

PRÉCIS D'UNE LETTRE DU P. ANGIOLINI

AU P. G10ACHINO VENTURA.

Rome, 13 novembre 1815.

Quadro della nostra situazione sotto l'allegoria del mare. Non vi sono privilegj. Zuniga ha chiesto di essere assoluto per le censure incorse per la ordinazione di Butler. Ha chiesto pria di partire per la Spagna, i privilegj, e non gli sono stati concessi. Lode della sua patienza (di Ventura). Esortazione alla perseveranza. Che aspetti ancora un mese; si cangieranno le cose, e allora si sistemerà la sua venuta (a Roma).

(NUM. 26.)

RÉFORMES NÉCESSAIRES DANS LA COMPAGNIE.

NOTES DU P. ANGIOLINI. (1)

Rome, 1815.

La Compagnia benchè canonicamente ristabilita in se stessa: pure in facto esse non esiste

1. Per mancanza di autorità nel capo, e di legitimità nel membri.

2. Per errore di direzione e regolamento della medesima. Manca l'autorità nel capo si per riguardo alla sua persona, sia per riguardo a quelli che l'hanno eletto: perchè tanto egli. quanto gli elettori non sono Gesuiti, ma semplici preti secolari come dichiarano i Brevi di Russia, di Napoli e Sicilia, e la Bolla medesima.

La Compagnia non rinacque in Russia che nel 1801, ai 7 di marzo, e in Napoli e Sicilia nel 1804. Quelli soltanto che dopo di tali due epoche sono entrati nella Compagnia ed han fatti i voti sono veri Gesuiti. I voti dunque fatti e dal generale e dagl'individui che l'hanno eletto furono voti nulli, perchè fatti in un corpo che non era autorizzato dalla S. Sede, e fatti a superiori che non erano superiori, privi d'ogni autorità. Avrebbe dovuto tanto il Generale quanto tutti gli altri, emanato che fu il Breve per la Russia, fare il noviziato, poi i voti religiosi al legittimo superiore dal Papa destinato. Nè il Generale, nè alcun altro ha fatto alcuna di tali cose. Dunque il Generale e gli altri son rimasti e sono attualmente quali erano in addietro, semplici preti secolari. Dunque il Generale non è generale; nè ha alcuna autorità.

(1) Ces notes nous sont fournies comme toutes les autres par les manuscrits de la bibliothèque Corsini. Elles sont vraisemblablement le résumé de mémoires que le P. Angiolini adressa à Pie VII, ou des sujets que le procureur général traits

verbalement dans ses audiences hebdomadaires.

Nè vale il dire, che avendolo il Papa riconosciuto nella sua elezione, e avendolo come tale nominato nella Bolla, si deve credere che con ciò solo abbia supplito a qualunque difetto che possa essere intervenuto; perchè qui non si tratta di difetto estrinseco, e accidentale, ma intrinseco è radicale a cui non può il Papa supplire colla sua autorità, perchè non può il Papa dichiarare che valida sia una professione religiosa quando è intrinsecamente nulla, e quando come tale l'ha egli dichiarata. È intrinsecamente nulla la professione fatta dal generale, come s'è veduto; è dichiarata tale dal Papa, dichiarando che tutti que' Gesuiti di Russia non erano che preti secolari. Dunque o si deve dire che il Papa si contraddice, o che Brozowski non è religioso della Compagnia. nè Generale di essa. Il Papa in tanto lo ha riconosciuto come tale, e come tale l'ha nominato nella Bolla, in quanto ha creduto che la elezione sia stata fatta da veri professi della Compagnia, e che Brozowski stesso fosse ancor egli professo. Ma questo è un errore di fatto intrinseco all'elezione e all'eletto a cui il Papa per niuna dichiarazione può supplire, come non può per alcuna Bolla fare, che ciò, che mai non fu, sia stato. Mai non fu la professione nè di Brozowski, nè degli elettori suoi; dunque non può fare che sia stata. Se dunque il sacerdote Brozowski non è nè generale, nè Gesuita, dunque anche i superiori da lui creati non hanno alcuna autorità: perchè nemo dat quod non habet. Dunque le accettazioni di soggetti e le professioni fatte sotto il suo governo tutte son nulle, perchè fatte a persona, che non ha potere di riceverle. Dunque i contratti stipolati sono di niun valore. Dunque ogni ordinazione, comando e precetto intimato è nullo nè obbliga alcuno ad eseguirlo. In una parola, egli non ha la minima autorità nella Compagnia, e gli individui della Compagnia non hanno alcun obbligo di obbedirlo. Dunque la Compagnia è al presente, legittimo capo, e per conseguenza illegittima la presente sua organisazione.

senza

E ciò per riguardo al capo, ed ai suoi membri.

Ma quand'anche ciò non facesse ostacolo alla canonicità dell'esistenza della Compagnia, lo farebbe moltissimo la illegittima.

e irregolare organisazione dal capo e dalle principali membra introdotta nella Compagnia.

Il Papa tanto ne'due Brevi quanto nella Bolla universale parla lo stesso linguaggio, e stabilisce le medesime cose per la Compagnia, e sono:

1. Che comanda che la Compagnia sia restituita secondo la primigenia regola di S. Ignazio confermata ed approvata da Paolo III nelle sue costituzioni.

2. Non concede veruno privilegio di quelli che godeva l'abolita Compagnia, fuori di quelli che sono di jus comune.

3. Che deroga al Breve di Clemente XIV soltanto nelle cose che sono contrarie alle presenti sue determinazioni: e all'effetto soltanto che queste s'eseguiscano.

4. Che il Generale nè la Compagnia possa fare statuti, decreti, costituzioni che servano allo stabilimento maggiore d'essa Compagnia, nè correggere possa abusi, e corrutele, che per sorte s'introducessero: perchè queste due facoltà le riserva a se solo, e ai suoi successori.

5. Assegna quattro ministeri soltanto ne' quali la risorta Compagnia debba e possa esercitarsi, e sono: l'educazione della gioventù nella pietà e nelle lettere tanto nelle publiche scuole quanto nei seminarj; coll'approvazione degli ordinarj predicare, confessare, e amministrare i sagramenti.

Ma chi ha governato, e chi governa la Compagnia non sono restati in questi limiti prescritti: ma hanno voluto stendere la loro autorità ad altre moltissime cose, che non sono state concesse dal Papa, sostenendo che la Compagnia in ogni sua parte è stata ristabilita qual' era quando fu abolita. Quindi sono caduti, e giacciono tuttavia negli errori seguenti:

1. Hanno usato, ed usano anche al presente de' privilegj tutti che godeva l'antica Compagnia.

Fanno ordinare sacerdoti in tre feste consecutive, et extra tempora, e da qualsiasi vescovo, sine ulla inquisitione de idoneilale et absque proprii ordinarii licentia.

Accettano laici prima degli anni 21 compiti, e fanno lor fare

i voti religiosi.

Aggregano antichi Gesuiti, e fanno loro fare la professione in paesi ove non son Gesuiti, senza far noviziato, oppure senza compiere l'anno prescritto dal concilio di Trento.

Il Generale concede privilegj in stampa a chi gli piace de' nostri intorno ad assolvere da casi riservati alla S. Sede, di comutar voti, ancor confermati con giuramenti.

Scioglie da voti semplici i non professi, secondoche giudica : e da quello di castità, onde possano contrar matrimonio.

Ha concesso e concede la laurea dottorale in filosofia e teologia a quelli che frequentano le nostre scuole, con tutti i privilegi concessi agli addottorati nelle università canonicamente erette.

Hanno concesso la facoltà di esercitare la medicina e co'nostri e cogli estranei.

Il Generale ha prolungato e prolunga contro le Bolle il geverno oltre i tre anni, come gli piace.

Commuta ai missionarj, ed altri operaj l'uffizio divino in alcuni sálmi.

Concede ai missionarj molte facoltà riservate alla S. Sede, e di pubblicare varie indulgenze anche plenarie a chi interviene alle missioni.

Di passare i professi de' quattro voti dalla Compagnia ai Certosini senza licenza del Papa.

Di poter anche per gli individui della Compagnia e per li fedeli che frequentano le chiese di essi usare di tutte le indulgenze. e plenarie e parziali, che godeva l'abolita Compagnia.

Concede a Gesuiti la facoltà di legger libri proibiti; e la sospende, la toglie a chi l'ha ottenuta dalla S. Sede, come pure ogn'altra grazia a qualsiasi individuo concessa dal Papa per dovere ognuno da lui dipendere nell'uso di esse.

Concede la facoltà di assolvere dai casi riservati al Sommo

Pontefice e da quelli ancora della Bolla Coenae.

[ocr errors]

Si eriggono cappelle, e oratorj ovunque si vuole senza licenza dell'ordinario.

« AnteriorContinuar »