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Laus deo, qui di soto aparera il viazo fatto de noi Francescho Butrisich et Zuane Difnico, ambasatori mandati a alibeg Chucha, albanese, sanzacho de Hliuno dal clmo signor Agustin Moro conte et capitano de Sebenico, de hordene del illustrissimo signor Alvisi Grimani prouiditor gieneral in Dalmacia alora, per tratar de diverse cosse de hordene de sua Serenita, e specialmente delli molini, quai errano de Sebenico del 1574.

A di 30. marzo, fu mercholedi. La matina partimo da Sebenico con altri homeni nro 16. quai governavano le robbe, qual portavimo con noi, como presenti, valisse, mesa et altro quello ni bisogniava, e anche li roncini, e quella sera arivemo a una villa chiamata . . . che e apreso Carno, locho turchescko, habitata da Morlachi; e li cenassimo. E la matina nel partir diede al patron de casa per il fen, qual fu dato alli 16 tra cavalli, quai cavalchavimo, e roncini, su qual charizavimo li nostri bagaglii, per alozar e bona compagnia, chi ni fu fatta, aspri nro 20, fano L. 3.

A di ultimo marzo la matina partimo da quella villa; la sera arivemo in campo de Piero, da uno Morlacho chiamato Piero Giusicich, staniuea (?) in campagnia per mezo la villa chiamata Badagn; e fussimo ben tratati dalli ditti Morlachi; e la matina dredo che volevimo partire contai alla patrona de casa, e per il fen, qual fu datto a tutti nostri chavalli, et del donativo aspri nro 20. L. 3.

A di primo april la matina medema partimo e intremo in Sfilaia montagnia grande; e a mezo zorno arivemo alla villa

Mahavice; e li dismontemo per riposar, e per dar la biava alli cavalli e roncini, aciò piu giardamente portino i loro peso compri una quantità grande della una per 1. 2. E de li pasemo in Cetina, e la sera arivemo alla villa Bitelichi; e li alozemo quella note; e la matina che volemo partire, contai al patron della casa per il fen, qual fu datto alli cavali et roncini et il bevrazo in tutto aspri nro 20. L. 30.

Alli 2. april la matina del di ditto partimo da Cetina e la sera arivemo in Hliuno nel pazaro; e non trovemo il signor sanzacho li, per esser andato in visita del suo sanzacado verso Uschopie. E li stessimo quella note, e spesi per vin per tutta la nostra compagnia e per cena aspri nro 20, 1. 3. e per pan aspri nro 20, 1. 3, piu per vin qual portassimo con noi per il viazo aspri 10 1. 1.

Alli 3. april la matina del di medemo partimo da Hliuno per andar a trovar il sanzacho, e andassimo a Sviza, e li dismontemo per far riposar li cavalli; et noi tutti facessimo colacion con 3. Turchi, quai andavano con noi per nostra securta, apresso una flumara; e reposati al quanto sequitamo il nostro viazo, dove pasemo una montagnia grande; e dredo de essa trovemo una pianura grande, chiamata Ravno, nella qual a soto il monte una villa chiamata Sibenich, pasemo tutta quella pianura e intremo in una montagnia grande; e nel pasarla trovemo una bella strada, per la qual si desendea da quel monte nella campagnia, chiamata Rama, qual e in una valada piena de colini tutte de terra. Et in detta campagnia de Rama uno casteletto chiamato Prozor, et a anche pazar; e in quella medema campagnia della banda verso ostro e una bella fiumara, chiamata Neretua, core alla marina, e zbocha in locho ditto Narenta, e li da dove la zbocha e anche uno monasterio de frati zocholanti. E alozassimo in una villa chiamata Rudi boci. E quella notte dormissimo con grande sospeto; per che si diceva, che li apresso in una casa una dona era morta, in quel che noi arivemo, di mal contaioso. E nella medema casa, dove erimo alozati, dicevano che pochi giorni avanti alchuni viandanti, quai erano alozati li, morirono due persone atal, a tal che stessimo con non pocho sospetto fino domatina, che partimo de li. E li spese per fen per li cavalli aspri 8. 1. 1. 4., e per una quantità grande de vena aspri nro 10. 1. 1. 10. e per vin che fu per la cena per tutti noi aspri nro 20. 1. 3. piu spese per vin et per il pan, qual sara per il viazo di dredo, aspri nro 30. L. 4. ≈ 10.

Adi 4. april la matina medema partimo da Rama dalla villa Rudiboci, e passemo per tutta ditta campagnia, dove era una villa di Gliubuncichi e intrassimo nella campagnia chiamata Privor, qual deriva da una fiumara, che la si chiama Privor, e anche è la villa nella ditta campagnia chiamata Privor. E chaminassimo fino alle 20 hore del zorno iu circha, che arivemo alla ditta villa Privor, dove trovassimo il signor sanzacho qual steva a riposar. E quella sera fussimo introdoti da lui, con il qual parlassimo e nogociassimo delle cosse che ni furno comesse, come o detto avanti. E li quella

sera fussimo alozati in una casa, nella qual erano morti de mal contagioso da otto della fameia di quella casa; e non era rimasti altri che una vechia e suo zenero con due over tre putini, per che fu tutta quella esta pasata e l'autuno et inverno tutta quella villa e li altri circonvicini apestati e tutto il paese di Uschopie; e ne morirno tanti e tanti, che delli dieci una parte non ne rimase di vivi; tuto resto se ne moriti, atal che con grande sospeto stessimo anchor in quella casa il giorno dredo, che fu alli 5 ditto. Stessimo tutto quel di in quel medemo locho, e fussimo da novo introdoti dal sanzacho, ove lo apresentassimo di quei doni di rifreschamenti, quai il clarissimo signor conte li havea mandati; e li fece il signor sanzacho, che disinemo con lui. Qual vi invidò, che anche quel di la medema sera cenemo con lui; e cosi cenassimo con lui insieme; e quel medemo zorno conchludessimo circha il nostro negocio, per il qual erimo mandati dal sanzacho. Il giorno dredo, che fu adi 6. april, il signor sanzacho si levò dalla ditta villa Privor, per andar in visita su la matina. E a mezo zorno zonse alla villa ditta Ciesta, pur in Uschopie, e noi fussimo in sua compagnia; e sotto over apresso alle case per la campagnia vi core uno fiume chiamato Varbagn; e ditto fiume entra nel fiume ditto Sava. Spesi per vin per quel due giorni per tutta la compagnia e per li 3. Turchi, quai erano con noi per nostra sichurta, aspri nro 40, L. 6; e per il pan aspri nro 20. L. 3. E per... dato il beverazo al Capici bassa, qual noi acompagnio dal lozamento del sanzacho al alozamento nostro, aspri 40. L. 6. e alli due altri Turchi, quai venero in sua compagnia, aspri nro 10. per uno. L. 3. E quella sera tolessimo licentia dal detto sanzacho per tornarsene a casa nostra.

E la matina dredo, fu adi 7. april, partissimo dalla ditta villa Ciesta, dove lassassimo il sanzacho, e caminando per la campagnia acanto ditto fiume Varbagn, e per viazo trovemo una villa chiamata Garzaniza, e li riposassimo uno peçço facendo colacion. E di li partimo e trovemo l'altra villa chiamata Vesella straxa.

E per di li voltemo a passar il monte e traversarlo, ma nella medema valada, per qual core ditto fiume Varbagn, vi è uno castel chiamato Prusaz, habitado da Turchi. Seguitando il viazo, traversando ditto monte, chiamato Buchova gora, in boschada de grandissimi arbori, longissima e larga perechi miglia, e vi core una fiumara zo di quella montagnia chiamata Buchoviza, e la entra nella fiumara Varbagn suprafata; e pasati che fussimo ditta montagnia in boschada, intrassimo nella campagnia di Cupris. E dalla ditta campagnia per alchune vallade tra monti desendissimo e entrassimo nella campagnia di Sviza. E nel imbrunir de notte con cativissimo tempo, che piovisinava, trovassimo una casa da lozar, chiamata alla usanza charvasaria; e li quella notte riposassimo e cenassimo e anche dormissimo. E per li cavalli fu tolto del fen aspri nro 10. E la matina dredo, che fu adi 8. april, partimo de li e tornemo a salir una montagnia di Sviza, tutta inarborata e inboschada tutto de arbori prignie; e caminassimo per il ditto boscho da 4. hore e 13

STARINE KNJ. XIV.

poi intrassimo certo pian, ma saxoso, chiamato Podi. E medesimamente chavalchassimo per altre due hore; e di li desendessimo nella campagnia di Hlivno, qual desesa et e dalla parte di levante da Hlivno. E andemo nel pazaro de Hlivno a hora de vespero; e li stessimo tutto quel giorno e tutta la notte seguente, nu spese per vin aspri nro 80, e nel pan aspri nro 80, e questo che ne sia per il viazo de ritorno a Sebenico val in tutto L. 24.

E come fu la sera, ni fu ditto, che erano stati alquanti Morlachi dal sanzacho a dolerssi, che uschochi haveano depredato li loro chatoni, e haveano menati a Segnia da 18 di loro famiglia; e che facesse ritenire li ambasatori da Sebenico, per che loro facano venire la loro brigata da Segnia a casa loro. E che signor sanzacho non volse far altro dicendoli, che colpa hano li ambasatori, se i uschochi haveano depredati? Esendone ditto tal cosa deliberassimo di non tornar per la strada, per qual semo venuti a Hlivno. E per non dar qualche suspicion de questo alli Turchi, li dicessimo, che essendo quasi una strada per andar verso Sebenico, che per veder il paesse desideravimo veder tutta la campagnia di Hlivno et la campagnia di Saramisevo, qual e tutto una valada e campagnia.

E cosi partimo il zorno dredo la matina, che fu alli 9. april, e caminassimo tutto quel zorno per la campagnia di Hlivno, e intrassimo nella campagnia di Sarimisevo che e verso maistro, dove trovemo in mezo de ditta campagnia uno boscho di arbori grandi ma tutti in aqua e molti arbori erano fino alla mitta in aqua; qual aqua e aqua piovana, ma par che sia uno lago grande che tira di longeza per miia 15. in circha e chiamato in lingua materna Carni lug, che vol dir in taliano boscho negro; in vero sono tanto schuri quelli arbori come morfidi dela aqua, che è cosa spaventosa a vedere. E in cavo di ditta campagnia trovemo una casa da alozar, e li dismontemo, potea esser 22. hore. E facessimo governar i cavalli, per qualli spendessimo per il fen aspri nro 8, L. 1. 4.

E la matina drio, che fu alli 10 april, partimo dalla ditta casa chiamata carvasaria, e seguimo il nostro viazo verso Sebenico, e pasamo per mezo di una płciola villa, chiamata Buncichi; e caminando intreno in locho ditto Gielova gora, strada saxosa; e di li poi intremo e passemo per l'altra montagnia chiamata Gniat: Tenendo ditte montagne sempre nel venir per la nostra strada alla banda sinistra, e dalla destra vi e montagnia chiamata Dinaru. E caminando tra le ditte montagnie intremo in logo ditto Dolci Muhacevi. E di li desendessimo in la campagnia picola, dove vi è una non grande villa chiamata Polaza. E li alla banda dextra sotto la montagnia Dinara atachato alla montagnia vi è uno casteletto habitado da Turchi, chiamato Dinarich. Et di li desendendo sempre da ditta villa Polaza, entrassimo nella campagnia grande chiamata Cosouo; e li da certi Morlachi ni fu ditto, che in una casa di Morlachi li vicino si era dischoperto il mal del morbo, e ne la mostrorno che non era lontano da quel locho. Vedendo noi tal pericollo pasemo de longo da l'altra banda de ditta campagnia verso campo de Piero,

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