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Tana e Bartolommeo Foazza (1). Il convento dei Domenicani fu deputato per le scuole, e secondo gli ordini del Duca, gli studi furono inaugurati il primo di aprile del 1427. Troviamo nei ricordi di quei tempi, che era cancelliere della università Aimone di Romagnano vescovo di Torino, il quale publicò col consiglio e consenso dei maestri di teologia alcuni regolamenti pel buon governo degli studi e principalmente della facoltà teologica (2). Questi sono compresi in venti capitoli, in cui si tratta della forma e delle spese degli esami (3). dell'uffizio del decano, dei professori e del bidello; dei giorni di vacanza, delle pene a cui dovevano assoggettarsi gli studenti discoli ed i lettori, che per qualche delitto si macchiassero d'infamia,

(1) Acceptatur beneficentia principis et universitas studiorum in Cherio et deputantur directores pro facto studiorum infrascripto consiliarii officiales pro studio Ioannes Brolia, Martinus Marcerius, Ludovicus Tana et Bartolomeus Foaccia. Arch. civ. di Chieri consil. 9 martii 1427. - Cibrario, Stor. di Chieri, vol. I, p. 510.

(2) V. il codice membranaceo ms. del secolo XV, intitolato : Universitatis studiorum in subalpinis monumentum historicum de theologiae scholis maxime loquens. Questo codice era una volta nel convento dei Domenicani di Chieri. Il p. Delfino di Cuneo prefetto del collegio di Chieri lo regalò al conte Prospero Balbo l'anno 1810, e questi ne fece un dono alla biblioteca della università di Torino. lo ne ho esaminato una copia fatta dal barone Vernazza, ed esistente nella biblioteca del predetto conte Balbo in Torino.

(3) Tra gli altri obblighi che erano imposti a chi sosteneva un esame publico in teologia, parvemi degno di essere notato quello che egli aveva di provvedere di guanti bianchi non solo gli esaminatori, ma eziandio tutti i dottori ed i licenziati delle altre facoltà, i quali si trovassero nella sala dell'esame. V. cod. membranac. cit. cap. xvI.

e finalmente degli onori funebri da prestarsi ai membri del collegio. È notabile il primo di questi capitoli, in cui leggesi il nome dei dottori del collegio teologico (magistri incorporati), ordinato nella università di Chieri fin dal suo cominciamento, e sono i frati Antonio da Frascarolo, Pietro de Tortis da Castelnovo, Antonio da Norsia, Antonio da Fondi, Nicolino Malabava, Francesco da Alba, Marco da Sommariva (1), Antonio da Vercelli, Beltramino da Milano, Cristoforo da Ceva, Francesco da Bagnolo dell'ordine dei minori, ed i frati Nicolò da Tenda, Antonio da Piacenza, Giovanni Flavinand, Filippo da Genova, Desiderio da Genova, Beltramino da Novara, Pietro De Marinis, Francesco da Nizza dell'ordine dei predicatori. Non era appena scorso un anno dalla traslazione dello studio a Chieri, che i Torinesi mal sopportando di vedersi posposti ad una terra di gran lunga inferiore per numero di abitanti e per bondanza di quelle cose che giovano ai bisogni ed ai comodi della vita, richiamavansi vivamente al Duca, e in un memoriale (2) sottoscritto da Iacopo Canzono sindaco e procuratore del comune, rap

ab

(1) Fu il primo dottorato nell'università di Chieri, il secondo fu Beltramino da Milano, il terzo Cristoforo da Ceva, il quarto Desiderio da Genova, il quinto Beltramino da Novara.

(2) Questa supplica e la sentenza pronunziata a favore di quei di Chieri si conservano nell'arch. civ. di Chieri e nei regi archivi di corte. Io ne ebbi un esemplare dal cav. Gazzera. V. docum.

n.° xvI.

presentavano il 12 di maggio del 1428, avere la città di Torino sostenuto per molti anni gravissime spese e disagi per mantenere l'università, alloraquando essendo ancora bambina le riusciva piuttosto di -peso che di vantaggio; avere quei di Chieri usato infiniti e riprovevoli raggiri per raccogliere il frutto dei semi gittati dalla città di Torino; avere il Duca trasferito lo studio alla villa di Chieri senza che ne fosse informato il comune di Torino, a cui questo fatto tornava a grandissimo danno. Domandavano di essere reintegrati nei loro diritti, e supplicavano, che fosse data la meritata pena a quei di Chieri, i quali avevano ottenuto dal papa il privilegio dello studio generale con menzogne e con detrimento della fama dei Torinesi. La città di Chieri all'incontro rappresentata da Ruffinetto Bertholè sindaco e procuratore sostituito difendevasi vigorosamente presso il consiglio ducale, a cui era stata rimessa la decisione di questa lite. Pareva, a voler giudicare dirittamente, che la ragione fosse dal canto dei Torinesi; nondimeno il consiglio ducale non trovando abbastanza giustificata la loro domanda, pronunziò il 10 di maggio 1429 doversi mantenere lo studio in Chieri contra le pretese della città di Torino.

Questa vittoria riportata dai Cheriesi dovette viemmaggiormente infiammarli a prestare allo studio tutto quel favore, che era necessario per farlo fiorire. E le loro cure furono rivolte principalmente ad attirarvi con larghi stipendi e con ogni

maniera di franchigie e di privilegi i più riputati professori di quella età. Oltre i già mentovati furono lettori in Chieri (4) Domenico Ugone Bertrandi, maestro Bartolommeo de' Guaschi, maestro Giovanni da Bransacco medico, Goffredo Pellato, maestro Michele di Pietraviva, Iacopo Debelgratis, Taddeo De Branchis, Iacopo da Verolengo, e il savonese Francesco Della Rovere, che per la sua dottrina principalmente meritò poi di succedere a Paolo II nella sedia di san Pietro col nome di Sisto IV (2). Ma oltre ogni altro lettore di questa università fu celebre Antonio Guainerio originario di Chieri. Questi dopo avere insegnato la medicina nella università di Pavia, fu poi eletto l'anno 1428 professore in Chieri, dove erasi recato fin dal 1416 pei conforti del suo maestro ed amico Antonio Magliano. La singolare dottrina del Guaimanifestamente dalle molte sue opere appare mediche (3), le quali sono rammentate dal Mala

nerio

(1) Magister Ioannes De Bransacco medicus communitatis et studiorum Cherii Ioannes Vazallus tesaurarius studiorum - Dominus Ugonus Berterandi praeceptor in Cherio - Egregius magister Bartolomeus De Guaschis rector scholarum in Cherio Gottifredus

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Pellato rector scholarum in Cherio Iacobus Debelgratis magister scolarum in Cherio - Tadeus De Branchis de Verona magister in Cherio Iacobus de Verolengo - Antonius (sic) Petraviva tesaurarius studii in Cherio. Arch. civ. di Chieri, ex libro compuctorum ann. 1430, 1431, 1435, 1437.

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(2) Malacarne, Delle opere dei medici e dei cerusici ecc. tom. J, p. 102.

(3) Practica medicinae. Papiae 1488 per Antonium de Carchano, in fol. In nonum Almansoris commentaria ad corporis humani

carne (1) e dal Bonino nella sua Biografia medica piemontese (2). Fra esse lodasi principalmente il trattato de pleuresi da lui scritto appunto l'anno 1428, in cui una pleuritide epidemica dominava con tristissimi effetti in Piemonte e nella Lombardia. Nè meno pregiati sono i suoi trattati sui bagni di Acqui e sulla peste, che a quei tempi disertava così frequentemente le popolose città ed empieva di spavento le intere nazioni. Da questo illustre professore debbonsi riconoscere parecchi

infirmitates universas maxime necessaria, Venetiis, 1197, in fol. ibid. 1498, in fol. - Tractatus de aegritudinibus matricis; de balneis Aquae civitatis antiquissimae in Monteferrato; de fluxibus commentarius. Ms. della bibl. di Torino V, K, 10. - Antonius Guaynerius medicoram minimus Philippo Mariae benignissimo ac invictissimo Mediolani duci, Papiae angleriaeque comiti magnifico servitutis affectum, et tractatum suum de peste et de venenis humillime commendat; de iuncturis sive de artetica et calculosa passione. Ms. membranac. del sec. xv, in caratt. got., già appartenente al protomedico Orlando Fresia. - Commentariolus de febribus editus per magistrum Antonium Guainerium keriensem, artium et medicinae professorem eximium ad Antonium Maglanum apud Kerienses item artium el medicinae doctorem egregium. Ms. in fol. picc. già appartenente ad Antonio Magliano, e quindi ad Annibale Magnocavalli di Casale.- Antidotarium". non minus utile quam compendiosum, et ad opus practicum maxime necessarium. Ms. già del Fresia. Antonii Guainerii ..... practica feliciter incipit. Venetiis, 1500, in fol. - Opus preclarum ad praxim non mediocriter necessarium. Papiae, 1518, in 4.o, Lugduni, 1525, in fol. - De aegritudinibus capitis. . . Lugduni, 1525, in 4.0 - Antonii Guainerii medici praestantissimi opus preclarum ad praxim non mediocriter necessarium, cum permultis adnotamentis Ioannis Falconis non inutiliter adiunctis, aliisque in margine annotatis diligentissime castigatum. Lugduni in fol. In questa edizione sono compresi tutti i trattati del Guainerio.

(1) Op. cit. tom. I, p. 134.

2.Tom. I, p. 151.

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