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Chiuse in pace i suoi giorni nel 1719, ed ebbe successore, in quell'anno stesso, LUIGI Cattanio, nato a Pescia, e vicario generale del cardinale Gozzadini vescovo d' Imola. Resse la sua chiesa con carità e zelo poco più di quindici anni: mori nel gennaro del 1735, ed ebbe sepoltura nella sua cattedrale. A' 26 dello stesso mese gli fu dato successore lo spagnuolo GIUSEPPE Suarez, nato in Firenze da nobilissima stirpe, il quale mori nel luglio del 1755. Sottentrò quindi in sua vece su questa cattedra episcopale, trasferitovi dal vescovato di Borgo San Sepolcro, addi 4 agosto dell' anno stesso, il vescovo DOMENICO Poltri, nato nel castello di Bibiena, della diocesi di Arezzo. Mori in sul declinare dell' anno 1778. Ne rimase vacante la sede sino al giorno 12 luglio dell'anno seguente, in cui fu eletto a possederla un professore dell' università di Pisa, BRUNONE Fazzi, nato nel castello di Calcio della diocesi pisana, il quale sei giorni dopo n' ebbe la consecrazione dal cardinale Gerdil. Egli visse ventisei anni al governo di questa chiesa. Mori nel 1805, ed ebbe successore nel seguente anno il suo consanguineo PIETRO II Fazzi, il quale ne possede la santa cattedra intorno a ventisette anni, perchè nel 1833, chiuse in pace i suoi giorni. Lo susseguì, nell' anno dopo, il san-miniatese TORELLO Pierazzi, nato a' 18 dicembre dell' anno 1794. Vi fu promosso a' 23 di giugno 1834. Ne lasciò vedova la chiesa vent'anni dopo; ed allora, a' 50 novembre 1854, gli fu dato a successore un altro san-miniatese, FRANCESCO MARIA II de' marchesi Alli Maccarani, nato a' 29 marzo 1810. Questi ne possede tuttora la sede.

allorchè

Esposte fin qui le principali notizie della chiesa di San-Miniato, non altro mi resta, se non commemorare qualche antica badia, ch' esisteva un tempo nel circuito dell' odierna diocesi. E prima di ogni altra ricor derò quella di san Salvatore di Fucecchio, o di Borgonuovo, della quale compendiosamente ho esposto brevi notizie nelle pagine addietro, parlai del Capo-sesto di questo nome. Essa oggidì è ridotta ad un convento di francescani.-Ed un'altra piccola badia di camaldolesi, con ospitale annesso, detta la badia di santa Gonda, ossia santa Gioconda, esisteva sino dal secolo XIII, ed è commemorata in varii diplomi di quei tempi. Dal papa Leone X l'anno 1513 fu unita al monastero dello stesso ordine, fuori della porta Pinti, presso Firenze, in seguito fu soppressa e ne fu venduto il patrimonio alla famiglia de' conti Salviati di Firenze, da cui passò poscia a quella dei principi Borghesi, che tuttora lo possedono.

Chiuderò finalmente queste notizie sulla chiesa samminiatese, recando la breve serie dei suoi pastori, che ne amministrarono lo spirituale governo, dal principio sino al presente.

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MODIGLIANA

Un'ultima diocesi, di recentissima fondazione, assegnata a suffra

ganea della metropolitana di Firenze, è MODIGLIANA, innalzata a questo onore dal regnante pontefice Pio IX, nell' anno 1853, staccandola, con tutte le sue appartenenze, dalla diocesi di Faenza, a cui sino a questo tempo era stata soggetta. Feci di essa breve menzione, come di cospicua terra e di collegiata insigne, allorchè parlai della diocesi di Faenza (1), perchè a quel tempo apparteneva ancora alla giurisdizione di quella chiesa, ned era che collegiata. Modigliana fu per l'addietro cospicua terra, con sovrastante castello: nominavasi anticamente Mutilianum; ed in tempi ancor più rimoti dicevasi Castrum Mutilum. Perciò non è a dubitarsi, ch' essa non sia il Castrum Mutilum commemorato da Tito Livio nei libri XXXI e XXXIII delle sue storie romane. E certo l'etimologia del suo nome ce lo fa assai facilmente conghietturare, vedendosi chiaramente con quanto piccola differenza dal Castrum Mutilum sia derivato Castrum de Mutiliano, e finalmente Modigliana. E vieppiù ancora ce ne persuade la geografia dei tempi, a cui ci portano e le descrizioni storiche del medesimo Tito Livio e le parole di Strabone e di Plinio seniore. Ci attesta infatti il padovano storico summentovato, che il Castrum Mutilum apparteneva alla regione dei Galli Boji, e che dopo la seconda guerra punica, nell'anno di Roma 553, il comandante delle armi romane Cajo Oppio, sconsigliatamente fissò nel castello Mutilo il magazzino delle vettovaglie, senz' avere prima fortificati i luoghi circonvicini, nè avere esplorato le mosse dei

(1) Nella pag. 304 del vol. II, che fu stampato nel 1844; nove anni prima che fosse innalzata questa all' onore di chiesa cattedrale.

nemici; cosicchè, sorpreso dall' impeto di questi, perdette la vita egli con 7000 uomini del suo esercito, ed ai pochi superstiti riuscì appena di poter scappare alla strage, senza duce e senza bagaglio, e nella notte seguente porsi in salvo, passando dalle foci dei monti per vie disastrose e quasi impraticabili (4). E di un altro fatto d'armi, avvenuto cinque anni dopo, fa menzione lo stesso storico, sotto il consolato di Luc. Furio Purpureo, nelle vicinanze del castello Mutilo. Oltre alle quali testimonianze, altre parecchie ve ne sono, che attestano chiaramente la precisa località del castello di Mutilo colà d'intorno appunto dove si trova l'odierna città di Modigliana (2). Ed a queste medesime testimonianze appoggiato il diligentissimo Muratori; checchè in contrario n'abbiano detto il Cluverio, il Sanson, ed altri, che andarono a cercare il castel Mutilo nell' Appennino di Modena, o n'abbia detto l' Amati di Savignano, che lo vide nel paese di Meldola sul fiume Bidente; dichiarò schiettamente Mutilum, nunc Mutiliana, vetustissimum oppidum. Come poi cotesto Castel Mutilo acquistasse il nome di Castrum Mutilianum, o de Mutiliano, lo ha taciuto costantemente la storia, la quale non comincia a nominare Modigliana se non che in sul declinare del secolo IX.

La città odierna è divisa in due quartieri; il primo n'è la parte più antica, nominata il Castello; l'altra n'è la moderna ed appellasi il borgo. La più antica è situata alle falde del monte delle Forche, ultima diramazione del contrafforte, che scende dalla schiena dell' Appennino tra i due torrenti Ibola e Tramazzo; e sopra un rialzo di questo monte sorge l'antico e quasi diroccato castello di Modigliana, già sede un tempo del primo stipite dei rinomatissimi conti Guidi. Dal quartiere del Castello a quello del Borgo si ha accesso sopra un ponte triturrito, che cavalca la fiumana del Tramazzo. Nella parte antica è il pretorio, che fu palazzo dei summentovati conti Guidi, lo spedale, il monte di pietà, il collegio e la chiesa degli scolopii ed altri pubblici edifizii; nel Borgo sono le fabbriche più decenti e cospicue, relativamente alla pochezza di questa città, la chiesa cattedrale, il palazzo del vescovo, alcuni conventi e varii altri stabilimenti pubblici e privati.

E poichè parlo delle chiese e degli stabilimenti di pietà in Modigliana, ricorderò prima di tutto la sua primaria chiesa, intitolata a santo Stefano

(1) Tit. Liv., Hist. Rom. lib. XXXI.

(2) Sotto gli anni di Roma 561 e 562.

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