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GROSSETO

Lo stesso Rolando adunque, che aveva posseduto sino all'anno 1438

la sede rosellana, fu il primo vescovo, che portò il titolo di Grosseto. A lui, circa l'anno 1160, come di sopra ho notato (4), diresse lettera il papa Alessandro III, per comandargli, che alle suore camaldolesi del monastero di sant' Ambrosio di Monte-Gellese concedesse la prima pietra benedetta, tostochè dal conte Ildebrando avessero ottenuto luogo opportuno sul Monte-Cutigliano, ove fabbricarsi una chiesa in onore di sant'Angelo. Sulla quale indicazione del Monte-Cutigliano io sono d'avviso, che sia corso uno sbaglio, perchè questo monte è, ben lungi da Grosseto, nella diocesi di Pistoja. Comunque ciò sia, la lettera pontificia è questa, che qui soggiungo:

ALEXANDER EPISCOPVS SERVORVM DEI

VENERABILI FRATRI R. EPISCOPO ET DILECTIS FILIIS PRAEPOSITO ET CANONICIS GROSSETANIS SALVTEM ET APOSTOLICAM BENEDICTIONEM.

« Dilectum filium nostrum nobilem virum comitem Ildobrandinum » attentius monuimus, ut in Monte Cutiliano dilectis in Xpo filiabus » nostris Abbatissae et Sororibus Montis Cellesi Monasterii congruum ⚫ locum assignet, in quo Ecclesiam in memoriam Sci Angeli, quam Gros» seti habet, cum Civitas ipsa iuxta dispositionem illius illuc translata » fuerit, possent aedificare. Inde est, quod discretionem vestram per Apostolica scripta monemus attentius et mandamus, quatenus cum » idem Comes locum eis aptum ad Ecclesiam fabricandam concesserit, |

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(1) Nella pag. 645.

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» tu, frater Episcope, lapidem cum ab eis requisitus fueris, tradas, et ad » construendam Ecclesiam vos pariter praebeatis auxilium et favorem , et omnibus Clericis terrae vestrae sub interminatione suspensionis › vetare curetis, ne quis populum ipsius Ecclesiae ad Offitia quotidiana recipere, vel jura ejus minuere, seu turbare praesumat. Si quis vero » contra prohibitionem nostram venire temptaverit, vos praesumptionem

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ejus, sublato appellationis obstaculo, severitate canonica compescatis. ⚫ Datum Tusculani XII. Kal. Iunii. »

A proposito di questa donazione fatta dal conte Ildobrandino alle monache del Monte-Cellese, esiste una carta dell' agosto 1164, con la quale egli e la contessa Maria, moglie di lui, confermano a quel monastero tutte le donazioni fattegli dai loro antenati.

Successore del vescovo Rolando sottentrò nel governo della chiesa grossetana, nell'anno 1174, MARTINO, il quale nel 1179, trovavasi al concilio lateranese del papa Alessandro III. Di un GUALFREDO si ha notizia, sotto l'anno 1487, per documenti dell' abazia dei benedettini di san Lorenzo dell' Ardinghesca; e si sa inoltre, che nel 1189, addi 28 ottobre, consecrava con altri vescovi la chiesa di santa Mustiola di Torri (1).

Dopo di lui resse la chiesa grossetana il vescovo Azzo, di cui si trova memoria in un documento dell' anno 1210; ed è ivi indicato così: Dnus Azzo Dei gratia Grossetanus Episcopus (2); del quale non ebbe notizia l'Ughelli, e perciò nella sua serie l'ommise. Successore perciò di lui, e non di Gualfredo, fu il vescovo ERMANNO, di cui nel necrologio della metropolitana di Siena è segnata la morte sotto il dì 12 febbraro dell' anno 1216; con queste parole: Anno Domini MCCXVI Kalendis Februarii obiit Hermannus, qui fuit Senis Propositus et postea Grossetanus episcopus. Fu di poi vescovo di questa chiesa, nell'anno stesso della morte di Ermanno, un monaco cisterciese del monastero di san Galgano, presso a Siena, il quale aveva nome PEPO, o, secondo altri, Pietro. Invece il Wadingo lo disse frate francescano; ma non v' ha fondamento alcuno di credibilità, che lo fosse, ove si consideri, non esservi memoria presso qualsivoglia scrittore, che, vivente san Francesco, alcuno de' suoi discepoli sia stato

(1) Ved, il Tizio, Hist. Senen, mss., tom. 1, lib. VII.

(2) Nel Kaleffo vecch. di s. Galgano di Siena, segnato A, pag. 429.

Vol. XVII.

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innalzato alla dignità episcopale; nè d'altronde ciò potrebbesi riputare probabile a rimpelto della professione di umiltà e di povertà stabilita come fondamentale principio della sua regola. Fiuttosto potrebbe credersi, che, vescovo, abbia abbracciato di poi l'istituto del serafico patriarca: lo che fecero molti.

Nel tempo del pastorale governo di Pepo, il castello d' Ischia, ch' era di proprietà dei vescovi di Grosseto, giurò ubbidienza alla repubblica di Siena; al che si riferisce il documento, commemorato di sopra (1), del dì 22 aprile 1228. Del vescovo successore di lui, nominato Azio, ci dà notizia la lettera del papa Gregorio IX, il quale, addì 30 aprile 1239, ne commetteva la consecrazione all' arcivescovo di Pisa. E dopo di lui, nel 1262, troviamo il vescovo UGo della famiglia senese degli Urgugeri (2), a cui tre anni dopo era succeduto Azio II, che morì nel 1277. Lui morto, il clero di Grosseto nominò suo vescovo un Bindo da Monte Orgiali; ma il papa Nicolò III, non lo volle confermare, e vi promosse in sua vece il francescano FR. BARTOLOMEO da Amelia, a'18 di marzo del seguente anno 1278. Questi da prima era stato inquisitore contro l'eresia nella provincia del Patrimonio di san Pietro, in Orvieto e nella provincia romana. Confermò, nel 1187, la dedizione del suo antecessore (Azio I) alla repubblica di Siena, nel che errò l' Ughelli attribuendone il fatto a lui, e non a quello; mentr'egli non fece che confermarlo. Del vescovo fr. Bartolomeo si valsero molto i sommi pontefici in varie difficili incumbenze e cariche a favore ed a servigio della santa Chiesa. Tra le quali rammenterò, che nell'anno 1290 fu mandato nell' Inghilterra apostolico legato del papa Nicolò IV: e ce ne assicura una lettera dello stesso pontefice de' 20 maggio (3). La quale notizia pone in chiaro lo sbaglio dell' Ughelli di avere segnato vescovo di Grosseto, addi 13 marzo 1290, il milanese OFFREDUCCIO, di cui non si trova memoria, se non nel 1292 in un documento dell'eremo di sant' Antonio della Valle-Aspra, e nel 1294 in un altro documento dell' archivio parrocchiale di Chigiano. È probabile, che morisse l'anno dopo, perchè in esso a' 12 di ottobre gli si trova sostituito il veSCOVO GIOVANNI, già rettore della chiesa di san Nicolò di Castiglione della Pescara; eletto dal capitolo e confermato dal papa Bonifacio VIII. Mori

(1) Pag. 649.

(2) Ved. l'Urgugeri, de Pompis Senen. part. I, pag. 206.

(3) Ved. il Wadingo, Annal. Min., solto l'ann. 1290.

circa l'anno 4305; nel qual anno medesimo, il clero grossetano gli elesse a successore FR. RESTAURO, di cui l'anno dopo confermò il papa la promozione. Egli nell'anno 1320 radunò il sinodo diocesano, nei dì 27 e 28 novembre: e le costituzioni, emanate in esso, sono queste, che qui trascrivo, interessanti a farci conoscere lo stato dell' ecclesiastica disciplina di allora (4).

IN DEI NOMINE AMEN.

Infrascriptae sunt Constitutiones et statuta facta et factae in generali Synodo cleri Grossetani coadunati in civitate Grosseti de mandato Venerabilis Patris et Domini fratris Restani Divina miseratione Grossetani Episcopi sub anno Domini a nativitate MCCCXX. Indictione tertia, die 27 et 28 Novembris et scripta per me Vannensalium notarium de montefrescali nunc notarium Venerabilis Patris.

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« Venerabilis Pater et Dominus Dominus frater Restaurus misera

tione Divina Grossetanus Episcopus, pro bono et evidenti utilitate Cleri » Grossetani praemissorum tenore committit Prioribus Cleri praedicti pro recolligendis collectis hinc retro impositis Clericis et Ecclesiis et ipsorum Rectoribus et Hospitalariis et cujuscumque Ecclesiasticis per⚫ sonis impositis et non solutis totaliter vices suas, ut per censuram » Ecclesiasticam eos Rectores et Hospitalarios, seu Ecclesiasticas perso» nas possint cogere ad solvendum et hoc quousque praefatam commis»sionem duxerit revocandam, excepto dumtaxat, quod a privatione » Beneficii procedere non possint.

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» In primis statuimus et ordinamus, quod si Dominus Episcopus vel aliquis Priorum vel Camerarius Cleri Grossetani terminum daret alicui ⚫ de solvendo quantitatem pecuniae impositam eidem, teneatur de suo » proprio illam quantitatem solvere et pagare, si terminum aliquem ali» cui prorogavit ultra terminum in litteris eis assignatum.

D

» Statuimus et ordinamus, quod Dominus Episcopus Grossetanus de » consensu dicti Cleri una cum Capitulo Grossetano omnes et singulas . Constitutiones factas continentes sententias excommunicationis, quas

(1) Non furouo date in luce che nella sola edizione seconda dall' Ughelli, corretta ed accresciuta dal Coleti.

» Dominus Episcopus praedictus reducere vellet in pecunia numerata, » possit et valeat non obstantibus Constitutionibus loquentibus in con» trarium.

» Item statuimus et ordinamus, quod in qualibet Synodo fienda eligantur duo Priores et unum Camerarium et tres Consiliarii.

Item statuimus et ordinamus, quod dicti Priores pro evidenti utilitate dicti cleri una cum Domino Episcopo et cum eorum consilio pos» sint et valeant sub mutuo vel alio titulo pecuniam acquirere, et pro praedictis possint et valeant bona omnia dicti Cleri obligare et hypotecare et dicta obligatio valeat ac si fieret cum tota dicta Synodo.

n

» Item statuimus et ordinamus, quod praedicti Priores possint et » valeant, una cum eorum consilio, et imponere datia et collectas, quando necesse fuerit pro necessitate et evidenti utilitate dicti Cleri cum con» sensu Domini Episcopi Grossetani et dicta datia et collectas per eos im» positas valeant et teneant et debeant executioni mandari quemadmodum imposita essent in generali Synodo dicti Cleri.

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» Item statuimus et praesenti lege sancimus, quod si Dominus Grossetanus Episcopus concedere vellet aliquam Constitutionem contra aliquem, sive aliquos laicos, sive contra Commune et Universitatem » Grossetanae Civitatis et Dioecesis, quod dicti Priores possint et valeant » consentire, et dicta, Constitutio sic facta valeat et teneat ac si condita » esset in generali Synodo dicti Cleri, et sic possit executioni mandari.

Item statuimus, quod dicti Priores, Camerarius et Consiliarii dicti » Cleri in fine eorum officii teneantur eligere duos Priores, unum Ca» merarium et tres Consiliarios, qui eamdem habeant potestatem et ba»liam, ut superius dictum est.

» Item statuimus et ordinamus, quod Priores veteres et Camerarius » teneantur novis Prioribus et Camerario dicti Cleri, et praesente Domino Episcopo, si interesse vellet, sin autem suo Generali Vicario, si etiam » interesse vellet, reddere rationem de omnibus et singulis per eos gestis » et de bonis rebus et factis dicti Cleri.

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» Item statuimus et ordinamus, quod si aliquis Priorum praedictorum >> impeditus esset aliquo evidenti impedimento, propter quod non posset » ad officium videlicet dicti Prioris interesse, quod alius Priorum cum » duobus Consiliaris dicti Cleri possit et valeat officium dicti prioratus

» exercere.

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