FIESOLE Città antichissima, di cui esistono da tre lati gli avanzi delle vetuste mura ciclopee, ridotta quasi al niente per difetto di abitazioni e di abitatori; mentre le sue pendici sono sparse vagamente di chiese, di monasteri, di ville: città ragguardevole degli antichi etruschi, della cui sede vescovile mi accingo ora a parlare, è FIESOLE, conosciuta dai latini col nome di Fesulae. L'origine sua è tanto rimota, che se n'è perduta ogni traccia framezzo alla nebbia dei secoli; tuttochè molti abbiano tentato d'investigarla nell' etimologia del suo nome, appoggiandosi chi a favolose novelle e chi ad archeologiche conghietture, e per lo più ad induzioni fantastiche; e tuttociò per darle un' origine rimotissima e sublime (1). Fu celebre Fiesole presso i romani per la scuola, che vi aveva degli auguri, alla quale, siccome attesta Valerio Massimo, venivano mandati ogni anno dieci nobili giovanetti, perchè fossero istruiti in quell' arte. E tanto n'era in pregio cotesta scuola, che, per testimonianza di Plinio, sappiamo, che nelle più urgenti occasioni i romani prendevano di qua gli auguri, e che fu ammesso nel Campidoglio un nobile fiesolano, con settantaquattro suoi aderenti, tra figliuoli e nipoti, a farvi solenne sacrifizio. Avevano tempio in Fiesole le primarie divinità dei pagani, Giove, Marte, Diana; governavasi con leggi sue proprie; era grande in somma; ed anzi può dirsi, che avesse di già compiuta l'età matura, allorchè Firenze nasceva. E per verità, le vicende storiche di Fiesole e del suo contado collegansi e sotto alcuni rapporti s' immedesimano con le più vetuste di quella. (1) Ved, a questo proposito il Mancini, Orazioni o discorsi istorici sopra l'antica città di Fiesole; pag. 3 e 22. Perciò Fiesole, anzichè per asprezza di clima o per difficoltà di soggiorno; ma bensì per la troppa vicinanza a Firenze, fu da più secoli smantellata e deserta, ned altre vestigie ci mostra della sua vetusta importanza, se non la celebrità del suo nome, accompagnata dagli enormi ruderi delle sue muraglie; mentre ogni altro avanzo di più vecchi edifizii, che al forastiero si additano come i più antichi, appartengono ai tempi romani. Di Fiesole etrusca nulla sappiamo di certo; tranne, ch'essa fu una delle prime città fabbricate in Italia: una delle dodici etrusche (1); che si governava, come le altre, con leggi proprie ed a modo di repubblica; che andò soggetta, al pari di Arezzo, di Volterra, di Chiusi, e forse contemporaneamente, 279 anni prima di Cristo, al dominio dei romani. Nè gioverebbe punto allo scopo nostro l' andare tentoni tra la nebbia di quella età, che passò tra l'etrusca dominazione e quella di Roma; mentre la prima volta, che si trovi commemorata Fiesole presso gli scrittori greci o romani, ed anche per incidenza, è nelle Antichità Romane di Dionisio di Alicarnasso, l'anno 402 avanti Cristo, ch'è il 444 dopo fondazione di Roma. Un'altra indicazione di Fiesole ci viene sott'occhio quasi un secolo dopo, nell'anno 225 prima di Cristo, 528 di Roma, presso Polibio, allorchè commemora la battaglia data dai Galli, nelle vicinanze di Chiusi, sotto il consolato di L. Emilio Papo e di C. Attilio Regolo. E sotto l'anno 217 avanti Cristo, ch'è il 536 di Roma, ne fa menzione Tito Livio (2), ove narra il passaggio di Annibale dalla Gallia Togata alla Toscana, attraversando l'Appennino de' Liguri, e quindi la fertile regione delle campagne etrusche tra Fiesole e Arezzo. E un anno dopo, una coorte di fiesolani, per attestazione di Silio Italico (3), era tra le file romane alla battaglia di Canne; ed egli ne celebra il paese siccome tenuto in molta riputazione nella scienza degli aruspici: Adfuit et sacris interpres fulminis alis E finalmente Cicerone si ferma a parlare a lungo di quel Manlio, amico di Catilina e capo della sua congiura, il quale apparteneva a una potente (1) Ved. ciò, che ne dissi nella Pref. alle Chiese della Toscana, pag. 9 e seg. del vol. XVI. (2) Hist. Rom. lib. 22. |