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SOANA E PITIGLIANO

La necessità, in cui trovossi per più secoli il vescovo di Soana,

di

fissare per sempre la sua dimora in PITIGLIANO, indusse il papa Gregorio XVI, sulle istanze del granduca di Toscana, a decorare cotesto castello del titolo di città vescovile. E perchè non si cancellasse ogni memoria dell'antica sede diocesana, volle conservato aeque principaliter il titolo anche di questa. Ciò avvenne l'anno 1844: ed erano già dodici anni, che la chiesa di Soana aveva il suo vescovo, FRANCESCO Barzellotti, eletto dopo la morte di Jacopo Bellucci, a' 2 di luglio 1832.

Ma quando il sommo pontefice si determinò a questa erezione, ne fu dichiarato esso FRANCESCO Barzellotti il primo di Soana e Pitigliano. Lo stesso palazzo, ove i vescovi avevano tenuto sino allora la residenza, ne fu dichiarato canonicamente episcopio; e l' insigne collegiata ne fu innalzata all' onore di cattedrale: e la uffiziano otto canonici, preceduti dal l'unica dignità di arciprete, che vi esercita la cura delle anime.

Tutto il decoro e l'ingrandimento di Pitigliano furono promossi dalla munificenza dei conti Orsini, che ne furono i padroni per molti secoli. Sta Pitigliano in mezzo ad una vasta pianura, ed è da tre lati isolata, bagnata da tre torrenti. È forte perciò a cagione di questa sua posizione, ned ha bisogno di mura che la difendano, essendole di validissima difesa la profondità del suolo scavato dai corsi dell' acqua. Dal quarto lato è protetta dai bastioni del castello, che forma baluardo alla città ed al palazzo, che era dei conti Orsini, e che oggidì serve di residenza al vescovo.

La città di Pitigliano prosperò notevolmente nella popolazione, massime nel periodo dell'ultimo secolo, in cui fece un accrescimento di oltre a un migliajo di persone; cosicchè al giorno d'oggi conta una popolazione di quasi quattromila anime. E tutte queste ne formano l'unica parrocchia. L'odierno vescovo, Francesco Barzellotti, siccome ho detto,

FERDINANDO Farnese, con diritto di regresso. Questi vi fu promosso addi 21 aprile del detto anno 1532; ma quando lo zio diventò sommo pontefice, rinunzio anch' egli il vescovato, nel 1535.

Lo sussegui in quell' anno medesimo, in qualità di amministratore, finchè avesse compiuto i 27 anni di età, CARAVAJALE Simoncelli, da Orvieto. Ne assunse di poi il titolo di vero vescovo e ne possedè il pastorale seggio per ben settantatrè anni. Mori nel 1596. Ebbe successore, addi 15 gennaro dello stesso anno, il senese METELLO Bichi, il quale poscia nel 4606 rinunziò la sede, e cinque anni dopo diventò cardinale. OTTAVIO Saraceni, nobile senese, fu promosso al vescovato di Soana, addì 12 giugno 1606, in conseguenza della rinunzia fattane dal vescovo Metello. Ne possede Ottavio il pastorale seggio intorno a diciassette anni: morì in patria nel 1623. Un altro nobile senese SCIPIONE Tancredi ottenne la sede soanese dopo la morte del vescovo Ottavio, il dì 14 gennaro 4624. Resse questa chiesa dodici anni, all'incirca, poi fu trasferito al vescovato di Montalcino: ed alla vacante sede venne allora perciò promosso il senese CRIS TOFORO de' Tolomei, primicerio della metropolitana in patria. Ma fu di brevissima durata il suo pastorale governo, perchè eletto a' 16 marzo 1637, mori nel settembre del 1638, lasciando buona memoria di sè, per le molte speranze, che ne avevano concepito i suoi diocesani. Nel successivo dicembre, il dì 20, fu provveduta la vedova chiesa con l'elezione di un altro nobile senese ENEA Spannati, che nel 1644, a' 23 di maggio, passò al vescovato di Ferentino nella Campania. Vescovo di Soana gli fu sostituito, dopo un anno di vedovanza, MARCELLO Cervini, da Montepulciano, eletto a' 15 maggio 1615; trasferito poscia al vescovato della sua patria il dì 23 settembre 1652. Nel qual anno medesimo, sottentrò a Soana in vece di lui, il vescovo GEROLAMO II Borghesi, nobile di Siena ancor egli, il quale a' 17 settembre 1668, passò alla chiesa di Pienza. Mentr' egli reggeva la diocesi di Soana, vennesi a scoprire il corpo di san Mamiliano vescovo di Palermo, di cui ho parlato di sopra (1). Dopo la traslazione di lui, fu eletto a succedergli GEROLAMO III Corio, già vescovo di Neritona, trasferitovi a'17 di giugno dell'anno 1669. Lo sussegui a' 12 giugno 1673, PIER MARIA Bichi, vescovo di Todi, morto dopo undici e più anni di benemerita reggenza, addi 9 settembre 1684.

(1) Pag. 746.

Ad occupare la vacante sede sottentrò quindi, dopo sette mesi che n'era vedova, addi 9 aprile 1685, PIETRO Valentini, nobile da Montalcino, già canonico di quella cattedrale e vicario capitolare in patria, poi vicario generale di Volterra. Ma la sede soanese non lo godè che due anni e mezzo all'incirca: mori nel novembre del 1687. Un domenicano, nobile senese, FR. DOMENICO MARIA della Ciaja, gli venne dietro a' 14 giugno 1688, il quale morì nel 1713. Nel dicembre di quest'anno medesimo, lo sussegui il nobile senese FULVIO Salvi, dottore in ambe le leggi, prevosto della cattedrale di Pienza e ch'era stato vicario generale di due vescovi di quella chiesa, non che vicario generale del vescovo di Soana, e poscia vicario capitolare altresì. Resse quindici anni all'incirca l'affidatagli chiesa; e, lui morto, lo susseguì, nel 1728, il senese CRISTOFORO II Palmieri; al quale nel 1739, addi 16 novembre, venne dietro ANTONIO III Vagni, nato nel castello di Monte Giove nella diocesi di Pienza. Ne fu di poi successore, addì 26 novembre 1746, il carmelitano scalzo FR. NICOLÒ III Bianchi, nato in diocesi, nel castello di Scansano. Dopo di lui sottentrò nel governo della chiesa soanese, a' 19 di giugno 1751, SEGUERIO FELICE de' Seguerii, nato il dì 29 marzo 1721, nella terra di Monte Carlo della diocesi di Pescia. Questi fu susseguito, addi 29 marzo 1762, dal senese TIBERIO della nobilissima famiglia de' Borghesi, ch'era in età di quarantadue anni, e che dopo un decennio, poco più, di spirituale reggenza, il di 4.° luglio 1772 fu innalzato all' arcivescovato di Siena. Dopo la quale traslazione rimase vacante la sede soanese poco meno di un anno: addi infatti 14 giugno del 1773, venivagli sostituito GREGORIO Alessandro, nato a'20 febbraro 1729 a Monte Fiesole: fu poscia trasferito, il dì 20 maggio 1776, alla sede di Cortona. E per provvedere quindi al vuoto, che per la traslazione di lui rimaneva nella chiesa di Soana, il papa Pio VI gli diè successore, in quell' anno stesso, FRANCESCO Pro Santi, nato in diocesi, nel castello di Rocc' Albenga. Trovossi anche egli tra i vescovi, che nel 1787 si radunarono a concilio nazionale in Firenze, d'ordine del granduca Pier Leopoldo, sotto il pretesto di voler riformare gli abusi introdotti nell' ecclesiastica disciplina; ed accettare quindi il conciliabolo di Pistoja. Stette per altro il vescovo Francesco Pio col partito di quei prelati, che ricusarono di aderire alle novità progettate (1).

(1) Ved. nella ch di Firenze, pag. 602 del vol. XVI.

A lui venne dietro, nel 1802, FILIPPO Ghigio Ghighi di Bibbiena, diocesi di Arezzo, il quale fu tra i vescovi intervenuti nel 1814 al conciliabolo di Parigi. Egli poi, nel 1831, addi 30 settembre, fu susseguito da JACOPO Bellucci, prevosto della cattedrale. Questi fu l'ultimo vescovo di Soana, che ne portasse il titolo, avendo stabile e permanente residenza in Pitigliano; perchè nell'anno 1844, fu eretta in chiesa vescovile aeque principaliter unita con Soana l' insigne collegiata di Pitigliano già dichiarata città; ed egli stesso continuò ad essere vescovo di entrambe; del che vengo tosto a parlare.

SOANA E PITIGLIANO

La necessità, in cui trovossi per più secoli il vescovo di Soana, di

fissare per sempre la sua dimora in PITIGLIANO, indusse il papa Gregorio XVI, sulle istanze del granduca di Toscana, a decorare cotesto castello del titolo di città vescovile. E perchè non si cancellasse ogni memoria dell'antica sede diocesana, volle conservato aeque principaliter il titolo anche di questa. Ciò avvenne l'anno 1844: ed erano già dodici anni, che la chiesa di Soana aveva il suo vescovo, FRANCESCO Barzellotti, eletto dopo la morte di Jacopo Bellucci, a' 2 di luglio 1832.

Ma quando il sommo pontefice si determinò a questa erezione, ne fu dichiarato esso FRANCESCO Barzellotti il primo di Soana e Pitigliano. Lo stesso palazzo, ove i vescovi avevano tenuto sino allora la residenza, ne fu dichiarato canonicamente episcopio; e l'insigne collegiata ne fu innalzata all' onore di cattedrale: e la uffiziano otto canonici, preceduti dall'unica dignità di arciprete, che vi esercita la cura delle anime.

Tutto il decoro e l'ingrandimento di Pitigliano furono promossi dalla munificenza dei conti Orsini, che ne furono i padroni per molti secoli. Sta Pitigliano in mezzo ad una vasta pianura, ed è da tre lati isolata, bagnata da tre torrenti. È forte perciò a cagione di questa sua posizione, ned ha bisogno di mura che la difendano, essendole di validissima difesa la profondità del suolo scavato dai corsi dell' acqua. Dal quarto lato è protetta dai bastioni del castello, che forma baluardo alla città ed al palazzo, che era dei conti Orsini, e che oggidì serve di residenza al vescovo.

La città di Pitigliano prosperò notevolmente nella popolazione, massime nel periodo dell' ultimo secolo, in cui fece un accrescimento di oltre a un migliajo di persone; cosicchè al giorno d'oggi conta una popolazione di quasi quattromila anime. E tutte queste ne formano l'unica parrocchia. L'odierno vescovo, Francesco Barzellotti, siccome ho detto,

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