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samente, tratto dal Muratori, il quale per la prima volta lo pubblicò nelle sue Antichità del medio evo (1).

OTTO QVARTVS DEI GRATIA ROMANORVM IMPERATOR

ET SEMPER AUGUSTUS

« Notum esse volumus universis fidelibus Imperii praesentibus et fu» turis, quod nos volentes intendere conservationi et augmento christia» nae religionis ad honorem Dei et sanctae universalis Ecclesiae, statui>> mus et perpetuo edicto sancimus, omnes hereticos Ferrarie commoran»tes, Patharenos, sive Gazaros, vel quocumque alio nomine censeantur >> imperiali banno subjacere; nisi ad unitatem Ecclesie secundum man>> datum Ferrariensis episcopi convertantur. Et eos, qui jam dictos hereti>> cos in suis domibus receperint, vel eos publice vel privatim manute»> nuerint vel eis consilium dederint vel juvamen. Item statuimus et per» petuo sancimus, quod omnia eorum mobilia et immobilia publicentur; » et domus, que nunc destructe sunt et eorum domus in quibus steterint >> vel in antea recepti fuerint, vel se congregaverint, destruantur, et ulte>> rius non liceat alicui eas reaedificare. Hoc enim specialiter praecipimus » sub debito fidelitatis et sub obtentu gratie nostre, Potestati sive Consu»libus, qui pro tempore fuerint Ferrarie, quod omnia supradicta observent » et faciant in civitate memorata inviolabiter observari. Ad cujus rei evi» dentiam presentem paginam scribi et sigillo nostro jussimus insigniri. » Datum Ferrarie MCCX. Indictione XIII, octavo kalendas aprilis, impe>> rante gloriosissimo imperatore Ottone, anno Regni ejus XIII, Imperii » vero primo. »

Ma dell'unico Uguccione vescovo di Ferrara abbiamo indubitata notizia nelle parole della cronaca manoscritta del frate Salimbene, presso il Coleti, inedito della biblioteca Marciana di Venezia: vi si legge infatti : "Obiit Uguccio anno MCCX die ultima Aprilis et stetit in Episcopatu » Ferrariensi viginti annis minus uno die. » Cade perciò l' opinione del Barotti, che lo dice morto nel 1212; e tanto più, perchè una lettera del pontefice Innocenzo III ci fa conoscere, nell' anno 1244, vacante la sede

(1) Nella dissert. Lx, tom. v.

ין

vescovile di Ferrara; ed avere voluto il santo padre provvederla col darle a pastore il beato Giordano Forzatè, monaco benedettino di Padova. Ma I' umiltà somma del venerabile eletto non gli permise di accettarne il gravissimo incarico. La lettera porta la data del luglio ed è diretta al vescovo di Cremona, a quello di Albano legato apostolico della santa Sede, e all'abate della Colomba: è tra le lettere di quel pontefice la LXXVI. Non avendo accettato questa dignità il beato Giordano, fu eletto a governare la santa chiesa di Ferrara un ROLANDO, che fu il terzo di questo nome. Di lui si trovano memorie nei pubblici documenti sino al di 27 aprile dell'anno 1254. Egli fu che accolse in Ferrara i frati francescani, e concesse loro un luogo, non lontano dalla piazza grande, presso una torre super foveam civitatis (la qual fossa è l'odierna giovecca ), perchè si fabbricassero una chiesa e un convento. Anzi dal testamento di Tonso Falzagalloni, del dì 14 luglio 1227, il quale lasciò a quei frati un legato di tre cappe di panno, rilevasi, che a questo tempo la chiesa e il convento esistevano di già. E poichè il loro santo fondatore non era morto che nell'ottobre dell'anno precedente, è assai probabile, ch'egli medesimo ve li piantasse.

Non devo tacere; perciocchè a questi giorni la casa d'Este dominava su Ferrara; avere illustrato intorno allo stesso tempo i fasti della chiesa ferrarese la santità della beata Beatrice I, figliuola di Azzolino, appunto della famiglia estense. Se non era nata in Ferrara, vi era stata certamente allevata da fanciulla, e sino dalla prima sua giovinezza s'era dedicata al Signore. Fondò il monastero di Gemmola nei colli di Padova, il quale fu trasferito, lei tuttora vivente, in santa Sofia di quella città: ivi terminò i suoi giorni a' 40 di maggio del 1226. Di lei, come di santa nazionale, la chiesa ferrarese celebra la festa annualmente nel di 27 febbraio.

Stava, presso la città, nel luogo detto campus mercati, ove si faceva il mercato degli agnelli (4), una chiesa dedicata a s. Vito, della quale si ha memoria sino dall' anno 1206. Essa era di ragione dei canonici della cattedrale. Nel di 14 novembre 1234, l' arciprete Rustico, il proposto Garsendino, Rolando prete, Uguccione, Buonaccorso, Odone e Petro canonici, a nome della loro chiesa, la concedettero, con varie terre addiacenti, dominae Buonafantae et dom. Fornarae ed a Gisla loro sorella futura, ed

(1) Frizzi, 10m. 111, pag. 106.

alle altre suore, che fossero ad esse succedute, coll' obbligo dell' annua contribuzione di una libbra d'incenso. È questo il primo convento delle monache di s. Vito: ma in seguito, avendosi dovuto demolire quella chiesa per fare un argine al Po ( occasione sclapae factae ad defensionem aquae Padi), ne fu rifabbricata un' altra, verso il 1256; ed è quella stessa, che vedesi anche al giorno d'oggi in città. Le monache di questo convento furono sempre agostiniane, regolate da prima dai frati dell'ordine loro, poscia dai canonici regolari di s. Maria in Vado, e dal 1600 in poi dal vescovo. Di esse, del loro convento e della chiesa dovrò parlare altra volta. Intorno al medesimo tempo, anche i frati domenicani furono accolti in Ferrara: anzi dalle carte degli archivii raccogliesi, che nel 1235 il loro prigre era stato scelto a giudice compromissario in una lite tra le monache di s. Andrea di Ravenna e quelle di s. Silvestro di Ferrara. Anche lo stato dei canonici regolari di s. Giorgio traspadano diventava sempre più florido per la generosità dei vescovi, che loro lasciavano giurisdizioni e possedimenti. Fra i benefattori di quel monastero è da numerarsi anche il veSCOVO GRAVENDINO, ch'era succeduto a Rolando III, probabilmente nel 1236. Dico probabilmente nel 1236, perciocchè nel maggio dell' anno susseguente egli donò ad esso tutte le decime e gli altri beni, che appartenevano alla sagrestia di quell' antica cattedrale. Lo sappiamo dalla seguente bolla di Innocenzo IV, la quale piacemi riferire, perchè nel confermarlo ci reca anche l'atto della donazione del vescovo, ce ne dà il nome, ce lo fa vedere tuttora eletto, non per anco consecrato, ce ne assegna l'anno, ce ne determina le particolarità. La pubblicò il primo l'Ughelli, tratta, com' egli dice, dal regesto vaticano.

INNOCENTIVS EPISCOPVS SERVVS SERVORVM DEI

PRIORI ET CONVENTVI S. GEORGII DE FERRAROLA ORDINIS S. AVGVSTINI FERRARIENSIS, ETC. SOLET ANNVERE, ETC. VSQVE IMPERTIRI.

Cum igitur sicut coram nobis lecta vestra petitio continebat bonae » memoriae Gravendinus electus et capitulum Ferrariense vobis et per » vos ecclesiae vestrae spectabat pro suarum et praedecessorum et suc»cessorum suorum animarum remedio pia et provida liberalitate dona» rint, prout in istrumento exinde confecto plenius continetur. Nos vestris

» devotis supplicationibus inclinati, donationem hujus ratam et gratam » habentes, illam auctoritate apostolica confirmamus, etc. usque communi» camus. Tenorem hujus instrumenti de verbo ad verbum praesentibus » inseri facientes, qui talis est.

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» In Christi nomine. Amen. Anno a nativitate ejusdem millesimo ducen» tesimo trigesimo septimo, die tertia exeuntis mensis Maji, tempore Gre» gorii Papae et Fr. Imperatoris, indictione decima. Actum Ferrariae, in palatio domini Episcopi. Nos Gravendinus electus, Ugucio praepositus, presbyter Gerardus, presbiter Rolandus, Bonaccursius et Jacobinus cano» nici Ferrarienses, amore Dei et intuitu pietatis et pro remedio animarum » nostrarum et predecessorum ac successorum nostrorum, nomine episco » patus et canonicae Ferrariensis pura et spontanea voluntate damus, » concedimus, libere donamus et irrevocabiliter tradimus vobis domino » Bruno canonico s. Georgii de Ferrarola praesenti, ac nomine Ecclesiae » et canonicae praefati s. Georgii de Ferrarola recipienti, totam et inte» gram decimationem quae ad sacristiam nostram pertinet vel pertinuit » vel dari debuit de possessionibus positis in plebatu praedictae ecclesiae » sancti de ultra Pado, videlicet in Polesino Gaibane tam cultis quam in» cultis, vallibus et paludibus, ut amodo licentiam habeatis dictam deci» mam et fructus, et obventiones, et redditus ipsius vel ipsarum decima» rum, tam in frumento, hordeo, faba, melica, et alia blava et leguminibus, » quam in vino, agnis, capretis, porcellis et aliis omnibus, de quibus sacri » canones decima dari jubent, exigendi, petendi atque colligendi a qua» cumque persona nomine praememoratae Ecclesiae vestrae s Georgii et » ad praedicta omnia constituimus vos nomine dictae Ecclesiae et facimus » procuratorem, ut in rem ipsius Ecclesiae, et damus vobis licentiam no» mine praefatae Ecclesiae intrandi tenutam et possessionem vel q .... di>> ctae decimationis et fructuum el obventionum ac reddituum ipsius deci»mationis ....... dationem, donationem, concessionem, et traditionem per » nos nostrosque successores nomine episcopatus et canonicae permittimus vobis nomine antedictae Ecclesiae s. Georgii firmam tenere et ob» servare et non contravenire ulla occasione, vel ingenio exquisito vel » excogitando sub poena mediae librae auri, quem solvere promittimus si » contraventum fuerit, et ea soluta, praedicta omnia sint rata. Praeterea si aliquis vel aliquo nomine sacristiae contra praedictam venirent vel mo» verent dictae Ecclesiae aliquam litem, promittimus vobis nomine dictae

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>> Ecclesiae stipulanti, quod ipsam Ecclesiam indemnem conservabimus » sine aliqua refectione expensarum factarum in litem vel circa litem. In>> super nos capitulum, nomine canonicae nostrae promittimus vobis no>> mine jam dictae Ecclesiae stipulanti, quod faciemus canonicos nostros, » cum fuerint praesentes, praedictis omnibus consentire et contractum » istum, et omnia quae continentur in eo firmare et ratificare. Interfuerunt ad hoc praesentes testes vocati et rogati.

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Presbyter Benatus Massarius operis episcopatus.

>>> Presbyter Paganus de sancto Romano.

>> Domnus Asdratus.

» Domnus Jordanus canonici sancti Georgii.
Presbyter Sylvester canonicus Gaibanus.

» Domnus Ondeus archipresb. Vigenziae.

» D. Erro canonicus Coron.

» Presbyter Accharisius de sancto Paulo.

» D. Villanus de Aldigero.

» Mercatellus notarius.

» Ledoinus ejus frater.

» Bertraminus....... et alii plures.

» Ego Gravendinus electus Ferrarien. manu mea scr.

» Ego Ugucio praepositus Ferrarien. manu mea scripsi.

» Ego presb. Gerardus Ferrarien. canon. et D. Ructicii Ferrarien. archipresb. vicarius, mea manu scr.

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Ego Bonaccursius diac. Ferrarien. Eccl. canonicus manu pro

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Ego Jacobinus canon. Ferrarien. manu mea scr.

Ego Bonaccursius Ferrarien. canonicus d. donationi consensi

» et mea manu scripsi.

» Ego Jacobinus imperiali auctoritate notarius praesens, ut supra

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legitur, rogatus a praedictis scripsi.

» Supplentes defectum, si quis in praedictis esse dignoscitur de pleni

» tudine potestatis. Nulli ergo nostrae confirmationis paginam, etc. Si quis

» autem, etc. »

» Datum Perusii non. Julii anno X. »

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