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Izvještaji Spljećanina Mate Karamana o Rusiji.

Predano u sjednici razreda filologičko-historičkoga dne 18 travnja 1883.

PRIOBČIO O. PIERLING.

U knj. XIV „Starina" (str. 88-124) priobći naš prijatelj o. Pierling 14 listova Spljećanina A. Komulovića, koje je god. 1593-4 pisao sa svoga puta u Poljsku i Rusiju. Sada nam isti prijatelj poslà tri izvještaja Komulovićeva zemljaka M. Karamana, koje je poslije svojega povratka iz Rusije sastavio a koji se sada čuvaju u arkivu sbora de propaganda fide u Rimu. Prvi izvještaj pisan je god. 1737, drugi 1739, a treći po svoj prilici god. 1742 ili 1743 t. j. prvih godina carevanja Jelisave, kćeri Petra Velikoga. Prvi i treći izvještaj prepisani su u cielosti, od drugoga priobćuje se zanimiviji historički dio, dočim se vjersko-dogmatički dio, kano za naše svrhe manje zanimiv, izpušta.

Izvještaji su dosta zanimivi za poviest rusku one dobe, tè bi s ove strane mogli zauzeti liepo mjesto u kojem historijskom sborniku ruskom. Ali oni nas zanimaju više kano prilog za životopis tako odlične osobe našega naroda, kakovom se pisac M. Karaman punim pravom smatra. Tek onda, kada se poslanstvo njegovo u Rusiju stavi u svezu s njegovim književnim djelovanjem oko novoga izdanja glagolskih liturgičkih knjiga, mogu se dostatno shvatiti njegovi nazori o starom crkvenom jeziku, koji su našli živi izraz u izdanju misala god. 1741 u Rimu.

Karaman bi poslan u Rusiju po svojem nadbiskupu i dobrotvoru Vinku Zmajeviću, koj je za to poslanstvo odredjen bio papom Klementom XI. U rimskom dvoru bješe već od XVI stoljeća zavladalo osvjedočenje, da se on katoličkimi Hrvati može najprikladnije poslužiti u obćenju sa slovjenskom Rusijom. Tako je i M. Karaman mislio : Eziandio la Dalmazia stessa -- piše kardinalu Bellugi, che ha il dialetto quasi uniforme co' Moschoviti potrebbe essere non inutile alla s. Sede nel somministrare persone atte per simili legazioni".

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Dr. Fr. Rački.

I.

Notizia della Chiesa Rutena Scismatica dominante nella Gran Russia data alla S. Congregazione di Propaganda fide nell'anno 1737 dal Sacerdote Matteo Caraman, Illirico Missionario Apostolico inviato in quelle parti da Arcivescovo di Zara.

La Chiesa Russa, che era una volta asilo d' orientali errori, da molti anni cominciò a ravvedersi dei suoi mancamenti. Il Patriarca Nicon a tempi del G. Duca Alexjs Mihailovich fece tradurre in lingua Slava i libri sacri, de' quali servesi la chiesa Greca; e proibi l'uso de' libri antichi ripieni di ereticali sentimenti. Pietro il Grande con severa legge vietò il ribattezzare. Il metropolita Razantski nel suo libro intitolato „Petra fidei", e dalla chiesa Russa ricevuto per dogmatico, sostenta coi cattolici l'attuale e chiara visione beatifica; ammette il particolar giudizio; accetta la venerazione dell' imagini tanto in scultura quanto in pittura; talche Teodosio vescovo di Novogrod a tempi di Catterina fù deposto come eretico, e mandato in esilio, come iconoclasta, per avere nelle vicinanze di Novogrod abbattuto la statua di s. Nicolò. Onde li Russi, benche di rito Greco, non professano tutti gli errori de' Greci. Non solamente non riconoscono per capo della loro chiesa il patriarca di Constantinopoli, ma neppure lo commemorano nelle preghiere che fanno. Tutte le cattedrali sono ridotte a semplici vescovadi. Il grado di Arcivescovo e di metropolita si dispensa ai vescovi più devoti della corte à titolo d'onore, e non d'autorità. Cinque monasteri dipendono immediatamente dal sinodo gli altri tutti da vescovi, li vescovi dal sinodo, e il sinodo dalla Czariana, di cui ella è capo. Il vescovo di Novogrod per lo più è vicepresidente del sinodo, ella sovrana si chiama presidente di quella ecclesiastica assemblea composta da vescovi e abbati; ella nuovamente formò due decreti: l'uno vieta a' vescovi d'accettare gli uomini alla vita monastica senza la prima particolar licenza del sinodo; l'altro chiude l'ingresso de' chiostri a qualunque donna, che non avesse quarant' anni d' età. Il primo si promulgò, dappoichè furono fatti soldati più di sei mila monaci, li quali reclamarono contro la violenza della loro professione, e il secondo dopoche fu abbruggiata viva l'abbadessa Anastasia con tant' altre monache e monaci, li quali ne' luoghi sotterranei a Mosca faceano le loro ignominiose radunanze. Il sinodo ora non scioglie con tanta facilità i leggittimi matrimoni, come una volta faceano li patriarchi, li quali permettevano al marito di passare alli secondi voti (sic), purchè la moglie o per qualche apparente colpa meritasse, o per sua elezione volesse rinserrarsi nel chiostro.

Quei Russi, che accettarono la versione sacra del mentovato patriarca Nicon, sono governati da sìnodo, da vescovi, monaci e preti, si chiamano pravoslavni: vale a dire ortodossi; quelli poi, che riggettarono l'accennata versione, non riconoscono ne preti, ne monaci, ne vescovi, ne il sinodo; e vengono detti raskolniki vale a dire scismatici; questi raskolniki confessano il sacerdozio essere

necessario nella chiesa di Dio, e sostentano, che il sacerdozio siasi perso nelle Russie a riguardo delle simonie, che giornalmente si commettono da vescovi Russi, i quali non ordinano alcun sacerdote senza la contribuizione di cinquanta scudi almeno. Perloche li Raskolniki così argomentano: Un ordinando simoniaco non riceve la grazia, non riceve il carattere, non ricevendo il carattere non è sacerdote; ma semplice laico. Oltre di questi hanno 239 altri punti di controversia, molti de' quali sono di minor importanza, e tutti d'equal sciocchezza. La città e vicinanze di Mosca sono ripiene di questa gente. La moltitudine maggiore è verso Archangelo. La forza del governo non ha potuto estinguerli. Ebbero finalmente dalla politica quel che non potevano ottenere dalla religione. Una libera professione de' loro errori coll' obbligo d' una particolare annua contribuzione. L'estate passata col nuovo decreto della regnante czariana furono costretti a educare i loro figli nella religione dominante, e mandarli a parrochi per essere istruti. Costoro ammirano il contegno, e rispettano il carattere de' sacerdoti cattolici. Gl' altri Russi ci preferiscono a qualsiasi altra religione, chiamandoci col nome de' più prossimi vicini. E siccome ammettono tutti li sette nostri sacramenti, così venerano per inalterabile il voto di castità. Due regolari cattolici, l'uno domenicano, e l'altro carmelitano, l'inverno passato fuggiti dalla Polonia vennero a Petroburg con speranza di prender moglie, e rimanere sacerdoti secolari Russi, ma il sinodo li costrinse ad abbracciare la vita monastica non volendo cedere a chi viene alla loro religione quel che anno sempre altamente rimproverato in Lutero, e ne' suoi seguaci.

La czariana professa la religione Russa, e favorisce i Luterani. Non ostante vieta egualmente a questi, come a cattolici di accettare alla propria religione e idolatri, e maometani, e altri di lei sudditi di qualunque nome eglino fossero. Ora sono due anni da che fu promulgato in tale pernicioso decreto, in cui non per altro sono nominati i Luterani che per nascondere il falso zelo de' Luterani stessi promotori di una si barbara legge, con cui fanno intendere, essere meglio dannarsi da maomettano e idolatra che salvarsi da cattolico. Per loro consiglio il p. gesuita Ladokinski nativo Russo fu preso in Polonia, condotto a Petroburg e chiuso nella fortezza. Per loro malignità li cattolici di Riga restarono senza sacerdote dopo l'espulsione di quel padre missionario, e per loro alteriggia doveva istituirsi a Petroburg un concistoro composto di tutte le religioni forastiere, e farsi capo dell' inaudito congresso un pastore luterano.

In somma la Russia è dominata da luterani, anzi da un solo, e sarà ugualmente signoreggiata o succeda al trono il principino d' Olstein, come lo chiama il testamento di Catterina, o succeda la principessa di Mechelburgo, come lo brama l'impegno della regnante zia. Se poi il signor Iddio si compiacesse di consolare gl' universali desiderj de' Russi facendo succedere la principessa Elisabetta

STARINE XV.

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figlia di Pietro e di Catterina, ella forse si ricordarebbe d'esser nata da madre cattolica.

Queste sono le future speranze, e il presente spirituale bisogno dei cattolici; verrebbe che ogni generale cattolico avesse seco un padre missionario. Quattro generali cattolici si trovano attualmente nelle Russie: Il velt-maresciallo generale Lessi, il tenente generale Brilli, e li due fratelli generali Brigni. Un sacerdote in casa di un generale giova molto alla chiesa di Dio, predicando col suo esempio a Russi, e accorrendo ad ogni spirituale necessità de' cattolici in quella parte dispersi. Assracan, Mosca, Petroburg sono città molto lontane per assistere agli infermi nell' Ucrania, ove si trovano gli eserciti, e negli eserciti offiziali e soldati cattolici. La povertà del missionario non può resistere al grande dispendio de' viaggi. Laddove volendosi fermare qualch' anno in casa d'un generale, il generale supplisce a tutto, e col denaro e colla protezione. Se ogni generale avesse sempre seco un sacerdote, o dimorando in qualche città, o marchiando colle truppe, qualche povero cattolico non morirebbe senza sacramenti.

Archivo della s. Congregazione de propaganda fide a Roma Moscovia Polonia e Ruteni. Relazioni. Miscellanea. Tomo I.

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Relazione dello stato presente si politico che ecclesiastico della gran Russsia, presentata alla sagra congregazione di propaganda fide l'anno 1739 dal sacerdote Matteo Caraman missionario apostolico

in quell'imperio.

Eminentissimi i reverendissimi signori. Pare che la divina providenza abbia cominciato felicitare l'imperio de Moscoviti, da che eglino cominciarono di mostrarsi non barbari verso li cattolici. Un cattolico a quella roza nazione una volta sembrava peggiore di un ebreo. Battezavano il circonciso, ribattezzavano il cristiano, e bastava che un forastiere avesse mangiato e bevuto in casa loro perche la credessero tutto profanata, e in debito di purificare con replicate abbluzioni li vasi, la mensa, i sedili, e il pavimento. L'inveterato odio verso la nostra religione andò scemandosi ne loro animi, dopoche Pietro il Grande, desideroso di nobilitare il suo dominio con introdurre le arti straniere, aprì l'adito da suoi predecessori chiuso agl' esteri, e fidò le forze del suo imperio a generali cattolici. Il vecchio Gordon di nazione Scocese, non meno zelante cattolico che valoroso generale, sulla fine del passato secolo condusse gl' eserciti Moscoviti verso la Meotide, assediò sopra le foci del Tanai Assov; e avendo espugnato a vista del giovane monarca quella considerabile fortezza acquistò molto credito al suo valore, e non poca affezione alla nostra religione. Egli pure, allorchè Pietro il Grande trovavasi in Vienna, s'oppose agli Strelzi (truppe sediziose incaminate a saccheggiare la capitale di quell' imperio) e con averli vinti e disarmati pose argine a tutte le insidie della principessa

Sofia, la quale sicome in pena delle sue passate sedizioni trovavasi rinchiusa in un chiostro, così in absenza del fratello suscitava le antiche milizie, affine di aprofittarsi de' loro tumulti, e da sforzata monaca divenire assoluta sovrana. Laonde quel grande monarca ebbe da cattolici non solamente il principio de' suoi militari progressi; ma eziandio il fine de' civili tumulti.

II. Un altro Gordon Scocese cattolico, che militava sotto le insegne Russe in figura di maggiore di un reggimento segnalossi nell'assedio di Nutemburg (Schlüselburg). Nutemburg era un' antemurale degli Svecesi contro li Moscoviti, e parea inespugnabile per essere il Ladoga borascoso d'estate, gelato d' inverno, e la fortezza situata, ove da quel gran lago comincia uscire il fiume Neva con tanta rapidità, che niun rigore del fredo ha forza di congelare le acque che la circondano. Quando li Svecesi credeansi sicuri in una città ben munita dall'arte e dalla natura inaccessibile d'inverno e d'estate, il Gordon ad onta di due pericoli dell' acqua e del fuoco, sormontò le mura della città, e coll' esempio di un risoluto valore strascinò all' ardua impresa li Moscoviti assuefatti di niuna cosa aver minor cura che della propria vita. Mille scudi erano il premio destinato a chi primo entrasse nella fortezza nemica. Il Gordon inanzi d'accingersi al cimento fece voto d'offrirli a quel Dio, che gli avrebbe somministrato le forze per conseguirli. In tal guisa la ricompensa del di lui valore divenne debito della di lui pietà verso la chiesa cattolica. Il generale Gordon in premio delle sue benemerenze avea di già ottenuto dal czar la ⚫ permissione di fabbricare una chiesa di pietra ne' suburbj di Moscha; perciò il maggiore Gordon dedicò li mille scudi per la creazione della medesima, talche un Gordon coll' esprugnazione di Assov fece li Moscoviti padroni della Meotide, l'altro colla presa di Nutemburg apri a medesimi le porte del Ladoga per entrare a secondo de' fiumi nel Baltico, e ambidue col fabbricare la chiesa in Moscha stabilirono per gli forastieri e loro descendenti il libero esercizio della religione cattolica nelle Russie.

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III. La corte di Vienna erasi efficacemente impegnata per accrescere il numero de' p. p. gesuiti, e il czar benignamente gli accolse si per la buona corrispondenza, che allora fra le due corti passava, come per consolare gli offiziali e mercanti cattolici, li quali liberamente si protestavono di non potere più a lungo tempo fermarsi in quelle parti privi de' loro sacerdoti. Gli zelanti p. p. assistiti dalla protezione, ajutati dalla carità di Cesare, e di quei cattolici che trovavansi nelle Russie, in breve tempo ingrandirono la chiesa, dilatarono l'ospizio, aprirono le scuole frequentate dalla più distinta nobiltà Russa, stabilirono di permanenza fissa due missionarj in Petroburg, andarono visitando ora Archangel verso il glaciale, ora Assov verso la Meotide, ora Vezonis verso il Tanai (tutti luoghi in quel tempo frequentati da cattolici) e qualche volta s' internarono nelle più remote parti della Siberia, ove solea trovarsi qualche cattolico, oltre tanti acattolici Svecesi prigionieri de' Moscoviti. Non tralasciarano li nuovi missionarj d'insinuarsi la confidenza de' vescovi

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