de Spagnuoli in Italia sono si mal' acconcie, che poco si vorrebbe ad appizzar il fuoco et acceso che serà, non più si tosto si spegnerà, massime se venisse un papa desideroso di novità et non tanto interessato nel particolare de' suoi. Lunedi arrivò in Roma sulle poste del campo cesareo un gentilhuomo dell' Aldobrandino venuto per denari et altri bisogni, volle papa parlarli et havere a bocca quell' informatione, che da altri ha in lettere, in soma qui si chiude il ponto che movendosi duca di Baviera e duca di Sassonia e Imperatore, l'unione non può resistere, ma se quelli due non si movono, de Cesare actum est. Fa Papa instanza grandissima al duca di Baviera che dia dentro, ma baviera per gli suoi ambasciatori et agenti in Roma protesta non volersi movere offensive, se da Roma non li viene contribuito grosso soccorso, sendo più del sole chiaro, che papa pienissimo al possibile, grossissimo glielo puo dare, ma che in fatto lo dia, per le premesse passate è conclusione incredibile. Questa diversità et differenza fra papa e baviera e sassonia è di sommo pregiudizio, poiche al moto del Bavaro primo monente tutti gli altri prencipi cattolici di germania si moverebbono, e fermo questo, gli altri si arrestano. di modo che per deduzione li prencipi cattolici di Germania non si movono, perche duca di Baviera non si move, e Baviera non si move perche il papa non li da il moto coll' influenza de' suoi tesori. Si fanno consulte dalli cardinali sopra gli negozi di germania, s' introducono gli ambasciadori Bavaro e Moguntino. li danno parole melliflue, promesse larghissime, ma questi Alemanni stanno sodi in volere denari et all' ingrosso. In tanto il conte palatino farà il fatto suo. Per la morte del suo unico fratello restatoli sta papa forte commosso, con l'aggionta de' tanti moti nella cristianità, i quali non possono non anniiarlo, benche ne fuge l'occasione si rottori et canteri che porrà, se lisono ralentati ne più sfogano come prima, onde è stato necessario farglielli in altre parti: l'avarizia al solito de' vecchi l'incresce più che mai, ne motivo alcuno de religione et on ore prevale in lui all'interesse. Quello che con lui ha fatto l'imperatore et il Rè di Spagna havrebbe, mosso un Mida a compassione, dice che ferà e che dirà, quando vedrà misso il duca di Baviera et gli altri collegati contro l'unione, ma niuno et con ragione li presta gredenza, sapendosi quanto in lui predomini la potenza retentiva. di Roma li 11. Luglio 1620. 137 (Chiffre). Schreiben desselben vom 18. Juli 1620. Ho più volte scritto a VS che sino quasi da principio delli presenti gravissimi moti di Alemagna et il Papa et tutta la corte Romana hebbe sempre sospetto che Baviera non caminasse realmente et fedelmente a favore dell' Imperatore et dell Unione catolica. scrissi di più nella penultima mia havere io havuto da luogo grande che era piú facil cosa, che Sassonia si movesse a soccorso di Cesare, che Baviera; cose tutte in apparenza et sul primo frontispicio stravaganti, ma dal cottidiano succeduto comprobate. Di Baviera si ha gia per chiaro, facendo instanzia grandissima al Imp. et al Papa che tutti quelli principi i quali non cooperanno all ajuto di Cesare contro Boemia, siano dichiarati ribelli. Sa Baviera questo non essere richiesta conces sibile ne riuscibile in utile, quando si effettuasse, ma perche vede che è cosa per molti casi malagevole et che richiede assaissime cautele accompagnate da longhezza di tempo. In cotal guisa sta egli girando et vuole per tutta questa estate atta alle fattioni tirar inanti et consumar il tempo in consulte, dimande, repliche e risposte. E di ciò ne è più che certo, onde se per lo passato istato renitente alle dimande fatteli di grossa contributione da Baviera, ora più che mai sta in timore vedendo la doppi ezza di Baviera in questo negoziato. Frà per la vicinanza di casa, trà per l'antica amicitia con l'agente di Baviera residente in Roma ha lo scrittore discorso molto a tempo longo con lui di questo ponto et benche sul principio rivoltasse tutta questa ritento di Baviera per l' Imperatore nell avaritia del Papa, finalmente astretto da sode ragioni mi confesso, non essere concernente all' utile et prudenza di Baviera tanta violenza che fa casa d' Austria contra li stati liberi di Alemagna. L'Imperio, Boemia, Ongaria sono regni elettivi si, ma gli Austriaci gli haveano ridotti a termini tali, che essi soli videntemente li volevano occupare, quasi che li fossero ereditari. Però niun principe, nisi desipiat, se hanno stati in Germania, aiuterà l'Imperadore, à sopraprendere violentemente la Boemia, trattandosi qui non del bene in individuo et in specie di Boemia, ma della commune libertà. Vero è che Baviera per suoi fini apporta altre cagioni del diferire e tiene qui in Roma furia di Ambasciaderi ordinari e straordinari, tutta arte per coprire il segreto, ma non lo copre in modo, che il Papa non sen' accorga, forse pentendosi di havere fatto malissimi uffici contro Baviera nell' elezione del Imperatore ne con altro volto persuade a lui l'uscire contro Boemia, che col pretesto della religione, ma siù ora tutto in vano, non havendosi da fare cogli Indiani del Brasile. Lunedi mattina dopo la consulta di cardinali sopra li bisogni di Alemagna, ordinò il Pontefice con polizze consegnate alli Ambasc. Bavaro e Moguntino 70m. duc. da consegnarsi alla lega catolica de' Prencipi di Alemagna, li quali denari. Sono quelli, che l' Archidiacono Toletano sborsò a Papa per la dispensa vendutali ad effetto d' ammogliarsi. del suo proprio non tocio un quatrino. -- Franck. Bericht über die Auffindung eines uralten Leichenfeldes etc. Taf. I. Lith. u. gedr. i, d. k.k.Haf-u. Staatsdruckerei. |