Imágenes de páginas
PDF
EPUB

PREFAZIONE

Niuno per certo, io sono persuaso vorrà dei miei concittadini rifuggirmi alla mia nobile impresa della quale mi sono proposto, cioè di scrivere la Storia di Bologna, ove in essa si racchiudono cose che forse non a cognizione di tutti vagano, o sono impresse. Io seguendo l'ordine dei buoni autori, e di quei saggi, che spinti da patrio ardore, da stimolo di rimettere ai posteri le vicende degli avi, numererò le epoche, paleserò con fermezza i vizi, le virtù, le vittorie, le sconfitte; e quale è proprio dello storico, procurerò di dire ciò che per autenticità di accreditati uomini viene scritto per vero. Sarò breve e chiaro nel dire' nè mi allungherò in vane descrizioni o pareri, avendo in pensiero che restringendo le cose, possano riescirne di maggior aggradimento al lettore.

A quest'arduo lavoro non mi spinge vana ambizione di nome, ma soltanto il puro amore alla terra nativa, e procurerò per quanto il possa il poco ingegno mio, di mettere ogni studio, avendo solo per iscopo di rendere il cittadino di questa terra istruito di quanto fecero i padri nostri e mostrare qual posto s'ebbe e mantenne fra le città italiane Bologna, che se non fu prima, non fu terza mai, nè oltre, fra le sue sorelle. Non mi limiterò alle semplici narrazioni di eventi universali, ma aggiungerovvi parziali fatti ricavati da cronache e da ricerche studiate. Ora che è libera la parola, sarò franco e leale, e lusingato della buona accoglienza, incomincio la storia.

LIBRO PRIMO.

Benchè non si possa dare preciso ragguaglio

sulla origine della città di Bologna, pure appoggiati alle autorità degli storici più accreditati si rinviene che sia di assai antica data, e sorgesse per opera degli Etruschi alcuni secoli prima di Roma, e uno dei loro re Etruschi chiamato Felsino le desse il nome, e che dopo la morte di questo re, divenisse metropoli di dodici città, come si rileva nel libro 5 di Plinio. Intus vero colonia Bononia Felsina vocitata cum esset Etruriae princeps. Ma secondo i calcoli di pregiati scrittori, la fondazione di essa viene attribuita 1478 anni circa avanti la nascita di Gesù Cristo, e 425 anni prima della fondazione di Roma. Dopo Felsino successe Bono Bianoro, il qual re prediligendo questa ter

ra, volle a sua gloria chiamarla non più Felsina, ma dal suo nome Bononia. Ella diede aiuto ai Troiani nelle guerre di Enea contro Turno, secondo che narra Virgilio nel decimo libro dell' Eneide, allorchè dice che Ocno Bianoro mandò gente dal suo paese paterno.

Ille etiam patriis agmen ciet Ocnus ab oris

Fatidicae Mantus et Thusci filius amnis

Benchè vogliasi supporre da altri che Ocno Bianoro, avendo fabbricato Mantova iu onore di sua madre Manto, avesse mandato Mantovani; ma appoggiati a quanto racconta Silio illustre poeta antico, nell' ottavo libro del suo poema, che Bononia fu sempre l'antica stanza di questo re, e dalle parole patriis oris, non possiamo ammetter dubbio che non fossero Bolognesi che assistettero Enea. Lo storico Dulcino parla esso pure in questi termini Certum est enim ex probatissimis auctoribus, Virgilio et Silio Italico, Bononiam sedem fuisse Ocni Bianori, patriam domum, sed opibus, dignitateque, eo tempore adeo floruisse, ut Enea in Laurenti bello misserit auxilia adversa Turnum Rutolorum regem Si mantenne metropoli de' Toscani e capo di dodici città fino al regno di Tarquinio Prisco quinto re di Roma, 580 anni circa prima di Gesù Cristo, allorchè i Galli Celti guidati da Belloveso figlio di Ambigato valicarono le Alpi, e cacciando gli Etruschi e gli Umbri, si estesero fra l'Appennino ed il mar Adriatico fino al Lazio, e formata una nuova Gallia, fa detta Cisalpina. Ma i Boi popoli

[ocr errors]

della Gallia Lugdonese nobilissimi fra i Celti, si stanziarono nelle terre di qua dal Po, mantenendo per capitale del nuovo regno Bologna, chiamando Reno il fiume vicino, in memoria del gran fiume Reno che avevano abbandonato nel loro paese

natio.

Siede Bologna ai piedi dei colli dal settentrionale Apennino nella latitudine boreale di gradi 44, 50 minuti, nella longitudine dal meridiano di Parigi 9, 2; essa per la sua particolare posizione centrale, viene stimata punto principale della Penisola Italiana; la sua elevazione dal mare A driatico dalla soglia della porta di s. Petronio, è di piedi bolognesi 175 pari a metri 65, 76. La figura della sua cercbia è pentagona, avente la circonferenza di pertiche bolognesi 2007, ossia miglia 4 pert icbe 17. La lunghezza da levante a ponente divisa dalla strada romana, è di piedi 7895 o metri 5000. La larghezza da mezzodì a tramontana, cioè da S. Mamolo a Galliera è di piedi 5455, o metri 2065. É suddivisa da 550 strade, 16 piazze, 106 chiese, 25 parrocchie, S conventi di frati, 6 di monache, 8 orfanotrofi pei fanciulli, 14 conservatori per fanciulle, 2 case per Sordo-Muti, 4 ospitali per gl'infermi, 5 luoghi di Ospizio, 7 collegi, 6 teatri, 2 biblioteche, 80 palazzi. Al presente è munita di terrapieni militari, ed è piazza forte. Le mnra che la circondano hanno dodici porte che danno accesso, un porto naviglio per le barche che commerciano

ed

« AnteriorContinuar »