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Nè lo sviluppo della cresta frontale, che notai alcune volte esageratissima (fino a mm. 12) come nel cranio del cui legamento pterigospinoso ossificato è data la figura (Oss. 30), si manifestò con note speciali di frequenza maggiore o minore; così pure non vidi alcun spiccato predominio di forme craniche, oltre quello generico, già notato, della brachicefalia in confronto della dolicocefalia.

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La plagiocefalia di grado notevole mi si presentò quattro volte dove il legamento pterigo-spinoso era ossificato, ed una di esse ancora nel cranio a cui si riferisce la figura. Qui si trattava di forte plagiocefalia posteriore sinistra, ed altrettanto era in altri due casi (Oss. 85 e 110), mentre in uno (Oss. 152) lo stesso fatto si verificava nel lato opposto.

Finalmente ebbi anche quattro casi ben manifesti di grande sviluppo dei seni frontali (Oss. 92, 154 T., 159 e 230) ed uno di fossetta occipitale mediana (Oss. 177) (1); ma, ripeto, non oso attribuirvi significato per lo studio delle consociazioni, quale mi prefissi di fare, a complemento di quello che più sopra esposi sul foro pterigo-spinoso di Civinini.

(1) Un altro esempio rinvenni di seni frontali enormemente espansi nell'Osservaz. 191, ricordata a proposito del foro crotafitico-buccinatorio, senza che fossero ossificati i legamenti pterigo-spinosi.

In questo stesso cranio, che era leggermente plagiocefalo, occorreva di vedere poi anche una profonda e ben definita fossetta occipitale mediana, capace di accogliere liberamente il polpastrello del dito medio, accompagnata da una cresta frontale sviluppatissima, la quale raggiungeva l'altezza massima di ben 14 millimetri.

E due altri esempi pure di fossetta occipitale media vedo raccolti dal Coraini fra i tre crani che presentavano il foro pterigo-spinoso. In uno (Teschio N.o 5) la fossetta era poco profonda, ma ampia, sì che vi si adagia tutto il polpastrello del pollice; nell' altro (Teschio N.o 44) si mostrava tale da accogliere bene il polpastrello dell' indice, essendo lunga circa 25 mm. e larga mm. 10.

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Dall'Istituto di anatomia umana

della R. Università di Parma, Aprile 1897.

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SOPRA L'ASIMMETRIA DELLA MANDIBOLA

NOTA DEL PROF. GIOVANNI ZOJA

Fra tutte le ossa impari del nostro corpo la mandibola forse appare più regolarmente simmetrica, nondimeno esaminando attentamente e minutamente l'organo, si rileva che anche in quelle mandibole nelle quali l'integrità è perfetta e le linee euritmiche sono più bellamente e manifestamente spiccate, la simmetria non è rigorosamente precisa, cosicchè la mandibola partecipa essa pure in vario grado alla comprovata asimmetria delle altre parti mediane del corpo. Questa disuguaglianza dei due lati della mandibola si scorge particolarmente alla base dell'osso, al margine posteriore delle due branche ed agli apici dell'estremità superiore delle branche stesse. Basta porre sopra p. e. uno specchio ben terso, la base di una mandibola abbandonata a sè, o presentare al piano stesso l'orlo posteriore o gli apici delle due branche per convincersi del fatto.

Il risultato, si può dire costante, dei primi esperimenti, mi eccitò a fare in proposito delle indagini sopra una larga scala, e per fissare in modo sicuro e preciso le risultanze dei singoli esami, dopo varii tentativi, trovai un mezzo dei più semplici ed economici, e nello stesso tempo di facile e spedita applicazione. Sopra una lastra di cristallo ben terso e levigato, di circa venti centimetri di lato, incollai un sottile foglietto di carta da ricalco, diligentemente disteso tanto da somigliare ad uno specchio. Ben asciutto che sia, l'apparecchio è pronto.

Appoggiando con accuratezza ad una ad una le preindicate parti della mandibola, sfregava con poca forza e in vario senso la parte presentata sulla piombaggine, curando di non mutare il primo atteggiamento che l'osso assunse contro il piano. Tolta la mandibola dall'apparecchio si vedevano immediatamente i segni lasciati dalla piomArchivio per l'Antrop. e la Etnol.

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baggine, di aspetto metallico lucente sui punti più declivi che toccavano il piano. Registrati i risultati continuai le osservazioni, come appresso. Non so se altri siansi occupati di questo argomento; da quanto mi consta osservazioni propriamente dirette a tale scopo non ne furono fatte, soltanto il collega Stanislao Bianchi ne fece qualche cenno (1); ad ogni modo penso di far conoscere per intanto il risultato di quelle che feci io.

A.

RICERCHE SULLA BASE DELLA MANDIBOLA

La prima serie di osservazioni si riferisce solo all'orlo inferiore, cioè alla base della mandibola.

Come è noto la base dell'osso mascellare inferiore ordinariamente descrive una linea più o meno sinuosa, alternandosi rialzi ed avvallamenti più o meno accentuati. Il più delle volte l'angolo, il gonion, si abbassa più della parte corrispondente al principio del corpo dell'osso, dove appare una incavatura più o meno sensibile; più avanti l'orlo stesso si abbassa un'altra volta a livello dei denti premolari, poi l'orlo segue quasi piano regolarmente fino al mento, ove normalmente termina un po' abbassato un' ultima volta. Le disposizioni ora accennate non sono però invariabili, al contrario anzi, e non solo si osservano varietà di grado, ma anche di sede e di parallelismo. Le principali varietà si riferiscono o all' esagerato sviluppo di alcune saglienze, quali quelle dell'angolo, denominato allora mucrone del Sandifort, od apofisi lemurinica dell' Albrecht (2); o dell' altra corrispondente ai denti premolari, apofisi parasinfisea dell'Albrecht; o di quella situata sotto la sinfisi (che nel bambino si converte in una specie di cresta o spina bipartita, che si conserva alquanto manifesta per un certo tempo anche dopo la completa sinostosi delle due metà della mandibola). E all'opposto, talvolta le saglienze quasi non si scorgono affatto e al loro livello talvolta si trova perfino un'infossatura, p. e.

(1) Craniologia dei Senesi moderni (Arch. per l'Antrop. e l'Etnol. Vol. XIV, 1884).

(2) Vedi in proposito: ED. SANDIFORT, Observat. anat.-pathol. Lugd. Batav., 1771. ALBRECHT, Act. du prem. Congrès intern. d'Anthrop. crim. Tur., 1886-87. L. TENCHINI, Ateneo medico Parmense. Parma, 1888. - G. ZOJA, Archiv. per l'Antrop. e la Etnol. Vol. XVIII. Firenze, 1888. G. MINGAZZINI, Archiv. per l'Antrop. e la Etnol., cit. Vol. XXII. Firenze, 1892.

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