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OPERE IN CORSO D' ASSOCIAZIONE

Storia naturale illustrata del regno animale. E' uscito il fasc. 63. Trattato di Architettura di Leonzio Reynaud, ec. — E pubb. il fasc. 31

ed ultimo.

Nuovo corso completo di pubbliche costruzioni di Mattia Giuseppe Sganzin. È uscito il fasc. 75 ed ultimo.

Enciclopedia Geografica, ossia Gran Dizionario contenente la descrizione di tutti i luoghi del globo, ec. E' pubblicato il fasc. 107 ed ult.

L' Universo Pittoresco, o Storia e descrizione di tutti i popoli, ec. E uscito il fasc. 965.

Dizionario universale della Bibbia vulgata, ec.

scicolo 101 ed ultimo.

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E pubblicate il fa

Dizionario Pittoresco d'ogni Mitologia, d'Antichità, d'Iconologia, e delle Favole del Medio Evo. - E` pubblicato il fasc. 170.

Biblioteca de' Predicatori del P. Vincenzo Houdry della Compagnia di Gesù.

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Vale Soldi 35 val. aust. pari ad ital. Cent. 87.

VENEZIA. Dal Privil. Stabil. Nazionale di G. Antoneli Ed. 1858.

LE

CHIESE D'ITALIA

DALLA LORO ORIGINE

SINO AI GIORNI NOSTRI

OPERA

D1

GIUSEPPE CAPPELLETTI

PRETE VENEZIANO

**FASCICOLO 248 3*

Demolita questa chiesa, i novaresi ne fabbricarono un'altra al loro protettore nell' interno della città, e ne fu posta la prima pietra il di 24 marzo 1577: la quale fu consecrata tredici anni dopo, il dì 18 dicembre 1590, appena potè essere ridotta a servizio delle sacre uffiziature. Qui fu trasferito altresì il sacro corpo del glorioso vescovo, che da prima, il di 22 ottobre 1555, era stato collocato nella chiesa di san Vincenzo. E in questo medesimo tempio si conservano inoltre i guanti di lui e la cattedra marmorea, su cui dicesi aver egli seduto.

La traslazione di questo corpo alla nuova chiesa intitolatagli ebbe luogo il dì 7 maggio 1664, con la solenne ricognizione delle sacre reliquie, fatta dal vescovo Giulio Maria Odescalchi, e finalmente il dì 14 giugno 1744 il vescovo Giambattista Visconti le trasportò alla nuova cappella dedicata al suo nome, e fu collocato in una magnifica urna d'argento. A memoria di tuttociò la città, che a proprie spese aveva eretto quella cappella ed il grandioso altare, vi fece altresì scolpire sul marmo l' epigrafe :

DIVO GAVDENTIO

PATRONO
BENEFICENTISSIMO
NOVARIA

ADDICTISSIMA

NOVAM ARAM

D. D. D.

ANNO SALVTIS
MDCCXI.

In onore di questo santo loro protettore i novaresi festeggiano il dì 5 agosto per commemorarne la deposizione ed il giorno 14 giugno in memoria della fattane traslazione: più solenne e distinto n' è il giorno anniversario della morte, ch' è il 22 gennaro. Incominciano a festeggiarlo nel di precedente i canonici della cattedrale, recandosi alla basilica di esso, dopo di avere recitato il mattutino, ed ivi trattenendosi a recitarvi tutto il salterio. Due ore dopo il mezzogiorno, aperia l' urna, che ne custodisce il sacro corpo, vi cantano il vespero i canonici della basilica collegiata; ed un'ora appresso vi si recano processionalmente quelli della cattedrale, e vi cantano anch'essi il vespero solenne, dopo cui proseguono

Vol. XIV.

56

col mattutino del di seguente. Nell' indomani, i canonici della basilica vi cantano la loro messa, la quale è susseguita da processione solenne e da pontificale del vescovo, coll' intervento dei canonici della cattedrale, unitamente a quelli di san Gaudenzio.

Morto il santo vescovo, gli fu sostituito ben tosto il suo allievo santo Agabio, da lui medesimo preconizzato al santo ministero pastorale della sua chiesa. Ne assunse egli l'incarico con universale giubilo del clero e del popolo, ed indefessamente adoperossi per la spirituale felicità del gregge affidatogli. Nelle cose, che ho detto del santo suo antecessore, ho anche commemorato la sua munificenza nel condurre a fine la basilica fuor delle mura, incominciata da san Gaudenzio ed in cui preparogli onorevole sepoltura. Si rese amabile e venerando alla sua chiesa per la soavità del suo sermoneggiare non meno che per l'esercizio delle più sode virtù accompagnate da maravigliose operazioni di prodigii. Non si sa precisamente quanti anni abbia governato la chiesa novarese: certo vi entrò nel 417, o in quel torno, e la tenne sino al 440. Dopo la sua morte, fu deposto in onorevole sepolcro fuori della porta della città, ove anche fu rizzato divoto tempio, che assunse il suo nome. Celebrano i novaresi l'anniversaria memoria di lui da rimotissima età il giorno dieci di settembre; e ne festeggiano inoltre a' 50 di agosto la traslazione, in memoria, cioè, che il vescovo Cadulto, quattro e più secoli dopo, la portò da quella chiesa alla cattedrale, ove sino al presente riposa, sotto l'altare a lui intitolato. È anch'egli tra i primarii protettori della città e della diocesi, parificato a san Gaudenzio; anzi non di rado nelle antiche carte si trovano nominati entrambi assieme, ad honorem sanctorum Patronorum Gaudentij et Agabij.

Dopo di Agabio nei sacri dittici novaresi trovansi commemorati, benchè senza veruna indicazione del tempo, in cui vissero, i vescovi D10GENE, PASCENZIO e SIMPLICIO, detto altresì Simpliciano. Di questo abbia mo notizia, esser egli intervenuto al concilio provinciale milanese, radunato nel 451 dal metropolitano Eusebio ne sottoscrisse la lettera sinodica con queste parole: Ego Simplicius Episcopus Ecclesiae Novariensis in omnia suprascripta consensi et subscripsi, anathema dicens iis, qui de Incarnationis Dominicae sacramento impia senserunt. Fu ai tempi di questo vescovo, che la città di Novara fu desolata dalle armi del feroce Attila flagello di Dio. Vescovo successore di Simplicio troviamo VITTORE

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