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DOCUMENTI

PER LA STORIA DELLA CITTÀ DI AREZZO

NEL MEDIO EVO

RACCOLTI PER CURA

DI UBALDO PASQUI

A

Et pius est patriae facta referre labor.

OVID. Trist. II, 322.

VOLUME PRIMO.

CODICE DIPLOMATICO (AN. 650?-1180)

IN FIRENZE
PRESSO G. P. VIEUSSEUX

COI TIPI DI U. BELLOTTI

IN AREZZO

1899

PREFAZIONE

Fu Arezzo una delle più notevoli ed illustri città toscane tanto nel tempo etrusco-romano quanto nel periodo medioevale. Come riferiscono Livio ed altri antichi istoriografi, durante la civiltà degli Etruschi, essa prese gran parte agli avvenimenti militari e politici che agitarono quel popolo quando combatteva per la propria indipendenza. E quale fosse la sua grandezza n'è bastante prova lo straordinario sussidio d'armi e di vettovaglie fornito al console P. Corn. Scipione per la spedizione contro Cartagine (an. 549-205 di Cr.). I Romani ne fecero un copiscuo municipio; l' adornarono di superbi edifizî, specie al tempo degl' imperatori. Verso il 680 di Roma fiorì in Arezzo la famosa industria vasculare: il suo nome divenne allora notissimo sino nell'estreme parti del dominio romano per il commercio delle sottili ed eleganti tazze di figulina, le quali riproducevano le rappresentanze dei vasi d'argento mirabilmente cesellati dai più sommi artefici greci.

Non appena la nuova religione di Cristo, irradiando dall' Oriente, si propagò per l'Italia, ben presto venne accolta pure in Arezzo, dove troviamo digià nel secolo III degli apostoli che col martirio danno esempio ai nuovi fedeli e tramandano nelle tradizioni e nelle leggende il loro nome di santi. E fin dal secolo IV vediamo fondata la prima chiesa presso la tomba di Donato, il più popolare evangelizzante, il più insigne martire, dal cui nome s' intitolò l' Episcopio. Pochi secoli bastarono ad acquistare ad esso rinomanza per tutta Italia, e re ed imperatori si portavano di frequente alla tomba del famoso taumaturgo. A questa celebrità, a questo culto si devono la ricchezza, la potenza e le estese possessioni della Chiesa Aretina, provenienti da donazioni imperiali e da ingenti offerte di fedeli, le quali vennero confermate da decreti pontifici. Ciò resulta dagli atti raccolti in questo primo volume. Ma avanti di rilevarne brevemente il contenuto, sarà bene conoscere quel poco di cui abbiamo notizia nel tempo antecedente al primo documento qui pubblicato, che è del 650 circa.

Erasi appena divulgata in Palestina la religione di Cristo, che subito, com'è noto, sorsero fiere persecuzioni contro i suoi seguaci; onde questi dovettero fuggirsene e vagare in lontane regioni. Molti in breve tempo si raccolsero in

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e coll' attigua abitazione pei canonici. Questa chiesa, dedicata a s. Stefano, insieme colla mirabile e prossima tituiva la Cattedrale Aretina, il Domus, o vogliam dire ati.

i che più sotto accennerò, la Cattedrale venne traslocata iesa benedettina di s. Pietro Maggiore, posta nella parte

i due ricordati edifici furono abbandonati e trascurati: perie ne cominciarono presto la rovina; e finalmente nel 1561 ssero rasi al suolo per ragioni militari. Alla barbara demoliamo perduto esempî principalissimi di architettura romanica dato principio, con sommo rincrescimento degli aretini, il dì 21 a unicamente qualche ricordo in pitture posteriori, fatte rozzamente lle quali ho tolto il disegno, che qui mi piace riprodurre.

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enti per servire alla storia di Arezzo nel medioevo. Dette lezioni furono stampate la prima dal BONAMICI, Discorso sulla Vita di s. Donato, pag. 38; indi dal BURALI, Vite de' Vesc. Are17, dal DRAGONI, Monumenti della Chiesa primitiva d' Arezzo, 71, e in ultimo dal CAPPELLe Chiese d'Italia, XVIII, 93.

Cronaca de' Custodi sotto citata. La dedicazione si commemorava nei primi di aprile.

Il Vasari ne fa una breve descrizione nel Proemio alle sue Vite e nella vita di Spinello, 1227; II, 680 (ediz. Milanesi).

Vedasi la Pianta inserita a pag. 62.

Oggi sul dosso della collina vedesi una semplice chiesuola, eretta nel 1610, che cuopre il o della confessione e la cripta del tempio di s. Donato. Si ritiene che questa sia una parte

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