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Gli Apostoli Pietro e Paolo
ad Catacumbas sulla via Appia

Dr. PAOLO STYGER.

"sul

Gli scavi testè eseguiti nella,, basilica Apostolorum l'Appia ci hanno fornito la prima prova monumentale della deposizione temporanea dei corpi degli Apostoli Pietro e Paolo al terzo miliario dell'Appia antica, deposizione stata consacrata nella storia da una tradizione antichissima. La prova è di tal valore che da oggi in poi nessuno storico che s'occupi della questione, potrà negligerla od ignorarla: poichè qui si è d'innanzi a dei ruderi inoppugnabili d'una memoria del III secolo dedicata ai principi degli apostoli; tutti i requisiti della tecnica muraria, della pittura e della paleografia coincidono mirabilmente per tale datazione ').

Si è perciò ch'io mi sento su più solida base se oggi nel presente lavoro assoggetto ad un novello esame tutte le tradizioni relative, con l'intento di indagare fra le molteplici varianti un raggio della verità. Furono le tante contradizioni dei documenti stessi che intral ciarono e resero sterile il lavoro degli scienziati, indotti così talvolta alle più varie e strane conclusioni. Io mi trovo, fortunatamente, in condizioni più vantaggiose di loro, inquantochè ebbi in mio aiuto l'unica arma che agli altri difettò, il piccone; l'umile istrumento che merita ora davvero un inno glorioso, se anche il suo lavoro sia rimasto ancora incompleto. Anzi dobbiamo confessare che quasi la sola soglia delle scoperte ci fu concesso fin ora di varcare, e che dovrà essere pur di nuovo esso, il piccone, quello che ci arrecherà la ulteriore e completa luce che tanto si desidera.

1) Su ciò cf. Styger, Scavi a S. Sebastiano. R. Q. S. n. 2, 1915 pag. 73.

Dovere rigoroso dello scienziato è già da oggi il coordinare i risultati dell'esame dei testi con quello del monumento, sempre però lasciando la precedenza ai dati dello scavo, come quelli che hanno un valore sicuro. E quale è l'accertamento raggiunto da tal lato? Questo: che nella seconda metà del III secolo i cristiani si riunivano al terzo miliario dell'Appia nel luogo ove ora sorge la basilica di S. Sebastiano, allo scopo di venerarvi i corpi degli Apostoli Pietro e Paolo colà allora deposti, con la celebrazione tradizionale delle agapi; e che amavano esprimervi la loro viva devozione coll' incidere sul muro i loro nomi unitamente ad invocazioni ai due Apostoli.

L'importanza di tale accertamento apportatoci dallo scavo mi obbliga ad esaminare con ogni ponderazione dapprima il monumento, con le analogie che gli si riferiscono; passeremo dipoi ai testi, ponendoli in relazione con esso; e così raggiungeremo la dimostrazione chiara e sicura dell'affermazione enunciata.

I.

La "memoria SS. Petri et Pauli,,.

1. Il monumento.

È costituito da un vano quadrilatero, a pianta irregolare (Fig. 1). Si addossa col lato destro a due colombari contigui del I secolo. Il muro A-B, quello dai graffiti, è lungo 8 m, largo 60 cm, ed è in muratura di conci di basalte; conserva tutt'ora gran parte dello stucco e dell'affresco di ottimal qualità, che lo ricopriva. In alto è rappresentata una ingraticolata di canne per chiusura d'un giardino, intrecciata di fiori e rami; vi dovevano essere sul davanti figure di animali, poichè residuono le gambe d'un agnello ed al di sopra una colomba volante. Più sotto, separato da una fascia celeste di 6 cm, segue per 80 cm lo zoccolo dipinto in rosso cupo, il quale in basso si arresta orizzontalmente a guscio sporgente ed ivi è troncato; da segni evidenti rimasti su d'un rudere di murello C, a tufelli e mattoni, che fu un anta od un pilastro, si deduce la sottoposta esistenza d'un sedile in muratura che correva lungo di essa parete, in rispondenza di cotesto guscio sporgente sopra menzionato. Il sedile era alto cm 50 e largo 37, e terminava affiancato al pilastro C; un piccolo resto di stucco rosso

della parete ivi ricopre ancora l'angolo e passa sulla parete del pilastro.

A destra, dal lato dei due colombari, presso il murello K si sarebbe indotti a scorgervi la traccia d'un secondo sedile s1. Le tombe posteriori, formae, hanno rovinato in vero tutto questo lato; ma vi si accerta ancora l'avanzo d'una muratura contigua e parallela al murello K, che più bassa di questo e posta dal lato in

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terno del vano la si potrebbe sospettare per un sedile, notando che la sua larghezza di 37 cm è pari a quella del sedile S dinanzi ad A-B; la lunghezza ne è di 2 m, fino ad un piccolo fontanile F di cui parlerò più avanti. Però ci manca qualsiasi indizio circa l'altezza di questo supposto sedile, la quale ora misura solamente 15 cm; anzi, per analogia all'altro attiguo e coordinato murello S, posto al piede del muro L (che ad angolo retto col muro K va dall'altro lato del fontanile F fino al muro del colombario) ben potrebbe sospettarsi ch'esso non abbia mai sorpassato cotesta altezza. Ed invero il murello s, di sicuro non ebbe mai più di

15 cm di altezza, stante che la sua copertura in cotto è ancora in posto. Il muro L doveva essere un muro alto, poichè lo stucco rosso cupo del zoccolo che trovasi sulla cortina del colombario vi passa sopra; mentre che, nuova conferma dell'altezza originale del murello sa, questo stesso stucco rosso della parete del colombario va a posarsi ivi su di esso murello s. Lo scopo di cotesti due bassi murelli a gradino, che formano un angolo quasi retto fra di loro avente per vertice il fontanile, e che io ho indicati sulla pianta con se s, non mi è chiaro abbastanza; stimo però che abbiano avuta diretta relazione col fontanile il quale sporge anch'esso di 15 cm dal pavimento, e forse fossero destinati a posarvi sopra i vasi pel vino, acqua ed altro.

Poco discosto dall'angolo di A-B con K, in questo muro K corre verticalmente un condotto a sezione quadrata per scolo di acqua (data la sezione ampia, per l'acqua piovana del vano A-B-D); tale condotto passa sotto il murello s, e formando un angolo corre sotto il pavimento, vi riceve il canale di scolo del fontanile F, e va a scaricare all'esterno del nostro vano al di là della parete RR; esso è foderato con tegole.

Il fontanile F è costituito da una piccola urna cineraria che mai ha avuto altro uso, tanto che è priva d'iscrizione sulla targhetta; fra due figure, nel mezzo, è stato praticato il foro per lo scolo dell'acqua nel sottostante canaletto di scarico (Fig. 2). Nel ripulire cotesto canale, in prossimità del fontanile si trovarono molti pezzi di vasi di vetro sottile ed un poco di filo d'oro. Da dove giungeva l'acqua nel fontanile? Quasi di certo da un tubo di piombo fermato lungo il muro sopra al fontanile; stato strappato, e di cui non si ha traccia per la devastazione causata dalle formae. Il canale di scolo era tuttora in ottimo stato di chiusura, ed in parte ripieno di sabbia che malgrado i tanti e tanti secoli corsi fu trovata assolutamente priva di elementi terrosi, e ancora pulita e lavata; ciò che dimostra che la fontana era ad acqua corrente e limpida.

La traccia in muratura d'un altro sedile, nel nostro vano si ritrova invece sicura lungo il muro a cortina del secondo colombario, lungo quasi 3 m; il grosso strato di stucco rosso cupo dello zoccolo che riveste questo muro corrisponde esattamente a quello

del muro A-B, ed esso fasciava anche il sedile, come una piccola traccia sul pavimento all'angolo r indubbiamente lo dimostra.

Il nostro vano era chiuso di fronte dal muro R a tufelli e mattoni, largo 60 cm, che non aveva alcun sedile addossato, poichè il pavimento a mattoni arriva, a tratti, fino ad esso muro. Questo muro per altro non costituiva parete piena del vano, poichè non

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poteva essere più alto di un metro o forse ancor meno, in forza della presenza del pilastro P; il muro R non era altro che un parapetto corrente fra uno o due o più pilastri, sicchè il nostro vano era da tal lato aperto completamente sulla campagna o atrio od altro, dal quale era tenuto separato da co:esto parapetto; il pilastro P serviva a reggere gli architravi in legno della copertura (tetto o pergola?) del vano. Al di fuori del parapetto R il pavimento continua ancora per un metro ricoperto di mattonelle, costituendo cosi un marciapiede all'esterno del muro R; dipoi una

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