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XVIII. S. Rosa coronata da due Angeli, Carolus Allet delin. et sc. in 8.

XIX. XXX. La Vita di Gesù-Cristo, da Giuseppe Passeri in 12. pezzi intagliata insieme, da Gio. Carlo Allet e A. V. Westerhout, in 8.

ALLOJA (Giuseppe), Napoletano, del quale Mr. Basan (seconda ediz.) non indica l'anno in cui viveva, e non ne individua alcuna sua stampa. Egli dice solo, che di esso si conosce una gran veduta di Napoli in più stampe, e che ha lavorato nella Raccolta delle Antichità di Ercolano. Il

giorno, e nella medesima ora del suo transito apparisse 2 S. Agostino, che stava pensando nella sua Cella, quale fosse l'abbondanza della gloria alle Anime dei Giusti che godono con Cristo in Cielo riserbata; e che allora S. Girolamo gli dicesse: Agostino, Agostino, che mai ricerchi? Credi tu che tutto il mare in breve tempo possa votarsi con un piecolo vaso? Piuttosto in un piccolo vaso tu vedrai racchiudersi tutto il mare, che comprendere la grandezza di questi eterni contenti. Ma questa Epistola è riconosciuta per apocrifa, e contiene anche delle altre falsità, che son contrarie al Domma; e Sabiano vien ivi creduto Eretico, perchè asseriva due volontà in Cristo. Vedansi i PP. Maurini su tal proposito.

Altri poi dei più moderni narrano, che Gesù-Cristo in forma di fanciullo gli apparisse vicino al Porto di Livorno in Toscana, mentre il Santo meditava per comprendere il Mistero della SS. Trinità, e che si sforzava di metter tutta l'acqua del mare in un piccolo vaso: ma ciò non ha solido fondamento alcuno.

Ora in qualunque maniera questo fatto venga raccontato, sarà sempre più plausibile al rozzo popolo, che alla verità. Per la qual cosa, dice Gio. Molano (de Hist. Sac. Imag. et Pictur. Lib. 3. c. 36.), questa Pittura, che celebre non è certamente nella Chiesa, dovrà tollerarsi dal Clero, ove ella si trovi, ma dovrà dal medesimo impedirsi, che in avvenire si propaghi, tolerandum quidem puto a Clero ubi posita est; nullo autem modo extendendam.

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Barone de Heinecke (loco cit. fol. 69.) trattan-
do delle Antichità di Frcolano numera i V.
lumi, in cui furono stampate col titolo: „, Le An-
tichità d'Ercolano esposte. Le pitture antiche
di Ercolano e contorni incise, con qualche spie-
gazione,, Napoli 1757. in fol. In fronte di ognu-
no di questi volumi avvi il ritratto del Re Car-
lo III inciso da Filippo Morghen, e disegnato
da Camillo Paterno. Le altre stampe sono incise
da varj, che il prelodato Heinecke nomina sin-
golarmente, fra i quali il primo è Giuseppe Al-
loja, di cui trattiamo. Da questa notizia venia-
mo in cognizione, che egli intagliasse su la me-
tà del secolo XVIII. Il Gandellini dà delle no-
tizie più precise; ma si è ingannato in asserire
che le antichità suddette si contengano in tre
volumi, poichè son cinque, come vedremo,

Nel primo volume di esse stampato nel 1757. si trovano il frontespizio, una carta topografica, cinquanta stampe, ed una quantità di vignette, di lettere iniziali con figure, ed arabeschi rappresentanti qualche monumento antico.

Nel secondo, edito nel 1760, si osservano le Pitture, e contiene sessanta stampe, altre vignette, le lettere figurate, e i fiorami.

Nel terzo si contengono egualmente sessanta stampe, oltre le vignette, e fu pubblicato nel 1762.

Nel quarto si contengono indipendentemente settanta vignette, c fu pubblicato, come si disse, nel 1765.

Questi due volumi rappresentano varj pezzi di antichità.

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Nel quinto, pubblicato nel 1767. col titolo: Il primo dei Bronzi, comprende ottantacinque

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stampe, senza contarvi le vignette, ed altri ornamenti.

ALLOU (Adelaide). Non vi sono al presente altre notizie di essa, che quelle che ci somministra Mr. Basan (seconda ediz.), cioè ch'ella nacque a Parigi, e che ha inciso molte ruine di Roma, e di Napoli da Robert .

ALMELOVEN (Giovanni) nacque in Olanda verso il 1614., ed avendo imparato il disegno, come credesi da Saftleven, e nell' istesso tempo l'intaglio ad acqua-forte, si mise anche a dipingere. Egli però è conosciuto più per i suoi intagli nella suddetta maniera, in cui al pari di Giovanni Van-Aken incise, ma l'uno e l'altro non sono bastantemente noti come dovrebbero essere. L'acqua-forte però è maneggiata da lui con molta leggerezza, ed intelligenza. Alcune stampe di suo sono riportate da Mr. Huber (Manuel ec. École des Pays-Bas. Tom. 6. fol. 93.)

cioè

1. Il Ritratto di Gisbert Voetius J. Almeloven inv. et fec. in 4.

II. e XIV. Raccolta di dodici Paesaggi rappresentanti delle vedute di Città, e di Villaggj, ornati di piccole figure, J. Almeloven. inv. et fec. in 4. in tr.

XV. e XVI. Raccolta di sei Paesaggj Alpini rappresen tanti vedute campestri ornate di figurine, Joan. ab Almelovan inv. et fecit, in 4. in tr.

XXII. e XXVI. Quattro Paesaggi rappresentanti le quattro Stagioni dell'anno, Herman Saffleven inv. J. ab` Almeloven fec. in 4. in tr.

ALTDORFER (Alberto). Viene dal Gandellini italianizzato il suo nome chiamandolo Altorfino, ovvero Altorfero dalla sua Patria Altorfio negli Svizzeri. Ma Mr. Basan lo nomina ALTDORFER (prima e seconda ediz.). Gran contrasto accagiona

fra gli Scrittori la patria ove nacque, ed il tempo in cui fiorì questo Artista. Dando retta a ciascuno di essi, potrebbe dirsi, o che egli non ebbe una certa patria, o che nissuno almeno bastantemente la seppe. Il Gandellini

come ver

demmo, lo pone di Altorfino nella Svizzera, e forse l'avrà potuto prendere dal P. Orlandi (Abec. Pit.), che è del medesimo sentimento, e questi dal Sandrart (fol. 200.) che cita. Mr. Basan (loc. cit.) pretende che nascesse a Zurigo nel 1539., ma è questo un anno dopo la di lui morte. Huber, e Rost (Manuel École Allemand Tom 1. fol. 148.) asseriscono, ch'egli nacque in Altdorf nella Baviera verso il 1488., confutando quelli, che gli assegnano Altdorf nella Svizzera per sua patria. La cosa, per quelio sembrami, non è bastantemente dimostrata, e forse stanno delle ragioni e per gli uni e per gli altri di egual peso, non riportando nissuno di loro dei documenti autentici, nè delle prove di altri contemporanei Scrittori. L'equivoco potea nascere: poichè due Altorf si contano dal Cluverio (Introduct. in univ. Geografia Abstelad. 1697. in 4.); uno nell'Alemagna nel territorio di Norimberga, celebre per la famosa sua Università; e l'altro Altorf Borgo assai cospicuo della Svizzera, Capo del Cantone di Uri. Coloro, che il fanno Svizzero, allegano auche delle opere fatte da Alberto colà; ed il P. Orlandi (loco cit.) dice, che nella sua Patria in Svizzera: Si contemplano con molta erudizione, ed attenta argutezza quadri dipinti in piccolo, ed in grande. Queste, parlando ingenuamente, son prove non evidenti, ma pure in mancanza di aled in concorso di coloro, che non ne alleTom. V.

tre,

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gano delle positive, possono avere, nel dubbio, qualche valore di più.

Non può perdonarsi a Mr. Basan lo sbaglio intorno all'anno della nascita di Alberto, che, come dissi, lo fissa nel 1539., allor quando egli era già morto. E poi volendo lo Scrittore Francese continuargli la vita, scrive, che morì in Ratisbona nel 1591. Ma senza stare a produrre le autorità di altri Storici, e senza allungarci in altre congetture, basterà osservare la Stampa posta qui sotto al numero VII. con la data del 1507. per esserne bastantemente convinti del suo enor

me errore.

Nacque dunque nel 1488., e fu discepolo di 'Alberto Durer, o almeno procurò imitare e nella pittura, e nell' intaglio questo gran Maestro, e per quello si vede nei Quadri esistenti in Ratisbona, non se ne rendè indegno. Nella Francia per la similitudine, che hanno le sue Stampe con quelle del Durero, vien chiamato il piccolo Alberto; ed è perciò che dagli inesperti, tante volte, con esso si confonde; molto più che le Cifre in qualche maniera possono sembrargli che combinino

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Chi però ha tatto, non dirò esquisito, ma qualunque nell' intaglio, potrà, considerandovi sopra, conoscere che vi passa una notabile distanza. Primieramente quelle Stampe, ch'egli ha inciso in rame, non hanno quel bel taglio spedito, fino, e semplice del Durero: e quelle in legno, che sono le più belle sì per l'intelligenza del lavoro, come per la esecuzione, hanno più affinità con

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