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scritto di questo Trionfo, e della presente stampa (Tom. 4. fol. 234.) Già il Vasari avea scritto, che a Lodovico Gonzaga Marchese di Mantova dipinse il Mantegna nel palazzo di S. Sebastiano in Mantova in una Sala il Trionfo di Cesare, che è la miglior cosa che lavorasse mai.

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Questo Trionfo, dice la suddetta nota (n. 2.) fu in parte intagliato in rame dallo stesso Man, tegna in varj pezzi, ch'egli ricavò da suoi disegni che però le Stampe si ritrovano un poco varie dalla Pittura, la quale fu portata via nel sacco di Mantova, e ora si trova in Inghilterra nel Palazzo d'Amptoncourt, ed è bene in essere, e si conserva con molta diligenza. Fu poi intagliato tutto intero in legno a guisa di chiaro scuro, ma in più pezzi da Andrea Mantovano, che nell'Abecedario Pittorico è appellato Andrea Andreassi. Lo stesso afferma il Baglioni a c. 395., benchè di questo Intagliatore nella vita quivi descritta non ci dice il casato. Il Van Audenaerd lo intagliò in rame ricavandolo dalla detta Stam❤ pa in legno, e lo pubblicò in Roma per mezzo di Domenico de' Rossi, che lo dedicò al Cardinale Bandino Panciatichi. Il Sig. Mariette ha uno di questi disegni di mano del Mantegna molto bello, che fu comprato in Italia da Jacopo Stella celebre Pittore Francese. Il suddetto Andrea (Andreani) pose in fronte alla sua Stampa la seguente Iscrizione.

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Serenissimo Principi Vincentio Gonzagae D. G. Mantuae, ac Montis Ferrati optima Duci. :

Tabulae triumphi Cesaris olim nutu excelsi Francisci Gonzagae inclitae Urbis Mantuae tung

Marchionis IV. prope D. Stephani Aedes in majori ejus aula ab Andrea Mantinea Mantuano an diligentia pictae, ut jam per annos supra centum non solum incolarum verum etiam ex variis orbis partibus advenarum oculos tamquam admirabile quodlam ad sui inspectionem attrahebant, quemadmodum non solum opus ipsum. adhuc ostendit, verum etiam GEORGII VASARII historici in Vitis Pictorum testimonio comprobatur. Andreas Adrianus pariter Mantuanus, quo absentium voluntati meliori, qua possit ratione satisfaceret, et municipis tanti viri fama latius per ora virum, et commodius volitaret; idcirco his typis ligneis nova suarum formarum adumbratione incisit tuae celsitudinis invicto nomini omnium virtutis Amatorum Augusto Mecenati, quod ipsum a Senarum, etiam si cara sibi Urbe ad Patriam benigne revocaveris: quod ac ad opus perficiendum, ac ad victum necessaria sponte, atque abundantissime suppeditaveris, maxima humanitate dicavit. Utinam novus hac aetate viribus et animo Caesar, uti par est, imperio novo, novisque portare triumphis. Bernardinus Malpitius pict. Mant. F. Mantuae MDXCIX.

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XXXV. Venere con Cupido, e due Ninfe, che si ba gnano, dal Parmigianino. Con la cifra Andreani 1605. in fol.

XXXVI. Circe, che presenta da bere ai compagni di Ulisse: Pezzo in ovato, dal Parmigianino, col nome Andreani 1602.

XXXVII. Una Donna seduta, che si accomoda la gonnella per scaldarsi vicino a un gran fuoco, ove si vede la cifra dell'Andreani. Pezzo marcato; Bernard. Malpitius inv. in fol.

XXXVIII. Scena della Commedia intitolata l'Ortenzio, rappresentata per gli Accademici Intronati in presenza del Gran-Duca Cosimo I. a Firenze (9). Gran Pezzo inciso dal disegno del Riccio, o Bartolommeo Neroni per l'andreani 1579.

(9) Evidentissimo errore degli Scrittori del Manuel ec. poichè, come vedremo, l'Ortenzio non fu recitata in Firenze, ma in Siena.

L'Accademia degl' Intronati ebbe principio in Siena dal Politi, Luca Contile, Mariano Sozzini il Giovane, Francesco Bandini Arcivescovo, Monsignor Claudio Tolomei, ed altri che inalzarono per impresa una Zucca fessa e bucherata, come quelle, nelle quali i Contadini ripongono il sale: vi aggiunsero i Pistelli, con i quali si trita, e nello svolazzo vi scrissero, meliora latent. Per la qual cosa si dissero Intronati, quasi volessero dire, che sebbene per le discordie e per le guerre fossero fessi ed intronati al di fuori, non avevano leso il senno, e la costanza. Leggonsi sopra l'arco della Scuola Magna di quel la Università le leggi, ch'essi s'imposero, e sono. Deum colere.. Studere. Gaudere.

Neminem laedere.

Non temere credere.

De Mundo non curare.

Apostolo Zeno, dal quale confessa il Sig. Ab. Tiraboschi aver ricavate le seguenti notizie (Stor. Letter. d'Ital. Tom. 7. p.3. fol. 1254.), narra, che sei Commedie trovansi degl' Intronati unitamente stampate nel 1611., fra le quali ve ne hanno tre del celebre Alessandro Piccolomini, cioè l'Amor Costante, che fu recitata nella medesima Città alla presenza dell' Imperatore Carlo V., quando nel 1536. entrò in Siena. L'altra l'Ortenzio, (e non Ortenzia, come trovasi scritto nel Manuel ec. qui sopra citato Tom. 3. Ecole Italienne fol. 211.), che nella Città medesima fu recitata all'occasione che il Duca Cosimo I. la prima volta entrò in Siena nel 1560. E la terza l'Alessandro e tutte sotto il nome dello Stordito Accademico, che tale era quello del suddetto Piccolomini.

Mr. Basan ci avverte, che questa Stampa fu incisa in dieci pezzi non compreso il titolo, al

S'ingannano anche il P. Orlandi (Abeced. Pittorico) e Monsig Bottari (Note al Vasari Tom. 8. fol. 288.) scrivendo, che l'opere di Bartolomeo Neroni, alias il Riccio furono intagliate in Roma da Andrea Andreani. Imperciocchè nella dedicatoria dell'Andreani medesimo stampata sotto all'intaglio del predetto Proscenio non si legge Roma, ma bensì Siena. Eccola.

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All'onorato Signore Scipione Bargagli Nobile Sanese Andrea Andreani Mantovano.

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Io mi son fatto certo a credere, che siccome la Commedia dell'Ortensio degli Accademici Intronati è pia,, ciuta, e piace agl' intendenti di poesia, parimenti debba riescir caro sempremai a chiunque intende di pro,, spettiva il proscenio, dove ella fu mirabilissimamente , rappresentata al Gran Duca Cosimo in Siena. Quando non fu egual cosa a discernere, qual più empisse di ,, maraviglia gli animi degli Spettatori, o quella, o questo. Il quale fu dirizzato in piedi per opera di Bartolommeo Neroni, soprannominato il Riccio, Sanese pited Architettore eccellente. Pertanto non ho potuto dubitare, che donando io lietamente come faccio alla S. V. in questi nuovi intaglj il suddetto prosce,, nio, ella non sia per molto gradirlo e connesso la mia verace affezione verso quella sua propria benigna ed onorevole qualità di amare, e carezzare a poter suo ,, qualunque sorte d'ingegnose, e virtuose persone: che N. Signore Dio la prosperi in conformità di simil de,, gnissimo e singolarisssmo intendimento, che alberga in Lei

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Di Siena 25. Agosto 1579. Questa sincera testimonianza dell'istesso Artista basta per ismentire che fossero incise in Roma le opere suddette, e che fosse recitata l'opera in Firenze. Bastano insieme a dimostrare l'errore del P. Ugurgeri (Pompe San. Tit. VIII. n. 56. che la Commedia l'Ortenzio fu recitata in Siena alla presenza di Carlo V. Imperatore, che giurò non aver mai avuto diletto pari in somigliante occasione.

quale sono uniti ordinariamente sei pilastri: e che tutti quegl' indicati pezzi sono assai difficili a trovarsi di un medesimo tuono di colore. XXXIX. Monumento Sepolcrale, rappresentante specie di scoglio, nella sommità del quale si vedono le tre Parche, da Fortuna Fortunius con la cifra Andreani 1588. gr. in fol.

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ANDRIEU. Trovasi nominato nell'Explication des Ouvrages de Peinture, Sculpture, Architecture, et Gravure des Artistes vivans exposés au Misée Napoléon le 15. Septembre 1806. a Paris

in 12.

I. Un Quadro, che racchiude più medaglie, che rappresentano:

I. Il Ristabilimento della Religione.

2. Il Congresso dei due Imperatori.

3. Lo Sposalizio della Principessa Stefania Napoleone col Principe Luigi di Baden .

4. La Pace di Presburgo rappresentata pe 'l Tempio

di Giano.

5. Rendimento di Grazie per la Pace nella Cattedrale di Vienna.

6. Sovranità donate, figurate per più corone poste sopra una tavola.

7. Ritratto del Principe Gioachino, Pezzo di mezzo.

ANDROIT ( Francesco), che trovasi anche scritto HANDRIOT. Nacque a Parigi nell' anno 1655., ed instradandosi per la incisione, dopo averne avuti colà i principj e di essa, e del dise-. gno, passò in Italia per potersi perfezionare. I monumenti dell'antichità, e dell'arte, che vi potè agevolmente trovare, gl' inspirarono maggior genio, e precisione. I Quadri dei più celebri Pittori furono gli esemplari, ch'ei si propose, e dei quali ne incise alquanti, e ne pubblicò delle buone prove. Basan accennando che questo Artista intagliò solo dei soggetti di Pietà, non ha

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