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DEGLI

INTAGLIATORI

CON OSSERVAZIONI CRITICHE

RACCOLTE DA VARJ SCRITTORI ED AGGIUNTE

A

GIOVANNI GORI GANDELLINI

DAL PADRE MAESTRO

LUIGI DE ANGELIS

MINOR CONVENTUALE

SOCIO DELL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE, E GIA' PROFESSORE
PUBBLICO NELLA UNIVERSITA' DI SIENA.

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ODLE

NOTIZIE ISTORICHE

DEGLI

INTAGLIATORI

A BACCO

BACCO (Antonio) nacque in Roma l'anno 1549.; studiò l'architettura, e vi riescì. Si volle esercitare ancora nell' intaglio; e fra molti pezzi di architettura, ch'egli incise, vien reputata cosa molto bella la Pianta di S. Pietro di Roma di segnata da Antonio Sangallo.

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Giorgio Vasari (Tom. 7. ediz. Senese fol. 190.) scrive, che tutto quello, che fece Antonio di giovamento, e di utilità al mondo, è nulla a paragone del modello della veneratissima, e stupendissima fabbrica di S. Pietro di Roma, la quale essendo stata a principio ordinata da Bramante, egli con ordine nuovo e modo straordinario l'aggrandi, e riordinò.... come si può vedere nel modello fatto per mano di Antonio Labacco suo ereato, di legname, e interamente finito: il qual modello, che diede ad Antonio nome grandissimo, con la pianta di tutto l'edifizio sono stati, dopo la morte di Antonio Sangallo, messi in stampa dal detto Antonio Labacco.,, Il modello del Sangallo scrive Monsig. Bottari nella vita di Michelangelo. (Vasari Tom. 10. fol. 142.) è tuttavia in essere nel

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Palazzetto di Belvedere, e fu lavorato da Labacco, ed è tanto grande, che vi si entra dentro agiatamente.... quantunque in parte sia stato renduto meno perfetto coll'aggiunte fattevi sopra dell'ordine attico, dove son molte imperfezioni in quelle pesanti finestre, e in quelle nicchie meschine

Pubblicò anche Abacco un libro delle cose di Roma, ch'è bellissimo (fol. 191.) Il P. Orlandi nell'Abecedario Pittorico lo dice soltanto intagliatore delle cose Romane, e lo chiama Labacco. Non può però negarsi, che Monsig. Bottari, diligentissimo annotatore di Giorgio Vasari, abbia ragione di querelarsi del P. Orlandi, che non fa gran conto dell'opera pubblicata dall'Abacco su le antichità Romane, e se n'esce con una parola (Tom. 7. vita di M. Ant. fol. 161.) Quest'opera molto stimata e bene intesa fu pubblicata circa il 1550., secondo riferisce l' istesso prelodato Monsignor Bottari; ma mi dispiace dover io ripetere col Ch. Tiraboschi (Stor. Lett. Ital. Tom. 7. P. 2. vol. 11. fol. 499.) di non poter dare una distinta contezza dell'architettura di Antonio Labacco, con la quale si figurano varie notabili antichità di Roma, stampata più volte nel corso di questo secolo, perchè non l'ho veduta. Abacco ebbe moglie, che sposò nel 1528.; ma ignorasi se egli avesse dei figlj, e qual fosse lo stato della sua for

tuna.

Avrei creduto, che Mr. Basan, il quale nella sua prima edizione non lo rammenta, avesse errato, dicendolo soltanto Abacco, cosa molto facile agli Oltramontani su la nomenclatura, siccome agli `Italiani su i nomi di essi; molto più, che nell'edi-❤

zione del Vasari fatta in Bologna nel 1663. in 8. si legge Labaco. Ma conviene ricredersi, e dargli ragione assolutamente; poichè nel Tom. II. n. 118. a fol. 377. delle Lettere Pittoriche, ve ne ha una scritta da Roma, e mandata in Siena a Baldassar Peruzzi di suo proprio carattere, in cui si sottoscrive Antonio alias Abacco. Ed ecco il perchè ho apposto in questo luogo l'articolo, che l'interessa, piuttosto che metterlo alla lettera L, che credo apostrofata. Un errore di Mr. Basan è circa l'anno della sua nascita, che si ascrive francamente al 1549., essendo che l'iscrizione posta in S. Pietro vicino alla Cappella di Sisto ad Antonio Sangallo suo maestro, è del 1546.

TEMPLO

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DVM

ANTONIO SANTI GALLI FLORENTINO VRBE MVNIENDA
AC PVBL. OPERIBVS PRÆCIPVEQ. D. PETRI
ORNANDI ARCHITECTORVM FACILE PRINCIPI
VELINI LACVS EMISSIONEM PARAT PAVLO PONT. MAX.
AVATORE INTERAMNE INTEMPESTIVE EXTINTO ISABELLA
DETA VXOR MOESS. POS. MDXLVI. III. KALEND. OCTOB.

Se dunque furono finiti da Labacco tutti i det◄ ti modelli, poco dopo la morte di Antonio ec. non può essere che egli nascesse il 1549., stante che sarebbe nato dopo la morte del Sangallo, il che ripugna. Direi piuttosto che a quell' età Abacco fiorisse.

ABBIATI (Giuseppe) rammentato dal Gandellini, e taciuto dal Basan anche nella sua seconda edizione. S'ignora precisamente l'anno della sua nascita, indicandosi soltanto la di lui patria Milano sul principio del secolo XVIII. L'Abesedario Pittorico tratta del celebre Filippo Ah

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