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STORICO-LEGALE-IDRAULICO

DEI SIFONI

IMPIEGATI NEI CONDOTTI

DELL'ACQUA PAOLA

DELL'AVVOCATO

D. CARLO FEA

COMMISSARIO DELLE ANTICHITA

Negligentia longi temporis deceptos leniter revocari
oportuit. Iis vero, qui admoniti ad indulgentiam
Imperatoris decurrerunt; possumus videri caussa
impetrati beneficii fuisse.

Frontinus in fine.

ROMA MDCCCXXX.

NELLA STAMPERIA CAMERALE.
CON APPROVAZIONE.

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1

ROMA, l'alma Città,

l'alma Città, come dai tempi antichi ha primeggiato in tutto; in particolare è stata celebre per le tante sue Acque, sorgive dai suoi stessi colli; e molto più per le altre copiosissime, e squisite, con spese immense, e laboriosissime operazioni condottateci anche ai luoghi più elevati della medesima fin dall'epoca della Repubblica; e in maggior quantità degli Imperatori. Farne qui la storia, e cumolarne gli elogi di tutta l'antichità, sarebbe un andar troppo lontano dal soggetto, che ora si vuole mettere in chiaro.

2 Basterà piuttosto accennare, che, secondo Frontino, per quanti regolamenti, precauzioni, severe Leggi, e Senatusconsulti si pubblicassero allora; mai non si potevano regolarmente bandire le fraudi, e i disordini in ogni classe di persone, che voleva approfittarsi dell'Acqua o in un modo, o nell'altro: sovente coll'ajuto, o connivenza dei ministri stessi deputativi dal Governo: finchè non si venne, come diremo, ai giusti colpi di autorità sovrana. Per la sua

esperienza nella carica di sopraintendente generale agli Aquedotti quel grand' uomo scriveva: Magna cura multiplici opponenda fraudi est (1).

3 I Barbari nelle loro irruzioni nel V. e VI. secolo del Cristianesimo troncarono tutti i condotti esterni; per cui mancarono tutte le Acque grandi, fuorchè una porzione di quella chiamata di Trevi; perchè proveniente occulta nel condotto suo dalle vicinanze dell' odierno Ponte Salaro; che il volgo, e anche gli Antiquarj fino a questi tempi hanno creduto essere l'Acqua Vergine di Marco Agrippa.

4 I benefici, e coraggiosi Sommi Pontefici del XVI. e XVII. secolo hanno procurato supplire alla mancanza grande, col far ritornare il tanto necessario elemento in qualche abbondanza da tre diversi punti; col quale provedere la Città nel basso, e nell'alto. S. Pio V. nel 1570. ricondusse da 14. miglia la vera copiosissima, aumentata poi da Benedetto XIV., Acqua Vergine, al corso di prima per la bassa Città moderna. Sisto V. nel 1585. e seguente, dopo le disposizioni di Gregorio XIII., da 22. miglia portò al Quirinale, e simili luoghi alti, fino in Campidoglio, l'Acqua sua detta Fe

(1) Art. 103. pag. 188. edit. Pol.

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