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lice dal di lui nome da Cardinale, in quantità di 7. in 800. oncie; poi da Urbano VIII, e dall'Architetto Francesco Fontana accresciute sopra le mille: Acqua parte antica, parte raccolta nei contorni di Pantano fino alla Colonna, colla spesa di quasi 3oo. mila scudi. Paolo V. per dar Acqua al Vaticano, al Trastevere, alla Città Leonina, e ancora all'interno della Città, riattivò gran parte della Trajana dai contorni superiori al Lago Sabateno, ora di Bracciano, da lui detta Paola, a 35. miglia; colla spesa pubblica, e privata di 400. mila scudi.

5 Tutti i lodati Sommi Pontefici, tre QUINTI, ebbero in vista per principale oggetto salutevole, quello di dare alla Città Acqua ottima da bere. Fu loro premura di farlo conoscere, e di assicurarlo nelle loro Costituzioni sopra le medesime Acque ; e della Paola perfino nella iscrizione della gran facciata sul Gianicolo: saluberrimis e fontibus collectam. Dettero pure in queste Costituzioni dei regolamenti ben maturati per la conservazione delle fontane fossero pubbliche, o private, e per la vendita delle Acque; studiando, e praticando tutti i mezzi di riparare alle fraudi, e agli abusi dell'avidità di chi voleva approfittarsi clandestinamente di un beneficio destinato al bene della intera popolazione, con mettere

in opera tutte le segrete manovre delle genți capaci dei condotti fuori, e dentro Roma; disprezzando sempre, e violando anche apertamente ogni Legge, ogni Editto, e providenza la più energica, e speciale degli stessi Pontefici direttamente.

6 Le ordinazioni eseguite più, e meno con esattezza, e vigore nelle due Acque Vergine, e Felice, quando erano amendue unite in una stessa Presidenza; hanno continuato più nelle regole fissate, e nel giusto sistema. Non così dell'Acqua Paola; amministrata separatamente fino al principio dello scorso secolo, 26. novembre 1701. In essa coll'andar degli anni si è introdotto, e propagato l'abuso, fra i tanti, severamente, e subito proscritto nelle altre due Acque; di prendere molti utenti le concesse loro porzioni nel modo, che dicesi volgarmente a sifone: cioé, attaccando alla estremità esterna della loro fistola, che parte dalla Botte, o dall' Aquedotto, il tubo di piombo ritorto, e continuato senza alcuna interruzione, o respiro d'aria, fino dove vogliano. Con questo tubo così chiuso tutti sanno, e si concede dai contradittori nostri Avvocati, e Architetti, che si tira nel suo corso il doppio almeno dell'Acqua, che dalla Botte, o condotto entra nella fistola alla data misura: diversa però questa per

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sistema nell'Acqua Paola conic nella Felice, dalla Vergine della metà meno.

7 Da molti anni addietro si reclamava contro questa violazione di Leggi non solo; ma con usurpazione in fatto del doppio, e ancor più dell'Acqua a danno del Pubblico, che tanta di meno ne aveva, ed ha; e del Governo, al quale quel aumento non si era pagato nella concessione, o compra, scritta sempre alla misura solita; e non pagava tasse. Chi stava in possesso abusivo, al solito non se ne mostrava inteso.

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8 Finalmente li 8. febraro 1824., parte per la siccità delle stagioni, parte per il detto pubblicamente ben noto abuso, svegliandosi più altamente le querele pubbliche; Monsignor Bottiglia Presidente delle Acque stimò necessario di umiliarne ragionata Memoria alla Santità di Lcone XII. dal quale con due note della Segretaria di Stato dei 10. marzo venne ordinato, che si facesse un rincontro generale di tutte le fistole, per confrontare l'erogazione delle Acque colla tassa, che ne paga ciascun utente: che si eseguisse parimenti un rincontro di tutte le fistole nelle Botti di distribuzione: si verificasse, se tutte hanno il peso stabilito di un palmo, ed un quarto: e s'interrompesse LO SCARICO DI ESSE CON CASSETTE, OVE NON ESISTONO; on

de non assorbano Acqua più del dovere; e sieno tutte disposte in egual condizione.

9 Ma a questa savia, e giusta autorizzazione, appena cominciò a mettersi in esecuzione colle cassette, nelle Botti Orsini, e santa Cecilia, dove subito si risparmiarono 100. oncie d'Acqua, tosto si opposero quattro dei più illustri Possidenti dell'Acqua, l'Illmo Sig. Cav. Filippo Accarisi' qual Re gio Agente della Sagra Maestà di Francesco I. Re del Regno di Napoli, e delle due Sicilie, gli Eccmi Signori Principi D. Domenico Orsini Principe di Solofra, D. Tommaso Corsini, e D. Mario Gabrielli; col chiamare in giudizio avanti il Tribunale Collegial Camerale Monsig. Presidente; chiedendo, e sostenendo con tutto l'impegno e declamazioni di Avvocati, Architetti, testimonj, di essere mantenuti in possesso del preteso uso dei loro sifoni. Contro del quale processo nuovamente ricorso a Sua Santità Monsig. Presidente; egli ottenne, che in vece venisse deputata una scelta Congregazione di Prelati dalla Sagra Rota, e dalla Rev. Camera Apostolica.

S

Die 20. maii 1824.
Ex Audientia Sanctissimi.

anctissimus, audita relatione introscripta R.P.D. Præsidis Aquarum, deputavit Congregationem particularem compositam RR. PP.DD. Thesaurario, Auditoribus Rota Isoard, Marco, & Martinez, & Nicolai Clerico Camera; Eidemque commisit controversias, de quibus in dicta relatione, ab Utentibus Aqua Paula motas, vel movendas, prout de jure; præviis duabus resolutionibus definiendas; contrariis quibuscumque non obstantibus.

A. Buttaoni SSmi Auditor.

10 Avanti a questa Congregazione nel 1825. si scrisse, e riscrisse dall'una, e dall'altra parte; ma nulla fu deciso. Volendosi ora esaminare la questione definitivamente; si crede a favore della Presidenza, della Rev. Camera, e del Pubblico; di dover rimontare ai primi principj della storia della stessa Acqua Paola, e un poco delle altre due ancora; per continuarla mano mano finchè si ritrovi la origine dei disordini, e dei rimedj, che vi sono stati ap

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