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PER L' INTEGRITA'

DEL PANTEON DI M. AGRIPPA

ORA

S. MARIA AD MARTYRES

RIVENDICATA AL PRINCIPATO

DALL' AVVOCATO D. CARLO FEA

PRESIDENTE ALLE ANTICHITA' ROMANE
E AL MUSEO CAPITOLINO

Est Majestatis crimen, quod Imperii nostri glorie, rerumque gestarum Monumenta evertere, atque asportare ausus est: est sceleris, quod Religiones maximas violavit. Cicer. in Ferr. lib. 4. cap. 41.

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ROMA MDCCCVII.

PRESSO LAZZARINI STAMPATORE DELLA R.C.A.
Con Licenta de' Superiori.

Ecco che li miei danni

Dopo tanti, e tanti anni in lieta gloria
Si voltan con vittoria. Ecco ch'ormai
Son finiti i miei guai, e con vendetta
Della gente maldetta, che con fraude
Tutta l'antica laude mi avean tolta.

Sannazzaro Farsa, vers.44. segg. Oper. Padova 1723. pag.423.

Respue quod non es: tollat sua munera cerdo
Tecum habita; et noris quam sit tibi curta supellex.
Persio Sat.4.vers. penult.

All ornatissimo Sig. Avv. Alessandro Buttaoni.

E giunto ormai, Sig. Avvocato stimatissimo

quel

tanto sospirato momento, in cui sarà deciso in forma legale della sorte perpetua degli antichi Monumenti d'architettura della gloria del nome augusto di Roma antica, e del buon senso della moderna; dell'amore di questa per gli avanzi sublimi della prisca sua grandezza, e rinomanza, per cui ella gode quell'invidiabile privilegio, unico al Mondo, di essere la sede, e la maestra delle belle arti Apparirà da questo, e dalle conseguenze, se la Roma de' giorni nostri potrà essere degenere dagli avi suoi più remoti, e da quelli, ch'erano tanto amanti degli antichi ornamenti degli Edifizj anche al tempo de'Goti, al dir di Procopio (a); in faccia all'Italia, all'Europa, al Mondo intero, in un'epoca di generale entusiasmo per le Antichità, e per le belle arti; nel mentre, che i libri, e i fogli publici ne avvisano delle premure generali de' Popoli, e de'Governi, per disotterrare case, e città, o vestigi della dimora, e delle arti di popoli vetusti in Europa, in Egitto, in Africa, nell'America, e perfino accanto al gran muro della Cina. Voi fortunato, e onorando, che siete, e sarete per tutti i secoli! Senza curarvi del merito della celebre alternativa, avete saputo trovare un mezzo sì raro, e si odioso di rendervi noto più che un Erostrato, coll'opporvi al torrente del piacere universale; al genio, alle brame di tutti gl'intendenti; alle saggie, costanti providenze di tutti gl'Imperatori, de'tanti Sommi Pontefici in favore delle nostre Antichità, col pretendere di sostenere legalmente un forno vilissimo addosso al più nobile di tutti i Monumenti, all'unico rimasto quasi intatto, all'apice dell'intendimento architettonico, del lus

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e del bello nell'aureo secolo d'Augusto, al Panteon, ora al più rispettabile di tutti i sagri Tempj antico moderni, meritamente consecrato da Bonifazio IV. nel secolo settimo alla Vergine Maria, e a tutti i Martiri; e con questo disonorare, e seppellire nell'obblío, e nel bujo di tanti vilissimi tuguri gli altri Monumenti tutti.

2. Voi avete già esaurite le risorse del vostro ingegno, e delle vostre private cognizioni legali nella Scrittura divolgata per la Congregazione, e per il Popolo. lo vi ho subito risposto; e credo averlo fatto in modo da non ammettere replica. Il voto publico degli uomini capaci d'intendermi, di chi non solo ama la patria, le Antichità, e le belle arti; ma cogli studi del dritto publico universale, e del Fontificio in ispecie, sa ben approfondare la materia nel suo giusto aspetto; la gente in somma più che bene cordata già mi ha onorato di un benigno compatimento, e la causa può dirsi decisa. Voi solo forse, e chi non legge, o chi non intende, o è mal prevenuto, o chi tutto vuol contradire all'impazzata, 'persistete nel vostro impe gno; e forse nuovi sofismi, nuove, ma sempre più iasulse gratuite asserzioni andate accumulando, per rende re la vostra difesa più imbrogliata; ed oscurare, se fa possibile, la luce del mezzo giorno. Ciò mi fa nascere un ben fondato sospetto, che neppur ora, dopo tante co se esposte da me colla maggior forza, ed evidenza, abbia io avuto il merito di farmi intendere da voi su di altra cosa importante; e che non abbiate voluta prima di tutto capire la base della questione per la parte, che riguarda vostri Clienti immediatamente. Sentite poche altre parole.

e

3. Io in tutte le antecedenti mie stampe ho avuto per primo oggetto, di trattare in grande la causa publica, c della Chiesa Romana, per le Antichità tutte; di mettere in vista le ragioni di dritto, e di fatto, che a favore del le medesime potessero competere per tutti gli aspetti. La fabrica attentata dei vostri Clienti non ne è stata, che la benemerita occasione, la quale ha eccitato un Ministro del Governo a fare il suo dovere, a cominciare a

ripro

durre le Leggi, e a tentare di farle rimettere nella piena loro osservanza, come tutti i buoni desideravano.

4. Le regole generali, applicabili al caso pratico del vostro forno, supponevano un fatto, da cui sono partito sempre io. Vi ho detto cioè nelle Annotazioni pag.50., e più diffusamente colle prove necessarie nella Risposta a voi pag. 11. 22., che la compra fatta dai vostri Clienti delle case, pretesa proprietà generale de' Crescenzi, era nulla. La conseguenza di questa prova dovevate ben capirla subito, se volevate disingannarvi voi, e i vostri Clienti; e arrestarvi a tempo dal sostenere una lite così mal fondata in fatto, e in diritto. Se la compra è nulla, nullo sarà per un più alto principio tutto l'operato da'vostri Clienti; tutto diventa un attentato: niun diritto avrete di contrastare col Principato con un falso supposto di acquistata proprietà: fuori del caso tutte le vostre applicazioni di diritto particolare: molto più ingiusto il domandar compensi, e vano di sperar la grazia, di far sussistere il vostro forno a dispetto di una sentenza, che possa fulminarlo. Non avete, in conclusione, dopo tal provata nullità, veste legitima neppure di stare in giudizio. Vedete così a qual semplicità primitiva io vi riduco tutta la questione, per risparmiarmi di rispondere ulteriormente ai nuovi vostri cavilli, ed altre vostre belle scoperte, o declamazioni.

5. La nullità di tale acquisto si rileva da sè medesima al primo cenno. Torno a ripetervi, che la Casa Bonelli Crescenzi ha venduto, benchè avvertita dallo stimatore medesimo, senza verun titolo, nè anche apparente, o supponibile, roba non sua, una proprietà speciale del Publico, della Chiesa, della Chiesa Romana, del Principato; il Panteon cioè, i di lui muri stessi, e le sue aderenze, e dipendenze, quali sono le Terme : il Panteon, considerato com'è, per Monumento publico, per Chiesa, e Cappella Pontificia, per Palazzo Apostolico. Tutti questi tre punti ve li ho ripetuti, e ben inculcati nelle mie stampe; ma voi con destrezza avete sempre insistito a parlare de'soli supposti ruderi delle Terme, così detti da voi per

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