DEI PITTORI, SCULTORI ED ARCHITETTI MODERNI DESCRITTE DA GIO. PIETRO BELLORI TOMO III. PISA CO' CARATTERI DI F. DIDOT MDCCCXXI DEL CAVALIERE D. LUCA GIORDANO PITTORE NAPOLETANO (by de' Damenici) Dicesi del famoso Zeusi, che avendo egli avanti agli occhi le più vaghe e leggiadre donzelle di Grecia, da ciascuna di esse ne prese qualche particolar pregio, e di tutte ne formò la sua Elena; che non fu altro, che una vaga unione di tutto il più ammirabile e raro, che la Natura avea in tante diviso, ed una perfettissima Idea della bellezza. Questo stesso con molto miglior consiglio in tutte l'opere sue s'ingegnò di fare il nostro Luca Giordano, per dare al mondo un'idea delle pitture, le più vaghe, più espressive e le più maravigliose, che mai immaginar si potessero. Unì egli in una, con sommo studio e fatica, tutte le più eccellenti maniere de' più celebri pittori, che innanzi a lui eran fioriti, e ne formò la sua bellissima ed ammirabile, che sola può servire di scuola e di esemplare a chi dietro le sue vestigia vuol giugnere all'immortalità. Quindi è, che nelle sue opere si vedono uniti tutti quei singolarissimi pregj, che sparsi si ammirano in tanti celebri autori; e sembra, che la Natura di tanti e sì varj pittori, ne avesse fatto un solo. Nè di questo sol paga: per viepiù renderlo superiore ad ogni altro, gli diede un dono di stupenda prestezza e velocità, colla quale egli in brevissimo tempo facea ciò, che altri dopo lunghissimo spazio menava a fine, e ciò con tanta accuratezza, che l'occhio altrui sovente penava a credere quel, che in T. III. |