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chiaramente essere in errore Mabillon che negli Annali Benedettini dice morto Cuniberto nel * 1077. Furono d'allora in poi sino agli ultimi tempi gli abati Clusini in tranquillo possesso della giurisdizione loro e la esercivano pienamente, conferendo benefizii nelle chiese alla loro autorità soggette, facendo solenni pontificali, e tutte quelle altre funzioni che la giurisdizione quasi episcopale costituiscono; del privilegio altresì godendo di convocar il sinodo sì per se, che per mezzo del loro vicario generale. Se ne hanno diffatto parecchi celebrati ne'diversi tempi degli abati titolari. Il primo che ricordasi è del 1478, al quale memorie autentiche raccontano, che più di cento monaci intervennero. Ricordansi quindi li due tenuti dal cardinal Maurizio di Savoja; quello convocato nei giorni 3, 4 e 5 giugno del 1699 in Giaveno dal vicario generale del principe Eugenio abate Carroccio; quello che tenne l'abate Antonio di Savoja; li due dell'em.mo abate cardinale Cavalchini; quello che riuniva ne'giorni 21, 22 e 23 settembre 1752 l'em.mo abate Millo. Finalmente l'ultimo tenutosi dal cardinale Gerdil nel 1789 addì 25, 26 e 27 settembre. Meno il primo, del resto tutti gli altri vennero di pubblica ragione fatti, e contengono molti savii ed utili regolamenti per l'ecclesiastica disciplina.

L'abate di S. Michele estendeva la sua autorità non solamente sulle terre alla temporal sua podestà sottoposte, ma altresì su ben molti altri paesi, i quali a lui ubbidivano soltanto per lo spirituale. Se ne ha

*Tom. v, p. 107.

una prova nella facoltà che addì 5 maggio del 1421 l'abate Giovanni Seytuzery concedeva a Bonna di Savoja, principessa d'Acaja, di fondare in Carignano uno spedale pei poveri, e una capella in onore di s. Elisabetta col gius - patronato a favore di detta fondatrice e suoi successori, sotto la riserva della giurisdizione vescovile spettante al detto abate *1. Goi beni lasciatile dal defunto marito principe Ludovico, ultimo rampollo del ramo di Acaja, faceva questa pia principessa le benefiche sue fondazioni in Carignano, dove erasi ritirata nella sua vedovanza. Molto e molto potrei ancora diffondermi per provare la spirituale autorità e giurisdizione quasi episcopale degli abati Clusini, stimo però bene di prescinderne per non attediare i miei lettori, e passo invece alla podestà temporale.

A

In prova di essa vengono le convenzioni che gli abati fecero ne' diversi tempi coi duchi di Savoja per rimettersi vicendevolmente li rei di gravi delitti fuggiaschi ne'due Stati *2. Un diploma esistente negli archivi di corte che prova aver l'abate di S. Michele giurisdizione temporale nel suo territorio; non che quanto dalle donazioni dei due Federici loro venne concesso, sono altrettanti argomenti in conferma del mio assunto. Inoltre le investiture dagli abati accordate di cui trovasi un grosso volume nei regi archivii; il diritto di avere un canone su tutti li contratti che da' suoi sudditi facevansi, specialmente sulle enfiteusi, come

*1 V. Documenti giustificativi, u.o 1x.

* Idem, u. 111.

consta dai protocolli dei notai Pautacio, De-Mota ed 'altri lo dimostrano, poichè sono queste cose le quali far non si potevano se non da chi un'autorità quasi so

vrana eserciva.

Servono eziandio a viemaggior conferma della temporal giurisdizione degli abati Clusini: 1.o una permula seguíta li 3 gennajo 1357 tra il conte Amedeo di Savoja e l'abate Rodolfo di Mombello co' suoi mo, naci, in forza della quale il conte Verde cede al monastero di S. Michele i luoghi, i beni e redditi di Lansveillard e di Coazze, con tutti i dritti e giurisdizioni dal prefato conte possedute, in contraccambio del feudo, castello, territorio, giurisdizione, beni e redditi di Tournon: 2.° la concessione fatta dall'abate Urbano di Miolans li 21 ottobre 1508 della segretería del luogo di s. Ambrogio e castello, di proprietà dell'Abbazía di S. Michele a favore di Giovanni Pietro e Filiberto, padre e figlio Blanchetis, loro vita naturale durante, con che però pagassero all'abate venti fiorini d'oro annui, come consta dalle bolle di conferma di Clemente vi: 3.o un altro simile atto pella segretería di s. Ambrogio, parimenti confermato con bolle pontificie 5 agosto 1599, in capo a Giovanni Battista Ragheria, mediante pure il canone annuo di venti fiorini d'oro da pagarsi all'abate commendatario.

Or bene parmi dal sin qui detto ragionevolmente provata l'autorità temporale degli abati Clusini, e per tal modo che dubitare non se ne possa in verun modo. Io non so se in forza di questo temporal dominio avessero gli abati di S. Michele il diritto di

120 ABBAZÍA DI S. MICHELE, LIBRO II, CAPO II.

batter moneta; crederei però di poter francamente asserire che di questo privilegio essi non godevano, tanto più non essendovi documento all'appoggio, e neppur una moneta trovandosi che la memoria ne ricordi.

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La forma di questo piccolo governo elettorale era tutta semplicissima. L'abate aveva un vicario generale che lo rappresentava in tutte le funzioni nelle quali esso intervenir non poteva. Ogni comunità un segretario che le funzioni disimpegnava di giudice di pace dipendentemente però dall' abate, al quale per ricognizione della sua supremazía era obbligato di pagare un annuo canone. Questo segretario o solo, ovvero d'accordo col castellano, sentenziava sulle liti e controversie dei sudditi, ma non poteva punire i delinquenti che questo dritto unicamente era riservato all' abate o al suo vicario.

Di molti privilegi godevano i sudditi, e ben pochi tributi erano al principe abate obbligati di pagare. Precisar non potrei di quali leggi si servissero, se ne avessero delle particolari, ovvero se di statuti si servissero, poichè non mi fu dato trovar memorie in proposito: inclino però a credere che le leggi usassero colle quali reggevano i vicini popoli li principi della Real Casa di Savoja.

CAPO III

NoN sembra fuor di luogo far qui una pausa alle narrative, e delineare uno schizzo generale dello stato delle scienze nella nostra Badía: perocchè ove una giusta idea non si concepisca in proposito a siffatte materie l'istoria non sarà mai istruttiva, e si farebbe d'altronde un gran torto ai Padri Benedettini non parlando di scienze, lettere, e di progresso sociale trattando di questi benemeriti della società, i quali furono i primi a raddolcire i costumi selvaggi dei barbari conquistatori, che gli avanzi usurparono dell'impero romano in Europa, i primi a coltivare le terre paludose, incolte e coperte di foreste dell'Italia, della Germania, della Francia, dell' Inghilterra ecc., i primi che ne' loro monasteri aprirono un asilo ai miseri avanzi delle scienze, prima fiorenti nelle mani de' Greci e de' Romani, e poscia al massimo punto di barbarie decadute. Beneficenze ammirande de' regolari!

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