L'epoca dei Longobardi è uno dei periodi più oscuri e ad un tempo dei più importanti della trasformazione politica e sociale d'Europa, eilavori che vi fecero sopra per illustrarla i più valenti storici dei nostri giorni appieno lo dimostra. SCLOPIS. Storia della legislazione italiana. Nel momento in cui, con tanto fervore e col plauso dei dotti che tengono in onore le italiche antichità, il Governo Nazionale e la Società sorta in Pavia per la conservazione dei monumenti pavesi dell'arte cristiana (1) sono intenti a ristaurare l'antichissima basilica di S. Pietro in ciel d'oro dei tempi longobardici (2), celebre nella storia dell'arte (3), e ri (1) BRAMBILLA C. Origine della Società per la conservazione dei monumenti dell' arte cristiana in Pavia, istituita col placito del re Vittorio Emanuele II, come dai RR. Decreti 11 aprile 1875, N° 2439 e 23 aprile 1876, No 3049. Memoria pubblicata nell'Archivio Storico Lombardo. Milano, 1877, vol. 4o, parte 2a, pag. 658. (2) Vedi gli importanti appunti storici del Prof. PRELINI su questo monumento (Alm. sac. pavese 1877) e il bel libro del TALINI Scritti di storia e d'arte. Milano, 1881, in-12, pag. 123-172. In questo caro volumetto sono raccolti varii scritti d'argomento storico, che in gran parte riflettono la storia di Pavia e quella dell'arte lombarda. Il chiaro professore Benedetto Prina in una succosa ed affettuosa prefazione dice, che essi bastano per raccomandare alla memoria degli Italiani l'egregio giovane avv. Pietro Talini, di cui tutti i buoni compiangono l'immatura dipartita. Il prof. Prina, nome tanto simpatico alle lettere italiane, non esita di affermare, che questo volume mentre può riuscire a tutti di amena e proficua lettura, deve specialmente tornare utilissimo ai giovani studiosi, che ne trarranno conforto di severe dottrine e vigorosi eccitamenti al bene. (3) DE DARTEIN F. Étude sur l'architecture lombarde et sur les origines de l'architecture romano-byzantine. Paris, 1878-80, in-4 gr., pag. 268-279. Tav. 64-67. cordata con onore dall' Alighieri (1), dal Petrarca (2) e dal Boccaccio (3), non credo di far cosa inutile dando alcune notizie sulla misura del Piede Liutprando, che, come si narra, (1) Paradiso, C. X, v. 127-129. Non so se per questa o per altra ragione, ma è certo che i Pavesi furono dei primi a rendere omaggio alla Divina Commedia dell'Alighieri. All'esposizione Dantesca di Firenze (maggio 1865) era da tutti ammirato un bellissimo codice membranaceo, in fol., della Divina Commedia dell'anno 1336 trascritto da Antonio De Firimo ad istanza del gentiluomo pavese Beccario Beccaria (Vedi il volume intitolato: Esposizione Dantesca in Firenze Codici e Documenti. Firenze, 1865, in-8, pag. 5. Fu il Beccaria Podestà di Milano dal 22 ottobre 1325 al 5 di luglio 1326, e il suo governo è assai lodato in un marmo scoperto in Milano nel 1865, come riferisce il ch. M. Caffi nell'Archivio storico lombardo, Anno 1881, pag. 522. In una pregiata operetta del cav. Pietro Rocca sui pesi e misure antiche di Genova e del Genovesato pubblicata in Genova nel 1871 è detto alla pag. 74, che il Beccaria fu Podestà di Savona nel 1322, e si fa conoscere un inno in lode del suo Governo, come si leggeva a carte 12 di un registro in pergamena che già esisteva nell' Archivio di Savona). Il prezioso codice del Beccaria, copiato solo 15 anni dopo la morte di Dante, è uno dei più antichi codici danteschi che si conoscono, e trovasi ora nella Biblioteca Landi di Piacenza. Fu illustrato nel 1865 dal conte Bernardo Pallastrelli piacentino. Non senza compiacenza aggiungo che Guiniforto (Guniforto) Bargigi, chiaro latinista e grecista (Vedi - FINAZZI, Di Guiniforte Barzizza e di un suo commento sull'Inferno di Dante. Bergamo, 1845, in-8), nato in Pavia nel 1406, è annoverato da Martino Nidobeato e Guido Terzago tra gli otto primi più riputati chiosatori della Divina Commedia, da loro diligentemente corredata di note e pubblicata nel 1478. Stefano Grosso afferma che per la lingua il pavese Bargigi non cede di purità, nè di eleganza all'autore della vita del Beato Colombini e all'autore del trattato sul governo della famiglia e vince entrambi di spontaneità e di regolarità non senza magistero di stile (Vedi l'opuscolo intitolato: L' avverbio « parte » e i commentatori di Dante. Lettere di Stefano Grosso e di Carlo Negroni. Novara, 1880, pag. 34). Vuol essere qui detto che nel 1865 nell'incoronazione delle ossa di Dante in Ravenna il Municipio e il Clero di Pavia mandarono al Sindaco di Ravenna un telegramma di affettuosa riverenza alla memoria di Dante encomiasta di Severino Boezio, e il Consiglio d' Amministrazione della R. Basilica di S. Michele in Pavia a ricordo del secentenne natalizio di Dante fece dipingere nella Basilica il ritratto del sovrano poeta (Vedi la mia opera sul S. Michele. Pavia, 1875, in-4, pag. 157 e 158). (2) Senili. Lib. V, lett. 1a. In questa lettera indirizzata a Giovanni Boccaccio il Petrarca loda il soggiorno di Pavia. (3) Giornata 10a, Novella 9a. |