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<< desideravo essere coi colleghi in giorno così patriotticamente solenne. — Gloriose tradizioni << ispirarono gli studi insigni che esporrà il dottissimo e vigoroso oratore.

Io plaudo con e mi unisco ad <«< essi associando alla ammirazione per Torino assediata, per Vittorio Amedeo, per Eugenio di << Savoia, per Pietro Micca, per tutti coloro che colla battaglia di Torino inaugurarono tempi << nuovi per l'Italia e sicura fiducia nell'avvenire nobile e prospero della nazione risorta ed « una ». BOSELLI.

« pensiero caldo e devoto, che è tutto coi colleghi di ogni parte d'Italia :

Ringrazia a nome della R. Deputazione il collega prof. Ermanno FERRERO che, in poco, si preparò a supplirlo ed a ricordare le gloriose vicende del 1706.

Quindi il Presidente, barone CARUTTI, legge le seguenti parole inaugurali :

<< Per la molta benignità dei Colleghi adempio anche in quest'anno al grato ufficio di salutare in nome della Presidenza della Regia Deputazione di Storia patria i Soci intervenuti all'odierna adunanza generale, rendendo grazie segnatamente alle altre Società italiane, sorelle nostre, le quali, da noi invitate, deputarono i loro rappresentanti oggi presenti in quest'aula, che possiam dire nazionale per le non dimenticabili sue memorie.

« A niuno è ignoto, come l'assedio e la trionfale battaglia di Torino sicurarono l'indipendenza del Piemonte e le sorti della Monarchia di Savoia, e per quest'esse, ai giorni nostri, l'Italia libera ed una. La guerra del 1706 fu guerra per fermo nazionale, quindi degna di aversi in memoria da chi professa il culto della patria, che taluni vorrebbero posto all'indice. Per tale ragione la Regia Deputazione stimò cadere in acconcio, nella due volte centenaria ricorrenza dei gloriosi casi, il ricercare con amore e togliere dall'oblio i documenti che li illustrano; del che ragionerà il barone Antonio Manno, già pria d'ora benemerito di tale studio. Dopo di lui alcune parti degli eroici avvenimenti ricorderà colla meditata e limpida eloquenza, che è sua, il collega Ferrero, che oggi non chiamerò Ermanno ma Salvatore. Io pertanto, o Signori, non terrò a bada l'aspettazione vostra allargandomi in parole.

« Nel 1706 la vittoria coronò le armi veramente pietose, brandite per la salvezza della patria e confermò splendidamente la Sallustiana sentenza : « Concordia res parvae crescunt, discordia maxumae dilabuntur ». Torino per quattro mesi assediata, e con le sole sue forze difesa, diede mirabile esempio di consentimento nel fronteggiare i pericoli e sostenere di ogni maniera patimenti. Concordi i voleri dei comandanti di presidio, tuttochè non tutti piemontesi; unione cordiale fra gli ottimati, la cittadinanza, il clero, le classi mezzane e le popolari; non odio di classi, e niun celebratore di vertiginose o fantastiche allucinazioni, funeste sempre. Combattevano coi soldati le milizie cittadine, e sui baluardi battuti dalle bombe nemiche le donne anch'esse e gli adolescenti sfidavano la morte. Nè si udirono allora predicatori dell'antimilitarismo. Profondo e universale il rispetto della Religione, potente aiuto del vivere civile, e massimamente, al mio sentire, negli Stati retti a libero governo. Sulle pubbliche piazze vedevansi innalzati gli altari, e i sacerdoti incorare e benedire le volontarie schiere, pronte al sacrificio della vita.

<< Fra il travaglio degli assalti e dei micidiali bombardamenti, fra il crescente disagio di vettovaglie e di polvere da cannone, i cuori battevano di devoto affetto e di trepidazione verso il Sovrano, che in attesa dell'arrivo degli alleati suoi, erasi avventurato nell' aperta campagna col generoso proposito d'introdurre nella città viveri e polvere, e che inseguito dal nemico raffidatosi di tagliargli le strade e averlo a mercede, riparava nelle valli e fra i monti dei buoni fedeli Valdesi armati alla comune difesa; e di là, per varchi a lui noti di improvviso calandosi, ripigliava l'offensiva.

<< Giunse alfine l'esercito imperiale capitanato dal grande Eugenio di Savoia, e fu combattuta e vinta la battaglia liberatrice del 7 di settembre.

<< L'opera laboriosa e desiderata dei dotti colleghi porrà in serena luce i fatti, dei quali i documenti sincroni rendono genuina testimonianza. I volumi sono in corso di stampa, e saranno tra non molto pubblicati, anche grazie all'aiuto che con patrio intento ci ha dato il Magistrato civico, a cui rendiamo pubblici ringraziamenti.

«Ma qui mi avvedo, che sono presso a fallire la promessa di andar per le brevi e di non abusare della cortese vostra tolleranza. Laonde facendo punto, sono certissimo del vostro assentimento alla proposta di fare noto rispettosamente all'Augusto Sovrano che la Sua Deputazione inaugura la presente solenne tornata col grido che prorompe da tutti i cuori italiani: VIVA IL RE!

In seguito, il Deputato Segretario legge la sua Relazione sulle pubblicazioni preparate dalla R. Deputazione di Storia patria per commemorare il bicentenario della liberazione di Torino (1706):

<< È oltrepassato il quarto di secolo, dacchè la R. Deputazione studiò con amore e con diligenza i fatti gloriosi che prepararono ed ottennero la liberazione di Torino nel 1706.

«Allora se ne cercarono i nascosti documenti e si volle renderne più serio lo studio, più efficace l'ammaestramento, più glorioso il ricordo; sottraendo le tradizioni dal fascino, dai bagliori e dalle suggestioni della rettorica che ancora imperava. Si cercò aumentarne la credibilità, accrescerne la gloria, sfrondando con critica rigida, ma equa e serena, le leggende, dai frutti di verità e rimettendo la storia sopra le sue basi granitiche della documentazione sincera >>.

<< Nell'aprirsi dell'anno 1902 fu prima la R. Deputazione a ricordare che per la prima volta, alla distanza di due secoli, ci era lecito e doveroso festeggiare il ricordo di queste insigni glorie dinastiche, militari e popolari, e volle farlo intraprendendo una pubblicazione grandiosa, storica e documentaria ; dando quasi il commentario perpetuo e sincero, sincrono e veridico, di quella che è fra le più fulgide glorie di questo nostro paese; la cui storia, alternata di miserie e di prosperità, con successioni di trionfi e di disdette, è però sempre stata storia nobile, onesta e gloriosa ».

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«Abbiamo fatto appello alla buona volontà ed al sentimento patrio degli studiosi di cose nostre; si indagarono gli Archivi di Torino, del Piemonte, d'Italia; si spinsero le ricerche anche fuori paese ed ora la R. Deputazione è ben lieta e soddisfatta di poter assicurare che l'opera grandiosa è tutta quanta preparata. Manderemo fuori una decina di volumi compatti ai quali, per la generosità del Municipio di Torino, che pubblicamente ringrazio, potremo aggiungere il sussidio così conveniente, spesso necessario, sempre attraente, delle illustrazioni iconografiche.

<< Per modo che si può presumere che la nostra Collezione commemorativa sarà, dai competenti, giudicata degna dell'argomento e dell'alto patronato concedutole da Sua Maestà il Re; al cui trono poggiato sulla più antica e più gloriosa tradizione dinastica che sopravviva e sulle fresche e salutari concezioni della vita moderna; la R. Deputazione fondata dal Magnanimo Re Carlo Alberto; decana fra le Società storiche italiane; anziana fra quelle europee; fa devoto e riconoscente omaggio ».

<< L'opera abbraccia un periodo storico di circa sei anni: dagli avvenimenti del 1703 a quelli del 1708, per conoscere non solamente i fasti trionfali dell'assedio ma le loro cagioni e le loro conseguenze ».

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<< Nella prima serie che è documentaria precede la parte Diplomatica che fa capo al 7 di ottobre del 1703, quando Vittorio Amedeo II rivelando all' Europa le violenze inflittegli dal Cristianissimo, col disarmamento del campo di S. Benedetto, proclamava i nuovi legami delle sue alleanze.

<< La documentazione procede minuta ed indagatrice per tutto il secondo periodo della guerra combattuta in Italia e cagionata dalla successione di Spagna e si protrae fino alle capitolazioni del 13 di marzo del 1707 colle quali si stipulò lo sgombero della Casa di Borbone dall'Italia superiore. Il corrispondente, professore Carlo CONTESSA, con lavoro magistrale e di faticosa ed enorme preparazione, illustra specialmente l'Alleanza del nostro Duca con la Casa d'Austria e con le Potenze Marittime ».

<< Da un altro corrispondente nostro, dal professore Arturo SEGRE, si hanno tre raccolte diplomatiche, sopra le nostre Relazioni coi Wittelsbach, colla Prussia e colla Dieta di Ratisbona. Notevoli i negoziati del 1704-5, per ottenere la calata in Italia di un corpo prussiano: e fu quello che, sotto l'Anhalt, si segnalò nell'assedio.

<< Egli ha pure studiate le relazioni diplomatiche con Mantova e ne dà la documentazione, come la riproduce ed illustra il già lodato professore CONTESSA per i rapporti con Venezia; mentre per i Cantoni Svizzeri per la Repubblica del Vallese lo studio fu condotto dal corrispondente, professore Pompeo Valente.

<< Infine il collega egregio, professore Giuseppe Roberti, informa sulle Relazioni diplomatiche sia colla Francia sia colla Spagna; e destano interessamento le notizie sull'arresto e sullo scambio degli ambasciatori. Egli riferisce anche sopra gli altri Stati italiani. Per Genova ha importanza l'attivo negoziare dell'agente Molinari che, situato in posizione opportunissima, servi di tramite per ricever le notizie del Mediterraneo. Roma si mostra oscillante fra i due, non più aperta alle influenze francesi, ma del Piemonte ricorda le contese ecclesiastiche. Gli altri Stati italiani, salvo un pochino Milano, non offrono gran materia di studio e con iscarso interesse >>.

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<< Tutte queste Relazioni, per ovvie considerazioni, di proporzione e di spesa, furono quasi sempre ristrette ai materiali savoini; alle ammirevoli Istruzioni che dava il Principe ed ai preziosi Dispacci che mandavano i nostri avveduti ministri o diplomatici: quali il Marchese di S. Tomaso, il conte Mellarede, il conte Tarino Imperiale, il marchese di Prié, il conte di Brianzone, il marchese del Borgo, il conte Maffei e parecchi altri di quell'antica scuola che un famoso ministro inglese additava come modello al figlio suo che s'avviava per la carriera diplomatica ».

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<< Da queste rivelazioni diplomatiche emergerà la figura, veramente straordinaria, del gran principe Vittorio Amedeo II. Vedrassi che egli, fedele ai patti giurati, collo zelo di un eroe, frammezzo alle mancanze indolenti di alleati, con ingegno sottilissimo ed esperto, suppliva a tutti; tutto prevedeva, a tutto provvedeva, stoicamente glorioso, procurando fra gli stenti e le miserie le più stridenti, prosperità secolari e grandezza alla sua Corona ed ai suoi Popoli »>.

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<< Le combinate azioni di questo sommo Principe colle intuizioni geniali del suo grande cugino, il Principe Eugenio di Savoia Soissons, sono largamente narrate nella parte militare, e con opera capitale ed illustrata, dall'infaticabile collega nostro, il professore Ermanno FERRERO ».

« Si diffonde l'opera sua, studiosa e critica, in non meno di tre fitti volumi ai quali premettesi l'esposizione dell'ordinamento militare del Piemonte nel principio del secolo XVIIIo e, rinfiancandosi con documenti cercati nei nostri archivi ed in quelli francesi ed austriaci, darà una esposizione compiuta delle vicende guerresche dall'ottobre del 1703 al marzo del 1707 ».

<< Questa parte militare sarà, più specialmente, frammezzata ed illustrata da vedute de' luoghi, da piante di città e di fortificazioni, da riproduzioni di abiti, di armi, di insegne e da ritratti di Sovrani e di Principi, e dei più insigni fra i generali: ad esempio Stahremberg e Daun; de Marsin e La Feuillade; Marchese di Caraglio, Conte della Margarita, Conte di Parella ed altri di quella pleiade gloriosa che, con fatti eroici e senno maturo, ci salvò dall'estrema ingiuria, dall'abborrito dominio straniero. Rendo grazie all'avvocato Secondo PIA che, colla sua ben nota e generosa perizia, ci fornì quasi tutto il materiale fotografico.

<< Ringrazio il nostro egregio corrispondente francese, il comandante Weil che, facendo studi a Vienna, in servizio nostro, da un suo amico, l'archivista Arpad. Gijori von Nádudvara, ebbe notizia di un quadro, dovuto al pennello di Carlo, della celebre dinastia dei Parrocel, pittori francesi di battaglie. È quasi sincrono al fatto e ritrae, con maravigliosa prospettiva, la battaglia di Torino.

<< La grande tela, che misura m. 6,50 X 5,50, giaceva rotolata e dimenticata nei ripostigli del museo di Belvedere; ci fu conceduto di farla fotografare ed ora la distribuiamo fototipata, come ricordo di questa solennità che è la prima che teniamo, dopo settantatrè anni di esistenza operosa; e la teniamo per dimostrare che l'archeologia e la diplomatica non soffocano i battiti generosi, nè smorzano gli entusiasmi patriottici ».

« Lo storico illustre di Vittorio Amedeo II, il venerato nostro Presidente Domenico CARUTTI, riprende l'aurea e classica sua penna per narrare, nella parte Miscellanea, le vicende di guerra del vecchio Maresciallo Rhebinder, sciogliendo alcune dubbiezze biografiche ».

<< Dopo annose ricerche archivistiche; indagando materiali inesplorati, il paziente e dotto collega, avvocato Ferdinando RONDOLINO, espone la Vita torinese durante l'assedio. Vera ed inedita enciclopedia che rifà una Guida della città precisandone la topografia, indicando i palazzi, le case signorili, gli edifizi religiosi, le corporazioni, le opere pie, le dignità e gli uffici di Corte e di Stato, le notizie sui militari, sui nobili, sulla cittadinanza, sui professionisti ed artigiani; studiando anche il relativo lusso ed agiatezza e persino lo stato psicologico, giorno per giorno, colle testimonianze di scrittori del tempo che descrivono le ansie, i timori e le speranze, durante l'assedio, ed il tripudio per la vittoria.

<< Ci dà pure la cronaca del bombardamento coi danni alle persone e alle case; gli ordini promulgati, la cronaca religiosa colle nobili manifestazioni di fede, le preghiere, i voti solenni e le benemerenze insigni del beato Sebastiano Valfrè e della Beata Maria degli Angioli. << Preziose tavole illustrano la topografia e il bombardamento della città; e si devono alla cortese perizia dell'ingegnere Camillo Boggio ».

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<< Col titolo di Un censimento di Torino alla vigilia dell'Assedio, il dottore prof. Eugenio CASANOVA raccoglie il frutto delle disamene, ma utili sue ricerche nel consegnamento, che s'era detto Rollo, delle bocche e degli abili alle armi, compiutosi in città dal 29 agosto al 6 settembre 1705. Il Casanova crede di poter fissare la popolazione torinese d'allora a poco più di 39,000 abitanti, escluso il presidio e, coi dettami demografici e statistici, somministra elementi per giudicare il progresso compiutosi in tutti i rami dell'attività umana nei due secoli che ci separano da quelle date gloriose.

« V'è unito un diagramma, nel quale l'ingegnere prof. Effrem MAGRINI, per cortesia sua e svolgendo la celebre formola del nostro Lagrange, indica graficamente l'andamento della popolazione distinta secondo l'età ».

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<< Lo stesso benemerito archivista CASANOVA narra le vicende degli Archivi camerali, durante l'Assedio, quando le carte o si celarono nelle Carceri senatorie o si sgomberarono sino a Cuneo ».

<< Selva selvaggia ed aspra, irta di cifre ma frammezzata di freschi fiorellini di ottime osservazioni economiche e sociali, è un gran lavoro che dà la fisionomia finanziaria del tempo.

<< Con benedettina longanimità, due studiosi hanno scrutinato le polverose, dimenticatissime carte finanziarie, ed il professor Luigi EINAUDI ci ha ricostrutto il quadro delle Entrate pubbliche ed il dottor Giuseppe PRATO quello delle Spese, sia anteriormente alla guerra persino al 1703, sia colla guerra guerreggiata sino al 1707; sia nel periodo contabile delle liquidazioni che duravano ancora nel 1713.

<< Lavoro da spaventare che, nell'attivo, ci ragguaglia sulle Entrate normali, ci riferisce i disegni ufficiali ed ufficiosi per aumentarle: quali i balzelli straordinari ed i debiti pubblici, i sussidi degli Alleati ed i tributi nei paesi di conquista.

<< Nella parte dedicata alle spese, colla descrizione delle condizioni statiche di pace, si dà più efficace risalto al movimento dinamico determinato dagli eventi di guerra, oltre ai bilanci minuti di tutte le aziende, si studiano i grandi arretrati e i residui di pagamenti, tirando al netto il costo della guerra che batte pari colle indicazioni dell'Einaudi.

E quasi a complemento di queste monografie, il cavaliere Paolo DE REGE di DONATO calcola i danni materiali patiti allora dal paese e riferisce pure sopra un Ordine di battitura di monete ossidionali; rimedio estremo al quale pare non sia stato necessario ricorrere ».

<< Quasi fosse poca cosa la preparazione della parte militare, il collega Ermanno FERRERO ci dà, per giunta, una sua memoria sul Maresciallo di Tessé e Vittorio Amedeo II allo scoppio della guerra (ottobre 1703). Come l'egregio comandante Weill studia La mort du Maréchal de Marsin, pubblicando per intero il testo di una sua lettera, conosciuta solo per estratto, con altre notizie desunte dagli Archivi della guerra a Parigi.

<< Contributo carissimo perchè di un dotto corrispondente che è valoroso ufficiale francese il quale, colla sua presenza fra noi, proclama la nobile solidarietà militare delle nazioni realmente valorose ed altamente civili.

<< Ed altra testimonianza di gratitudine e di fratellevole simpatia, ci viene dall'intervento fra noi, ben gradito, del corrispondente e professore di storia nella Università di Montpellier. Leone G. PELISSIER, nome caro agli studiosi italiani. Egli pubblicherà, nelle nostre raccolte, un Mémoire inédit, anonyme, sur la défense du Dauphiné à la suite de la Campagne de 1706 ».

«Ci fu largito un Giornale inedito dell'assedio, dalla cortesia del conte Vittorio Radicati di Marmorito; scritto, con militare semplicità, da un suo antenato, testimone ed attore dell'azione. Lo pubblica e lo illustra il nostro dottor Mario ZUCCHI ».

« Dell' Assedio di Vercelli ci fa relazione minuta il colonnello Cesare FACCIO, nostro corrispondente, che lo studiò dall'investimento (1704, 1o giugno) alla inaspettata resa, dopo 46 giorni di trincea. Ammaestrano tanto gli insuccessi, quanto i trionfi ! »

<< Nel suo castello di Guarene il nostro corrispondente, conte Luigi PROVANA DI Collegno, ha trovato carteggi militari di un suo antenato, conte Roero di Guarene. Li pubblica, opportunamente, con altre carte sullo scambio dei prigionieri di guerra ».

« Siamo in Alba, dove il corrispondente prof. Federico EUSEBIO ricerca, nella fredda oggettività dei verbali civici, gli atroci effetti della guerra e la devozione inesausta e sempre rassegnata, anche alle più esorbitanti imposizioni dovute alle crudeli necessità della guerra »>

Indagini, quasi parallele, quelle del prof. Carlo SALSOTTO per la città di Fossano e del prof. Euclide MILANO per quella di Bra, coll'aggiunta di lettere sul fallito tentativo dei Francesi contro Alba. Sempre estreme miserie e rovine; ma pur sempre carattere fiero, robusto ed altamente patriottico ».

<< Ci conduce a Genova il collega avv. Paolo ACCAME con uno studio sulle Relazioni che corsero fra il Duca di Savoia e la Repubblica di Genova. Malgrado le lusinghe o le minacce francesi, la Serenissima aiutò la causa nostra, facilitando prestiti, passaggi di truppe, restituzioni di prigionieri e ricettando con signorile magnificenza la famiglia del Duca che riparava nella superba città col sacro deposito del Palladio sabaudo ».

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<< Uscirà postumo, purtroppo, un lavoretto: Le siège de Turin et la Duchesse de Bourgogne. Lo scrisse un erudito savoiardo, Marco BoYMOND, il Sabaudus dell'Intermédiaire che sempre ricordava, con rispetto ed affetto, l'antica sudditanza e che morì a Parigi nel gennaio del 1905 ».

<< Il nostro bravo Vincenzo ARMANDO ha raccolto, con me, la Bibliografia dell'assedio, e questa chiuderà la parte Miscellanea ».

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