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ELLA grande opera di ricostruzione della storia dell'arte, iniziata nella seconda metà del secolo decimonono, uno dei più potenti aiuti ai nuovi risultati della scienza fu indubbiamente offerto dalle numerose raccolte di documenti, che in quel tempo videro la luce. Fra le più ragguardevoli di tali pubblicazioni va certo annoverata quella che il Müntz intitolò: Les Arts à la cour des papes, opera che per lo studio dell'arte in Roma o degli artisti che vi hanno attinenza conserva tuttora una capitale importanza, nonostante che da molti anni ad essa abbiano attinto quanti si sono occupati di arte romana o di artisti vissuti a Roma. Purtroppo lo storico francese troncò il suo lavoro a mezzo il Cinquecento, non presentando, ai suoi tempi, la seconda metà di quel secolo e i successivi l'interesse estetico dei precedenti. Ma ora che gli studi artistici hanno abbandonato ogni prevenzione contro i secoli posteriori a Raffaello, e risorgono dall' immeritato oblio, si sente più che mai la mancanza d'una continuazione dell'opera del Müntz.

A questo difetto possono, è vero, in qualche modo supplire le pubblicazioni di Antonio Bertolotti; ma in piccola. parte, perchè il materiale da lui raccolto, oltre essere sparso in troppi articoli e fascicoli, è disordinatamente disposto,

non sempre di esatta trascrizione, e molto spesso incompleto.

Nelle sue ricerche il Bertolotti ha purtroppo trascurato la fonte più modesta, ma in compenso la più ricca, i Libri d'entrata e d'uscita della depositeria generale della rev.a camera apostolica, ora conservati nell'Archivio di Stato di Roma.

Nell' intento dunque di giovare agli studiosi del Seicento ho iniziato lo spoglio di quei Libri, completandoli con i documenti pubblicati dal Bertolotti e con brevi notizie di scrittori sincroni.

Di tale lavoro presento qui un saggio che si riferisce al pontificato di Alessandro VII Chigi. Per ogni monumento fatto eseguire da quel pontefice, prima ho dato le notizie delle fonti storiche e dei documenti già conosciuti, e poi ho riferito i documenti inediti dei Libri sopra citati, senz'altra indicazione che la loro data, trovandosi essi disposti in volumi con la semplice segnatura del pontificato e dell'anno.

Il regno di Alessandro VII (1655-1667), nonostante sia stato turbato da lotte religiose e politiche, specialmente per causa della Francia, ebbe una grande importanza artistica per i numerosi monumenti iniziati o condotti a termine, tanto che una pasquinata del tempo, riferendosi agli edifizi innalzati dal pontefice, potè definirlo: «< Papa di grande << edificazione» (1). Non così rilevanti sono le opere affidate alle altre arti. La galleria del Quirinale, per esempio, non è riuscita di quella magnificenza, che forse il papa sperava, per averla in gran parte affidata ad artisti di valore mediocre. Anche i due pittori senesi ch' egli protesse, il Mei e il Vanni, non meritavano tanto favore.

A ogni modo, se si possono fare degli appunti sulla scelta degli artisti, non si può non ammirare la sua muni

(1) Cf. Marco Besso, Roma e il Papa nei proverbi e nei modi di dire, Roma, Forzani, 1904, p. 304.

ficenza e il suo zelo nell' abbellire Roma, sia allargando piazze e addrizzando vie, sia restaurando chiese e palazzi. E se a questo suo zelo si può forse rimproverare la demolizione dell'arco di Marco Aurelio sul Corso, a testimonianza della sua benemerenza verso i monumenti dell'antichità classica rimane il restauro della piramide di Caio Cestio, e il dissotterramento, l'isolamento e il restauro d'una parte del Pantheon.

Un pontefice che in dodici anni di regno fa eseguire il portico di S. Pietro, la scala regia, la cattedra di S. Pietro, il palazzo di Ss. Apostoli, la nuova fabbrica del Quirinale, la galleria dello stesso palazzo, la parte superiore della Sapienza, il restauro di S. Maria del Popolo, di S. Maria della Pace, di S. Maria in Campitelli e di molti altri edifizi e vie e piazze, e nello stesso tempo commette alle arti minori una copia così grande di opere, come quella che risulta dai documenti qui raccolti, può certo degnamente figurare fra i più splendidi fautori delle arti che vanti la storia dei papi.

LEANDRO OZZOLA.

CAP. I.

Prima di trattare delle opere fatte eseguire da Alessandro VII riferiremo alcune spese che riguardano pontefici anteriori e la sua elezione.

Funerale di Urbano VIII.

1656, adi primo d'aprile. Scudi centocinquanta moneta (1) con mandato camerale pagati a Simone Lupi pittore et indoratore a compimento di scudi 170 per saldo di un conto di seimila armi della felice memoria di papa Urbano ottavo, fatte per il funerale in San Pietro et altri lavori per servitio del conclave.

(1) Per il valore delle monete cf. l'opera di GIUSEPPE GARAMPI, Saggi di osservazioni sul valore delle antiche monete pontificie, Roma, 1766.

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