del dì 29, dovendosi introdurre soldatesca, ed intendendo che molti non volevano dar alloggio, ordinò pene a chi non presterà detto alloggio nel modo e forma che ordinava loro il commissario generale degli alloggi Gambera; ed intendendo che molti per non avere tal peso si partivano dalla città, seco trasportando tutte le loro robe e famiglia, sia ciò interdetto Editto nella raccolta D. Addì 29 le truppe francesi entrarono in Casale. Lo Spinola giunse a Milano al suo governo con settecento cassette di reali; e nello stesso tempo arrivò il conte di Collatto con 50m. tedeschi, due gran ricapiti per la guerra. Considerando nondimeno quel gran capitano i pericoli che questa importante impresa presentava, dicono, che sempre alla pace inclinasse: ma il Collatto, assistito da Francesco Caretto marchese di Grana, presso lui di potentissimo credito, qual esule da Mantova sua patria per emulazione dello Striggi, infiammava gli animi alla guerra, per aver occasione di vendicarsi dell' infame condanna della forca, in cui con la madre l'aveva in pubblico fatto sentenziare, e ciò sotto vano pretesto di essersi contro le leggi del paese, e senza licenza, allontanato dalla patria. Si conchiuse adunque fra questi due generali in Milano l'assalto di Casale e di Mantova. (L'Alghisi nel libro 5 num. 135 dice, che J'anno 1623 essendo in Casale esso marchese di Grana, e desideroso di aprirsi strada alla gloria, parti dalla patria e si pose al servizio dell'imperatore, ove fu colonnello, poi generale di artiglieria, indi ambasciatore in Ispagna, con altri onori). (Ma la vera cagione della sua partenza si può leggere in queste memorie sotto l'anno 1628 in giugno, e marzo 1629). Perciò uscito il primo in campagna con venti mila fanti e sette mila cavalli, occupò in breve tutte quelle terre che circondano Casale, e Savoja tornò al posto di prima. Il Collatto fatta avanzare la sua armata sul Cremonese, all'arrivo di queste armi Alfonso Guerrero marchese di Mombello, che per ordine del duca si era recato alla difesa di Volonga, primo passo sul fiume Chiesa, abbandonato da'suoi al primo tiro di cannone, dovè ritirarsi e prese altri luoghi abbandonati a tradimento. Posero a dirittura l'assedio a Mantova, e sebbene Cesare benignamente avesse più volte spedito il conte Gioanni di Nassau per cercare qualche accomodamento; tuttavia, scoprendo il duca fermo, per mezzo del dottor Foppoli Trentino gli venne intimato il bando imperiale (a). (a) Forti lib. 4. pag. 166. 167. (A proposito, il Forti qui sopra nominato parlando del marchese del Caretto, nel libro 10 pag. 345 sotto l'anno 1641, e circa alla rivoluzione de'catalani, i quali si erano sottoposti al re di Francia, dice « Il re Filippo, intendendo che i capi ribelli eransi recatasi nella capitale città, e che vociferavasi dovervi pure andare il re di Francia per ricevere da'quei popoli la fedeltà, fu da'suoi consigliato a salir anch'egli a cavallo, e farsi vedere fra suoi armati a quelle frontiere. Qual partito egli abbracciò ( anche contro il parere del conte duca), invece di abbracciare il partito contrario, capo del quale fecesi Francesco del Caretto marchese di Grana, ambasciatore di Cesare presso di lui. Questo fu poi il principio della sua caduta ). Addi 29 di settembre vennero ad alloggiare in Casale quattro reggimenti francesi con sei compagnie di cavalleria, attesochè il marchese Spinola aveva fatto venir a Valenza le sue truppe sotto il comando di Filippo suo figlio, e che dicevasi volere di nuovo attaccar Casale. Perciò, d'ordine del gran cancelliere Guiscardi, il Toyras fece venire detti soldati. Mandò quindi a Pontestura, dopo averlo fortificato, il reggimento Villaroy con ogni sorta di munizioni; ed il reggimento di M. Pompadone che trovavasi a Susa col maresciallo de Crequi pervenne a Casale. 1 Era l'esercito dello Spinola composto di 6000 fantie 3000 cavalli napolitani, trentini e spagnuoli sotto il comando di D. Filippo Spinola generale della cavalleria, D. Fernando di Guerara spagnuolo, e del duca di Nochiera napolitano, generale della cavalleria napoletana. Volendo quindi dar principio alle ostilità, spedi D. Filippo con parte del esercito a Valenza, dove distribuite le sue genti nelle terre confinanti, raccogliendo all'intorno tutte le vettovaglie, sparse fama di voler di nuovo attaccare Casale. Dal che ingannati i francesi, abbandonate tutte le altre terre del Monferrato, si ritirarono tutti in quella piazza sul finire del settembre. Don Filippo colta quella opportunità, spinse oltre Tanaro Don Ferrante suo luogotenente, e con 4000 fanti occupò Nizza, Aqui, Ponzone, e tutte le altre terre di quei contorni rilasciate non ha guari per il concordato di Susa. Quindi passò all'acquisto delle altre terre collocate fra Alessandria e Casale, lasciando per allora intatte le terre di san Giorgio, Rosignano e Pontestura, che quasi baluardi di Casale erano state dai francesi assai bene fortificate e munite di forte presidio (a). Il maresciallo di Toyras sentito avendo l'uscita degli spagnuoli da'loro Stati, recossi a Candia con (a)_Filauro. 1500 uomini per sorprenderli, ma per difetto di barche non arrivò in tempo. Si rivoltò a Langosco, dove assalita la guernigione spagnuola che vi era dentro, ne uccise la maggior parte, e fattine alcuni prigioni, li condusse a Casale (a). Dissi che il duca di Mantova aveva ricusato di stare alla proposizione del marchese Spinola, di accettare alemanni a Mantova, e spagnuoli in Casale, senza il consenso del re di Francia e di Venezia; ma mentre mal consigliato da' veneziani, che non volevano armi tedesche ai loro confini, e tardavano di Francia a venire le ultime risoluzioni, fu occupato il Monferrato dallo Spinola, e dagli alemanni il Mantovano. Onde appena arrivati questi in quello Stato, se gli arrese Canelli ben presidiato e munito, senza nemmeno lo sparo d'un cannone, dove vi era al governo Agnello Cornaro gentiluomo veneziano con 2000 fanti; il che commosse assai il duca ed i mantovani, che molto confidavano in tal presidio. L'esempio di Canelli seguirono Gazola, renduto ai nemici dal governatore M. di Monfero francese il dì 3 novembre, e Governolo. Per il che fatti audaci gli alemanni, saccheggiando il paese, si recarono a dirittura sotto Mantova; e mentre il conte di Collatto, generale, con l'Adringher e Galasso ser (a) Brusoni. |