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stizia, e dare ad ognuno il suo dritto: e per questo lo dissero cuore ed anima del popolo; e come l'anima sta nel cuore dell'uomo, e per esso vive il corpo e si mantiene; così nel Re sta la giustizia, che è vita e conservazione del popolo de' suoi dominii; e siccome uno è il cuore, e per esso tutte le altre membra ricevon unità, per essere un corpo; similmente tutti quei del regno, quantunque molti, sono uno, perchè il Re debb'essere ed è uno; e per essolui tutti hanno da esser uno con Lui per seguirlo, e ajutarlo nelle cose che ha da fare. Naturalmente poi dissero i Savii, che i Re sono capo del Regno; essendochè, siccome dal capo derivano i sentimenti, pe' quali son governate tutte le membra del corpo; parimente pel comando che viene dal Re, Signore e capo di tutti quei del Regno, si debbon ordinare e reggere, e a Lui si vuol ubbidire. E tanto è grande il potere dei Re che tutte le leggi e i diritti tengono sotto della propria potenza; avendo questa non dagli uomini, ma da Dio, del quale tengono il luogo nelle cose temporali. Al Re, tra le altre cose, principalmente appartiensi, amare, onorare e conservare i suoi popoli; e tra gli altri dee segnatamente aver riguardo ed onorare coloro che lo meritano per servigii che gli abbian fatto: è perciò il Re o il Principe, tra gli altri poteri ch'egli ha, non può soltanto, ma dee, conceder grazie a coloro che le meritano per avergli fatto servizio, o per bontà che in essoloro si trova. E perchè tra le altre virtù proprie dei Re, a detta de'Savii, è la giustizia, che è virtù e verità delle cose, per cui meglio e più dirittamente si mantiene il mondo; ed è pure quasi una fonte, da cui scaturiscono tutti i dritti; e per sempre mantiensi nella volontà degli uomini giusti, e non vi manca giammai; ella dà e ripete a ciascheduno suo dritto, ella comprende in sè tutte le virtù principali; da lei nasce grande utilità, perchè fa vivere ognuno saviamente, ed in pace secondo il proprio stato, senza colpa e senza errore; e i buoni per essa si fan migliori ricevendo guiderdone delle buone azioni da lor fatte; e gli altri si raddrizzano per lei e si emendano. La qual giustizia contiene in sè due parti principali; l'una è commutativa tra uomo ed uomo; e l'altra distributiva, nella quale consistono i guiderdoni e le rimuF. 7.

Cod. Dip.

e emiendan. la qual justicia tiene en si dos partes principales, la una es comutativa, que es entre un ome e otro; e la otra es distributiva, en la qual consisten los galardones e renumeraciones de los buenos e virtuosos trabajos e servicios, que los omes fasen a los Reyes e Principes, e a la cosa publica de sus reynos. y por que, segund disen las leyes, dar galardon a los que bien, e leal mente sirven, es cosa que conviene mucho a todos los omes, mayor mente a los Reyes, e Principes, e grandes Señores que tienen poder de lo haser; e a ellos es cosa propia honrrar e sublimar a aquellos, que bien e leal mente les sirven, e sus virtudes e serviçios los mereçen. En galardonar los buenos fechos, los Reyes que lo fazen, muestran ser conocedores de la virtud, e otrosy justicieros: ca la justicia no es tan sola mente en escarmetar los malos, mas aun es galardonar los buenos. E de mas desto naçe della otra muy grande utilidad, por que da voluntad a los buenos para ser mas virtuosos, e a los malos para emendarse. e quando asy non se fase, podria acaescer por contrario. E por que entre los otros galardones, e renumeraciones que los Reyes pueden faser a los, que bien e leal mente les sirven, es honrrarlos e sublimarlos entre los otros de su linage e los ennoblecer, e decorar, e honrrar, e les faser otros muchos bienes e gracias e mercedes; porende considerando e acatando todo lo suso dicho, queremos que sepan por esta nuestra carta de previlegio o por su traslado sygnado de escrivano publico, todos los que agora son, e seran de aqui adelante, como Nos Don Fernando e Doña Ysabel por la gracia de Dios Rey e Reyna de Castilla, de Leon, de Aragon, de Secilia, de Cerdeña, de Cordova, de Corçega, de Murcia, de Jahen, de los Algarbes, de Algesira, de Gibraltar, e de las yslas de Canaria; Conde e Condesa de Barcelona, Señores de Viscaya e de Molina, Duques de Athenas e de Neopatria, Condes de Rosellon, e de Cerdania, Marqueses de Oristan e de Goçiano, vimos unos capitulos firmados de nuestros nonbres e sellados con nuestro sello fechos en esta guisa:

Las cosas suplicadas, e que Vuestras Altesas dan, e otorgan a Don Christoval Colon en alguna satisfaçion de lo, que ha descubierto

nerazioni de'buoni e virtuosi travagli e servigii che gli uomini fanno ai Re o Principi, o alla cosa pubblica de' Regni loro. E perciocchè, secondo il detto delle Leggi, dar guiderdone a coloro che bene e lealmente servono, è cosa che conviene molto a tutti gli uomini, maggiormente ai Re e Principi, e grande Signori, che hanno potere di farlo; ed è cosa lor propria l'onorare e sublimar coloro che bene e lealmente gli servono, e le virtù e i servigii de' quali meritan questo; nel premiare le buone azioni, i Re che ciò fanno, si dimostrano conoscitori delle virtù, ed anche giusti; perchè la giustizia non istà solamente nella esemplare punizione de' malvagi; ma sì ancora nel premiare i buoni. Ed oltreciò nasce da essa un'altra utilità grandissima; perchè a' buoni accresce stimolo per essere più virtuosi, ed a' malvagi per emendarsi. E perchè tra gli altri guiderdoni e rimunerazioni che i Re possono fare a coloro che bene e lealmente gli servono, havvi pur questa di onorarli e sublimarli tra gli altri della stirpe loro, e nobilitarli e decorarli e onorarli e far loro molti altri beni e grazie e favori; perciò considerando, e ponderando quanto di sopra si è detto, vogliamo che per questa nostra lettera di privilegio, o per la sua copia segnata da pubblico scrivano, sappiano tutti che ora sono, e saranno di poi, come Noi Don Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di Castiglia, di Leon, di Aragona, di Sicilia, di Sardegna, di Cordova, di Corsica, di Murcia, di Jahen, dell' Algarve, di Algesira, di Gibilterra e delle isole Canarie, Conte e Contessa di Barcellona, Signori di Biscaja e di Molina, duchi di Atene e di Neopatria, Conti di Rossiglione e di Cerdania, Marchesi di Oristano e di Goziano, abbiamo veduto certi capitoli firmati de' nostri nomi e suggellati col nostro sigillo, fatti in tal guisa.

Le cose supplicate e che le Altezze vostre danno e concedono a Don Cristoforo Colon, per compensarlo in qualche maniera di ciò

Cosas suplicadas, y que Sus

Altezas le conce

dieron en confor

midad de lo con

tenido en los Privilegios al Almir.

mayor de Castil

la, como Almirante mayor del mar oceanо,у al

en las mares oçeunas, e del viage que agora, con la ayuda de Dios, ha de faser por ellas en servicio de Vuestras Altesas, son las que se syguen.

Prima mente, que Vuestras Altesas come Señores que son de las dichas mares oceanas, fasen dende agora al dicho Don Christoval Colon, su Almirante en todas aquellas yslas, e tierras firmes, que por su mano e industria se descubriran, o ganaran, en las dichas mares oceanas para durante su vida; e despues del muerto, a sus go mas, respecto herederos e subçesores de uno en otro perpetua mente, con todas aquellas preheminencias e perrogativas pertenecientes al tal oficio, e segundo que Don Alonso Enrriques vuestro Almirante mayor de Castilla e los otros predecesores en el dicho oficio lo tenian en sus distritos.

a lo futuro en el aquisto de las Yndias.

Plase a Sus Altesas.

JUAN DE COLOMA.

Otrosy, que Vuestras Altesas fasen al dicho Don Christoval su Viso Rey, e Governador general en todas las dichas yslas, e tierras firmes e yslas, que (como dicho es) el descubriere, e ganare en las dichas mares; e que para el regimiento de cada una, e qual quier dellas, faga eleçion de tres personas para cada oficio, e que Vuestras Altesas tomen e escosen uno, el que mas fuere su servicio, e asi seran mejor regidas las tierras, que nuestro Señor le dexera fallar, e ganar a servicio de VS. Altesas.

Plase a Sus Altesas.

JUAN DE COLOMA.

Ytem que todas e quales quier mercaderias, si quier sean perlas, piedras preciosas, oro, plata, espeçieria, y otras quales quier cosas, y mercadurias de qualquier especie, nonbre e manera que sea, que se conpren, trocaren, fallaren, ganaren, e ovieren dentre de los limites del dicho Almirantadgo, que dende agora Vuestras Altesas fazen merced al dicho Don Christoval, y queren que aya e lleve para si la dezena parte de todo ello, quetadas las costas todas, que

che ha scoperto nel mare Oceano, e del viaggio che ora, con l'ajuto di Dio, egli dee fare a quelle parti in servigio delle vostre Altezze, sono le seguenti:

Primieramente, che le Altezze Vostre, come Signori che sono, del detto mare Oceano, fanno da questo punto il detto Don Cristoforo Colon, loro Ammiraglio in tutte quelle isole e terre ferme che per opera e industria di lui si scopriranno, o acquisteranno nel detto mare oceano, sua vita naturale durante, e lui morto i suoi eredi, e successori da uno in un altro perpetuamente, con tutte quelle preminenze e prerogative, che spettano al detto uffizio, come le avevano ne' proprii distretti Don Alfonso Enriques vostro Almirante maggiore di Castiglia, e gli altri predecessori.

Piace alle Altezze Loro.

GIOVANNI DE COLOMA.

Similmente, che le Altezze Vostre fanno il detto Don Cristoforo loro Vicerè e Governator generale in tutte le dette isole e terre. ferme, ch' egli, come detto è, scoprirà o acquisterà ne' mari predetti; e che pel governo di ciascheduna, e di qualunque di esse, faccia scelta di tre persone per ogni uffizio; dalle quali le AA. LL. prendano ed eleggan uno, quello che sarà di loro maggior gradimento; e così saranno meglio governate le terre, che nostro Signore permetterà di trovare ed acquistare a servigio delle AA. LL. Piace alle loro Altezze.

GIOVANNI DE COLOMA.

Item, che di tutte e qualsivoglia merce, sien perle, pietre pre ziose, oro, argento, droghe, ed altre cose, e merci qualunque, di qualsivoglia specie, nome, e maniere, che si compreranno, cambieranno, troveranno, guadagneranno, o saranno dentro i limiti del detto Ammiragliato, le Altezze Vostre da questo punto fanno grazia al detto Don Cristoforo, e vogliono che ne abbia e prenda per sè la decima parte, diffalcate tutte le spese che in ciò si facessero,

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