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Don

uffizj di Vicerè e Governatore, voi e i vostri Luogotenenti, e uffiziali, che a ciò porréte; le quali cose conoscerete opportune al nostro servigio, ed alla esecuzione della nostra giustizia. E tutto questo possiate e possano fare ed eseguire, e condurre alla debita esecuzione con effetto, così bene, come lo farebbero, e potrebbero fare i detti uffiziali, se vi fossero posti da Noi medesimi. Ma è nostro piacere e volontà, che le lettere e provvisioni che darete, sieno, e si spediscano e rilascino in nostro nome, dicendo: Ferdinando e Donna Isabella per grazia di Dio Re e Regina di Castiglia, di Leon etc. e sieno suggellati col nostro sigillo, che noi ordiniamo vi sia dato per le dette isole e terra ferma; e comandiamo a tutti li terrazzani e abitatori, ed alle altre persone, che stanno, e staranno nelle dette isole, e terra ferma, che vi ubbidiscano, come nostro Vicerè e Governatore delle medesime; e a quelli, che andassero ai detti mari di sopra dichiarati, che vi ubbidiscano come a nostro Ammiraglio del detto mare oceano; ed essi tutti eseguiscano le vostre lettere e comandi; e si uniscano con voi e co' vostri uffiziali per mettere ad esecuzione la nostra giustizia; e vi dieno e faccian dare tutto il favore e ajuto, che loro domanderete, e vi sarà necessario, sotto le pene che ad essi imporrete: le quali Noi per la presente, loro ponghiamo, ed abbiamo per imposte; ed a voi diamo potere di effettuarle sulle loro persone e beni: ed è inoltre nostro piacere, e volontà, che se voi conoscerete convenire al nostro servigio, ed alla esecuzione della nostra giustizia, che qualsiasi delle persone che stanno e staranno nelle Indie, e terra ferma suddette, ne partano, e che non vi entrino, nè vi si fermino, vengano e si presentino dinanzi a Noi, lo possiate comandare in nostro nome, e le facciate di colà partire: alle quali noi per la presente ordiniamo, che lo facciano senza indugio, e lo eseguiscano, e pongano ad effetto, senza richiedere nè consultar Noi, nè e terra ferma a sperare, nè avere altra nostra lettera, nè comando; non ostante qualsivoglia appellazione, o supplica, che facessero e interponessero al vostro comando: per le quali cose tutte, che si sono dette, e per le altre dovute e spettanti a'detti uffizj di nostro ammiraglio e Vi

e

Che possa impedire l'ingresso e la dimora nelle isole,

chiunque gli parrà, senza appello, nè consuita in contrario.

gante qual quier appellacion, o suplicacion, que del tal vuestro mandamiento fisieren, e ynterpusieren: para lo qual todo, que dicho es, e para las otras cosas devidas e pertenescientes a los dichos oficios de nuestro Almirante e Viso Rey e Governador, vos damos todo poder complido; con todas sus yncidencias, e dependencias, emergencias, anexidades e conexidades; sobre lo qual todo que dicho es, sy quisierdes, mandose al nuestro chanciller e notarios, e a los otros oficiales, que estan en la tabla de los nuestros sellos, que vos den e libren, e pasen e sellen nuestra carta de previlegio rodado, la mas fuerte e firme e bastante que les pidierdes, e menester ovierdes: e los unos, ni los otros non fagades ni fagan ende al por alguna manera, so pena de la nuestra merced e de diez mill maravedis para la nuestra camera a cada uno que lo contrario fisiere. E de mas mandamos al ome que vos esta nuestra carta mostrare, que vos enplase, que parescades ante Nos en la nuestra Corte, do quier que Nos seamos, del dia que el os enplasere fasta quinze dies primeros syguientes, so la dicha pena: so la qual mandese a quelquier escrivano publico, que para esto fue llamado, que de ende al que ge la mostrare, testimonio sygnado con su sygno, por que Nos sepamos en como se cumple nuestro mandado. Dada en la cibdad de Barcelona a veynte e ocho dias del mes de mayo, año del nascimiento del nuestro Señor Jesu Christo de mill e quatrocientos e noventa e tres años.

To el Rey.

Yo la Reyna.

Yo Fernand Alvares de Toledo Secretario del Rey e de la Reyna nuestros Señores la fis escrivir por su mandado. Pro Grrs chan çiller. Derecho del sello e registro, nichil (sic). En las espaldas: acordada: Rodericus Doctor. Registrada. Alonso Peres.

E agora por quanto Vos el dicho Christoval Colon nuestro Almirante del mar oceano e nuestro Viso Rey e Governador de la tierra firme e Yslas, Nos suplicastes e pedistes por merced, que por que mejor e

cerè e Governatore, vi diamo ogni pieno potere, con tutte le sue incidenze e dipendenze, emergenze, annessi e connessi. Sopra tutto questo si è comandato al nostro cancelliere ed a'notaj ed agli altri uffiziali, che stanno al banco de' nostri sigilli, che, se il chiederete, vi diano, e rilascino, e spediscano, e sigillino nostra lettera di privilegio piegata in rotolo, la più forte, e valida e sufficiente, che voi chiederete, e vi sarà necessaria; e sì gli uni che gli altri non fate, nè facciano altrimenti, sotto pena della nostra grazia e di 10 mila maravedis per la nostra camera ad ognuno, che contravvenisse. E di più comandiamo all' uomo, che vi presenterà questa nostra lettera, che v'intimi di comparire al nostro cospetto nella nostra Corte, dovechè noi siamo, entro i primi 15 giorni che scorreranno dal giorno della intimazione, sotto la stessa pena: sotto la quale si comanda a qualunque Scrivano pubblico, che a tal oggetto fosse chiamato, che a colui il quale vi avrà consegnata la presente, dia una testimonianza segnata del suo segno; acciocchè Noi sappiamo come si eseguisca il nostro comando.

Data nella città di Barcellona a dì 28 del mese di maggio l'anno dalla natività di nostro Signor Gesù Cristo 1493.

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Io Ferdinando Alvares di Toledo Segretario del Re e della Regina nostri Signori, l'ho fatta scrivere per loro comando. Pietro Grrs Cancelliere. Dritto del sigillo e registro, nihil. E nel tergo: accordata. Rodericus doctor. Registrata. Alonso Peres.

E ora, stantechè Voi sopraddetto Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio del mare Oceano, e nostro Vicerè e Governatore della terra ferma ed isole ci avete supplicato e chiesto per grazia ad ogF. 11.

Cod. Dip.

mas complida mente vos fuese guardada la dicha carta de merced a vos, e a vuestros hijos e descendientes, que vos la confirmasemos, e aprovasemos, e vos mandasemos dar nuestra carta de previlegio della, o como la nuestra merced fuese; E Nos acatando lo suso dicho, e los muchos e buenos e leales e grandes e continuos servijos, , que vos el dicho Don Christoval Colon nuestro Almirante e Viso Rey e Governador de las Yndias e tierra firme descubiertas e por descobrir en el mar oceano en las partes de las Yndias, Nos avedes fecho, e esperamos que Nos fareys especial mente en descobrir e traer a nuestro poder e señorio las dichas yslas e tierra firme, mayor mente por que esperamos que, con ayuda de Dios nuestro Señor, redundara en mucho servijo suyo, e honrra nuestra e pro e utilidad de nuestros Reynos, porque esperamos que los pobladores yndios de las dichas Yndias se convertiran a nuestra santa Fe catholica, tovimoslo por bien: e por esta dicha nuestra carta de previlegio, e por el dicho su traslado, sygnado como dicho es, de nuestro proprio motuo e cierta sciencia e poderio real absoluto, de que en esta parte queremos usar e usamos; confirmamos e aprovamos para agora e para siempre jamas a Vos el dicho Don Christoval Colon, e a los dichos vuestros fijos e nietos e descendientes de vos e de vuestros herederos, la sobre dicha nuestra Carta suso encorporada; e la merced en ella contenida; e queremos e mandamos, e es nuestra merced e voluntad, que vos vala e sea guar dada a vos e a los dichos vuestros fijos e descendientes agora e de aqui adelante inviolable mente, para agora e para siempre jamas, en todo e per todo, bien e complida mente, segund e por la forma e manera que en ella se contiene: y sy neçesario es, agora de nuevo vos fasemos la dicha merced, e defendemos firma mente que ninguna ni algunas personas non sean osadas de vos yr ni venir contra ella, ni contra parte della, por vos la quebrantar, ni menguar en tiempo alguno, ni por alguna manera: sobre lo qual mandamos al Principe Don Juan nuestro muy caro e muy amado fijo, e a los ynfantes, duques, perlados, marqueses, condes, ricos omes, maestres de las ordenes, priores, comites e a los del nue

getto che meglio e più compiutamente sia osservata la detta lettera di grazia a Voi e a' vostri figli e discendenti, che Noi ve la confermassimo, ed approvassimo, ordinando che ve ne fosse data una lettera di privilegio, o come a Noi piacesse; e Noi considerando le cose sopraddette, e i molti e buoni e leali e grandi e continui servigj, che Voi suddetto Don Cristoforo Colon nostro Ammiraglio e Vicerè e Governatore delle Indie e terra ferma, scoperte e da scoprire nel mare oceano nella parte delle Indie, ci avete fatti, e speriamo che ci farete, spezialmente nello scoprire, e ridurre in nostro potere, e dominio le dette isole e terra ferma, maggiormente perchè speriamo, che con l'ajuto di Dio nostro Signore, ridonderà in molto di lui servigio, e onore nostro, e pro e vantaggio de' nostri Regni; essendochê speriamo che gli indiani abitatori delle Indie suddette si convertiranno alla nostra santa Fede cattolica, abbiamo accolta favorevolmente la vostra supplica; e per questa nostra lettera di privilegio, e per la copia di essa segnata, come è detto; di nostro moto proprio, e certa scienza, e potere reale assoluto, del quale in questa parte vogliamo usare ed usiamo, confermiamo ed approviamo per ora e per sempre mai a Voi, suddetto Don Cristoforo Colon, e a' detti vostri figliuoli e nipoti, e discendenti da voi, e da'vostri eredi, la sopraddetta nostra lettera di sopra incorporata, e la grazia in essa contenuta; e vogliamo ed ordiniamo, ed è nostro piacere e volontà, che vaglia e sia osservata a Voi, ed a' predetti vostri figli, e discendenti ora, e dipoi inviolabilmente per ora e per mai sempre, in tutto e per tutto, bene e compiutamente, secondo e nella forma e maniera che in essa si contiene: e se è necessario, ora di nuovo vi facciamo la detta grazia, vietando fermamente che niuna, nè alcuna persona, sia ardita di andare o venire contro ad essa, nè contro parte di essa, per infrangerla, nè diminuirvela in tempo veruno, nè per maniera alcuna intorno a che ordiniamo al Principe Don Giovanni nostro carissimo e amatissimo figlio, ed agli Infanti, Duchi, Prelati, Marchesi, Conti, Baroni, Mastri degli ordini, Priori, Comiti, e a quelli del nostro Consiglio, uditori della nostra udienza, alcaldi, birri,

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