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Io credo d'avere con questa serie d'idee presentata la storia del gran disegno formato dal Colombo; storia sincera, perchè ricavata dal libro di D. Ferdinando, e dagli scritti di suo Padre. Quanto alla diceria sparsa nella Spagna, ch' egli avesse presa la notizia del nuovo mondo da un pilota, di cui si narrano molte favole, non mi fermerò a confutarla. Allorquando l'Eroe proponeva il tentativo, egli era deriso, e riguardato qual cianciatore, e come un uomo, cui fosse venuto meno il giudizio. Ma egli eseguisce ciò che avea proposto: eccoti allora mille voci che dicono non essere stato il primo a immaginare la scoperta; nè a porre il piede nelle contrade occidentali. In tutto questo si riconosce la malignità degli uomini, i quali trovandosi come umiliati da' grand' ingegni, cercano adombrare la propria piccolezza con deprimere la grandezza altrui.

Formato il disegno di aprirsi nuovo sentiero nell' Oceano, pensò a cercare una Nazione che potesse dargli navi e genti, e favore. La prima che tornogli al pensiere, fu Genova sua patria; di che ci assicura Pietro Martire amico suo, e storiografo dell'America. Venne adunque al suolo natio; presentò al Senato la sua idea; ma non trovò disposta la Repubblica ad abbracciare i pensamenti di un

uomo,

Nudo nocchier, promettitor di regni.

(CHIABRERA.)

Grand' errore fu questo de' Genovesi e ne resta l'acerbo rimprovero fatto loro da Mons. Giovio nell' Elogio del Colombo. Tuttavia nella Storia generale de' viaggi compilata dal Prévost (vol. xviii, lib. 1.), si osserva, che il nocumento recato al commercio Ligure

dalle scoperte de' Portoghesi, dovea naturalmente alienare i Genovesi dal porger mano a nuove intraprese nel mar d'occidente. Rifiutata da' suoi cittadini la memorabil proposta, che sembrò loro non credibile, e forse favolosa, per quanto ne dicono il Ramusio ed il Benzone storici accreditati, si rivolse il Colombo a tentare la Signoria di Venezia, se è vera una tradizione accennata dal Cav. Bossi, e dal Cav. Stigliani rammentata in que' versi, ove dice che il Navigatore andò

Richiedendo favor per tale acquisto

A varj Re, e Repubbliche di Cristo.

(M. N. c. 1., st. 73.)

Veggendosi deluso il nostro Eroe così da' suoi, come da' Veneziani, passò alla Corte di Francia; indi a quella d'Inghilterra; e non potendo nè all' una nè all'altra far approvare il disegno, si ricondusse alla fine in Portogallo, e ne trattò con quel Monarca. Prima di esporre quanto gli accadde colla corte di Lisbona, gioverà l'osservare non potersi da noi porre in una serie indubitata i differenti governi, a' quali ricorse Colombo. Il Maffei scrittore pensionato dal Sovrano di Portogallo, per adulare chi pagavagli un pingue stipendio, lasciò scritto che il progetto 'di trovare il nuovo mondo fu presentato dal Genovese al Re Lusitano prima che ad ogni altra potenza, ante omnes. Questa circostanza non si legge nel Goes, e nel Barros scrittori portoghesi, e più antichi del Maffei: ed è poi combattuta dal consenso quasi unanime degli antichi, i quali mettono innanzi a qualunque governo la Rep. di Genova, e innanzi al Monarca Portoghese il Re d'Inghilterra. Mons. Geraldini amico e protettore del

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Colombo, così dispone la serie de' principi oltramontani, Francia, Inghilterra, e Portogallo. E con lui egregiamente combina una lettera dell' Eroe, citata nella storia di Ferdinando, cap. xii.,, Per servir le Altezze Vostre (parla a' Monarchi di Spagna) io non ho voluto impacciarmi con Francia, nè con Inghilterra, nè con Portogallo.,, Incerto è similmente l'anno in che venne a Genova a proporre la memoranda scoperta. Nelle opere del Martire si dice ch' egli aveva 40 anni, e quest' epoca ne condurrebbe al 1487, e farebbe restar i Genovesi in ultimo luogo: imperciocchè nel 1484 il Colombo disgustato del Portogallo, s'era già risoluto di trattarne con la Spagna. Ma è da credere che nel Martire sia corso un errore; e che in luogo di 40 si debba legger 3o. Di tali errori molti s'incontrano nelle scritture del sec. xv, ed anche nelle date de' libri allora impressi; perciocchè l'uso delle cifre romane, e la imperizia o la fretta degli amanuensi, e degli stampatori, faceva sì che talora ommettevasi, o s'aggiugneva un X, con notabile alterazione nel computo. Di ciò abbiamo un esempio nella famosa lettera del Colombo ristampata dal Cav. Morelli e dal Bossi, nella quale è trascorso un 28 in vece di 38. Conobbe il Morelli, che il primo numero era certamente errato, e il Cav. Bossi pensò che si avesse a sostituirvi il 38, come vuole appunto la cronologia di Cristoforo; benchè il Bossi s'inganni nel credere che la nuova lezione XXXVIII, farebbe risalire l'epoca di sua nascita all' anno 1445. Ma io non posso trattenermi per ora nell' esame e nella calcolazione delle minutezze cronologiche. Stimerei adunque che il Colombo, avendo già col viaggio di Groenlandia passato la meta prescritta da' Geografi al nostro Emisfero, si risolvesse finalmente di tenere per certo

d

che l'altro emisfero si potea navigare per andarne a' lidi dell'Asia, o per trovare le terre, che l'oceano si chiudesse nel grembo: e che veggendo l'esperienza concorde a' suoi raziocinj, e alla dottrina di Bartolommeo suo fratello, e di Paolo fiorentino, tornato a Lisbona nella primavera dell' anno 1477, sen venisse direttamente a Genova a proporre alla patria quell' ammirabil suo pensamento. E mal conoscerebbe la navigazione, chiunque dicesse non esser possibile che la proposta dell' Eroe alla sua patria si facesse nel 1477, perchè egli trovavasi allora nella Frislandia. Quivi era già nel Febbrajo; e restavangli dieci mesi per venire a Genova.

Ma i Genovesi non seppero trar profitto dall' ardore, e dall' affetto patrio di Cristoforo; ed egli ebbe a volgere le sue proposizioni a❞ governi stranieri. Non parliamo di Venezia; perchè troppo incerte e scarse notizie ne sono pervenute. In Francia non pare che fosse nè lodato nè deriso il suo pensiere; ma dagl' Inglesi fu tenuto risibile, per testimonianza del Benzone. Così tornatosi al Portogallo, provò di far gustare le sue idee a quella Corte, che tanto si era segnalata nelle navigazioni e nelle scoperte. Niuno potrà meglio del Barros dichiararne le trattative di Cristoforo co'portoghesi. Ecco le parole dello Storico, (Asia, lib. 3., cap. XI): “ Sì come tutti affermano, Cristoforo Colombo era di nazione Genovese, uomo ,, esperto, eloquente ec. Costui seguendo il costume della sua patria..... navigò per il mare di levante tanto tempo insino a che venne in queste parti di Spagna, e si diede alla navigazione del mar Oceano. E vedendo che il Re don Giovanni (II.) ordinariamente mandava a scoprire la costa di Africa, venne a fantasticare che per questo mare oceano si poteva navigar tanto ec.

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Venne a ricercare il Re Don Giovanni che gli desse alcuni naviglj.... confidato.... nella esperienza che aveva in questi negozj.... Questa è adunque la più certa cosa della sua impresa, che alcune finzioni che dicono gli Scrittori di Castiglia

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Il Re gli dava poca fede. E contuttociò per la forza delle sue importunazioni comandò che sopra ciò parlasse con Mons. Diego Ortiz Vescovo di Cepta, e con maestro Rodrigo, e maestro Giu,,seppe.... e tutti stimarono sciocchezza le parole del Colombo. E con questo disinganno licenziato dal Re, se ne andò in Castiglia. Il Barros tace una circostanza poco onorevole a' cortigiani del Re Giovanni; della quale abbiam peraltro notizia nella storia di Ferdinando; ed è questa, che il Monarca "benchè ascoltasse con attenzione quel che l'Ammiraglio gli proponeva, consigliato da un Dottor Calzadiglia..... con ogni brevità e secreto ,, armata una caravella fingendo di voler mandarla con vettovaglie e soccorso a quelle ch'erano nell'isole di Capoverde, la mandò ,, verso l'Ammiraglio s'era offerto d'andare. Ma perciocchè a quelli che mandò, mancava il sapere e la costanza e la persona dell' Am,, miraglio, dopo essere andati per molti giorni vagando per mare.... se ne ritornarono ridendosi dell' impresa, e dicendo ch'era impossibile.,, In tal modo la maligna imprudenza del Calzadiglia, tolse a' Portoghesi la gloria, e il vantaggio della scoperta. Imperciocchè il Colombo, informato del tentativo, s'accese di tanto sdegno contro a' Portoghesi, che preso con se il picciolo suo figlio Diego, nel fine dall' anno 1484, celatamente sortì del Portogallo, ed entrò nelle terre di Spagna. Se il Cav. Bossi avesse fatto osservazione al racconto di Ferdinando, avrebbe conosciuto, che l'Eroe

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