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non potè cominciare le sue pratiche alla Corte di Spagna, salvo se nel 1485, e che per conseguenza i 20 anni di servigio ad essa Corte, rammemorati nella sua lettera de' 7 luglio 1503, si debbono intendere appena cominciati; e però non esser lecito collocare nell'anno 1445 la nascita del nostro Navigatore.

Donna Filippa consorte del Colombo era già mancata di vita in Lisbona; nè ad essolui tornava in acconcio di avere presso di se l'unico suo figlio Diego: per che ito a Palos, lo confidò a' Religiosi del Convento della Rabida; ed egli inviossi a Cordova, ov' era la Corte di Ferdinando, e d'Isabella Monarchi della Spagna. Nè tardò molto ad esser conosciuto e pregiato da Mons. Antonio Geraldini d'Ameria, Nunzio Pontificio a quella Corte, e dal Cav. Luigi Santangelo Maestro razionale di Valenza. Con la protezione di questi due soggetti, cominciò ad intavolare le trattative co' Sovrani Cattolici. Ma l'ignoranza, e la diffidenza ne impedivano la sospirata conclusione. La cosmografia e la matematica, poco note anche in Italia, s'ignoravan nella Spagna; ove eziandio mancava la navigazione pratica de' grandi viaggi, che di que' tempi si coltivava e promoveva nel Portogallo con grandissimo ardore. E ciò che potrebbe sembrare più strano si è, che dichiaravano eresia il credere l'esistenza degli Antipodi; affermando che il Lirano e S. Agostino avean tenuto opinione contraria. Il Colombo poi, temendo di qualche tratto pari a quello del Calzadiglia, non voleva spiegare al tutto il suo concetto; come il Brunellesco non osava presentare agli operai del Duomo di Firenze un esatto disegno della gran cupola, paventando l'invidia degli altri architetti suoi dichiarati avversarj. Tanto è vero che i grand' ingegni e le grandi passioni son pur somiglianti in qualsiasi contrada del mondo.

La morte del Nunzio Geraldini, le opposizioni del ministero Spagnuolo, le guerre contro a' Mori, nelle quali erano occupati i Sovrani, fecero cader affatto le speranze del Colombo. Nientedimeno, essendo invitato con lettere dai Re di Portogallo, di Francia, e d'Inghilterra ad esporre nuovamente il suo disegno, nè potendo egli piegarsi a ritornare all' ingrata Lisbona, deliberò di passare in Francia, e di mandare a Londra Bartolommeo suo fratello. Questi partì veramente per l'Inghilterra; ma caduto in mano de' corsari, e spogliato d'ogni avere, povero ed afflitto, ebbe a vivere non poco tempo nella oscurità, procacciandosi il vitto con lavorar carte da navigare; fino a che ristorato alcun poco, presentò al Re Arrigo VII. un mappamondo con la data di Londra 1488, addì 13 febbrajo; ed alcuni versi latini, che spiegavano l'idea dell' artefice, come ancora la sua nazione, espressa ne' due seguenti:

Janua cui patria est; nomen cui Bartolomaeus
Columbus de Terrarubra opus edidit istud.

Terrarossa è un villaggio, o casale, presso Quinto all' oriente di Genova; e Ferdinando (cap. xi. ) ne assicura che anche l'Eroe suo padre, prima che fosse dichiarato Ammiraglio <<< si sottoscriveva Columbus de Terra rubra. » I documenti dell' archivio di Savona non ricordano mai Giovanni Colombo, avolo del gran Cristoforo, senza aggiungervi de Quinto; argomento evidentissimo, che lo Scopritor dell' America non può essere nipote di Lanza Colombo Signore de' castelli di Cuccaro, e di Conzano. Intanto Bartolommeo cominciava a guadagnarsi le grazie dell' inglese Monarca; e gli fu commesso di far venire a Londra il fratello. Ma l'occasione già s'era

sottratta al tardo Britanno; e il Nuovo Mondo aveva accolte le navi spagnuole col Ligure condottiere.

Perciocchè il Colombo non seppe risolversi a lasciare la Spagna; sia che sperasse muovere al fine la Regina Isabella; sia che il trattenesse l'amore a Beatrice Enriquez, da lui conosciuta in Cordova; che il fe' padre di Ferdinando, quel desso che scrisse la storia del suo Genitore. La Beatrice sopravvisse a Cristoforo, il quale nel suo ultimo codicillo la raccomanda al primogenito Diego con locuzioni tali, che ben dimostrano e la povertà della femmina, e il dolore di Colombo per la pratica con lei tenuta così il Navigatore cedendo alla passione mostrò d'esser uomo; chiamandosene in colpa, palesò la sincerità della sua religione. Ma intanto crescevano le sue angustie, e sembrava omai che non rimanesse alcuna speranza di conchiudere con la Corte di Spagna. Recossi adunque al convento della Rabida, per trarne Diego; e passare nella Francia. Ma il Guardiano fra Giovanni Perez da Marcena, religioso di molta virtù, e noto alla Reina Isabella, della quale avea talvolta udite le confessioni, non sostenne che l'alta ventura venisse tolta alla Spagna : astrínse il Colombo a soprassedere: andò a Granata, favellò con la Regina, sponendole i vantaggi che poteano derivare e allo stato, e più alla Religione, se discoperto si fosse il nuovo emisfero. Isabella, principessa di mente virile, sentì il peso delle ragioni esposte dal Marcena, e pregatolo a ricondurre alla Corte Colombo, tenne consiglio di Stato sopra la proposta singolare di quel marinajo straniero. A favore della proposizione stavano e il Guardiano, e il Santangelo, e Alessandro Geraldini fratello del Nunzio. Il primo potea molto sul cuore d'Isabella; il terzo sopra l'intelletto, perchè

dotto, e precettore dell'Infanta. Il secondo, come ragioniere, giovava a spianare le difficoltà economiche, grandi sempre nella Spagna; e grandissime allora per la guerra contro a' Mori. Pertanto avendo il Geraldini fatto conoscere al Card. Mendoza non ostare l'opinione di S. Agostino, e del Lirano, che non erano stati nè cosmografi, nè navigatori; fu domandato Cristoforo, qual sarebbe la spesa, e quanti gli apparecchj per quel tentativo; ed avendo egli risposto, bastare all' поро tremila scudi e due bastimenti; il Santangelo si offerì di prendere sopra di se la spesa dell' armamento; ma la Regina, cui la recente espugnazione di Granata rendea più disposta a nuove glorie, non volle, ch' altri s'avesse il vanto di tanta impresa. Il racconto di questa seduta del Consiglio di Castiglia si ha dallo stesso Geraldini; il quale così comincia la sua relazione: Cristoforo Colon di nazione italiano, fu di Genova, città della Liguria

Risoluta finalmente la sospirata spedizione, che costò al Colombo quasi sette anni di suppliche, di raccomandazioni, e di maneggi alla Corte di Spagna, venne disteso l'atto di capitolazione, o sia la carta de' privilegj, che i Monarchi Cattolici concedevano al navigatore. In forza di questa capitolazione egli era dichiarato (Cod. Doc. II.) Ammiraglio, Vicerè, Governatore, e Giudice delle isole e della terra ferma, che avesse scoperte nell' Oceano; dovendo anche avere il decimo di tutte le produzioni di tali paesi; e facoltà di concorrere per l'ottava parte nella spesa, e nel profitto di tutte le navi, e squadre che si armassero e spedissero per i paesi da Lui scoperti. Fu similmente costituito Ammiraglio dell'Oceano con tutte le grandi prerogative, delle quali godeva l'Ammiraglio di Castiglia (Cod. Doc. I. ). E tutti i diritti, onori e privilegj, onde i

Monarchi investivano Colombo con gli atti citati, s' intendevano, e dichiaravano ereditarj ne' suoi figlj, nipoti, e discendenti ( Doc. II. ). La convenzione, infausta sorgente di terribili sventure al nostro Eroe, fu sottoscritta da' due Monarchi nella villa di S. Fede nella pianura di Granata addì 17 aprile del 1492. Se altri si maravigliasse, come i Re di Spagna fosser sì larghi di concessioni al Colombo, rifletta, che quasi i privilegj medesimi accordava la Corte di Lisbona agli Scopritori delle Isole; e che la dignità di Ammiraglio era necessaria ad un Capitano, che doveva condurre una squadra in mari ignoti ed immensi; così il Colombo stesso (Doc. XLIII. ) la chiama il braccio del corpo della sua meravigliosa spedizione, e del suo governo. Ove anche si ha da notare, che la impresa non recò al regio tesoro aggravio di sorta; perciocchè le due caravelle date al Colombo, eran due legni, che il Comune di Palos dovea mantenere tre mesi ogni anno al regio servizio: la terza si armò a spese dell' Eroe. In tal modo la scoperta del nuovo mondo costò alla Spagna assai meno, che non costerebbe oggidì ad un marinajo la compra di una nave mercantile.

Il venerdì giorno terzo di agosto 1492, salpò Colombo dal porto di Palos. Egli montò sulla capitana detta Santa Maria: alla Pinta comandava Martino Alonso Pinzon; e della terza, dŕ vela latina, nominata la Nina, avea il comando Vincenzo Agnes Pinzon fratello di Martino; ambedue nativi di Palos. L'equipaggio dei tre legni non era che di 90 persone, se crediamo a D. Ferdinando; ma Pietro Martire e Agostino Giustiniani dicono 120: probabilmente nel numero minore non si comprendono che gli uomini delle regie caravelle; essendo la terza una proprietà particolare di Cristoforo. Il dì

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