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l'equipaggio; ma di lui specialmente; il quale non si spogliò quasi mai; si ridusse ad una scarsa porzione di biscotto già guasto, come il più vile de' marinai; e passò non poche notti dormendo appena tre ore; a tal che giunse ad Isabella quasi cieco, ed oppresso dalla febbre, e da un terribil mazzucco; da' quali incomodi fu liberato con la quiete, e co' cibi freschi della Colonia.

A risanarlo avrà contribuito non poco l'allegrezza di trovare nella Spagnuola il saggio suo fratello Bartolommeo. Questi partitosi di Londra colla convenzione accordata a Cristoforo dal Re d'Inghilterra, appena giunto a Parigi, intese dal Re di Francia, essere già scoperte le isole occidentali; e sovvenuto da questo Sovrano di 100 scudi, affrettò il viaggio quanto gli fu possibile; ma nientedimeno al suo arrivo nella Spagna trovò, che già Cristoforo se n'era partito per la seconda spedizione; ed egli, Bartolommeo, da' Monarchi fu mandato con tre navi alla Spagnuola; dove l'Ammiraglio il costituì Adelantado, ossia Prefetto delle Indie. Dell'altro fratello dell' Eroe, cioè di Diego, abbiamo poche ed oscure notizie; e sembra che l'Ammiraglio sentisse rossore di avere un tal germano; perciocchè lo facea credere, quasi un giovine, ch' egli si fosse educato in sua casa fino dagli anni più teneri; come si ritrae dalla storia di Pietro Martire, decade 1., libro 4. Racconta innoltre questo Storico, che volendo Guarionex, uno de' Cacichi della Spagnuola, cattivarsi la benevolenza di Cristoforo, maritò una sua sorella con Diego. È da supporre che la principessa si fosse convertita alla religione di Cristo; acciocchè potesse aver luogo il maritaggio; ma il Cacique suo padre non volle mai rinunziare all' idolatria; ad onta delle istruzioni fattegli per ordine dell' Ammiraglio dal P, Romano

Romito dell'ordine di S. Girolamo; religioso dabbene, e infaticabile, che fu sempre amico e rispettoso a Cristoforo, per ordine del quale scrisse una operetta intitolata: Della credenza e idolatria degli Indiani, inserita da Don Ferdinando nella storia del padre.

Non ebbe la virtù del P. Romano, un altro Religioso, la cui condotta potea molto giovare alla felicità di tutta l'isola Spagnuola. Parlo di Fra Bernardo Boyl, Catalano, dell' ordine de' Minori, che in vigore di un Breve di Alessandro VI, dato il giorno 25 giugno 1493, era capo di tutti gli Ecclesiastici inviati alle regioni nuovamente scoperte; ed aveva l'autorità di Vicario Apostolico, anche per fabbricare nuovi conventi di mendicanti; benchè ciò fosse vietato da una Costituzione di Papa Bonifacio VIII, alla quale derogò espressamente Alessandro VI, affine di stabilir meglio la Fede nel nuovo Emisfero. Il Boyl voleva governare a suo senno tutta l'isola; ascoltava le querele de' sediziosi, ne approvava i torbidi consiglj, pretendeva che l'Ammiraglio dovesse chiuder gli occhi sopra gli orribili disordini degli Spagnuoli; e veggendo ch' egli non si lasciava muovere dal suo saldo proposito, ebbe la temerità di scommunicarlo; come se il punire le ribalderie degli uomini fosse un delitto innanzi a Dio. Cristoforo commosso da tanto insulto non volle più corrispondere al suo nemico i consueti alimenti; e il P. Bernardo trovossi astretto a partirsene con la prima occasione, portando al trono molte lagnanze contro all' equità dell' Ammiraglio; il quale probabilmente supplicò il sommo Pontefice, perchè dichiarasse invalida, e nulla la censura ingiustamenta fulminata contro di Lui dal Vicario Apostolico; e in tal occasione si può credere che rice

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vesse in dono da Alessandro VI, quell' uffizio della B. Vergine, che ora si conserva in Roma nella Biblioteca Corsini.

Le iniquità degli Spagnuoli, spingevano alla disperazione gl' Indiani. Pensando costoro, che ove mancassero le ricolte, partirebbero gli ospiti novelli, lasciaron di seminare; di che venne orribil carestia, che più grave fu a' più deboli; e non tolse, ma crebbe i disordini. I naturali si mettevano in aguato, per colpire di nascosto gli Europei: gli abitanti del Cibao, più valorosi degli altri, e più travagliati, perchè il paese loro abbondava di miniere, ed eglino eran frenati con due fortezze, S. Tommaso e la Concezione, presero le armi a furore; e fu di mestieri combatterli in campo aperto; e il Re loro Caunaboa, fatto prigione, fu spedito nella Spagna.

Il terrore adunque si diffuse per l'isola tutta; e niuno ebbe più l'imprudenza di sollevarsi contro agli Spagnuoli. E però il Colombo, lasciato il governo al Prefetto suo fratello, penso di tornarsi in Castiglia. Il giorno della partenza fu il 10 marzo 1497. Conduceva in due caravelle 225 europei, 30 indiani; molti saggi d'oro, e le più notabili produzioni delle terre occidentali. Nell'isola di Guadalupe si fermò parecchi giorni per fare il pane necessario al viaggio; ed avendo preso i suoi esploratori una donna arditissima, e scopertosi ch'ella era Caciqua la condusse nella Spagna, volendo presentarla ai Sovrani. Di Guadalupe partirono a' 20 del mese citato; ebbero calma nojosa, e sentirono penuria di vettovaglie. Cristoforo faceva osservazioni sopra le calamite, o bussole di Fiandra e quelle di Genova, e trovò che queste norvestavano assai meno delle fiamminghe. Presero terra nella Spagna a' 14 giugno, ed essendo allora la Corte in Burgos a celebrar le nozze del Real Principe Giovanni

con l'Arciduchessa Margherita d'Austria, andò l'Ammiraglio con gl'indiani, e le rarità delle isole a presentarsi a' Monarchi, dando ragguaglio di tutti gli eventi del secondo viaggio, e pregando d'essere spedito senza ritardo, acciocchè i disordini del nuovo mondo non si facesser sempre maggiori.

Al desiderio di Cristoforo, mal rispondeva la lentezza del governo spagnuolo, divenuta maggiore per le lagnanze di tanti sediziosi, i quali giunti in Castiglia senza que' tesori, che avevano immaginato, accusavano l'Ammiraglio e i suoi fratelli, come stranieri, che tratti dal nulla ad alto stato, tutto volevan per se, calpestando quella nazione che gli aveva accolti, e fatti grandi, e potenti. L'Eroe cercava un riparo dalle ingiurie de'malvagi nelle cedole regie, e ne' decreti, per mezzo de' quali faceva o confermare, o dichiarare con più minuta esattezza i suoi privilegj. Ottenne perciò una dichiarazione (Doc. IV.) intorno al diritto dell'ottavo sopra gli armamenti, e del decimo sopra il prodotto de' paesi nuovamente scoperti: si concertò che al negozio delle produzioni attendessero i deputati de' Sovrani unitamente ai deputati del Colombo (Doc. V.): fu consegnato all'Ammiraglio un regolamento sopra i coloni, l'eredità, i tributi, e la zecca da stabilire nella Spagnuola (Doc. VI.): pubblicossi un bando perchè niuno osasse pretendere un prezzo eccessivo delle merci e vettovaglie, che l'Ammiraglio comprava pel nuovo mondo (Doc. VII.): si determinò d'inviare alle isole alcuni religiosi, medici, farmacisti, botanici, e suonatori di strumenti musicali. (Doc. VIII.) Riuscì ancora al Colombo di far rivocare una Regia Patente del 10 aprile 1495, in vigor della quale era lecito ad ogni suddito spagnuolo dare a scuoprire nuove isole, e terre ferme, stabilirsi nelle regioni

già trovate, pigliarsi quanto di terreno piacessegli; con altre clausole, che distruggevano intieramente l'Ammiragliato, e il governo del primo Scopritore (Doc. IX.). Furon pubblicati due bandi, che dichiarano esenti da ogni gabella e dogana le merci, gli arredi e le vettovaglie, caricate nella Spagna per servizio dell'armata e delle colonie, sì per ordine de'Sovrani, come per quello dell' Ammiraglio (Doc. X. e XI.). Ma il più fatal decreto che si promulgasse innanzi al terzo viaggio del Colombo, fu quello di spedire al nuovo mondo i malfattori condannati alla morte, ai pubblici lavori, o all'esilio; commutando, per esempio, la pena capitale in due anni di servitù nell'isola Spagnuola (Doc. XII., XIII. e XIV.). Quali indegnità non si doveano aspettare da una popolazione formata del rifiuto della società? Se le persone ingenue, eran così gravi agl'indiani, così moleste al Colombo; quali esser dovevano tanti ribaldi liberati dalla catena, dalla prigione, dal bando? Alcune altre deliberazioni accenneremo brevemente, chè dire di tutte sarebbe noja. Accordasi all' Ammiraglio la facoltà di ripartire terreni, ed acque nella Spagnuola, a coloro, che promettessero di starvi anni 4 almeno, ed attendere alla coltivazione (Doc. XXII.). Si manda a Bartolommeo Colombo la patente di Prefetto (Adelantado) delle Indie (Doc. XXIII.): egli aveva ottenuta tal dignità dal fratello; ma la Corte sosteneva non aver facoltà l'Ammiraglio di concedere a suo arbitrio la Prefettura, ossia Governo, de' luoghi compresi nel suo Ammiragliato e Vicereame. Notabile si è il Doc. XXX. Aveva di già Cristoforo, come si è detto, ottenuto per se, suoi figli ed eredi il titolo di Don, acciocchè non si vedesse la deformità che un Ammiraglio e Vicerè mancasse di questo distintivo di no

per

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