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Rezzonico, Abbondio, 127.

Riccardi, Nicola, 98.

Ridolfi, Pietro, 122.

Romano, Gio. Antonio, 91.

Rosa, Antonio, 122.

Roscius, Julius, p. 10, not. I.

Sabatini, Francesco, 90.
Salimbeni, Giuseppe, 21.
Sandrart, I. v., 16 c, 119.

Sannori, Giacomo, p. 10, not. I.
de Scaichis, Goffredo, 42, 43, 98.
Schiaminozzi, Raffaello, 101.
Schraembl, F. A., 109.

Scolari, Stefano, 24, p. 9, not. 2. Scudellari, Giovanni, 35.

Senex, J., 126.

Seutter, Matteo, 121.

Sforza, Gaetano, 96.

Tempesta, Antonio, 84-88.

Testone, Giulio, 110, 111.

Tramezini, Francesco, 31-35.

Tramezini, Michele, 10, 15, 16, 31, 35.

Trevisi, Antonio, 1.

Vaccari, Andrea, 57, 98.

Vaccari, Giuseppe, 96.

della Vaccheria, Lorenzo, 91.

Valenti card. Silvio, 2.
Vasi, Giuseppe, 6, 127.
Vasi, Mariano, 108.

de Veen, Timanno, 83.

Villamena, Francesco, 56, 59, p. 10,

not. I.

Visscher, Claes Janszon, p. 9, not. 2. Weigel, Christophorus, 45, 123. Werdenhagen, J. A., 88.

de Wyngaerden, Henricus, 83. Zalterius, Bologninus, 28. Zeiller, M., 88.

IV. CAPITOLI DEL CATALOGO.

1551. I. La pianta del Bufalini (n. 1), p. 38.

IA. Copie ridotte della pianta bufaliniana (n. 2-9), p. 39.

1552. II. La pianta moderna di Pirro Ligorio (n. 10-14), p. 41. 1553. III. La piccola pianta archeologica del Ligorio (n. 15, 16), P. 43.

III A. Piante dipendenti dalla Ligo

riana piccola (Merula, Donatus, Sandrart: n. 16 ab c), p. 44. 1555. IV. La pianta del Pinardo

(n. 17), p. 45.

IV A. Piante dipendenti dalla Pinardiana (Fabio Licinio, Leon Pitor, Braun-Hogenberg, Camocio: n. 1824), p. 46.

1557. V. La pianta della guerra di Napoli (n. 25-28), p. 49.

1557. VI. La pianta del Paciotto, (n. 29), p. 51.

1561. VII. La pianta del Dosio (n. 30),

P. 51.

1561. VIII. La grande pianta archeologica di Pirro Ligorio (n. 31-36), p. 52.

VIIIA-VIIIE. Piante dipendenti dalla

Ligoriana grande (Ducerceau, Braun-Hogenberg, Scaichis ecc.: n. 37-46), p. 54.

1565. IX. La pianta di Onofrio Panvinio (n. 47-48), p. 57.

IX A. La piccola pianta di Giacomo Lauro (n. 49-50), p. 58.

1573. X. La piccola pianta archeologica del Dupérac (n. 51-55), p. 58.

1574. XI. La grande pianta archeologica del Dupérac (n. 56-59), р. 60.

1575. XII. La piccola pianta moderna del Kartaro (n. 60), p. 62. XII A-D. Piante dipendenti dalla Kartariana (Giacomo Franco, Brambilla-van Aelst, de Rossi alla Pace, Giovannantonio e Matteo Florimi: n. 61-71), p. 62. 1576. XIII. La grande pianta mo

derna del Kartaro (n. 72), p. 65. 1577. XIV. La grande pianta moderna del Dupérac (n. 73-75). p. 66. 1579. XV. La grande pianta archeologica del Kartaro (n. 76), p. 68. 1582. XVI. La pianta del Brambilla (n. 77-79), p. 70.

XVIA B. La pianta del Francini (n. So) e del Boissard-de Bry (n. 81),

p. 71.

1590 (?). XVII. La pianta (Gherardi)de Veen-Paoli (n. 82, 83), p. 72.

1593. XVIII. La pianta del Tempesta (n. 84-87), p. 74. XVIII A. Copie rimpiccolite della pianta del Tempesta (n. 88, 89), P. 76.

XVIII B. La pianta del Longhi (n. 90), p. 76.

1599. XIX. La pianta degli anni santi (piccola pianta del Maggi: n. 9197), p. 77.

1603. XX. La grande pianta Maggi

de Scaichis (n. 98-101), p. 79. 1618. XXI. La pianta del Greuter (n. 102-104), p. 81.

XXI A. La copia del Matham - van der Graft (n. 105), p. 84.

1625 XXII. La grande pianta (silografica) del Maupin (n. 106), p. 85.

1650 (?). XXIII. La pianta di Giacomo Lauro (n. 107), p. 86.

XXIII A. Copie della pianta del Lauro (n. 108, 109), p. 86.

1665. XXIV. La pianta di Livino Cruyl (n. 110, 11), p. 87. XXIV A. Copie della pianta del Cruyl (n. 112-115), p. 88.

1667. XXV. La piccola pianta del Falda (n. 116-118), p. 89. XXV A. Copie della piccola pianta del Falda (n. 119-127), p. 91. 1668. XXVI. La grande pianta di Matteo Gregorio de Rossi (n. 128, 129), p. 94.

1676. XXVII. La grande pianta del Falda (n. 130-134), P. 95. 1697. XXVIII. La pianta di Domenico

de Rossi alla Pace (n. 135, 136), p. 98.

Ricerche

per la storia di Ravenna e di Roma

dall' 850 al 1118

A parecchi anni lavoro intorno alle carte pubbliche e private di Ravenna alla cui edizione sono stato invitato a collaborare dal R. Istituto storico italiano.

Per assegnare nella futura edizione il loro valore anche ai falsi; per rendere possibile la datazione esatta delle carte e quella approssimativa dei numerosi ed importanti frammenti conservati nei vari archivi ravennati ho dovuto premettere una serie di ricerche d' indole diplomatica sulle cancellerie, il notariato e il tabellionato in Ravenna, e un' altra d' indole storica sulla cronologia degli arcivescovi e sugli avvenimenti politici più interessanti che si svolsero in Ravenna durante il periodo del quale mi occupo e riguardano direttamente il mio argomento.

Le relazioni tra Roma e Ravenna nei secoli IX-XI sono talmente strette che non parrà fuor di luogo riassumere in questo Archivio le conclusioni delle mie ricerche in proposito.

Il presente studio non è, né vuol essere, la storia completa di Ravenna: questo ho fatto soltanto per il periodo che va dall' 850 a circa il 910; per il re

sto mi sono sopratutto preoccupato di fissare la cronologia arcivescovile riservandomi di sviluppare meglio la storia politica in un prossimo lavoro sulle bolle e i diplomi riguardanti Ravenna.

Verso la fine dell' 850 morto Deusdedit, veniva eletto arcivescovo di Ravenna Giovanni X (1). Apparteneva alla famiglia dei Duchi Sergi (2) e doveva la sua elezione a quel partito antipapale dalle cui file erano usciti gli arcivescovi Felice e Mauro. Conosciamo il programma politico di questo partito: autonomia dell' Emilia e dell'Esarcato da Roma e loro dipendenza politica ed ecclesiastica da Ravenna sotto il governo degli arcivescovi; la costituzione cioè di un vasto dominio temporale simile a quello dei papi.

(1) Intervenne al sinodo romano del 16 dicembre dell'850 nel quale fu scomunicato il cardinale Anastasio (cf. Mansı, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, Venetiis, MDCCLXIX, t. XIV, coll. 943-944). Si sottoscrisse in un giudicato tenuto in quello stesso sinodo da Leone IV e Ludovico II in favore del vescovo di Siena e contro quello di Arezzo (cf. MURATORI, Antiquitates italicae medii aevi, Mediolani, MDCCXLII, t. VI, pp. 389-396).

(2) Un'iscrizione posta nel 1642 nella basilica di S. Vitale lo dice « ex Traversaria nobilissima familia » (cf. CAPPELLETTI, Le chiese d'Italia, Venezia, 1844, vol. II, p. 92) ed attribuisce, conforme alla tradizione seguita dagli storici ravennati, la donazione dell'isola di Palazzolo e del monastero di S. Maria « ad << farum » al monastero di S. Maria in Palazzolo all'anno 898. Poiché la donazione dell'isola di Palazzolo fatta dall'arcivescovo Giovanni X al monastero di S. Maria dove egli aveva posto i benedettini (Rav. Com. S. VITALE, I, I, 2, copia del sec. XIV; cf. anche MARGARINI, Bullarium Casinense, Tuderti, MDCLXX, II, pp. 37-40; MITTARELLI, Annales Camaldulenses ordinis sancti Benedicti, Venetiis, MDCCLV, t. I, App. n. V, pp. 16-20; FANTUZZI, Monumenti Ravennati de' secoli di mezzo, Venezia, 1802, t. II, n. IV, pp. 10-13) è dell' anno 858 (cf. CAPPELLETTI,

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