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BIBLIOGRAFIA

Nuntiaturberichte aus Deutschland 1533-1559 nebst ergänzden Actenstücken (Dispacci di nunziature dalla Germania con documenti accessori) Vol. 1° Nunziature del Vergerio 1533-1536; vol. 2° Nunziatura del Morone 1536-1538, edite da Walter Friedensburg per incarico dell' I. Istituto storico prussiano in Roma. -Gotha, 1892.

A differenza delle altre scuole e stazioni storiche straniere, alla cui fondazione diede specialmente origine la provvida e coraggiosa apertura dell'archivio segreto Vaticano, l' I. Istituto storico prussiano prese a dare in luce documenti di storia moderna, e a trattare argomento più affine alla novella vita germanica, più importante non solo alla nova costituzione politica della patria tedesca, ma alla storia dello svolgimento del pensiero odierno e della coscienza individuale, non che delle istituzioni in cui la stessa vita privata e la pubblica di quella nazione ànno posto radice. Le altre scuole o stazioni storiche si sono invece confinate nel medio evo. Se questo sia caso o indizio che abbia chiaro significato storico non vogliamo discutere; bensi riconosciamo il fatto per quel che è.

Ed ora, dopo che le altre nazioni, segnatamente l'Inghilterra e la Francia, nelle relazioni degli ambasciatori veneti, nei dispacci de' fiorentini, nei carteggi di politici d'ogni maniera ricercarono documento e notizia storica della patria loro, attingendo alla miniera del senno pratico italiano, si potrebbe far questione se nei Dispacci delle nunziature, così per natura diversi, torni sperabile di ritrovar la stessa messe d'informazione, la stessa obbiettività di giudizi circa le cose e gli uomini, la competenza stessa ne' relatori e il fine medesimo;

o se non debbasi credere che l'iniziativa dell'Istituto storico prussiano lasci piuttosto adito alla comparazione tra classe e classe, modo e modo di relazioni, tra fonti e fonti storiche, e non apra la via a studiare quanto d'inconsapevole e d'illusorio s'incontri nella preparazione efimera dei fatti umani e nel modo di considerarli; e per che vie la Germania stessa è giunta grado a grado alle avventurate mutazioni di cui ebbe prima incerta coscienza, e per cui poi pervenne maturamente alla sua attuale grandezza.

L'indagine nova potrebbe esser soddisfaciente ad essa, e proficua altrui, e sotto questo aspetto l'iniziativa dell'Istituto prussiano di per sè stessa pare degna d'encomio. Ma v'è altro bel fatto che la fa commendevole. Naturalmente, poi che l' Istituto non trovò nell'archivio Vaticano molta materia per la storia degli Hohenzollern nel secolo decimoquinto, nè per quella provinciale di Prussia, del Brandenburgo e della Posnania, si rivolse a dare in luce questi dispacci di nunziature. Costituiscono essi nell'archivio Vaticano 4000 volumi, divisi in ventun gruppi secondo paesi e nazioni diverse. Quelli soli di Germania dal 1515 al 1740 formano 351 volumi. Prefissi certi termini cronologici, accadde per avventura che l'Istituto prussiano coincidesse coll' Istituto austriaco di studi storici, diretto dal v. Sickel; il quale illustrando il periodo storico di Massimiliano II e avendo posto l'occhio su' dispacci delle nunziature dal 1560 al 72, non preoccupate dal programma dell' Istituto di Prussia, aveva deliberato e annunziato di farne separata pubblicazione. Un bell'accordo per fine scientifico e amministrativo, interceduto fra i due Istituti, che altamente onora gl'illustri uomini che ne sono a capo, stabili i limiti scambievoli dell'opera concorde e l'unità di formato con cui compariranno le singole parti di essa.

Così anche questa condiscendenza delle due parti è pur essa in pari tempo un bell'esempio e un indizio simpatico e promettente. La breve prefazione del v. Sybel, premessa al primo volume, dà ragguaglio di tutti questi particolari. E mentre il dottor Quidde e il dottor Schellhass attendono ad altra parte della pubblicazione riservata alla Prussia, i due volumi comparsi, che gittano le fondamenta dell'opera, si debbono alla perizia e alla diligenza del prof. Friedensburg, e comprendono principalmente i dispacci del Vergerio e del Morone; nunzi, che quantunque consacrassero tanta parte della loro vita in servigio del pontificato romano, la Chiesa cattolica perdette, cacciando l'uno tra gli eretici, perseguitando l'altro col sospetto. Il Friedensburg in una lunga, minuta, accuratissima introduzione espone preventivamente le norme della raccolta, che lungo il lavoro si veggono poste egregiamente in pratica. I criterî stabiliti dal Weizsächer

per l'edizione de' Reichstagsakten quanto alla forma esteriore, si adottarono anche per le Nuntiaturberichte. Quanto alla forma intrinseca, una introduzione speciale è messa innanzi ad ogni nunziatura in cui si considera prima il materiale di essa come fondo e come fonte, illustrandolo con ogni maniera di riscontri; poi si dà notizia biografica dei singoli nunzi in particolare, aggiungendo i possibili ragguagli critici delle affermazioni di essi. La grafia dello scrittore, fatta eccezione per gli ovvii e non caratteristici scambi di lettere in voga, è generalmente conservata, e la fedeltà e la correttezza, trattandosi specialmente di stranieri, interpreti molte volte di forme dialettali italiane, si può credere, nella massima parte dei casi, raggiunta. Piccole anormalità non scemano nulla del merito al solerte e dotto editore (1).

Com'è naturale, il primo volume oltre un'introduzione particolare alla nunziatura del Vergerio, ne contiene altra d' indole più generale, in cui il Friedensburg esamina, tra l'altre cose, l'origine del titolo di nuncius, riconoscendola ne' primi decenni del secolo xvi, ove peraltro esso non ebbe l'effettivo valore che acquistò poi in seguito, quando cominciò coll' intitolazione particolare d'orator et nuncius a conseguirla. Crebbe poi secondo l'importanza dell'uomo, degli affari che gli vennero alle mani, della maggiore o minor congiunzione che intercede fra la Chiesa e il Governo presso al quale il nuncio era accreditato, come successe colla repubblica di Venezia e colla Spagna, presso cui il nunzio fu anche collettore per la Camera apostolica. Già da' tempi d'Adriano VI, l'Eck aveva scritto di Germania esser utile « ut S. D. N. continuum nuncium haberet in curia arciducis ». Ma le prime corrispondenze de' nuncî, come interviene quando una istituzione s'inizia per via di fatto più che con norme preconcepite, quando anche le residenze stabili di diplomatici andavano lentamente pigliando piede per necessità e senza norma negli stessi Stati laici, non facevano capo agli archivi della Santa Sede; si serbavano o si perdevano tra la corrispondenza domestica de' nunzî; passavano nelle famiglie de' pontefici, fra le carte de' cardinali nipoti, che per lo più erano in diretta relazione con essi; finchè nel 1537 per merito d'Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III, e vicecancelliere, s'introdusse la salutare innovazione che la corrispondenza co' nunzî fosse tenuta per mezzo degli officiali della curia; onde questa perdette il carattere quasi particolare che aveva avuto per l' innanzi, fu regolata e conservata con certezza e per norme e con regolarità d'officio. Venendo poi alle particolari nunziature del Vergerio e del Morone

(1) Per es. (I, 206) ove « gosso » non è: « so viel als gobbo, buckel; ma piut tosto è gozzo schlund, kropf".

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il Friedensburg dà notizia dei mss. dell'archivio Vaticano di cui si giova, di quelli della biblioteca Vaticana e della Vallicelliana di Roma, delle carte Cerviniane nell'archivio di Firenze, e della Marciana di Venezia, delle carte Farnesiane di Napoli e di Parma di cui trae partito. Innanzi ad ogni documento è dato il sommario esattamente redatto in tedesco: poi segue l'annotazione che ragguaglia del ms.; dove i dati meritino comento, questo si trova, dichiarativo o rettificativo, a' piedi della pagina, o rinvia a documenti anteriori o a successivi. Com'è noto, le corrispondenze dei due nunzî si conseguitano e coordinano. Dove il Vergerio o Verzeri lascia, ivi il Morone incomincia; animati entrambi da zelo fervente per l'unità formale della religione romana che si veggon crollare dattorno per ogni dove, che speran di risaldare colla riunione d'un generale concilio a cui stimolano i papi ritrosi, i principi e i popoli di Germania diffidenti, sobillati da Francia che, triturati nelle divisioni della fede, li spera deboli; mentr'essi lentamente riescono invece a quella intima fortezza che è il più grande portato della legge cristiana, la fortificazione e il perfezionamento della coscienza individuale.

Lo spettacolo che passa sott'occhi nel percorrere le due nunziature è presso a poco identico. I poveri nunzi si lusingano con espedienti, assoldando con largizioni di benefici i poveri letterati difensori dell'opinioni cattoliche, Erasmo, il Cocleo, il Nausea, l' Eckio, il Glareano, di riuscire a trattener la fiumana; visitano principi, concedon favori, benefici; vendon parole, apparecchiando la riunione del concilio, che non sanno se riuscirà a tenersi a Mantova, a Torino, a Piacenza, a Bologna. Intanto veggono i popoli sbandarsi in mille opinioni diverse, i senati delle città come Augusta e Norimberga favorire per ogni verso l'eresia; le credenze le più varie non cercar neppure di ricoprirsi del nome di setta; in Moravia celebrano il sabato giudaicamente (I, 97); luterani e rebattezzati si uniscono insieme a danno di cattolici (I, 222); i Boemi a' 6 di luglio fanno solenne festa in memoria di Huss (ib. 275). « Le cose di questi luterani », scrive il Morone, « sono trattate con tanta diligentia et sollecitudine «< che ogni hora pigliano qualche augmento et hanno tanto ardire «< che non solo sollecitano li principi seculari a declinare dalla Sede « Apostolica, ma ancora li capi chiericati et grandi prelati di queste <«< chiese di Germania et li proponeno di lasciarli principi ne' loro <«< dominii et esser confederati con essi purchè vogliano pigliar moglie (II, 189). All'Aleandro scrive parimente crucciato: «< questa peste ha << preso assai maggior augmento per quanto si po vedere, perchè <«< essendo licito ad ognuno credere ciò che vogliono non solo ne li paesi ove li principi sono contaminati, ma anchora in quelli in

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«< cui sono catholici, li popoli sono talmente confusi, che non sanno << a quale opinione si debbano accostare » (II, 8;). Che mutazione grave di secolo non è questa in cui pare estrema miseria che ciascuno pensi ciò che vuole, quando Tacito invece celebrava come rara felicità di tempi quella: «< ubi sentire quae velis et quae sentias << dicere licet » (Hist. I, 1)?! Per questa libertà inusata e confusione di opinioni appunto non si ordinano più preti. Il contagio si dilata dovunque. Quando il Würtemberg cade in mano ai luterani, il Vergerio esclama: «stava per antimurale di Tirol »; ora teme per questo e per la Svizzera (I, 255); dallo Studio di Vittemberga si stende il luteranismo in Polonia (ib. 291). E più oltre (p. 301): «Ho inteso che in << Trieste, che è città della nostra Italia et giace ai lidi del nostro mare << Adriatico, pullulava molto bene il lutherismo, preso per il com<< mertio di Germania »; e teme per Pirano e per tutta Italia. Frattanto mentre Ferdinando re de' Romani è tenuto in iscacco da Giovanni Zapolya, vaivoda, mentre Carlo V è alle prese col corsaro Barbarossa, mentre il Turco minaccia Clissa in Dalmazia, mentre il re d'Inghilterra s'aliena ferocemente dalla Santa Sede e manda cardinali al patibolo, fa sorridere la illusione tutta teologica del Recalcati, che dopo la vittoria di Carlo V a Tunisi, scrive ingenuamente al Vergerio: « già si spera e tiensi per fermo che, volendo Sua Maestà <«< Cesarea seguitare la impresa, ne hauerà total victoria et vederemo << a' giorni nostri anche la Turchia redutta a la vera fede chri<< stiana, che Dio ci presti gratia! » (I, 474). Del primo volume del resto il più bel documento è la lettera del Vergerio al Recalcati stesso in cui descrive l'incontro suo con Lutero, noto già per l'edizione del Cantù (Eretici d'Italia, II, 107-12) e del Laemmer (Anal. Vat. pp. 128-36). Del secondo ci sembra importante la risposta data in appendice (341-421) ai Centum gravamina Germanorum che il Friedensburg con buone fagioni (pref. t. II, p. 111) ascrive a Tommaso Campeggi vescovo di Feltre. O. T.

Vittoria Colonna marchesa di Pescara. Supplemento al carteggio, raccolto ed annotato da Domenico Tordi, con l'aggiunta della vita di lei, scritta da Filonico Alicarnasseo. Torino, Ermanno Loescher, 1892. I-128.

Migliore fortuna non poteva toccare al libro di Alfredo Reumont intorno a Vittoria Colonna sotto questo aspetto, che fu il primo lavoro organico che ha dato occasione a tanti altri lavori, i quali fi

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