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di Martino del Borgo a S. Lorenzo (1), prima cherico della Chiesa, indi Cappellano salariato, e l'anno 1278. Canonico; onde si arguisce, che egli fosse eletto dal Capitolo, e non per via di Bolle di Espettativa. Il catalogo del nostro Ducci (2) gli dà per principio del suo Priorato il 1286. trovandosi nominato come Priore la prima volta in quell'anno nei nostri ricordi; ma è credibile, che egli fosse eletto nel 1285. dopo la morte del suo antecessore, essendo allora solito il Capitolo, come s'è altrove osservato, di eleggere il nuovo Priore nello stesso giorno della morte, o della renunzia del vecchio, qualora non fossero state antecedentemente esibite Grazie di Espettativa. Era questi un Soggetto di una particolare estimazione, e assai benemerito della sua Chiesa, per cui aveva molto operato, e come uomo pratico degli affari era stato più volte Ĉamarlingo, e Sindaco, e l'anno 1277. dichiarato dal Capitolo pe' suoi negozi procuratore nella Curia Romana. In un nostro contratto del 1279. si legge che un certo Oddone di Enrico da Signa trovandosi infermo fà una pubblica confessione d'essere incorso nella scomunica per aver messo le mani addosso ad Ambrogio (che fù poi Priore), e a Ranieri, Canonici di S. Lorenzo, spingendogli, e urtandogli con violenza; e si esibisce pronto a dar loro tutte le soddisfazioni, che fossero di ragione: laonde ambedue i Canonici, pregandogli esso umilmente, gli rimettono l'ingiuria, rinunziando ad ogni azione, che potessero avere contro di lui .

Vacando il Vescovado Fiorentino (3) l'anno 1286. fù fatta

(1) Che egli fosse nativo del Borgo a S. Lorenzo, si ricava da una nostra carta di procura dell'anno 1286., in cui si legge: Coram dignissimo Viro Ambrosio Priore S. Laurentii de Florentia, de Burgo S. Laurentii.

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(2), Il Ducci qui più volte rammentatofè molto benemerito del nostro Archi- Jaz

della Biblioteca Laurenziana, di cui coll' ajuto di periti Soggetti descrisse nuovo Catalogo, e più completo degli antecedenti, quale fù dato alla luce dal Montfaucon nel T. 1. Bibliotheca Bibliothecarum MSS. impressa in Parigi nel 1739. in fogl. pag. 239. 413. Fù il suo ritratto posto nel nostro Capitolo trà gli altri illustri Soggetti, di cui in ogni tempo ha abondato la nostra Basilica „. Francisci M. DuccI

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Florent. Sacerdot. hujus Ecclesiae Bibliographorum suae aetatis omnium Ore commendati. De Bibliotheca, & Archivo Basilicae S. LaurentI studio labore industria benemerentiss. a Benedicto Anderlinio hanc donatam effigiem Canonici Ann. R. S. MDCCLIX. collocari in Capitulo honoris & grati ani. mi causa raro exemplo mandarunt „.

Obiit VII Kal. Septem. Aer. Christ. anno MDCCIIXX.

(3),, Egli stette vacante dodici interi anni, attese le ostinate discordie dei Canonici Fiorentini in dovere eleggere dopo la morte di Giovanni de' Mangiadori il nuovo Vescovo: tantochè il Sommo Pontefice Onorio IV. mossosi a provvedere

nella Chiesa Maggiore una generale adunanza di tutto il Clero per eleggere alcuni procuratori, i quali in nome di tutti trattassero diversi affari della Diocesi. Il Lami (Mem. Eccl. Flor. T. II. pag. XV.) in una nota all' estratto dell'istrumento, che egli riporta di quest' adunanza, (Ivi T. II. pag. 1134.) vedendovi descritti soli quattro Canonici Fiorentini, giudica che pochissimi componessero allora quel Capitolo: e aggiunge, che trà le Parrocchie urbane non vi si trova nominata la Basilica di S. Lorenzo. Ma egli non osservò, che i quattro Canonici intervennero come rappresentanti tutto il Capitolo, nella maniera che alcuni Pievani v'intervennero per se, e pe' loro Canonici; e alcuni Rettori per la loro, e per altra Chiesa. Che il Capitolo Fiorentino non fosse allora composto di pochissimi Canonici si vede in un' istrumento dell' anno 1299. riportato dallo stesso Lami (Ivi T. I. pag. 530.), in cui per un'imposta ordinata da Bonifazio VIII. son tassati tutti gli Ecclesiastici della Diocesi, trà i quali si leggono i nomi di tredici Canonici di quella Chiesa. Quanto poi al non vedersi nominata la Basilica di S. Lorenzo, egli pure non osservò, che v'è descritto frà gli altri un Prete Buonsignore, Rettore della Chiesa di S. Margherita d' Asciano nel Piviere di S. Gersolè, e insieme Canonico di S. Lorenzo, il quale vi si dice intervenuto per la sua Parrocchia, e come procuratore della sua Canonica.

Attentissimo il Priore Ambrogio al buon governo della sua Chiesa, unitamente co' suoi Canonici fece alcune nuove Costituzioni. per provvedere all' utilità della medesima, e al suo maggiore avanzamento nello spirituale, e nel temporale, le quali furono approvate, e confermate dal Vescovo Fiorentino Andrea de' Mozzi, e pubblicate l'anno 1287., e si trovano inserite nelle Costituzioni del 1369. Vi sono nominati col Priore nove Canonici, cioè Diedi, Ranieri, o Neri, Buonsignore (1), Alamanno, Salvi Ormanni, e Giovanni, Preti, Ranieri Ghiberti, e Guelfo della Tosa, Suddiaconi, e Aldobrandino de' Cavalcanti Accolito (2). In queste Costituzioni, dopo

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alla lunga vacanza di quella Chiesa l'anno 1286. ne fece l'elezione nella persona di Frà lacopo da Castelbuono Religioso Domenicano posposti tutti i Canonici, i " quali per quella volta privati furono dell'antico loro diritto di eleggere il Ve

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SCOVO

(1) E' quegli, che, conforme si è osservato di sopra, era un tempo Rettore della Chiesa Parrocchiale di S. Margherita d' Asciano.

(2) Questi nel tempo stesso era Canonico Fiorentino fin dal 1268., come si ha

essere state esaminate l'entrate della Chiesa, gli obblighi, le spese, i debiti, e tutte le altre circostanze necessarie, fù stabilito in primo luogo, che il numero de' Canonici fosse in perpetuo di nove; che il Priore, e i primi sette Canonici fossero Preti, l'ottavo Suddiacono, e il nono Diacono; che niuno oltre il detto numero, o costituito in altri Ordini, potesse essere eletto Canonico, salva però sempre l'autorità apostolica; che ciascuna Prebenda Canonicale avesse aggiunto il peso dell' Ordine statole assegnato; e che, siccome allora succedevano i Canonici per ozione nelle Prebende vacanti, quelli che fossero succeduti prima d'aver ricevuto l'Ordine, di cui avea il peso la Prebenda ottava, non potesse conseguirne i frutti, i quali dovessero andare in utilità della Chiesa.

Inoltre, per evitare quelle discordie, che suol partorire l'avere i beni in comune, fù determinato, che il Priore, e i Canonici avessero le loro Prebende distinte in terre, e in case, e conseguentemente a ognuno di loro con una nuova assegnazione fù destinata la sua, col fargli la descrizione dei beni a ciascuna appartenenti, nella quale occasione furono cambiate al Priore in beni stabili le venti lire Pisane annue, in cui consisteva la sua Prebenda.

Intorno ai Mortori fù stabilito, che i legati lasciati in oro, in argento, in danaro, e in altri ornamenti di qualunque sorte, si convertissero in vantaggio della Chiesa. Le oblazioni poi de' morti, che si facevano o in danaro, o in cera, e si davano a mano, le ricevessero interamente, e per egual porzione il Priore, e i Canonici, che fossero andati ad accompagnare il cadavere alla Chiesa, e fossero stati presenti all' esequie, e agli ufizi del funerale. Quelli poi, che non essendo andati ad accompagnare il Cadavere, fossero intervenuti all' esequie, o agli ufizi del funerale, participassero per egual porzione della cera, ma non del danaro; scusati però gl'infermi, e quelli, che fossero attualmente impiegati nel servizio della Chiesa. In piè di queste Costituzioni è riportata la copia d'una Bolla di Nic

dal Catalogo del Canonico Salvini, in cui si vede decorato, siccome Dottore in legge canonica, del titolo di Maestro. Era anche Canonico Fiesolano; e come tale fù destinato dal Cardinal Portuense Matteo d' Acquasparta Legato Apostolico nel 1297. generale amministratore del Vescovado di Fiesole nell'occasione, che il Vescovo di quel tempo era stato chiamato a Roma, e sospeso dalla Sede Apostolica dalla totale amministrazione della sua Diocesi. Fù Cappellano eziandio di Clemente IV., del B. Gregorio X., di Martino IV., e di Bonifazio VII. Morì nel 1297.

colò IV. data il dì 5. d'Aprile dell'anno 1291. diretta al Priore, e Capitolo della Chiesa Secolare di S. Lorenzo, in cui alle loro istanze approva, e conferma la determinazione fatta da essi, che il numero de' Canonici fosse di nove: che il Priore, e i primi sette Canonici fossero Preti, e gli altri due, uno Suddiacono, e l'altro Diacono; e che non fosse capace di succedere in una Prebenda vacante, chi non avesse l'Ordine a quella annesso e finalmente stabilisce, che la Chiesa sia contenta di quel numero di Canonici, se le rendite di essa non si aumentassero a un segno da poterlo accrescere.

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Dalla descrizione che si fà in queste Costituzioni la prima volta di nove Canonici, dove per l' addietro non erano più che sei, apparisce, che il Capitolo veduto ridotto, come può giudicarsi, di miglior condizione il patrimonio della Chiesa, coll'approvazione, e la confermazione del Vescovo Fiorentiistituì de' beni di esso tre nuovi Canonicati in titolo di benefizi ecclesiastici, come costa dal vedersi descritte quì nove distinte Prebende col nome a ciascuna del Canonico, al quale era stata assegnata (1). E questi, e gli altri sei sono i nove antichi Canonicati della Chiesa di S. Lorenzo, che ancora esistono, i quali con una successione non interrotta si mantennero di questo numero fino all'anno 1428., in cui si cominciò da persone secolari a fondarne dei nuovi.

Un' altra memoria ci somministra l'estratto del Priore Bozzolini, ed è, che l'anno 1296. gli Ufiziali della Torre del Comune di Firenze, i quali presedevano alle strade, e alle pubbliche fabbriche, fecero una deliberazione, che si mettesse una via nuova rimpetto al Borgo la Noce per le case del Capitolo di S. Lorenzo; il quale reintegrò il Comune di un certo luogo presso il campanile. Questa via dalle case di dominio del Capitolo, che la formavano, fù detta la via de Preti, ed era situata orizzontalmente dietro alla vecchia Chiesa, disfatta poi, come si dirà, nel doversi rifare la nuova.

Nell'anno 1297. ebbero il loro principio nella Chiesa di S. Lorenzo le Cappelle istituite in titolo di benefizi perpetui le quali son dette le Cappelle corali a differenza dei semplici

(1) Le Prebende del Priore, e dei nove Canonici, dopo le diverse assegnazioni, son tutte piantate sù i beni donati alla Chiesa di S. Lorenzo, nel Popolo di S. Marco Vecchio dal Pontefice Niccolò II. l'anno 1059.

benefizi, per l'obbligo, che hanno di assistere quotidianamente al coro. La prima di queste fù ordinata da Durante di Fendi Anchioni del popolo di S. Lorenzo in virtù del suo testamento dell'anno 1295., il quale lasciò al Capitolo i fondi per essa necessari, e nomninò per primo Rettore della medesima Prete Angiolo di Arezzo, che stava per Cappellano nel Duomo di Firenze, e ne donò il padronato al Capitolo. Ne' tempi indietro quelli, che si trovano nominati Cappellani, non erano Beneficiati, ma solamente Preti salariati perpetui, eletti dal Capitolo per servizio della Chiesa, e della Cura. Nell' istrumento dell' istituzione di questa Cappella sono espresse le obbligazioni, alle quali il Rettore era tenuto secondo la mente del Testatore, cioè, che egli non potesse godere nel tempo stesso altro benefizio; che dovesse celebrare ogni giorno nella sua Chiesa la Messa per l'anima del Fondatore, e de' suoi congiunti, assistere quotidianamente al coro, e fare nel suo turno, come i Cappellani salariati, l'eddommada. (1) Appresso vi si dichiara, che il Cappellano fosse in libertà o di prendersi, o di rilasciare al Capitolo le rendite della sua Cappella, e che ri-lasciandole, il Capitolo dovesse senza alcuna difficoltà somministrargli quotidianamente un decente vitto, e pagargli ogni anno nel mese d'Agosto dieci lire pel suo vestiario, e trattarlo negli utili avventizi, come i Cappellani salariati perpetui (2).

Poichè nell' istituzione di questo primo benefizio corale si osserva, che piacendo al Rettore di esso di rilasciarne le rendite al Capitolo, dovea questo somministrargli ogni giorno un decente vitto, si ha la certezza, che dopo essersi tralasciata in S. Lorenzo la Vita Comume, vi rimase aperta la cucina per l'uso della famiglia. E di qui si può ragionevolmente congetturare, che di questo comodo non solamente ne potessero go

(1) L'uso del farsi per turno l' eddommada da un ceto di Sacerdoti destinati al servizio di una Chiesa è antichissimo, trovandosi ricordato in un Concilio Provinciale di Tarragona dell'anno 516. al Canone settimo.

1) Debeat ordinari Praebenda ex cujus fructibus, qui pervenire debeant ad ipsum Cappellanum, alimenta percipiantur; vel ad ipsum Capitulum per veniant fructus, si Cappellanus hoc elegerit. Tunc de bonis Ecclesiae teneantu Prior, & Capitulum subministrare dicto Capellano alimenta decentia sine difficultate. Insuper tractent eum in obventionibus Mortuorum, & Oblationum &aliarum rerum, quae dari consueverunt, sicut unum ex aliis Capellanis &c. Et quod dictus Capellanus pro vestimentis, & calceamentis suis perci piat singulis annis de bonis dictae Ecclesiae S Laurentii per manus Camerariorum dictae Ecclesiae de mense Augusti, libras decem. Ex Instrum. fundat.

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