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lí (1), Martelli (2), e Marco di Luca (3), e queste Cap ,, pelle si avevano a fare nella Croce. Fin qui il Vasari. In questo racconto si osserva, che due volte, e con diverso disegno, fù intrapresa la nuova fabbrica della Chiesa; la prima volta dal Capitolo, e dai Popolani col disegno del Priore; e la seconda dai Medici, e da alcuni Cittadini della Parrocchia col disegno del Brunellesco. Quando si cominciasse la prima fabbrica non costa dai nostri monu menti; ma si ricava con sicurezza da un'istrumento dell' anno 1440. (4), che contiene una relazione del principio, e d'alcune circostanze a quella appartenenti, fatta dal Priore d'allora; il quale afferma, che essendo egli Canonico nel tempo del Priorato di Matteo Dolfini, intorno all'anno 1419. si cominciò a fondare la Cappella maggiore, che il Capitolo avea preso a fabbricare a sue spese (5). Alzata che questa fù alcune braccia da terra, e cominciatisi i pilastri di mattoni, passò a miglior vita l'anno 1420. il Priore Dolfini, e gli succedè Benedetto della nobile Fiorentina Famiglia degli Schiattesi, il quale era stato eletto Cappellano: nel 1400., indi Canonico nel 1413.

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Frattanto Giovanni d'Averardo, detto Bicci de' Medi

(1) I Marignolli non concorsero alla fabbrica d'una Cappella della Crociata, ma ad una delle Navate.

(2), Non i soli Martelli concorsero alla fabbrica d'una di queste Cappelle, ma insieme con essi gli Aldobrandini, e i Taddei, tre delle quali Famiglie erano al lora Operai della Chiesa, e di tutti e tre, siccome di ugualmente Patroni, vi se ne vede l'arme nella volta. E' il vero, che i soli Martelli fecero l'Altare, e v'è apposta la loro atme. Di quì è che ella si chiama la Cappella degli Operai. (3) Questa era una Famiglia detta dei Bartoli, o de' Corsi di Bartolo. (4) Si conserva nel pubblico Archivio ne' Protocolli di Ser Angiolo di Cinozzo Cini. Questo monumento comunicatomi dal Manni, non poteva esser più opportuno al mio bisogno, per darmi nell' oscurità, in cui mi trovava, quei lumi e quelle sicure notizie, che mi mancavano in dover parlare della nuova fabbrica della Chiesa; intorno al cui principio alcuni Scrittori hanno preso qualche sbaglio.

(5) Il Capitolo volle fabbricarla a sue spese per averne il Padronato nella nuova Chiesa, come avealo avuto nella vecchia; onde é falso quel che afferma il Migliore nelle sue Miscellanee, seguitato dal P. Richa, che ne fossero Patroni i Rondinelli, ai quali si legge, che l'anno 1391. fù conceduta dal Capitolo una Cappella accanto alla maggiore dal lato destro, ove l'hanno anche al presente, sotto il titolo di S. Concordia, e in fatti in quell'anno fù dipinta la tavola, che essi vi collocarono, la quale ancora vi si conserva. Lo sbaglio lo prese il Migliore dall' aver veduto un testamento d' Alessandro di Ghino de' Rondinelli dell'anno 1383. il quale ordinava, che si edificasse, e si perfezionasse a spese della sua eredita la Cappella maggiore della Chiesa, che doveva ingrandirsi; la qual disposi zione, come si vede, non ebbe effetto.

ci, al quale il Brunellesco aveȧ biasimato in più cose la vegliante fabbrica, come ideata da persona poco intendentesi d'architettura, e che era stato dall' esortazioni di quello animato a intraprendere come ricchissimo un' altra fabbrica assai più magnifica, risolvè secondo la promessa fattane, unitamente con Cosimo, e Lorenzo suoi figliuoli, e colle Famiglie nominate dal Vasari, di metter mano all'opera ; e ne fece fare il diegno a quel celebratissimo Architetto (1). Che questa sua risoluzione seguisse nel 1421. si può arguire da un libro del Camarlingo di quell'anno, ove si legge questa partita,, A dì 10. d' Agosto. Per libbre dieci cialdoni, per ,, pesche, e finocchio, e noci schiacciate, per la seconda colazione (2), che si fece in casa Ser Neri (3); e fuvvi il Vicario, e gli Operai, e i Maestri, che s'andò detta ,, sera, e detto il Vespro, a Processione; ed ognuno e Prio"re, e Canonici coll' Ulivo in mano; e posoronsi dietro al ,, campanile, (4), ed ognuno diede una marrata (5) dove si debbon fare i fondamenti. Or questi fondamenti da farsi sembra non poter mettersi in dubbio esser quelli della fabbrica, che si doveva intraprendere dai Medici, non potendo intendersi di quei della prima, alla quale si sà di certo, che fu dato principio à spese del Capitolo circa il 1419: Oltredichè dovendosi atterrare, secondo il decreto fatto dal

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(1) La Chiesa di S. Lorenzo fù la prima, che il Brunellesco prendesse a fabbricare secondo l'antica buona architetturà d'Ordine Corintio, con gli archi semicircolari; quale si vede nelle nostre Chiese di S. Miniato al Monte, e de' SS. Apostoli, siccome quegli, a cui premeva di rimetterla in piedi, per toglier di mezzo la barbara Tedesca, o sia Gotica, che introdotta con poco buon gusto in Italia nel Secolo dodicesimo, era universalmente in us; secondo cui erano state fabbricate nella nostra Città le Chiese del Duomo, di S. Maria Novella, di S. Croce, ed altre.

(2) Dopo il primo, e secondo Vespro delle Feste di S. Lorenzo, e di S. Concordia si costumava allora di farsi una colazione al Priore, e ai Canonici nel comune refettorio.

(3) Questi era un Canonico, in casa del quale si fece quell'anno la colazione. (4) Cioè dietro alla Chiesa vecchia, a livello del capo della quale era situato il campanile.

(5) Questo percuotersi con una Marra il suolo, dove aveano farsi i fondamenti, ci è rappresentato in una finestra del Coro di S. Maria Novella di Firenze, nella quale è effigiata in alto la Beata Vergine in una nuvola, da cui cade copia di neve, e a basso S. Liberio Papa Pontificalmente vestito, con in mano una Marra, in atto di percuotere il terreno ricoperto di neve, dove aveva a fab bricarsi la Chiesa di S. Maria Maggiore di Roma; secondo che ci suppongono le Lezioni del Breviario sotto il di s. d' Agosto.

la Repubblica nel 1418., quelle case poste nella via de' Preti dietro alla Chiesa, che avrebbero impedita la fabbrica, la maggior parte di queste furono atterrate nel 1422., e l'altre nel 1424., come apparisce ai libri de' Camarlinghi di quegli anni.

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Fattasi dunque coll' accennata cerimonia la benedizione, come sembra, del luogo dei fondamenti, e atterrate le case da atterrarsi, fù poi messo mano al lavoro della nuova fabbrica ; lasciata però in piedi la vecchia Chiesa, per conservarla il: più, che fosse possibile all'uso delle Sacre Funzioni (1): perocchè essendo stata incominciata la nuova un lungo tratto dietro a quella, non poteva quella per qualche anno essere d'impedimento al fabbricarsi una buona parte della nuova. E quì è da osservarsi, che la Chiesa vecchia si stendeva per la lun-. ghezza dalla porta maggiore (2) fino a presso le porte laterali della nuova, e ciò si deduce sicuramente da un nostro istrumento dell'anno 1465., in cui, nel doversi assegnare a Bernardo d'Antonio di Giovenco de' Medici (3) un luogo nella Navata per Ja parte di tramontana, ove potesse egli fabbricare per se, e per la sua Famiglia una Cappella (che è quella sotto il titolo di S. Anna, contigua alla porta di fianco) vi si dice, che gli si assegna quel sito ove si alzava la torre delle campane, non per anche atterrata, la quale, come s'è notato altrove, era piantata a livello del capo della Chiesa vecchia per la parte sinistra; talmentechè in quello spazio, che è trà la Cappella di S. Anna, e il fondo del Coro, poteva fabbricarsi comodamente, almeno tutta la Crociata colle sue Cappelle, e la cupola, coi quattro pilastri della Chiesa nuova, senza atterrare la vecchia.

Un caso assai lacrimevole scrive il Migliore essere accaduto l'anno 1423. nella Chiesa di S. Lorenzo: ed eccone il

(1) Cosi furono conservate lungamente all' Ufiziatura le due vecchie Chiese di 5. Reparata, e di S. Croce, nel rifarsi le nuove; fabbricandosi frattanto quel più, che si poteva per la parte superiore, come della prima si raccoglie dall' Ammirato (Ist. Fior. T. II. lib. 8.), e conforme scrive della seconda Giovanni Villani (Lib. VIII. Cap. 7.)

(2) La porta maggiore della vecchia Chiesa, era ivi appunto, ov'è quella della nuova, avendo ordinato la Repubblica, che tutto l'acerescimento di questa si fa cesse per la parte posteriore di quella, e ciò per non accorciare la piazza.

(3) Del ramo dei Medici detti di Bernardetto, che hanno l'antico, e il mo derno loro Palazzo in Via Larga, e che nell' estinzione della Casa Reale, furono con un ricco Legato riconosciuti per gli Agnati più prossimi a quella..

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suo racconto. » Comprendendosi la Chiesa di S. Lorenzo d' un'antichità, che passava mille anni, senza mai correr fortuna di restaurarsi (1), minacciando rovina, come accade ec. ella come venisse a cangiar sembiante, e la spoglia vecchia in quell' onoratissima fabbrica, che oggi si vede, non sarà se non bene ridirne il caso, che ne diede il motivo. Erasi conservata viva la memoria di quella promessa fatta da S. Ambrogio alla Città, per la quale volendosene implorare l'aiuto, allorchè conveniva far gagliarda difesa contro all'Arcivescovo di Milano (Giovanni Visconti) la Signorìa di quel tempo eresse quivi nella Chiesa vecchia in onor suo ,, una Cappella (2); dove ritornate, che furono nel 1423. le armi in campo contro un fierissimo Principe pur Milanese, "Filippo Maria Visconti ; e in sul vigor della guerra ricorso il popolo con straordinario apparato di lumi a quell' Altare, s'attaccò fuoco alla soffitta, e senza riparo rese la Chiesa, che era già arsa dal tempo, e consumata dagli anni, contaminata per modo, che costrinse a pensare a cosa maggiore, e a rimuoverne la pianta, non senza comun dispiacere, per doversi distruggere un luogo si venerabile, e di tanta me

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moria

D'onde il Migliore abbia tratto la notizia di quest' incendio, chi vuol saperlo? Egli non celo dice, obbligandoci così a crederlo sulla semplice sua asserzione, Primieramente è da notarsi nel suo racconto, che egli afferma, che la Chiesa di S. Lorenzo contava allora più di mille anni d'antichità, senza aver mai avuto bisogno d'esser restaurata: ma ciò è falsissimo; perocchè, quantunque sia vero, che ella di quel tempo contasse più di mille anni dalla sua fondazione, era però stata ri

(1) In questo medesimo errore di credere, che la Chiesa di S. Lorenzo, allorchè fù rifabbricata nel secolo XV., contasse più di mille anni d'antichità, e che la sua prima rinnovazione fosse fatta dai Medici, fù il Borghini (Discorsi Part. II.) e con esso anche il Lami. (Lezioni di antichità della Toscana ec. T. I.). Ma tanto ambedue, quanto il Migliore, son compatibili, non essendo nota loro la Bolla di Niccolò II., che è la sola, per cui si abbia la notizia del quando ella fù rifatta. Il Lami però avutala sotto gli occhi, ebbe luogo di ricredersi, e la riporta nei Monumenti della Chiesa Fiorentina T. II. pag. 934.

(2) Dell' erezione di questa Cappella, io non ne trovo memoria nè nelle Ri formagioni tra i provvedimenti della Repubblica, ne appresso di noi: e tralle molte Cappelle della Chiesa vecchia, che son nominate, non sene vede una sotto il titolo di S. Ambrogio. Può essere che vi fosse, e che sia stata tralasciata nci nostri ricordi.

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fatta di pianta dai Fiorentini sulla metà dell' undecimo secolo come si è veduto al suo luogo; onde essendo scorsi poco più di tre secoli, e mezzo dalla sua totále rinnovazione, non poteva dirsi arsa dal tempo, e consumata dagli anni, e che perciò minacciasse rovina. Appresso egli aggiunge, che dall' incendio presero motivo i Fiorentini di pensare a rifarla d'una struttura assai più magnifica. Ed anche quì è in errore; poichè, conforme abbiamo sopra notato, il Capitolo, ei Popolani, aveano molto antecedentemente pensato di rifarla più grande, e più bella; secondochè cene fanno fede e l'Indulgenza conceduta l'anno 1384. dal Vescovo Fiorentino a chi avesse contribuito a questo pensiero colle limosine; e i due mentovati decreti della Repubblica degli anni 1415., e 1418., e l'essersi incominciata dal Capitolo circa il 1419. la fabbrica della nuova Cappella maggiore; e l'impulso, che diede il Brunellesco a Giovanni de Medici di riedificarla d'un disegno assai più grandioso del primo; e la benedizione, che fù fatta nel 1421. del luogo, dove aveano a farsene i fondamenti; talchè ne il supposto incendio, ne l'essere ella in stato per la sua grande antichità di minacciare rovina, diedero motivo al pensiero di rifarne una nuova.

Ma prendiamo a esaminare, se questo grande incendio veramente seguisse. Per quanto io abbia letto d' istorie, di croniche, e di memorie di quel tempo riguardanti la nostra Città, non ho trovato chi riferisca questo fatto, che per essere strepitoso, trattandosi di una Chiesa delle più antiche, e più illustri, non era da tralasciarsi di descriverlo dai nostri Istorici. Ho consultato i più periti antiquari, antiquari, e tutti m'hanno confessato di non averne veduta fatta parola che dal solo Migliore (1). Ho scorso partita per partita i nostri libri economici, e i ricordi dell' anno 1423., e non ho trovato farvisi menzione di quest' incendio, ne di cosa, che ne possa dare un minimo indizio; mentre vi si trovano ricordati nel secolo antecedente due piccoli incendi seguiti nella Sagrestia; anzi vi sono le più certe riprove, che la

(1) Quì il Migliore malamente si contradice, avendo detto nello stesso ragionamento sopra la Chiesa di S. Lorenzo, che ella fù rifatta l'anno 1418., non potendo ciò accordarsi coll' avere ivi pure affermato, che essa nello spazio di mille anni, fino al 1423., non aveva mai avuto bisogno d'essere restaurata, e che al suo rifacimento diede motivo l'incendio.

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