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pie sale, chiamate Cenacoli (1) si adunavano con loro segretamente i fedeli, secondo che apparisce dagli Atti degli Apostoli (2), e successivamente dai Padri, e dall' istoria ecclesiastica, e come cene fanno testimonianza anche gli scrittori Pagani (3). Oltre le case particolari, servirono alle adunanze de' fedeli, nel tempo che più infierirono le persecuzioni, i luoghi sotterranei, e quelle caverne, che dalle tombe vicine, si addomandavano Catacombe, ove vi si veggono tuttavia gli antichi altari, e le sedi pontificali, penetrandovi la luce per alcune aperture fatte nelle volte, nella maniera, che al presente si osserva tralla via Appia, e l'Ardeatina, come si raccoglie da quelli autori, che ci hanno descritto Roma sotterranea.

Fabbricata che fù poi la Chiesa di S. Giovanni, secondo l'opinione oggidì comunissima, ne' primi anni del settimo secolo, fù destinata questa, quando che si fosse, per la Cattedrale, e residenza del Vescovo Fiorentino, come di maggiore

(1) Si chiamavano così, perchè anticamente vi si facevano le quotidiane refezioni, che ordinariamente erano cene. In questi Cenacoli dunque, perocchè di grande estensione, quale ci descrive S. Marco quello, ove il Signore fece la Pasqua, Cocnaculum grande, gli antichi Cristiani, dedicatigli prima in Chiesa, si congre gavano occultamente alle loro Sacre funzioni.

(2) Ivi (Cap. I.) si parla del cenacolo di Gerusalemme, a cui vi si dice che si saliva, ove si raccolsero dopo l' Ascensione del Signore gli Apostoli, e altri, fino al numero di quasi centoventi, ad aspettare la venuta dello Spirito Santo, e dove per timore de Giudei si ritiravano cogli Apostoli i novelli Cristiani a farvi le loro Sante adunanze. Un'altro cenacolo ivi pur si rammenta (Cap. XX.) posto in Troade, convertito in Chiesa Cristiana, in cui essendosi congregati una Domenica i fedeli di quella città a ricevervi la Sacrosanta Eucaristia, vi predicò la sera fino alla mezzanotte S. Paolo. Ivi ci si dà la notizia di qual fosse, almeno appresso i più facoltosi, la forma dei cenacoli; imperciocchè raccontandovisi, che mentre predicava l'Apostolo, cadde un giovane da una finestra del terz'ordine, sù cui erasi addormentato, e per la caduta rimase estinto, si deduce, che i cenacoli erano costruiti alla maniera de nostri teatri, cioè a più ordini di palchi, onde potervisi dar luogo nelle feste che vi si facevano a un maggior concorso di popolo.

(3) Nel dialogo intitolato Filopatro comunemente attribuito a Luciano, ma secondo il parere del Ch. P. Berti, di scrittore più antico, e contemporaneo agli Apostoli, è riportata la seguente descrizione fatta da un Gentile per nome Crizia, condotto furtivamente da un Cristiano in uno di questi luoghi segreti, ove si adunavano i fedeli: Pertransivimus ferreas portas, et aerea limina: multis autem superatis scalis, in domum aurato fastigio insignem ascendimus, qualem Homerus Menelai fingit esse. E qui ci si dà luogo di notare, che le Chiese, anche le private, ed occulte degli antichi Cristiani, non erano prive di ornamenti eleganti, di ricca supellettile, e di vasi d'oro, e d'argento; perocchè tuttociò, che doveva servire al Culto di Dio, procuravano i fedeli, mercè delle loro abbondanti offerte, che splendido fosse, e magnifico, e prezioso; siccome cene fanno fede S. Ottato Milevitano (Lib. de Schism. Donatist. contra Parmeniam), S. Agostino (Lib. III. contra Crescon. Cap. 29.), Prudenzio (Hymn. de S. Laurent.), e altri.

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estensione, e di più bella struttura, e più prossima alla Città, di quel che fosse la Chiesa di S. Lorenzo. S. Giovanni (scrive il Borghini nella Part. II. dei suoi Discorsi) per uso pro,, prio de' nostri tempi si chiama Pieve, e non era ab antico così: anzi il titolo della Pieve era di S. Reparata; e-tal si trova in antichi istrumenti più d'una volta. Ed i Canonici, ed altri gradi del Collegio Cattedrale erano chiamati di S. Gio,, vanni, e sotto questo nome hanno i migliori, e più antichi privilegi, e donazioni di beni, che ancora oggi posseggono: il che può ingannare talvolta chi ode que' nomi senza pen,, sare più oltre, credendo, che cotai preminenze sieno per quei, che oggi servono a S. Giovanni, quando sono di quei di S. Maria del Fiore. Anzi egli fù già tempo, quando il nostro Vescovo si chiamava Episcopus S. Ioannis, ed era ,, quello il Seggio Episcopale,, Il Migliore tiene anch'egli per certo nella Firenze illustrata, che S. Giovanni fù già la Cattedrale; quantunque voglia questa Chiesa l'antico tempio di Marte, secondo l'errore ne' suoi tempi comune; e che questo fosse dedicato a S. Giovanni precisamente l'anno 318. sotto l' Impero del gran Costantino, nell'atto che la Città l' elesse per Protettore; il che non è appoggiato ad alcun fondamento, ed è contrarissimo al giudizio de critici.

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Lo stesso scrittore per provare essere stato S. Giovanni la Cattedrale, protesta, che se mai alcuno volesse dare a S. Reparata la preminenza di Cattedrale sopra S. Giovanni, dovea sapere esserci un contratto stipulato nell'occasione, che un Vescovo (1) nel giorno del suo Possesso, per compiacere alle istanze de suoi Canonici, volle cantare in S. Reparata, ove essi risedevano, la prima Messa, contro l'uso, che v'era del doversi far ciò nella Chiesa di S. Giovanni; nel qual contratto si fà una dichiarazione, che con questa novità non si pretende di derogare, o portar pregiudizio alle giuridiche ragioni della Cattedrale (e vuolsi intendere dell' esser considerata la Chiesa di S. Giovanni come Cattedrale anteriore a quella di S. Reparata), alla quale per ricordanza di quel che ella fù una volta, era rimaso il diritto del farvisi quella funzione. Il che prima di lui osservò il Borghini, il quale aggiunge, che questo ri

(1) Questi fù Fra Iacopo da Castelbuono Domenicano, eletto l'anno 1286. La funzione del suo possesso è descritta dal Lami S. E. Fl. Monum. To. III. pag. 1709.

spetto, che usava il Vescovo Fiorentino nel giorno del suo possesso alla Chiesa di S. Giovanni, era tuttavia in vigore verso la fine del secolo decimoquarto; e che egli vi aveva ancora l'antica sua Sede: perocchè facendo il suo solenne ingresso l'anno 1383. il Vescovo Angiolo degli Acciajoli (il secondo di questa famiglia, e di questo nome, che fù poi Cardinale), si narra nella memoria di quella funzione riportata dal D. Lami Mem. Eccl. Flor. T. III. pag. 1720., che egli entrò in S. Giovanni, e si mise a sedere nello Stallo di quella Chiesa, come in suo proprio Stallo (1). Di quì è che questa Chiesa, anche dappoichè di Cattedrale era divenuta Pieve, è appellata da alcuni de' nostri scrittori il Duomo di S. Giovanni, per un uso inveterato di chiamarla così, quale ella veramente fù.

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La ragione poi perchè la Pieve di S. Reparata fosse avuta in conto di Cattedrale nel tempo medesimo, che godeva questo titolo quella di S. Giovanni, ella è, perchè,, non essendo (come nota il Borghini nei Discorsi Part. II. pag "351.) il Duomo di S. Giovanni nelle solenni, e maggiori ,, ragunate di quelle feste, ove i Magistrati colla miglior parte dei cittadini per antico costume intervenivano, capace di ,, tanto popolo; nè si potendo in alcuna maniera senza guastamento della sua leggiadra, ed antica forma allargare, o ,, aggiugnere; e questo non volendo per la sua singolare bellezza in alcuna guisa consentire la Città, furono forzati a servirsi d'altra Chiesa; e si trasferirono in S. Reparata, assai più capace, e di forma più accomodata alle cristiane cerimonie, è che v'era vicinissima;,, e aggiunge appresso e vi fù messa una sedia propria pel Vescovo, non posticcia, o amovibile, ma murata di marmo, per cosa stabile, e ferma ec. non come propria del titolo (quale era quella di S. ,, Giovanni), ma come necessaria per l'uso delle funzioni Con tutto questo però S. Reparata ritenne il suo primitivo titolo di Pieve, con cui si trova nominata fino alla metà del duodecimo secolo.

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Ma per quanto la Pieve di S. Reparata fosse unita come Concattedrale alla Chiesa di S. Giovanni innanzi al 724., come si raccoglie dal diploma di quell'anno del Vescovo Spe

(1) Ubi in Stallo dictae Ecclesiae, tamquam in proprium Stallum, per scmes tipsum intravit.

cioso (1), e collocata vi fosse la Sede Vescovile, e vi facesse il Vescovo col Clero le sacre funzioni, ciò non ostante S. Giovanni fù considerato sempre per la vera Cattedrale, e vi rimase in piedi l'antica Sede, in cui sedeva il Vescovo, come s'è detto, in certi tempi; e i Vescovi, e i Canonici Fiorentini seguitarono a intitolarsi solamente di S. Giovanni fino all' anno 1040., in cui la Cattedrale si vede appellata la prima Chiesa, e Canonica di S. Giovanni, e S. Reparata (2), poi, ora di S. Reparata, e S. Giovanni, ora solamente di S. Giovanni, e ora solamente di S. Reparata, fino a dopo la metà del duodecimo secolo, quando si trova nominata l'ultima volta di S. Giovanni, e S. Reparata; e da indi in poi solamente di S. Reparata, ovvero col titolo di Chiesa Fiorentina, con cui si vede chiamata più volte anche ne' tempi anteriori. Io ho tratto la certezza di queste notizie da un diligente riscontro fatto da me sulle antiche carte, che si conservano trascritte dai loro originali nel ricchissimo Archivio del Capitolo Fiorentino.

Tolto dunque il titolo di Cattedrale alla Chiesa di S. Giovanni, quando questa fù consegnata, e sottoposta alla giurisdizione, e al governo secolare de' Consoli dell' Arte Calimala, o sia de Mercatanti, fù dichiarata Cattedrale assoluta quella di S. Reparata, e allora l'antico titolo, che questa aveva di Pieve, e.con esso, secondo il Migliore, e il Lami (3), anche il Fon

(1) Ivi si legge infra Plebe, et Episcopio Sancti Ioannis, vel Reparatae Martyris, ubi ego Episcopus esse videor.

(2) Notisi quì lo sbaglio del Borghini, e del P. Richa nell'affermare, che S. Reparata cominciò a godere il titolo di Cattedrale insieme con S. Giovanni nel Secolo XII., e il primo precisamente nell'anno 1113.

(3) Il Lami altrove pensa diversamente (Lez. sopra l' Antich. della Tosc. To. 1. pag. 59.) cioè, che i Longobardi fabbricarono la Chiesa di S. Giovanni di figura ottangolare, perchè vi vollero il Fonte Battesimale, il quale di tal figura si forma, avendola destinata per Cattedrale. In fatti dal vedersi S. Giovanni di questa figu ra, anche Girolamo Mei nostro eruditissimo Cittadino, e il Manni, arguiscono, che egli fosse fabbricato apposta per servire di Batistero. Laonde è più ragionevole il credere non che il Fonte Battesimale fosse trasferito in S. Giovanni da S. Reparata, allorchè questa di Pieve passò a essere la Cattedrale assoluta, ma che stato ne primi tempi in S. Reparata, siccome in Pieve, fosse indi trasferito in S. Giovanni a questo fine edificato fin dalla sua fondazione. Il perchè si potrà dire, essersi in gannato il Borghini (Disc. part. II. pag. 352.) in credere, che quando destinata fù S. Reparata a far le veci di Cattedrale in luogo di S. Giovanni, allora fosse trasferito in S. Giovanni il Batistero, e il titolo di Pieve. Che poi S. Giovanni fosse des inato per Cattedrale innanzi a S. Reparata, il Manni vedendolo costruito a Ba tistero, mostra di dubitarne, e di creder piuttosto, che i Vescovi, e i Canonici Fiorentini fossero appellati di S. Giovanni per la sola ragione dell' esser questo Santo il Protettore della Città, detta perciò dal nostro Dante l'Ovile del Batista.

te Battesimale, statovi sempre, siccome in Pieve fin dalla sua fondazione, passarono a quella di S. Giovanni; onde poi si trova frequentemente nominata fino a un certo tempo la Pieve, ei Pievani di S. Giovanni. Finalmente al titolo di S. Reparata, che aveva la Cattedrale, disfatta che ne fù l'antica Chiesa, e rifattane di pianta una nuova, che è la presente, succedè per un decreto della Repubblica dell'anno 1412. il titolo S. Maria del Fiore, o dal Giglio, che è l'Insegna della Città, o dal nome della Città aggiuntovi quello di S. Reparata come Contitolare per ristorare in qualche modo questa Santa della perdita fatta della vetusta sua Chiesa, e conservare così perpetuamente frà noi la memoria, ed il culto.

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Ma torniamo alla Chiesa di S. Lorenzo. Mi par veramente gran cosa, che il Proposto Gori, malgrado tutte le ragioni, e le gravissime testimonianze favorevoli a questa Chiesa, per crederla con tutta la probabilità la prima Cattedrale, abbia voluto dare assolutamente il titolo di Basilica la più antica di tutte alla Chiesa di S. Giovanni, dichiarandola tale, e perpetuandole questo pregio nell' Iscrizione che egli fece apporre sul Presbiterio di essa, in cui leggesi Basilicae omnium antiquissimae.,, Ma questo suo errore fù un effetto (dice il La,,mi) dell'opinione di quelli, che hanno creduto, che ella fosse già il Tempio di Marte ridotto all' uso cristiano, e per ,, questa ragione a tutte l'altre anteriore; quando si sà, se,, guitandosi la certezza dei monumenti, che la più antica di tutte le Chiese Fiorentine è la Basilica di S. Lorenzo. Che il Borghini tenesse anch' egli quest' opinione, essere S. Giovanni il tempio di Marte, e desse la taccia d'ignoranti a quelli, che ardissero d'essere di contrario parere, non da maravigliarsene, se si riguardi a' tempi, in cui egli scrisse, ne' quali ella correva comunemente; nè erano state fatte le osservazioni, che poi si son fatte. Per la qual ragione son compatibili, se la tennero anch'essi, e Dante, e il Boccaccio, e Franco Sacchetti, e i due Palmieri, e Leonardo Aretino, e Angelo Poliziano, e l'Ughelli, e il Migliore, e molti altri. Ma come potranno scusarsi quelli scrittori de tem

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Ma quand' anche questa Chiesa fosse stata fabbricata per Batistero, ciò non proverebbe, che ella non potesse essere destinata per Cattedrale, qual veramente fù; essendocene troppi monumenti, i quali non ci lasciano neppur dubitarne .

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