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biamo riguardare come proprie le angustie e le op« pressure de' prossimi; perciò vi facciamo un assoluto ⚫ comando d'assistere con ogni sforzo al nostro fratello << Atto vescovo e al clero di Pistoia, e d' osservare e << fare osservare rigorosamente nelle vostre diocesi la << sentenza che il medesimo vescovo pronunziò contro quei sacrileghi, o secondo le norme de' sacri canoni sarà per pronunziare quind' innanzi (VII)

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Di più non era mestieri per accendere que' forti petti d'un santo sdegno contro tali attentati d'una fazione da cui riconoscevano le divisioni intestine, e paventavano altre pubbliche calamità. Tal'è lo stile della Chiesa cattolica di contrapporre cioè la potente unione che lega in un medesimo spirito tutti i suoi membri contro le associazioni segrete o palesi, che non mancano mai di stringere i cattivi per attraversare o combattere questa loro odiata nemica, e per opprimere i buoni. Essa ora ha confederato gl' ingegni, ora ha congiunto insieme lo zelo e la pietà d'anime elette, ora ha fatto un appello all'amor patrio d'alcuni popoli e città per respingere i singoli attacchi o per difendersi dalla diversa qualità delle armi impugnate da' suoi avversarii, nel che non è da ravvisarsi che uno de' mille modi con cui ella, Chiesa militante, guida le mille falangi de' suoi combattenti nella grande guerra che dee guerreggiare nel mondo. I veri settarii e faziosi denigrano tutto questo col nome di fazioni di ribellioni o di sette, se volete, rovesciando sulla chiesa tutte le odiose imputazioni che giustamente gravitano sopra di loro. Ma essa frattanto senza darsi briga degli schiamazzi di chi, non la potendo vincere, pretende atterrirla sta ferma sul campo che il Dio di Sabaot le ha dato a guardare: quelli poi ne riportano più volte degli amari ricordi, e s' accorgono di che tempra sia la pietra contro cui s' ardiscono di cozzare.

Pare che anche i consoli di Pistoia, dopo queste protestazioni solenni, ponessero giù la tracotanza, e sebbene un poco tardi, pure finalmente venissero a più sani consigli almeno dai documenti storici non apparisce che si rinnovellassero ulteriori opposizioni, ed anzi possiamo argomentare che in processo di tempo fosse restaurata del tutto la buona armonia tra il vescovo e i magistrati.

CAPITOLO XIII.

COME PER L' ESORTAZIONE DEL B. ATTO
SI CONVERTISSE OLORIO GIUDICE E IL FIGLIO
ARDUINO ED AMBEDUE SI RITIRASSERO A
VIVERE VITA RELIGIOSA COI CANONICI

DI S. ZENONE.

1138.

Omnes qui credebant erant pariter et habebant omnia communia... quotidie quoque perdurantes unanimiter in templo.

ACT. 2. 44.-46.

Tutti quegli che credeano erano insie me e aveano ogni loro cosa in comune.... e ogni dì si congregavano al tempio molti di loro ad adorare con grande unità e perseveranza.

CAVALCA. Volgarizzamento degli Atti apostolici.

Un atto eroico di quella annegazione che ispira la

religione di Cristo, esercitato da due ragguardevoli cittadini pistoiesi, compenserà i miei lettori della spiacevole impressione cagionata a loro dalla gravissima ingiuria e dallo scandalo che recarono alla Chiesa e alla patria i consoli della medesima città.

Il benedetto Pastore rispondendo colla longanimità e colla pazienza all'odio e alle vessazioni de' nemici suoi e della religione, e venendo ai rigidi passi solo in quel

tempo e con quella misura che suggeriva una ineluttabile necessità, convinceva anche i meno benevoli, che sopra di esso nulla potevano le passioni o le pazze vedute dell' amor proprio e dell'interesse, e che l' unico scopo a cui sempre mirava era la gloria di Dio e il bene delle anime.

Per tutto questo e per gli esempii d'una vita consumata in opere continue di carità, le parole del santo acquistavano tale efficacia da farsi padrone di tutti i cuori, e disgustargli del mondo, staccargli da questi beni fuggevoli ed apparenti, innamorargli di Gesù Cristo.

Fra coloro che maggiormente furono presi dagli esempii e dalle esortazioni del b. Atto, fuvvi un tale Ollioro od Olorio giudice, il quale, datosi a meditare sulle grandi verità della religione, e specialmente sui terribili giudizii di Dio che ne attendono in una vita futura, si determinò d'abbandonare il mondo, e tanto vivamente seppe rappresentare la nullità delle cose terrene e l'importanza delle celesti anche ad un suo carissimo figlio che trasse lui pure nella magnanima risoluzione di lasciar tutto e dedicarsi intieramente al Signore. E come gli antichi cristiani rinunziavano ad ogni cosa per amore di Gesù Cristo, e la ponevano in comune perchè niuna diversità o divisione fosse in quel corpo verginale della Chiesa nascente, così questi due fervidi convertiti afferivano a Dio e alla Chiesa di s. Zenone per mano del b. Atto la maggiore e miglior parte di loro sostanze, ed umilmente supplicavano il s. Vescovo a volergli ricevere in qualità d'abbati nella canonica della sua cattedrale a vivere colà nella penitenza e nella orazione il rimanente de' loro giorni, esprimendo solo il modesto desiderio di ricevere quandochè fosse gli ordini sacri dove il santo pastore ne li credesse degni.

A maggiore schiarimento di questo fatto e a decoro

della nostra patria non sarà inopportuno che qui si dia un alquanto esteso ragguaglio dell' antichissima e santissima istituzione de' capitoli cattedrali, e delle speciali condizioni in cui si trovava il capitolo pistoiese ai tempi de' quali si parla .

Ognuno sa, come fino da' tempi apostolici, subitochè era stata predicata in alcuna provincia o città la religione di Gesù Cristo, gli apostoli, e dopo di essi il pontefice romano nel quale si concentrò la successione e l'autorità apostolica, vi stabilivano un vescovo che continuava l'opera incominciata e, di mano in mano che progrediva il numero de credenti, ordinava de' preti i quali generalmente non oltrepassavano il numero di dodici, de' diaconi i quali si ristringevano al numero di sette (1). Questi componevano propriamente il così detto presbiterio (2), giacchè i ministri inferiori non erano parte essenziale della ecclesiastica gerarchia. E sebbene l' indole de' primi tempi torbidi e procellosi non consentisse loro una inseparabile consuetudine di vita col vescovo, pure non n'erano mai divisi di ministeri e d'ufficii. Era comune il sacrifizio eucaristico e la preghiera, pendeano dal cenno episcopale per accorrere dovunque il bisogno della Chiesa dispersa e perseguitata lo richiedesse, nè i sacri canoni riconobbero in allora altri curatori d' anime fuori de' vescovi, soli pastori divinamente istituiti: e questi presbiteri e diaconi gli servivano e gli aiutavano unicamente nell'esercizio di tale ministero.

Ecco la prima origine de' capitoli vescovili o caltedrali. Quei sacerdoti e ministri si ristrinsero vie maggiormente alla sacra persona del vescovo, tostochè la pace concessa alla Chiesa diede loro facoltà di dividere

(1) NARDI. Dei parochi. Tom. 2. pag. 216. e seg.
(2) S. IGNATIUS. Epist. ad Ephesios. 4.

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