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vocava il suo s. Giacomo che in quello stremo gli salvasse la vita insieme col santo tesoro che portava con se. L'apostolo non fu sordo a quelle preghiere, e con grande maraviglia degli spettatori si vide il cavallo ed il cavaliere emergere da' flutti in cui lo credevano sommerso, ed agile e presto guadagnare l'altra riva (5).

Alla vista di quel miracolo spiccò un grido di gioia dalla moltitudine, e i navalestri posta giù l'alterezza e l'avidità, 'tragittarono i pellegrini dall'altra banda, dove riabbracciarono il compagno quasi risucitato da morte, e tutti insieme ringraziarono Iddio che sin dal principio del cammino avesse dato loro un sì visibile contrassegno di sua protezione .

Continuando i pistoiesi il viaggio ebbero a provare un' altra volta quanto valga presso Dio la intercessione de suoi santi. Col procedere della via veniva a mano a mano

(5) Questo miracolo ed altri successivi sono descritti in un antico lezionario esistente nell' archivio capitolare di Pistoia, e credesi non senza ragione che questo sia dettato da s. Atto, o almeno tolto dalla descrizione fatta da lui medesimo del trasporto delle sante reliquie. Riferisco testualmente il racconto per convalidare la pia credenza sui fatti narrati, e per dare un saggio di quella scrittura.

Cum enim predicti Pistorienses gloriosissimas reliquias ferentes a sancto Iacobo redirent: et francigenis associatis ad quendam fluuium transirent et rectores nauis peregrinos pretio ualde grauarent, francigene cum eis contendentes prohibebant omnino se id pretium, quod nautae querebant sibi minime dare. Dicebant quippe aduersus eos furiose. Melius est nobis flumen transire, quam nobis tantum pretii dare. Hortantes igitur sese ad inuicem ut non in naui, sed per uadum flumen transirent. Is, qui sancti Iacobi reliquias ferebat cum suo equo flumen audacter introiens: et uadum uelut ignotus nesciens cepit carpere deuium et ignotum iter. Quem cum socij tam periculos considerarent per liquidas undas pelagi pergere timuerunt ualde mortem precessoris tantummodo prestolantes. Inter angustias tamen recordatus reliquiarum sancti Iacobi, quas ipse ferebat, confidenter ipsum precibus exorabat, sancte, inquiens, Iacobe tuas pretiosissimas reliquias baiulo, antequam mors me praeueniat: adiuua me ne unquam sic perire ualeam. Mox meritis ipsius Apostoli sine aliqua dificultate ad alteram ripam fluminis optime pervenerit. Ex aut. Lectionario ecc. pistor.

sminuendo il divoto corteo, talchè in breve dileguossi affatto, e cosi soletti i viandanti giunsero una sera ad un albergo dove non parve loro bene di manifestare quel che portassero seco, e refocillati in comune cogli ospiti si ritrassero a ringraziare il Signore della giornata e della strada felicemente trascorsa, e quindi si abbandonarono al sonno che stanchi com'erano, non dovettero aspettare lungamente. Ma non ebbero appena smorzato il lume e chiusi gli occhi al riposo, che una luce celeste e sfavillante sottentrò alla fioca e languida della lampada estinta, facendo mirabilmente risplendere il santo Apostolo le sue reliquie che i portatori indarno avevano voluto celare. (6) I padroni e gli ospiti della casa, disturbati da quella luce intempestiva nel fitto della notte, avvisavano i due stranieri che posassero pure finalmente e spegnessero i lumi: ma questo era nulla, e così forse disponendo Iddio, essi non davano sentore, tanto che facendosi la luce sempre più viva, e ciascuno credendo d'avere lì presso quegli sconosciuti a spiare i suoi fatti, si fece un gridare di tutti; fratelli pellegrini che non rifinate d'aggirarvi per casa? lasciateci in pace, che il cielo vi salvi: levate via tutti questi lumi e coricatevi alla buon'ora che dovreste averne bisogno.

(6) Cum uero dicti Pistorienses ad propria summo conamine sedulo festinarent ; et ipso itinere in quodam burgo hospitium acquirerent: factaque cena, cubiculis preparatis, lassata membra quieti pro solilo dedissent igne ceterisque luminaribus domus extinctis, ubique uocabant eos nominatim hospites, apud quos hospitate fuerant frequenti uice media nocte ipsis talia crebro referentes. Fratres peregrini et hospites: quid domum perlustratis tota nocte? luminaria uestra extinguite et longo itinere fatigati quescite atque dormite: nosque dormire cupientes dormire permittite. Ipsi uero nullum lumen habentes: nec cur eis hoc dicebatur intelligentes, asserebant se lumen ignis minime habuisse: suasque lampades iamdudum extinsisse. Quod enim lumen reliquiae beati Iacobi ueraciter dicuntur fuisse. - Ex eodem Lectionario.

Tutto questo strepito destò Mediovillano e Tebaldo: e colpiti essi pure da quella meravigliosa chiarezza, e ravvisandone issofatto la vera cagione, balzarono dal letto, palesarono agli ospiti quel che portavano seco, e facilmente gli ebbero persuasi dello stupendo miracolo operato per le sante reliquie; di che tutti lodarono Iddio e passato in atti d'ossequio e d' adorazione il rimanente della notte, fattosi giorno, accomiatarono i pellegrini, felicitando essi e la loro patria del santo pegno e della protezione celeste che le arrecavano,

CAPITOLO XVI.

RITORNO DE' DUE PELLEGRINI A PISTOIA.

RICEVIMENTO DELLE SANTE RELIQUIE DI

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Guidati dal loro angelo benedetto e confortati da questi prodigi giungevano i pellegrini alla terra natale e già guadagnate le cime del patrio appennino vedevano dispiegarsi innanzi la vaga pianura dell' Ombrone, del Bisenzio e dell' Arno, la quale tutta ricinta all' intorno dall' anfiteatro de' suoi monti coronati di castella e di torri, intersecata di campi e di prati verdeggianti e di lagune cristalline, presentava un' aspetto se meno ubertoso certo più vario e pittoresco, che non è di presente. Per ridire gli affetti che si destarono

nel cuore de' reduci al rivedere la prima volta la città nativa e il tetto domestico bisognerebbe che ci fosse toccato in sorte di vivere ne' tempi ne' quali essi vissero, e credere, sentire ed amare con quella vivacità con cui essi credettero, sentirono ed amarono. Se in quelli animi non per anche infiacchiti da una civiltà scettica e calcolatrice erano potenti tutti gli affetti, era poi potentissimo quello della patria, perchè legato colle rimembranze più care e colle glorie più pregiate di quella età, perchè santificato dalla religione. E rivedere questa patria dopo lungo e periglioso viaggio impreso in servigio di essa e per espiazione de' propri peccati, ritornarvi colla convinzione d'arrecarle un massimo bene e colla coscienza d' un' anima purificata da una santa opera riparatrice e meritoria in sommo grado, questo doveva crescere a mille doppi nel cuore de' nostri pellegrini il diletto del sempre caro e sospirato ritorno.

Erano allora quei gioghi alpestri popolati da santi claustrali tutti intesi a celebrare le lodi del Signere e ad esercitare l'ospitalità. Il pellegrino che muovendo da Modena si dirigeva alla volta di Pistoia, appena toccatone il territorio, s'imbatteva incontanente nel monastero del Lago nero (1) e poco più innanzi nell' ospedale della Croce di Brandeglio o di Prunetta, cui reggevano sin di quei giorni i cavalieri del Tempio: e tostoche i divoti viaggiatori ebbero bussato alla porta d'una di queste sacre magioni, subito furono riconosciuti per quelli che erano; e saputo dell'aspettato tesoro che portavano con se, è da credere

(1) Le tradizioni locali e i ruderi che ancora si veggono attestano assai chiaramente, che esistesse qui un monastero o un ospedale. Sulle vette delle nostre montagne erano molto frequenti questi edificii consacrati alla religione e all'ospitalità e quel dedicamento di carità che ora tanto ammiriamo nei monaci del Moncenisio e del s. Bernardo, nel secolo duodecimo era assai comune in molti luoghi della cristianità e presso di noi.

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