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Probabilmente una delle tante formule di e sorcismo di cui si servivano i medici basilidiani.

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Apollo-Sole, stante, con sferza. Diaspro verde presso il cav. F. Marsili in Firenze.

Amuleto basilidiano come il seguente:

29.

LAILVVORICFIEFSEECIĀ

La Speranza sedente su sgabello, con ramoscello nella destra prostesa. Dietro lo sgabello un' ancora inclinata; sotto, luna falcata. Corniola presso il signor Alessandro Lisini in Siena.

Sebbene io non sia abbastanza persuaso che dalle iscrizioni gnostiche si possa ricavare quando che sia qualche costrutto in pro della scienza, che anzi son d'avviso la maggior parte delle stesse essere niente più che un arbitrario accozzamento di segni alfabetici o di voci che mai non ebbero un razionale significato neppure per coloro che le scrissero o le adoperarono come amuleti, stimo tuttavia non doversi tralasciare di prendere appunto delle inedite, nell' interesse di coloro che volessero oggi su più ampia scala e con maggior dovizia di materiali cimentare col crogiuolo dell'analisi e della critica questa serie epigrafica sui generis, sulla quale già si travagliarono senza un positivo risultato il Macario, il Chifflet, il Molinet, il Montfaucon, il Caylus, il Matter e altri.

L'imagine della luna è qui relativa alla dottrina dell' influsso di questo pianeta sugli umani destini (1).

..."

sic

(1) . . . . vitam nostram praecipue sol et luna moderantur utriusque beneficio haec nobis constat vita qua fruimur. MACROB. Somn. Scip., I. 19.

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Busto di Serapide con diadema e modio. Corniola presso il cav. P. Bellezza in Lucca.

La disposizione dei capelli, i quali non ricadono sulla fronte come nella maggior parte delle rappresentazioni di Serapide, potrebbe far dubitare che trattisi piuttosto di Giove, che ha con Serapide tanti punti di adesione; come, per contro, la barba alquanto rabbuffata e la fisionomia piutrosto truce fanno pensare a Plutone, il quale ha comuni con Serapide e con Giove il modio, il diadema e altri attributi. Se non che l'iscrizione, d'indole magica, conferma l'attribuzione della protome a Serapide, nel quale il sincretismo della teurgia alessandrina accozzò e fuse insieme i caratteri tipici delle due citate divinità; noto essendo che l'imagine di Serapide fu adoperata in qualità di amuleto, ed occupa come tale un posto cospicuo in quella galleria iconografica a cui appartengono i tipi di Iside, di Arpocrate, di Alessandro magno, di Giulia Pia, di Elena, di Socrate, di Alcibiade, di Epicuro, di Virgilio (1) ecc., e che costituisce una sezione a parte dell' antichità figurata.

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Abraxas, dalla testa di gallo e dalle gambe di serpe, loricato, con sferza nella destra e scudo nella sinistra. Diaspro color caffè nella mia collezione.

Altro degli innumerevoli amuleti basilidiani a cui si attribuiva la virtù di preservare dalle malattie e di attirare le

(1) P. L. BRUZZA, Annal. dell' Inst. di corr. arch. 1875, p. 50 e segg.

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Sulla parte postica del diaspro antecedente. Nella seconda linea leggesi il nome biblico di 'Adwvat e nelle seguenti quello di Aßpaxa; altre voci sembrano attinte alla lingua del paese ove fiorivano le pratiche della cabala.

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Testa di donna. Diaspro nero nella Galleria di Firenze, num. 2192-266.

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Testa di Pallade. Agata-onice, id., num. 210. Anche questa e la precedente appartengono, per quanto si può giudicare, alla categoria delle leggende gnostiche.

Qui farò punto, per non dare a questa comunicazione uno sviluppo maggiore di quanto comporti l'economia del fascicolo di cui è destinata a far parte. Giovi ricordare che l' interesse di simili quisquiglie in genere è minimo, per non dire nullo, finchè si osservino isolatamente, ma cresce in ragione diretta del numero quando si pongano in linea e a confronto con molte altre della stessa classe; sotto il qual punto di vista potrà apparire non affatto inutile la pubblicazione di questi quantunque pochi e sconnessi appunti epi

grafici, ove si consideri in essi niente più che un modesto contributo di elementi a disposizione di chi voglia usufruirli come materiali per un lavoro d'insieme.

VITTORIO POGGI.

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Numismatique de l'Orient Latin par G. SCHLUMBERGER. Paris, Ernest Un vol. in 4.° grande di pag. XII-504, e

Leroux éditeur, 1878.
XIX tav. incise.

All' epoca nostra, che può vantare una serie di grandi pubblicazioni numismatiche, quali tra altre le importanti opere dell' Heiss sulle monete battute in Ispagna all'epoca romana, sotto i Re Goti, e le successive ispano-cristiane dopo la invasione degli Arabi, le descrizioni delle monete della Repubblica Romana e dell' Impero del Cohen, le altre dell' Impero bizantino del Sabatier, le ricerche sulla moneta romana del d'Ailly, la Numismatica di Terra Santa del Saulcy, e quella degli imperatori delle Gallie del De Vitt, mancava tuttavia un consimile lavoro per le monete battute in Oriente durante l'occupazione latina, sebbene numerose ed esatte monografie sieno in diversi tempi venute alla luce, massime ai nostri giorni per opera dei sig. De Saulcy e Lambros.

A questa deficienza tentò ovviare colla presente pubblicazione, ed a mio parere con ottimo successo, il sig. Schlumberger di Parigi, già noto per altri scritti numismatici, pei quali venne premiato dall' Istituto di Francia. Egli con felice idea, dopo una breve prefazione storica in cui dà ragione dell'opera sua uscita sotto il patrononato della benemerita Societé de l'Orient Latin, inseri una interessante bibliografia degli scritti riflettenti la numismatica dell' Oriente Latino pubblicatisi durante il corrente secolo. Divide indi il signor Schlumberger sotto il punto di vista storico la numismatica

in questione in due distinti gruppi, dei quali il primo comprende i principati di Siria e di Palestina fondati in seguito alla prima Crociata, il regno di Cipro, gli Ospitalieri di S. Giovanni di Gerusalemme dopo che si fissarono in Rodi. Il secondo gruppo, più moderno e la cui origine data dalla quarta Crociata, comprende le monete battute dai Francesi e dagli Italiani in Grecia, nelle isole del Mare Egeo, ed in generale nelle differenti porzioni dell' Impero greco smembrate in seguito alla Crociata del 1204. Di questo gruppo fanno quindi parte le monete per noi importantissime battute dai Genovesi a Caffa, Metelino, Scio e Pera, e dai Veneziani per le loro colonie di Levante: quelle dei principi d' Epiro e di Tessaglia, sorti dagli stessi sconvolgimenti che i principi di Morea e i duchi d' Atene, e finalmente quelle degli Emir dell' Asia Minore battute ad imitazione delle latine e destinate a facilitare le transazioni fra que' Musulmani ed i Franchi.

Al testo, redatto con molta chiarezza ed accuratezza, fanno seguito due copiosi indici e XIX tavole di monete eseguite dal sig. Dardel coll' abbastanza nota sua maestria.

Non intendo con questi brevi cenni dare un' esatta idea dell' opera del sig. Schlumberger, il che sarebbe affatto impossibile. Mio unico scopo è di rendere un sincero omaggie all' egregio autore, che non trascurò nè fatiche nè indagini per radunare quanto credesse utile al suo scopo; che fra la massa di pubblicazioni da lui esaminate e studiate riesci con sana e soda critica a scevrare il certo dal dubbio; che seppe maestrevolmente accoppiare l'utile dulci; e che con questo suo ottimo scritto faciliterà la via a quanti in avvenire si occuperanno di ricerche sulla numismatica dei conquistatori Latini in Oriente.

V. PROMIS.

PASQUALE FAZIO Responsabile.

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