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1147 per la seconda Crociata col fratello uterino di sua moglie il Re Corrado terzo di Germania; nel 1164 avea mandato il proprio figlio in Francia al Re Luigi VIII per trattare negozi di rilievo; era ritornato nel 1185 in Terra Santa fattovi prigioniero alla battaglia d' Hittim, che costò la perdita di Gerusalemme, fu lasciato libero da Saladino, il quale nemico si ma di spiriti cavallereschi ammirò e volle ricompensare per tale guisa l'eroismo del figlio di Guglielmo, il Marchese Corrado di Monferrato.

Niuna meraviglia perciò se questo stesso Corrado e i fratelli di lui stamparono tanta orma di se nella storia momentosa di que' secoli XII e XIII. Della numerosa prole del Marchese Guglielmo uno si diede alle dignità ecclesiastiche, Federico vescovo d' Alba. Rainero il fratello più giovane invitato a Costantinopoli dall' Imperatore Manuele nel 1178, ebbe la costui figlia Maria in isposa coi titoli di Cesare e di Re di Tessalonica; presente al fausto evento la madre di Rainero Giuditta d' Austria, la quale recò con se di ritorno preziose reliquie. Il Genero imperiale si mostrò degno dell'onore confertogli, combattendo valorosamente contro i nemici della sua seconda patria; senonchè la ribellione d'Andronico nel 1183 rovesciando dal trono di Costantinopoli Alessio II diede anche fine lagrimevole alla vita di Maria e Rainero, la sorella e il cognato dell' Imperatore.

Già prima di questo figlio di Guglielmo era andato in Oriente il fratello suo primogenito, omonimo al Padre, ma distinto col sopranome di Guglielmo Lungaspada. Nel 1176 lo accoglie in Terra Santa il Re Balduino IV, languente di male incurabile', e gli affida le cure del Regno dandogli in moglie Sibilla, la sorella primogenita ed erede della Corona. Il frutto di queste nozze sarà Re anch' egli sotto il nome di Balduino V; ma Guglielmo Lungaspada muore nel 1177 prima di vederlo dato alla luce.

Benchè non sia scritto nella storia è facile il comprendere, come a tali infausti eventi possa in parte ascriversi la seconda partenza per l'Oriente, che già accennammo, di Guglielmo il vecchio o il padre nel 1185; in compagnia del quale pare che partisse anche il secondogenito Corrado. Ma quest'ultimo si fermò a Costantinopoli, ove una nuova sollevazione avea cacciato Andronico l'usurpatore del trono e l'uccisore del Cesare Rainero. Corrado vi fece prove di gran valore, salvò l'Impero da nuovi disastri colla sconfitta e la morte del ribelle Branas; ma o disgustato delle perfidie bizantine oppure chiamato dal Padre volò in Terra Santa; non giunse in tempo a partecipare alla battaglia fatale, ove il Marchese Guglielmo rimase prigione, ma, mentre potè ottenerne la liberazione, salvò alla Cristianità Tiro ormai disperata della difesa, fermò il corso delle vittorie di Saladino, spiegò insomma tali prove di senno e di guerra che gli attirarono l'ammirazione anche de' nemici. Morta Sibilla la vedova del fratello Guglielmo Lungaspada, morto il figlio loro Balduino V, la corona di Gerusalemme pervenne ad Isabella la secondogenita del Re Balduino IV, e costei volle dividerla collo sposo Corrado di Monferrato; senonchè un fato inesorabile pareva aprire a tutta questa famiglia l'entrata alle più alte dignità soltanto per farnela precipitare più profondo. Corrado porgendo la mano ad afferrare l' offertogli scettro, senti un pugnale assassino ricercargli il cuore e una voce mormorargli all' orecchio: tu non sarai più nè Re nè Marchese.

Allontanati dunque e mancati alla vita tre figli del vecchio Guglielmo, il Lungaspada e Corrado e Rainero, l'avita Signoria del Monferrato rimase al terzogenito Bonifazio. E anche questi ben sostenne l'onore della famiglia; in casa con una splendida vittoria sugli Astigiani nel 1191 e con aumento di Signorie; fuori accompagnando l' Imperatore Enrico VI alla conquista di Sicilia nel 1194, quindi in Oriente

nella gloriosa carriera che tosto diremo, coronata anch'essa da un Regno, troncata anch'essa troppo presto, ma almeno in battaglia guerreggiata contro i nemici.

Nè mancò alle figlie dei Monferrato l'onore di nozze imperiali o reali. Senza parlare di Giordana sorella dei sovra nominati, che si dice (non so con quale fondamento) passata agli amplessi di Alessio III di Costantinopoli, abbiamo Agnese che navi genovesi nel 1206 recarono al Padre, il Marchese Bonifazio in Tessalonica; donde passò coronata a Costantinopoli sposa d' Enrico, il secondo imperatore latino (1). Abbiamo Alice nipote di esso Bonifacio pel figlio di lui Guglielmo, la quale andò moglie ad Enrico Re di Cipro e Regina verso il 1228 (2). Abbiamo Violante o Iolanda pronipote di Alice e di nuovo da navi genovesi recata nel 1285 sposa all' Impe

(1) Per chiarire o rettificare quanto accennai a tal proposito nel Giornale Ligustico (I Genovesi e i loro Quartieri in Costantinopoli, 1876, pag. 225, 231) riferisco qui il sunto d'un atto che si trova nel Fogliazzo de' Notai; ms. alla Civico-Beriana I. 61: 1206, 3 madii: Porcus fatetur habuisse mutuo ab Ogerio Porco quond. Oberti libr. 100 pro quibus promittit dare predicto Ogerio perperos 400 auri ad dies 15 postquam Galea in qua vadit dictus Porcus applicuerit Salonichim vel alio loco quo mittetur in terra filia D.ni Bonifacii Marchionis Montisferrati quam portat in dicta galea. E a carte 58 verso di esso Fogliazzo: 1206, 17 martii: Paganus Ventus confitetur se portare in accomenda ab Oberto Castagna lib. 50 ad Salonichi in galeis que debent ire in Romania (sic). Qui come nel CAFFARO (ed. Pertz, pag. 125, ann. 1206) la sposa dell' Imperatore si chiama semplicemente figlia del Marchese di Monferrato, ma il suo nome d' Agnese ci è dato fra altri storici dal Villehardouin; La conqueste de Constantinople, § 239; e vuol essere aggiunta questa figlia alla Tavola XI genealogica aleramica del Moriondo, Monumenta Aquensia, II. 830.

(2) Queste nozze del Re Enrico con Alice di Monferrato, chiamata in Cipro la Regina Lombarda, furono ignote anch' esse al Moriondo (ibidem) e furono dimostrate dall' illustre DE MAS LATRIE, Histoire de l'Ile de Chypre, Paris, 1861, I. 253-4, 292-3.

ratore Bisantino Andronico II (1). E la corona di Gerusalemme non fu strappata tanto presto a Corrado di Monferrato che non gli riuscisse tramandarla a due delle discendenti di lui, Iole sua figlia unica che colle nozze fece Re Giovanni di Brienne, e Isabella figlia di Iole e di Giovanni che comunicò il Regno di Terrasanta al marito, l' Imperatore Federico II.

Ma tornando al Marchese Bonifazio a cui si ristringe ormai il nostro discorso, questi per la sua consanguinità coi Regnanti di Francia e di Germania, come per le qualità sue proprie, fu adoperato più volte come uno dei più abili diplomatici. Papa Innocenzo III lo inviò a Filippo di Svevia sul finire del 1199 per tentar la conciliazione fra esso ed Ottone IV contendentisi l' Impero; acciò ridonata la pace alla Cristianità si potesse rivolgerne le forze unite alla Santa Crociata, che predicava Folco di Neuilly, ispiratore il grande Pontefice (2).

Quando Tebaldo Conte di Sciampagna, già eletto Capo di questa quarta Crociata, dovette cedere alla natura, giovane ed universalmente lagrimato, i principali suoi commilitoni adunati a Soissons nell' aprile 1201 vi sostituirono come Capitano generale il nostro Marchese Bonifazio: ciò per con

(1) CAFFARO (ed. Pertz, pag. 310). Guillielmus Ade (Arcivescovo di Sultanieh in Persia morto 1316) dice che questa Imperatrice di Costantinopoli fu costretta dal marito ad abbracciare lo scisma greco: De modo extirpandi Saracenos, ms. della Biblioteca di Basilea, A. 128; copia di cui mi fu gentilmente comunicata dal Conte Riant.

(2) Per tutti questi particolari vedasi la Memoria dell'ora lodato Conte RIANT, Innocent III, Philippe de Souabe et Boniface de Montferrat; Paris, 1875, pag. 32-44; ma da studiarsi intera attentamente, pel pieno ravvicinamento dei dati e della bibliografia e per le acute deduzioni. Si noti però che la carta 15 marzo 1202, citata da lui a pag. 44, nota 2, riguarda Bonifazio di Clavesana (ramo aleramico di Savona) e non il suo omonimo di Monferrato.

siglio di Filippo Augusto di Francia, come dicono i cronisti, ma forse non senza l'intesa dell' amico di esso Filippo, l'altro Filippo di Svevia figlio del Barbarossa.

Allora le amene rive della Stura (1) e del Po, il Canavese popoloso e le terre del Monferrato videro gli Ambasciatori francesi giungere alla caminata del Marchese, avendo alla loro testa i Maresciallo di Sciampagna, Goffredo di Villehardouin, il futuro storico della Crociata. Fra la meraviglia e il plauso dei popoli d'ogni intorno accorrenti, fra le feste e i conviti che la conosciuta larghezza del Signore avrà preparato a tanto nobili ospiti, il Capo dell' Ambasciata annunzió a Bonifacio la sua elezione, adoperando senza dubbio tutta quella eloquenza viva ed appassionata onde si mostra maestro nella sua Cronaca. Il Marchese che già si era crocesegnato qual semplice cavaliere, di gran cuore, come egli era, non esitò ad accettare. Era nato proprio al comando come quegli che, oltre le qualità dell'animo e dell' ingegno, possedeva pure quelle della persona, tanto pregiate queste ultime segnatamente nel medio evo. Sopravvanzava facilmente

(1) HOPF, Bonifaz von Montferrat (che citeremo più sotto) a pag. 10, pone la corte del March. Bonifazio a Lanzo. Veramente pare gli dia ragione le Livre de la conqueste (TAFEL THOMAS, Urkund. zur Geschichte Venedig, I. 317): le Marquis de Monferrat revint en son pays de Lombardie et quant il fut en sa cité de Lans ecc. Anche le Cronache di Romania edite dal Buchon (Chroniques étrangères ecc., Paris, 1840) in francese e in greco pag. 5-8, dicono che Bonifazio fu trovato da Villehardouin dans la grande ville de Lantze (nel testo greco Advτhav) e che il sortit de Latze (in greco Aata) per andare in Francia.

Tuttavia altri manifesti errori di fatto in questi stessi periodi farebbero già dubitare della esattezza storica; ma molto più la considerazione seguente. Lanzo era allora del vescovo di Torino e del Conte di Savoia, e non pervenne ai Monferrato che nel 1228, come dote per le nozze della figlia di Amedeo IV con Bonifazio II nipote del nostro Marchese. La Stura poi di Lanzo è diversa dal fiume omonimo del Monferrato.

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