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cueils où elles gisent ignorées et le plus souvent mal datées; les itinéraires des princes chrétiens et arabes qui ont pris part aux événements ne sont pas établis. Jusqu'à ce que toutes ces élaborations préliminaires soient terminées ou du moins suffisamment avancées, toute étude de longue haleine, sortant de limites chronologiques très-étroites, ne pourra être utilement abordée, et il faudra se contenter de suivre avec modestie et persévérance l'oeuvre ingrate de publication des textes, à laquelle ont su se borner des érudits aussi éminents que Du Cange ou Martène.

Si maintenant des croisades en général je passe à la quatrième en particulier, je trouve que nous ne possédons encore qu'une faible partie des matériaux dont nous devrions. disposer (1): Venise, qui nous fait assister a l'aurore d'une véritable renaissance historique, dont l'Archivio storico veneto est l'organe autorisé, n'a pas encore pris la parole dans la question. Qui dit qu'elle ne tirera point de ses archives publiques ou privées, de nouveaux documents, aussi importants que la charte de Ljubic? Les chroniques vénitiennes commencent à peine à être soumises à une critique intelligente: il n'y a que quelques mois, qu'étudiant les sources d'André Dandolo, M. Simonsfeld a découvert que tous les passages relatifs à la quatrième croisade, contenus dans ce chroniqueur, devaient être reportés à Paulin de Pouzzoles (2), auteur plus

ancien.

Parmi les Arabes, Abu Schâmah viendra contrôler Abulféda, à qui l'on peut reprocher d'être encore, pour les affaires musulmanes de cette époque, le testis unus, testis nullus du proverbe.

(1) Voir Exuvia C. P. præf., pp. xxiij-xxxv.

(2) H. Simonsfeld, Andreas Dandolo und seine Geschichtswerke (München, 1876, in-8°), pp. 115-120.

Avec des matériaux plus nombreux et meilleurs, on pourra alors refaire, avec plus d'autorité, le travail chronologique de M. Klimke, et aborder avec plus de hardiesse, des problèmes qu'une différence de mois, et souvent de jour, peut faire résoudre tantôt par la négative et tantôt par l'affir

mative.

Je sais bien que, dans les questions qui, comme celle du changement de direction de la IVe croisade, ont eu lemalheur d'être traitées, dès le principe et prématurément, d'une façon trop passionée, l'attitude que chacun a été forcé de prendre dans la discussion, rend plus tard l'impartialité bien difficile, et que publiât-on cent textes nouveaux il pourra se faire qu'aucun ne soit trouvé décisif, tant est commode le procédé qui consiste à mettre en doute l'authenticité d'une pièce gênante, à changer une souscription qui embarrasse, à diminuer la valeur d'un témoignage, en l'accusant de partialité, et rejetant, par exemple, tout texte génois hostile à Venise, et tout texte vénitien défavorable à Gênes.

Cependant il est certain que pour se battre, il faut des munitions, et qu'au point où en sont parvenus les débats, les arguments font défaut. En ce qui me concerne, j'attendrai, pour rentrer dans la discussion, qu'il se produise d'autres documents, et je me garderai de revenir, encore une fois, tourner dans un cercle qui me semble, pour le moment, sans issue.

BIBLIOGRAFIA

Il Conte Riant ci ha comunicato le seguenti notizie di mss. conservati nella Biblioteca Nazionale di Parigi (parte francese):

N.o 9783 membran. Sec. XIV.

Espitre du frère Thelelofre hermite à homme de très grant magnificence Anthoyne (Adorno) noble Duc de Janues: De l'Eglise militante. Dell' anno 1386. Discorso assai curioso sullo scisma d'Oriente con pitture allegoriche.

N. N. 5640, 6117, 14681, Cartacei del Sec. XVI in 4.o, Tutti tre esemplari contenenti la traduzione in francese del Viaggio del Vartema fatta da Jean Raconys.

Della quale traduzione il lodato Conte indica un altro esemplare come segue:

Ashburnam-Place, Fonds Barrois n.o 17: VARTHEMA, traduit en français par Jean de Raconys; Cod. membr. Sec. XVI, 126 fogli in fol. con figure.

Servono queste notizie di giunta alla Bibliografia che il Cav. Amat di San Filippo ha inserito nel suo dotto articolo; Della Vita e dei Viaggi di Ludovico da Varthema nel presente Giornale 1878, pag. 44 e 60-73. Inoltre intorno all'esistenza in Genova d'una famiglia Vartema, di che parla l' Amat, ivi, pag. 43-4, ci è grato aggiungere notizia del seguente documento comunicato dal nostro amico il signor Francesco Podestà.

1610 20 novembre.

Nella nota dei bronzini dell' Acquedotto fuori della Città di Genova, fatta da Stefano Storace capo d'opera nell' anno predetto, ne sono descritti due esistenti nella villa del nobile Giovanni Maria Vertema.

(Dall' Archivio Municipale, filza Pratiche pubbliche, anni 1601 a 15). Geschichte des Levantehandels in mittelalter (storia del commercio del Levante nel medio evo) del dott. Guglielmo Heyd: Stuttgard, Cotta, 1879; vol. I, pag. 604. 8.vo.

Di questa insigne Opera del Bibliotecario di Stoccarda ci riserviamo a discorrere con qualche larghezza, quando sarà pubblicato il secondo e ultimo volume che è sotto i torchi. Per ora basti dire che essa è scritta da chi conosce pienamente il soggetto trattato, e che è frutto di venti anni di studio. L'Autore ha qui esteso a tutto il mondo latino-germanico la storia del commercio che aveva già trattato per le sole Colonie com

merciali degli Italiani in Oriente nel medio evo, pubblicate in tedesco nel 1858-64, tradotte e ripubblicate in italiano a Venezia 1866-68.

VARIETÀ

Memorie inedite sulla Certosa di Pavia raccolte dagli antichi libri di quella abazia da un Matteo Valerio, che vi tenne ufficio di priore dal 1604 al 1645, ed ora pubblicate nell'Archivio Storico Lombardo (1), c porgono alcune notizie artistiche non inutili alla nostra storia dell'arte. L' erudito March. Giuseppe Campori raccogliendo con l'usata diligenza le notizie di Alberto Maffiolo da Carrara diceva come questo scultore abbia lavorato, per quell' insigne monumento, il medaglione posto sopra la porta della sacristia vecchia ed il bassorilievo che si vede al di sopra del Lavatoio dei monaci, il quale rappresenta il Bacio di Giuda e l' Orazione nell'Orto (2). Ora noi leggiamo questa memoria: « M. Alberto da Carrara l'anno 1490 scolpi una testa nel marmo di Carrara del Duca Galeazo et fu posta sopra la porta della sacrestia a sinistra. Il medesimo maestro Alberto scolpi il lavatoio di marmo nella sacrestia a man destra dove è una Annonciata et molte altre figure, pretio L. 1294.13.3 » Donde si deduce che se in quanto alla testa può intendersi tutt' una cosa col medaglione, non potrà dirsi altrettanto del lavatoio essendo diverse le storie scolpitevi, ed il prezzo di lire 1463 maggiore del qui enunciato.

Il Soprani ci aveva narrato che Andrea ed Ottavio Semini pittori genovesi erano stati molto tempo a Milano dove lasciarono non poche opere dei loro pennelli. Ora veniamo a conoscere che furono anche alla Certosa e concorsero al suo adornamento. La memoria è come segue: « Andrea et Ottavio Semini pitori genovesi l'anno 1566 finirono il Cenacolo in Refetorio, quale era già disegnato et fatto il Dio Padre di sopra, ma non si nomina chi l'avesse incominciato, per scuti 125. Hanno fatto anco dieci quadri a oglio, et diverse figure in chiesa, ma non nominano le figure precise ». Ed ecco per ultimo due quadri di Gio. Batta Poggi: «Giovanni Battista Poggi pitore genovese l'anno 1598 li quadri nella sacrestia nova cioè: Nostro Signore che porta la croce et la presa nel horto dove Malco ha tagliata l'orecchia ».

(1) Anno VI (1879) p. 132.

(2) Memorie biog. degli scultori ecc. nativi di Massa Carrara p. 155.

PASQUALE FAZIO Responsabile.

LETTERE INEDITE DI FULVIO ORSINI

AL CARDINALE ALESSANDRO FARNESE

(dal carteggio Farnesiano nell' Archivio di Stato in Parma)

con annotazioni archeologiche

PER

VITTORIO POGGI

AL CARDINAL FARNESE - a Caprarola.

Ill.m mo et Rev.m Sr mio osser.m

Ragionando hieri col Car.le Sirleto dell' andar mio a Grottaferrata per fare l'indice di quei libri greci, mi disse ch'io scrivesse a V. S. Ill.ma che havea tanto fatto con quei monaci, che finalmente s'erano contentati, et il Priore principalmente, vestirsi l'habito che portava il Car.le Bessarione, quale egli mi fece vedere in un ritratto, copiato già per il Manzolo da quello che è in Bologna in S.ta Maria in Monte, datoli dal Car.1 Aquaviva a questo effetto. Et mi soggiunse poi che stava in forse d'andare per tre o quattro giorni a Grottaferrata, et che lo dovesse scrivere a V. S. Ill.ma; il che credo m'habbia detto più tosto per vedere che V. S. Ill.ma l'ami, con mostrare che le piaccia questa andata, che perchè sia per andarvi con effetto. Il S. Duca di Ferrara per disegno di Pirro mette insieme la sua libraria de' scritti a mano, fatta de' libri del Manutio, del Statio et d'altri; et sopra i pilastri che parteno l'armarii mette teste antiche de philosophi et letterati. Et il S. Alessandro de' Grandi ha cura di procurarle; il quale n'ha messe insieme già quante n'erano in Roma, in luoghi donde si sono potute havere. Io sono stato richiesto

GIORN, LIGUSTICO, Anno V.

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