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Die ritterliche und lobwürdige Reisz des . . . . Herrn Ludovico Vartomans ecc. Franckfurd am Mayn, H. Gulferichen, 1548, p. 4.o 46, silografie.

È menzionata dal Ternaus Compans (Bibl. asiatique et africaine). Brunet cita una edizione di Francoforte 1547. Temo prenda abbaglio.

Esemplare del Cat. Saulcy (1872), n. 446, 21 fr.

Die ritterliche und Lobwirdige Reiss des gestrengen Ritter Herrn Lodovico Vartomiano (sic) von Bolonia welche von den Landen Egypten, Syria, Arabia, Persia ecc. Frankfurt. H. Gulferich 1549. 4.° con molte silografie.

La trovo notata al prezzo di 60 lire nel « Lager Catalog >> del Beer di Frankfurt « Geographie und Reisen » 1877, n. 1944.

Hodeporicon Indiae Orientalis; das est Warhafftige Beschreibung der anselich Lobwürdigen Reyss, Welche der Edel gestreng und weiterfahrn Ritter H. Ludwig di Barthema von Bononien aus Italia bürtig inn die Orientalische und Morgenländer Syrien; beide Arabien, Persien und Indien ecc. Alles von jhme H. Barthema selber in Italianischer Sprach schrifftlich verfast und im aus dem Original mit sondern fleiss verdeutscht: Mit Kupferstücken artlich geziert, und auffs new in Truck vorfertiget: Durch Hieronimum Megiserum. Leipzig MDCX. 8.° con rami di H. Gross.

Girolamo Megiser fu storiografo dell' Elettore di Sassonia. Il Winter Jones (Preface XIII) accenna ad una seconda edizione di Lipsia del 1615. Una copia del 1610 è nel British Museum (Winter Jones, Preface XIII).

L' Itinerario trovasi pure inserito nella versione olandese del Novus Orbis fatta da Cornelis Ablijn. Antwerp, 1565. f.o

L'opera è dedicata dal traduttore a Guglielmo Principe di Orange. È

versione assai libera."

De uytnemende en seer wonderlijcke zee-en-Landt-Reyse vande Heer Ludowyck di Barthema, van Bononien, Ridder ecc. gedaen Inde Mor. genlanden, Syrien, Vrughtbaer en woest Arabien, Perssen, Indien, Egypten, Ethiopien en andere. Uyt het Italiens in Hoog-duyts vertaelt door Hieronymum Megiserium, Cheur Saxsen History Schrijver. En vyt den selven nee eerstmael in't neder dreuyts gebracht door. F. S. Tot. Utrecht, 1654. 4.°

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Un esemplare è nel British Museum, (Winter J., Pr.). Mensel Jones (Bibl. hist., v. II, p. I. 340) afferma che la precitata versione tedesca del Megiser era stata voltata in olandese fin dal 1615. Ternaux Compans (Bibl. asiatique et africaine) cita un'altra edizione olandese posteriore di un anno, Utrecht, W. Snellaert, 1655. 4.o

The navigation and vyages of Lewes Vertomannus Gentleman of the Citie of Rome, to the regions of Arabia, Egypte, Persia, Syria, Ethiopia and East India, both within and without the river of Ganges ecc. In the yeere of our Lorde 1503; conteynning many notable and strange thinges both historicall and naturall. Translated out of Latine into Englishe by Richarde Eden. In the yeare of our Lord 1577. 4.o

Fa parte della Raccolta di viaggi pubblicata dall' Eden con questo titolo: << The History of Travayle in the west and East Indies ». London, 1577. 4.°

Un estratto assai compendioso dell'Itinerario del Varthema venne da Samuele Purchas inserito nella celebre sua collezione di viaggi che porta il titolo: « His Pilgrimes » ecc. - London, Printed by William Stansby for Fethestone, 1625-46, 5 v. f."

The travels of Ludovico di Varthema in Egypt, Syria, Arabia deserta and Arabia felix, in Persia, India and Ethiopia. A. D. 1503 to 1508. translated from the original italian edition of 1510, with a Preface by John Winter Jones Esq. F. S. A. and edited with notes and an Introduction by George Percy Badger, Late Governement Chaplain in the Presidency of Bombay Author of « the Nestorians and their rituals » ecc. with a Map. London, Printed for the Hakluyt Society, MDCCCLXIII. 8.o CXXI-320.

Buona versione dell' Itinerario fatta dal Winter Jones sul testo originale del MDX (Roma, Guillireti). Il Percy Badger l'illustrò con eruditi ed opportuni commenti.

SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA

(Continuazione da pag. 472 del volume IV)

XXI.

SEZIONE DI ARCHEOLOGIA.

Tornata del 22 Giugno 1877.

Presidenza del Preside can. prof. ANGELO SANGUINETI.

Il socio Desimoni legge una Memoria intorno ai viaggi dei fratelli Zeno al settentrione d'Europa, tra la fine del secolo XIV e il principio del seguente.

Dopo aver notato le molte e gravi dispute insorte tra i dotti sulla veracità del racconto di questi viaggi, fatto da un discendente di essi Zeno, soggiunge che tuttavia era già stata dimostrata in gran parte l'identità dei nomi di luoghi ivi ricordati con quelli delle carte odierne; ma che questa identità, ed in generale tutta la veracità della narrazione, fu recentemente posta fuor d'ogni dubbio dall'illustre inglese Riccardo Major conservatore della parte geografica nel Museo Britannico.

Il Disserente porge un' idea delle quistioni come sovra dibattute, e del modo felice come furono sciolte dal lodato inglese. Segue Nicolò Zeno di Venezia, che dopo aver presa parte alla celebre guerra di Chioggia contro i genovesi, s'imbarca per le Fiandre e l'Inghilterra verso il 1390, ma da fiera tempesta è trabalzato alle isole Faroe. Ivi trova il Conte di quelle regioni, Enrico Sinclair, che lo accoglie cortesemente, e sperimentandone la maestria marittima, lo pone a capo delle sue spedizioni dirette a liberarsi da consanguinei rivali e a fare scoperte lontane. Nicolò Zeno chiama dalla patria il fratello Antonio, ed entrambi perlustrano le isole Scetland e la capitale delle Orcadi; indi girati que' gruppi insulari s'innalzano alla Groenlandia. Al ritorno, Nicolò muore alle Faroe dopo quattro anni di soggiorno in quelle regioni.

Antonio rimane ancora dieci anni colà, dopo i quali il conte Sinclair gli permette di tornare in patria verso il 1405-6. Durante quel decennio Antonio avea non solo continuata la navigazione per quel mare, ma, sulle indicazioni di un vecchio pescatore, tentata la via alla scoperta di terre lontane verso ponente, che sarebbero probabilmente l'isola di Terranuova e la costa vicina dell' America settentrionale.

Una tempesta sopraggiunta impedi la continuazione di tale viaggio di scoperta ed obbligò lo Zeno al ritorno, passando presso un'isola Icaria (che il Major suppone sia Kerry d'Irlanda), di là volgendo a tramontana e rivedendo la Groenlandia.

XXII.

ASSEMBLEA GENERALE.

Tornata del 1.0 Luglio 1877.

Presidenza del Presidente comm. ANTONIO CROCCO.

Si procede alla nomina di vari soci effettivi; e si comunicano le proposte per altri di pari grado, sulle quali, a norma dello Statuto, avrà luogo la votazione nella tornata ventura..

Si presenta l'elenco di oltre ottanta opere e pubblicazioni periodiche, pervenute in dono o in cambio nel primo semestre dell' anno corrente alla Società od alla Direzione del Giornale Ligustico, e da quest' ultima donate a sua volta alla Società medesima.

L'Assemblea demanda inoltre al Presidente la nomina della Commissione, che dovrà riferire sulle proposte di nuovi socî onorarî e corrispondenti.

VARIETÀ

Transunti di alcuni memoriali presentati da Liguri al Papa ed al Governatore di Roma nel secolo XVII. Dall' Archivio di Stato in Roma.

I.

(Senza data). Isabella Sauli vedova, con nove figliuoli maschi, espone al Papa che Gio. Tomaso e Gio. Paolo Invrea, accompagnati da circa 80 uomini armati, fecero prigione in chiesa suo marito Gerolamo Sauli, ed avendogli imposto un grosso riscatto, che non si potè sborsare, l' ammazzarono. Ruppero finestre e porte della chiesa, uccisero un servitore, ferirono due altri pure in chiesa, la quale saccheggiarono. Non avendo la supplicante potuto ottenere giustizia in Genova, ed i suddetti Invrea macchinando di più contro la vita di lei e de' suoi figli, fu ella costretta di abbandonare la patria e venire a prostrarsi ai piedi di S. S. Il Papa avendo già ordinato all' Arcivescovo di Genova di far carcerare gli Invrea, come fu fatto, la vedova supplica che vengano tratti a Roma e qui processati.

Il Papa passò il memoriale al Governatore senza alcuna osservazione.

II.

(S. d.). Il prete Guglielmo Raineri della diocesi d' Albenga, avendo procurato l'assoluzione di alcuni rei inquisiti della corte episcopale d'Albenga, fu bandito dalla diocesi. Ricorse al Papa che commise la causa al Governatore di Roma, il quale ridusse il bando dalla sola città di Albenga. Nel 1604 otteneva la cessazione dello stesso, purchè avesse il perdono dal vescovo di Albenga; ma questo persistendo a negarlo, benchè il bando fosse già per 10 anni, Don Raineri ricorre al Papa per ottenere la detta detta cessazione anche senza il perdono vescovile.

Il Papa passò la supplica al Governatore senza pronunziarsi.

III.

(1610). Il capitano Gio. Battista Riccio genovese, i! quale ha servito con << condutta de' Corsi tutto il pontificato di Papa Clemente e nelli rumori di Venezia e si offerse a S. Beatitudine con 1000 soldati senza alcuna imprestanza », espone che per una rissa avuta alcuni anni passati con il capitano Domenico di Ornano corso, ebbe l'esilio da Roma per tre anni e poi finchè avesse avuto la pace. Essendo scorsi quasi cinque anni

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