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della metropolitana in patria, il quale morì in Roma addi 25 aprile 1682 in età di anni 75. L' Ughelli ed il Bima inesattamente lo dissero morto nel maggio: mentre il Cancellieri (1), trattando della basilica vaticana, ove fu sepolto, ne segna più esattamente la morte nel mese e nel giorno da me indicato di sopra. Resse dopo di lui la chiesa di Tortona il milanese CARLO FRANCESCO Ceva, canonico penitenziere in patria: vi fu eletto a'49 luglio 1685, e mori nell'agosto del 1700. Dopo quasi sei mesi di vedovanza fu promosso al governo di questa chiesa il milanese GIULIO Resta, eletto a'21 febbraro 1701. Egli era stato governatore di Norcia, di Jesi e di Civitavecchia, negli stati pontificii. Mori agli 41 di gennaro dell' anno 1745. Il domenicano FR. GIUSEPPE LUIGI de Andujar, di origine spagnuolo, nato ai Fonti nella diocesi di Como, fu sostituito al defunto Giulio Resta, nella pastorale reggenza della chiesa di Tortona, trasferitovi dal vescovato di Bobbio, il dì 44 marzo dello stesso anno 1745. Visse al governo di essa per ben quarant'anni e dieci mesi: chiuse in pace i suoi giorni nel gennaro del 1785. Nel qual anno medesimo, per le istanze del principe Vittorio Amedeo, re di Sardegna e duca di Savoja, il pontefice Pio VI promosse alla sede tortonese, a' 18 di luglio, CARLO MAURIZIO Pejretti, di Saluzzo, già canonico della metropolitana di Torino e vicario generale di quell' arcivescovo. Dopo nove anni e mezzo di spirituale governo, mori a' 18 febbraro 1793. Restò allora vacante la sede più di tre anni e mezzo: alla fine fu eletto a possederla, il dì 34 luglio 1796 PIO BONIFACIO Fassati, di Casale. Questo vescovo, nel 1805, fu costretto a rinunziare la sua diocesi, perchè la violenza del governo francese volle abolirla ed assoggettarne il territorio per la massima parte al vescovato di Casale, che diventò allora suffraganeo della metropolitana di Torino.

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Ma poscia, quando furono ristabilite le politiche cose dell'Italia, nell' anno 1844, fu distaccata di bel nuovo la diocesi tortonese dalla casalese e ristabilita nella pristina sua dignità episcopale, com'è narrato estesamente nella bolla pontificia del papa Pio VII, la quale incomincia: Beati Petri apostolorum principis, ed ha la data de' 17 luglio 1817, e che da me fu pubblicata nella prefazione alle chiese dei regii stati, in questo medesimo volume. Fu in questa occasione, che dalla

(1) De Secr. Basil. Patic., pag. 1648.

giurisdizione metropolitica di Torino fu tolta Tortona, e fu assoggettata
all' arcivescovato di Genova ; come attualmente lo è. Ristabilita così nel
suo grado, ne fu provveduta la sede colla promozione del patrizio .tor-
tonese CARLO FRANCESCO II Carnevale, già vicario apostolico, preconizzato
nel concistoro pontificio del dì 21 dicembre 1818 e consecrato in No-
vara addi 44 del susseguente febbraro, Mori a' 29 ottobre 1851. Restò
allora vacante la sede cinque mesi e mezzo all'incirca poi fu eletto a
possederla, addi 15 aprile 1853, GIOVANNI IX Negri, nato in Fontanetto
nella diocesi di Vercelli. Questi, con saggia e prudente carità, ne regge
tuttora lo spiritual gregge, amato e stimato da tutti.

Condotta fin qui la narrazione delle vicende e dei fatti, che appar-
tengono alla chiesa di Tortona, non altro mi rimane se non esporre la
cronologica progressione dei sacri pastori, che ne possedettero successi-
vamente l'episcopale seggio.

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