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stampe dopo avervi faticato lo spazio di 25 continuati << anni, onde gravemente afflittosene, cadde infermo e il di « 20 Agosto di quest'anno 1638 se ne passò a miglior vita. << Ritrovaronsi tra suoi scritti gli abbozzi di detta opera, <ma come che erano abbozzi e conseguentemente non or<dinati ma confusi et incompleti, poca speranza restò a' << posteri di restituire alla patria tali sue glorie col nuo«vamente ridurre l'opera alla primiera perfezione e poli< tezza, che perciò passarono circa 28 anni che rimase come affatto scordata o sepolta sin che capitata certa << occasione ad un suo concittadino di cercare alcune par<< ticolari memorie di Savona, si senti incalorire alla sud<< detta fatica come in appresso vedrai. » Poi avvi una parola inintelligibile. Segue la firma :

Ioan. Baptistæ Alberti Cler. Reg. Somas. Savonen.

ad regulam Vincentii Verzellini.

Terminato così il sesto libro e autenticata tutta l'opera, lo Scrittore dà cominciamento al libro settimo, primo dei due ch'egli scrisse in continuazione del Verzellino. Il quale principio del settimo libro quantunque maledettamente cassato come il fine del sesto, pur mi venne fatto di leggere. Dice dunque :

Libro VII

Delle Memorie particolari di Savona

(Margine illegib.) Giovanni Vincenzo Verzellino..... (illegibile)

<< Giovanni Vincenzo Verzellino Nobile Savonese fu scrit<< tore celebre e molto famoso istorico, citato perciò in << molte opere da vari Autori. Impiegò la maggior parte de' << suoi anni in studi et honorevoli esercitii e singolarmente sudò nel compilare le memorie antiche e moderne della < propria Patria incominciando dalla prima origine della < sua fondazione, provate tutte con autorità di gravi et << antichi Autori, come si è veduto nel corso dell'opera, e singolarmente nel Proemio, in cui egli stesso ciò asse«risce, che perciò fu indefesso nelle fatiche e vigilie per condurla a felice porto: havendo omesso nessuna azione gloriosa per tutti i secoli di questa Città di Savona in« verso la quale si mostrò sempre vero et affettuoso figlio, < nell' indagare et radunare e descrivere le sue grandezze e glorie et i fatti egregi degli Huomini illustri da quella

<< usciti, onde ad eterna memoria del suo famoso nome gli << fu inalzata una statua per riconoscimento dell' operato << ad honore della Patria.

<< Ebbe in moglie Geronima Onofrii da cui lasciò due << maschi Giuseppe e Giov. Carlo e due femmine, la prima << fu monaca in S. Chiara di Savona chiamata Suor Paola Maddalena, quale mori nell'anno 1661 a di 16 Giugno con <fama di singolar bontà, l'altra entrò nel Monastero delle << Carmelitane Scalze dello Spirito Santo pur di Savona (1). <«< Fini i suoi giorni Giovanni Vincenzo in Savona a dì 20 Agosto del presente anno 1638, e sta sepolto nella Chiesa di S. M. di Loreto dei Certosini di Savona nella sua Ca<< pella e sepoltura >>.

In un'altra cancellatura che si trova in principio quasi del codice, nell'elenco cioè degli uomini illustri di Savona de' quali è cenno nella storia, si parla pure del Verzellino, di cui si narra che con parecchi altri fu ascritto alla nobiltà Savonese, e vi si nota ch'egli è l'Autore dell'Opera; e se ne parla in maniera identica nell' indice delle cose notabili, come si vedrà più sotto.

Da quanto siam venuti esponendo fin qui, io credo che non possa restar dubbio di sorta che, tutta quanta la sostanza dei primi sei libri del codice Lamberti, non sia tutta del Verzellino, giacchè furono compilati dagli abbozzi da lui lasciati, i quali sebbene confusi ed incompleti, non furono però alterati, ma ordinati per ridurre nuovamente l'opera alla primiera perfezione e politezza. Che se ciò non fosse stato, l'Alberti non avrebbe certo attribuito quest'opera al Verzellino, tanto più che essendo rimasta tanto tempo scordata o sepolta, poteva farsene onore come di cosa propria. Se dunque egli afferma in fine del sesto libro senza res trizione di sorta: qui finiscono le fatiche del Verzellino; se ripete poco dopo, ch' egli non ha fatto altro se non restituire alla patria le sue glorie col ridurre nuovamente l'opera del Verzellino alla primiera perfezione e politezza; se nell'autenticarla dichiara di averla fatta ad regulam Vincentii Verzellini; se nell'elenco degli uomini illustri lo si dice

(1) Di questa seconda per nome Suor Maria Giovanna, fu scritta la vita dal P. F. R. Bonaventura di S. Felice Carmelitano Scalzo suo Confessore, la quale uscì alla luce in Genova nel 1875 dalla Tip, delle Letture Cattoliche.

Autore dell' opera; se nell' indice delle cose notabili, alla parola Fine si nota: Fine delle fatiche, e vila dell'Autore di quest'opera Gio: Vincenzo Verzellino; mi pare che tutto ci autorizzi a credere, che i primi sei libri del codice Lamberti sono la vera storia del Verzellino. E veramente un compilatore, un ordinatore che lavora sugli abbozzi e sulle memorie di un altro a solo scopo di ridurle alla primiera perfezione e politezza, non può certo chiamarsi l'autore di un libro, giacchè non avendo altro merito che di armonizzare le parti fra di loro, aggiungere qualche parola richiesta dal senso, completare qualche idea rimasta informe, non ha nessun diritto di chiamarsene autore. Le quali riflessioni se valgono per tutte le opere, valgono più specialmente per la storia del Verzellino, la quale constando per la massima parte di memorie e di biografie, come il lettore può vedere, gli abbozzi e le memorie da lui raccolte, non avevano bisogno che di essere ordinate. Si aggiunga, come dissi più sopra, che dal confronto fatto del codice Lamberti col codice Rovere e colla copia estratta dal codice Berio, si potè rilevare che vi sono lunghissimi tratti perfettamente conformi, che ve n'ha molti i quali diversificano assai poco, parecchi con qualche variante d'importanza per la chiarezza e migliore ordinamento del testo, e soli pochi che sono esclusivamente propri del primo. Vuol dir dunque che tutti provengono da una origine sola (1).

Che se altri mi dicesse, che tutte queste migliorie ed aggiunte sono indizio di un lavoro di seconda mano, e danno fondato sospetto che sieno frutto dello studio e delle fatiche dell' Alberti, ricorderei a costui, che il Verzellino, dotto Giureconsulto che consumò la maggior parte de' suoi anni in studi ed onorevoli esercizi, scrittore celebre e molto famoso istorico citato perciò in molte opere da vari

(1) Sarei quasi di avviso che tutti i codici che corrono sotto il nome del Verzellino, meno forse quello del R. Archivio, sono tutti foggiati sull'Alberti amico e contemporaneo del Verzellino, il solo per conseguenza che potesse rifare il suo lavoro dagli abbozzi e dalle memorie trovate ne' suoi scritti. Infatti il codice Berio è una copia assai recente, il Rovere non può essere più antico del 1765, epoca dell' incoronazione del Doge Francesco Maria, e quello della nostra Civica Biblioteca è forse anche più moderno. Il Lamberti n'è anch'esso una copia, ma migliorata e corretta sulle postille del Verzellino e sopra di altre memorie da lul rinvenute. È quindi il più completo ed esatto.

autori, creduto degno da' suoi Concittadini di una statua ad eterna memoria del suo famoso nome, mi apparisce tale nel codice Lamberti e non negli altri, molto meno poi nella prefazione del P. Ottaviano, il quale sogna che a metà del settimo secolo non poteva e non doveva scrivere molto elegante ecc. ecc.

A questa medesima conclusione si arriva pure per un'altra via.

Giuseppe Lamberti, (che senza dubbio fu quegli il quale, con sì poco buon senso tentò il plagio delle fatiche dell'Alberti per attribuirne il merito allo zio P. Angelo) dimentico forse dell'astuzia usata per coprire la truffa, ovvero spinto dalla fatalità comune ai bugiardi, che spesso dimenticano il coperchio necessario per chiudere la verità in modo che non possa fare capolino di mezzo alle loro menzogne, nella sua prefazione al libro IX dice: Che il P. Angelo Lamberti Savonese avendo saviamente conosciuto, che ogni cosa umana consumano gli anni, e che i fatti più gloriosi si perdono se la penna non li conserva, si diede a trascrivere e coreggere li famosissimi scritti del Signor Gio: Vincenzo Verzellini, essendo puri e semplici abbozzi, per essersi smarriti li corretti et aggiustati; proseguilli in appresso sino all' anno 1674 nel quale tralasciò del tutto così nobile impresa. Aggiunge ancora: Cognoscendosi mio Zio hormai vicino alli ultimi periodi del suo vivere, e non volendo più a cosa alcuna di questo mondo, abenchè gloriosa attendere, fece dono gratiosissimo di questi suoi nobilissimi sudori a me suo affetuosissimo nipote, sforzandosi a tutto suo potere di persuadermi al proseguimento di così degna opera, il che freddamente gli promisi cognoscendo la mia inhabilità troppo grande ecc. Oltre che mi atteri il solo riflettere l'essere stata cominciata quest'opera da una penna così faconda, et erudita del Sig. Gio: Vincenzo Verzellini, e proseguita da un'allra non men famosa e sublime della prima del Molt. Rev. P. Angelo Lamberti capuccino ecc. ecc. Nella Biografia poi che fa del P. Angelo suo Zio in principio del libro IX, dopo aver detto ch' egli era di tanta umiltà che non solo non volle mai accettar cariche tra' suoi religiosi, ma che ottenne di poter rinunziare alla voce attiva e passiva, ecc. ecc. soggiunge: Satio finalmente di misurare più il tempo e di trattenersi solo fra ombre (allude alle sue fatiche per fare orologi da sole)

diedesi con ogni maggiore accuratezza e diligenza possibile a rintracciare le antichità e grandezze della sua Patria, e suoi Concittadini, onde ritrovati alcuni scritti puri e semplici abbozzi del Sig. Gio: Vincenzo Verzellini, si risolvè non solo di trascriverli in netto, ma anche di aggiustarli e corregerli, dove dalle postille del medesimo Autore si vedeva l'opera bisognosa ecc.

Dalle quali parole, fatta la parte che si deve alla vanità del Giuseppe Lamberti nell' innalzare lo Zio, si evince ad evidenza: 1o Che li scritti corretti ed aggiustati di Gio: Vincenzo Verzellino erano smarriti, appunto come vedemmo affermato dall'Alberti. 2° Che l'opera attribuita da Giuseppe Lamberti a suo Zio, è formata degli scritti di Gio: Vincenzo Verzellino, come afferma pure l'Alberti. 3° Che il Giuseppe Lamberti nella prefazione al libro IX confessa: Che il solo riflesso che l'opera era stata cominciata dalla penna così faconda et erudita del Sig. Vincenzo Verzellini, lo atterri per qualche tempo dal continuarla, il che vuol dire, che li scritti trovati non erano solo puri e semplici abbozzi, come vuol dare a credere. 4° Che se vi furono correzioni ed aggiunte, furono fatte dietro le postille e le note del Verzellino. 5° Finalmente, che dunque tutti i primi sei libri, meno qualche aggiunta di poca entità, fatta in modo da essere conosciuta, sono opera del Verzellino.

Dissi meno qualche aggiunta di poca entità fatta in modo da essere conosciuta, perchè lo scrittore del codice Lamberti ha fatto veramente quà e colà qualche aggiunta al lavoro del Verzellino compilato dall'Alberti. Il Verzellino p. e. (ossia l'Alberti dietro gli abbozzi e le memorie di lui) narra nella sua storia l'avventura di Aleramo e di Adelasia, con molta sobrietà di circostanze e di parole, racchiudendola in poco più che due pagine. L'autore del codice Lamberti che conosceva una narrazione di altro scrittore più circostanziata e più bella, non si lascia sedurre dalla tentazione di sostituire la seconda alla prima, ma riprodotta la prima tal quale fu trovata nelle memorie del Verzellino, aggiunge poi la seconda, facendo intendere che non appartiene all' Autore. Nè si diparte da questo riguardoso contegno ogni qualvolta, per continuare la storia fino ai suoi tempi, deve aggiungere qualche cosa di suo. Cosicchè noi possiamo essere sicuri, che, come l'Alberti non ha fatto che ritornare alla primiera perfezione e politezza gli abbozzi

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