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La causa che si propone al Papa di abbracciare è la causa dell' impero di Carlo magno, essa è quella della Francia, della Germania, dell' Italia, essa è quella di tutto il continente (1); come appartenente all'impero di Car

in una lettera recitata nel settimo sinodo ecumenico (Anast. loc. cit.). Nell'istromento fatto da Carlo magno nella villa di Teodo ne a Thionville in età di sessantaquattro anni per la divisione del regno,non fecesi alcuna disposizione, ne'intorno al titolo conferitogli da Leone III. nel 8oo., ne' intorno ai paesi donati alla cattedra infallibile, si perchè eleggere l'imperatore spettava per diritto al romano Pontefice, si perchè giudieò scellerato procedere il ritogliere alla chiesa i paesi donati (Baron. ad anno 8o6. num. 24.). Anche Lodovico pio, cho fu inaugurato imperatore da Stefano IV. in Reims approvò con diploma la libera precitata donazione, ed inculcò ai suoi figliuoli la cura e la difesa del patrimonio suddetto coi termini stessi, de' quali erasi servito Carlo magno nel suo testamento (anno 814.). Nell'atto legale fatto da Pipino,ed in seguito mantenuto dai Carolingi, dai Capeti ec. non rinviensi ivi obbligo alcuno di federazione, di lega offensiva e difensiva, ne' tampoco preciso dovere, d' imbrandire in alcune cir costanze il capo della chiesa universale, la spada contro gli ortodossi che pur sperasi possano appartenere un giorno alla comunione de' fedeli, ne loro regni racchiudendo un infinito numero di eterodossi. Cosicchè dalle esposte ragioni risulta essere assurda la proposizione di Champagny, e giammai la donazione fatta da Pipino e Carlo magno venne avvalorata dalla tacita condizione di far causa comune, di agire in qualunque circostanza per gl' interessi dell' impero, essendo del pari assurda la domanda e la pretenzione di esiger ciò, per un diritto esclusivo dell' imperial diadema.

(1) Essa è quella di tutto il continente: Oh dire! E quando ciò si ammettesse, doveva il Pontefice dimenticare i suoi doveri, ed aderirvi? No certo. La sua considerazione era in Dio incessantemente rivolta : Ambulavit cum Deo (Gen. c. 5. v. 22. ), per cui non potea preterire dalle adottate risoluzioni. Mercè fe penne di Kotzebue, dello Stein, di Schoell, e di Gentz il disinganno apparve nel 1814. qual gigante, mostrò la sua impavida fronte, ed il terrore dovette retrocedere ed inabissarsi . In quella perfettissima crisi tutti i popoli cooperarono, alla caduta dell'eroe che abborivano. Il famoso manifesto di Spagna deter

lo magno al continente dell' Italia, il Papa non può ricusare di far causa comune coll' imperatore, e di secondare i suoi sforzi contro l' inimico del continente, dele della religion cattolica.

la pace,

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Dopo l'esposto v.e. deve intendere che l'imperatore nel promuovere questa dimanda non è determinato d' alcuna passione, o da alcun sentimento di odio. Essa è l' interesse della umanità, essa è la voce di sessanta milioni di uomini che gridono: Obbligate l'Inghilterra a vivere in pace con noi, a restituirci le nostre coste i nostri vascelli, le nostre relazioni marittime e commerciali. Questi sono i nobili motivi, che lo animano nell'esecuzione de' suoi disegni. D'altronde la necessità di sottrarre Roma dagli intrighi degl' inglesi, se il Papa volesse rimaner solo sul continente attaccato ad essi,il dovere del capo dell'impero francese non sarebbe allora quello di riunire immediatamente all' impero questa parte de' suoi dominj, che si è isolata per ragione della sua politica e di annullare la donazione di Carlo magno che è divenuta un arma contro il suo successore? In tale operazione egli non commetterebbe alcun attentato alla religione, a cui si fa egli una gloria di servire, nè alla supremazia del Papa, di cui egli sarà sempre il zelante difensore. Ma i diritti del trono sono differenti dai diritti dell' altare sempre vi è stata una distinzione tra l'incensiere e il diadema. La sovranità spirituale è sparsa in

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minò gli alemanni a ribbuttare oltre il Reno le orde dell' oppressore, ed i popoli del continente ad esso confederati si dileguarono, svanirono. Nell' epoca in cui imperversava in Italia il delitto e la discordia ritornò a trionfare la pace e la giustizia. A colui che avea ricusato alla federazione continentale umiliaronsi a' suoi piedi milioni e milioni di cattolici, quando viceversa chi amalgamato vantavasi a tutto il continente fu costretto a vivere separate da esso.

tutti i paesi, perchè il vangelo è stato predicato da per tutto, ed ella può esercitarsi con utilità e con gloria per la religione di cui ne è la sede, e senza unione con alcuna potenza temporale. Ma l'imperatore per condiscendere al Papa, che egli particolarmente molto onora, piuttosto che venire a questo estremo, si ristringerebbe a una misura indispensabile per unire l' alta Italia agli stati di Napoli, le sue armate del Nord a quelle del Mezzogiorno, e non riunirebbe al suo impero che le legazioni d'Urbino, Macerata, ed Ancona (1). Egli lascierebbe Roma sotto la potenza del Papa, perchè Roma così isolata non potrebbe più nuocere agl' interessi dell' impero. Tale è signor cardinale l' alternativa offerta a sua Santità . Non sarà tenuto un linguaggio diverso col suo mediatore. Gli ambigui linguaggi non lo faranno uscire da questo cerchio Appartiene al Papa la scelta. Se. la corte di Vienna era stata, come l'imperatore padrona dell' Italia,

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(1) Napoleone avea deciso di mettere la costanza di Pio VII. alla prova, e lusingavasi di conculcare la sua autorità. Alcuni ingiusti pretesti servirongli di mezzo per avanzare varie inammissibili pretensioni. Egli con un dispaccio scritto in tuono minaccievole domandò al s. Padre.

1. La pubblicazione ed esecuzione del codice Napoleone negli stati della chiesa.

2. La indefinita libertà, ed il pubblico esercizio di tutti i culti.

dal

3. La riforma de' vescovadi, e l'indipendenza dei vescovi capo della chiesa universale.

4. L'abolizione delle bolle pontificie intorno la collazione dei vescovadi e delle parocchie di giurisdizione della s. Sede. 5. L'abolizione generale degli ordini ecclesiastici .

6. La coronazione di Giuseppe Napoleone in qualità di re delle due Sicilie.

7. L'erezione d' un patriarca indipendente, e l' abolizione del celibato ecclesiastico. ( Alcuni critici senza appoggiarsi però su veruna positiva testimonianza, riguardano come apocrifa la nota inserta sul precitato oggetto nella raccolta intitolata: Corrispondenza autentica della corte di Roma)..

ella non avrebbe lasciato questa scelta al Papa, e dopo lungo tempo le sue truppe occuperebbero Roma. Sua Santità lo sa; si può dunque sperare, che quando ella conoscerà la generosità dell'imperatore si appiglierà forse al partito che gli detta il dovere, la riconoscenza, l'interesse della chiesa, dell' umanità, ed i voti di sessanta milioni di cattolici abitanti nel continente.

Io non tratterrò che brevemente v. e. sugli affari ecclesiastici. Non vi è cosa in Francia di cui il Papa abbiasi ad intrigare. La chiesa gallicana ha i suoi privilegi, e gode la pace la più profonda. I suoi membri benedicano l'imperatore che onora la religione, e protegge i suoi ministri. Ciò è accaduto in quello che prescrive il concordato. Vostra eminenza può giudicarne meglio che ogni altro, paragonando lo stato della religione in Francia qual' era al momento del suo arrivo quale è attualmente, e qual diverrà un giorno mercè le cure e la protezione dell' imperatore; l'influenza dunque del Papa e intieramente inutile, nè vi è persona che la reclami (1).

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(1) La Francia conobbe il dovere e la necessità di ricorrere al Pontefice della chiesa romana allorchè nel 1801., dimostrossi anziosa di rientrare nell'unità. Il dominatore stesso delle Gallie ricorse al suddetto Pontefice per ristabilire nel 1803. in Italia la cattolica religione. La Francia e l'Italia ebbero suc◄ cessivamente porporati, arcivescovi vescovi, sostenitori e difensori della chiesa universale. Al Pontefice Pio VII. umiliaronsi i magistrati francesi per ungere nel nome del Signore colui, che mille inopinati avvenimenti sbalzarono sul trono dei gigli d'oro. Più: In Francia eravi un rappresentante Pontificio, un cardinale arcivescovo, entrambi cardini di s. chiesa, che una perenne corrispondenza osservavano col vicario di Gesù Cristo, che la sua sposa assicurò con le seguenti parole: Sicut audivimus, sic vidimus in civitate Domini virtutum, in civitate Dei nostri: Deus fundavit eam in aeternum (Psal. 47. v..9. ). Come dunque in Francia reputavasi l'influenza del Papa intieramente inutile, e

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Gli affari ecclesiastici in Italia hanno tre oggetti . Primieramente i monaci. L'imperatore non ne vuole affatto; di essi non ve ne erano ai tempi degli apostoli : Non ve ne sono in Francia e l'Italia non ne ha bisogno ma in questa epoca di crisi gli fa bisogno di soldati per difenderla contro gl' infedeli e gli eretici. L'imperatore crede dover manifestare in quest' oggetto la sua volontà, imperocchè i plichi che tiene fra le mani gli

dicevasi non esservi persona che la reclamasse? Menzogna! Ne qui ancora finì! Si disse inoltre: La chiesa gallicana ha i suoi privilegi, nè vi è cosa in Francia in cui il Papa abbiasi ad intrigare. Le facoltà concesse al clero di Francia non riguardavano, nè potevano in conto alcuno riguardare il dogma. Frustranea perciò sarebbe qualunque altra interpretazione. Per la seconda parte sappiamo, che il Redentore disse a s. Pietro: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore ( Joan. cap. 21. 15.), per cui s. Bernardo osserva che gli altri pastori sono limitati ad alcune chiese particolari, e che all' opposto le cure di s. Pietro estendonsi alla chiesa universale: Pastorum tu unus pastor (s.Bernard. ad Eug. Pap. de Consid. 1. 2. cap. 8.). S. Ottato descrivendo i caratteri proprj e distintivi della sposa di Gesù Cristo, vị conta pel primo, e principale di essere nella comunione della sede di s. Pietro. La chiesa d' Antiochia è divisa in partiti scriveva s. Girolamo al Pontefice s. Damaso, cadauno de' quali si studia di assicurarsi il mio suffragio. In mezzo al romore ed all' agitazione che mi circondano io alzo la voce e rispondo: Io sono unito alla cattedra di s. Pietro: non conosco punto Vitale, ignoro Paolino non so chi sia Melezio. Io , so bensì, che sono a voi, o successore di Pietro e che quegli il quale non è unito a voi non è punto di Gesù Cristo. Io so che questa cattedra, che voi occupate è la pietra fondamentale della chiesa, che quegli il quale mancia l' agnello fuori di questa casa è un profano, che quegli il quale non è punto rinchiuso in quest' arca misteriosa, resterà sommerso nelle acque del diluvio. Che più per convincerci dell' assordità del sovresposto? - I limiti di una nota non ci permettono di gire più oltre. Se qualcuno desiderasse ulteriori schiarimenti potrà consultare Finetti, Schvvarz, Favre, Zaccaria, Ansaldi, Leibniz Beaumont Svviecicki ec.

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