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riguardi però che professa a s. m., il sincero amore che le porta, lo persuadono a rivolgersi di nuovo alla stessa m. s. perchè voglia porre il necessario rimedio al male, e togliere in mezzo a ciò, che nelle leggi e disposizioni di sopra enunciate si oppone alla legge di Gesù Cristo, alla dottrina ed al bene della chiesa.

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Il s. Padre ha una viva fiducia, che la religione di 6. m., e la sincerità di quei sentimenti che annuncia la nota di v. e. non renderà vane queste nuove rimostranze. Senza questo rimedio, ch'è nelle mani della m. s., il s. Padre non potrebbe più a lungo mancare al primo essenziale officio del suo apostolico ministero, che l'obbliga in oggetti di questa natura, i quali riguardano la salute delle anime, e la tranquillità delle coscienze, a far conoscere con la sua voce pubblicamente ai fedeli le vie della verità, e quelle dell' errore .

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Sua Santità ha incaricato il sottoscritto d'impegnare l'e. v. a portare alla cognizione della m. s. questi suoi sentimenti, ed a farle presente, che non ha parte in essi alcuna vista umana, nè derivano da insinuazioni di consiglieri, ma solo partono dalla irresistible forza dell' intima persuasione di non poter deviare dai medesimi senza rendersi colpevole avanti il cospetto di Dio 9 e senza tradire i doveri indeclinabili inerenti al ministero a cui la divina provvidenza lo ha destinato. Ovunque il s. Padre non troverà ostacoli di questa natura continuerà sempre ad avere verso di s. m. nella maggiore ampiezza tutti i riguardi che gli suggeriscono la stima, la benevolenza e l'amicizia verso la m. s. e l'attaccamento particolare che professa alla nazione francese . Egli in ciò seconderà i movimenti del suo cuore, e la condotta costantemente da lui tenuta, presenta a s. m. una innegabile testimonianza della lealtà e del candore di questi suoi sentimenti .

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VII. Mentre però spedivasi la prefata lettera a Pa

rigi si pubblicò in Roma coi tipi della reverenda camera un ordine del giorno in data dei ventisette gennajo del principe Giuseppe Bonaparte comandante generale l'ar➡ mata di Napoli relativo agli allogj; ed altro in data degli otto febbrajo dall' ajutante Aynié pel regolamento del truppe. In data poi dei ventiquattro marzo Pio VII. affacciando gl' imprevidibili infortuni, le imperiose ed inevitabili circostanze che superavano di gran lunga le deboli forze dell' erario pubblicò un ed tto in 8. articoli, onde stabilire a titolo di prestito perequativo, diviso in sei rate,da pagarsi baiocchi 15.per ogni cento scudi di possidenza catastale. Un'altra dativa gravitò sul terratico eguale all' ordinaria, non eccettuando da tal peso niun corpo munito di qualunque dignità e privilegio comprensivamente i cardinali, il tribunale del s. offizio i cavalieri di malta, e qualsivoglia altra persona.

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VIII. Giunsero di poi in Roma due altre note del ministro Talleyrand in data dei ventotto e trenta aprile, trasmesse dal card. legato a cui erano state dirette. Non è abbastanza esprimibile la sorpresa ed il dolore provato da sua Santità nel leggere le ascuse contenute ne' suddetti dispacci. Vide Pio VII. come dai nemici della s. Sede con le più nere, e al tempo stesso con le più assurde calunnie erasi sorpresa la giustizia della m. s., e preparavansi con indegno arteficio i pretesti, coi quali velare i veri motivi delle misure distruttive del dominio temporale della s. Sede, ehe in pena del rifiuto del s. Padre alle pretensioni significa tegli, si volevano realizzare. Giova conoscere in fonte le due anzidette note (1), e le risposte che a difesa della verità si diedero dal s. Padre e che

(1) Vedi la nota di Talleyrand degli otto aprile nella precitala raccolta (Tomo 1. §. CČLVIII. nota 1.), ed in quella di Parigi Idem dei trenta detto.

per brevità si omettono (1). Non erano ancora partiti tutti i suddetti dispacci, allorchè giunsero due altre note dei diecinove e venti maggio di Talleyrand al card.legato relative alla ricognizione del nuovo imperante in Napoli. Ad intelligenza delle medesime giova conoscere la nota, con cui il ministro francese avea precedentemente partecipato al s. Padre gli avvenimenti di Napoli, e la risposta della Santità sua.

IX. Il sottoscritto ha ricevuto espresso ordine da s. m. di notificare al governo della s. Sede l'innalzamento del principe Giuseppe Napoleone di Francia alla corona di Napoli. Essendo vacante il trono di quello stato in seguito d'una total perdita di diritto incorsa per la più scandalosa perfidia, di cui gli annali non ne hanno giammai fatta menzione, s. m. si è trovata nella necessità di liberare quel regno e l'Italia intiera dal furore d'una corte insensata. Ella ha giudicato convenevole alla sua dignità di confidare il destino di quel regno, che teneramente ama, ad un principe della sua casa. Il sottoscritto non dubita che il governo Pontificio non vegga in questo felice avvenimento una nuova sicurezza del sistema politico, riguardo all'ordine, alla giustizia, alla solidità che s. m. ha sempre avuto a cuore di stabilire in tutti i luoghi, che furon commessi alla sua influenza. Riceva quest' avviso come un nuovo pegno de' sentimenti d'amicizia, che s. m. si compiace in tutte le occasioni di manifestare a sua Santità. Il card. Fesch (2),, ·

X. La risposta del s. Padre in data dei ventisei aprile fu del seguente tenore,, Il card. segretario di stato ha ricevuto e posto sotto gli occhi del s. Padre la nota di v.

(1) Osserva eziandio la risposta del s. Padre alla prima no ta. Idem alla seconda .

(2) Nota del card. Fesch in data dei ventitre aprile.

e. dei ventitre detto, la quale annunzia la destinazione del principe Giuseppe alla corona di Napoli. Relativamente a quest' oggetto il s. Padre nella stretta obbligazione che gl' impongono i suoi doveri di mantenere i diritti della santa Sede, ha incaricato il sottoscritto di richiamare avanti ogni altra cosa l'attenzione di v. e. sui rapporti esistenti da tanti secoli fra la s. Sede e la corona anzidetta e costantemente osservati anche ne' casi di conquista, non solamente nella introduzione di qualunque nuova dinastia, ma ancora di qualunque nuovo regnante; rapporti, che non possono sfuggire alla giustizia, e penetrazione della maestà sua medesi

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XI. Volle Pio VII. il giorno undici maggio beatificare il ven. p. Francesco di Girolamo nato ai diecissette dicembre del 1642. in Grottaglie presso Otranto, sacerdote professo della compagnia di Gesù, dato da Dio al regno di Napoli sul declinare del secolo XVII. per illustrarlo con la predicazione evangelica. Passò a ricevere il premio dell'apostolico suo zelo l'anno 1716. Benedetto XIV. poco prima di rendere lo spirito a Dio,cioè il giorno due maggio 1758, ne formò secondo le regole gli opportuni processi . Il postulatore della causa fu il canonico conte Alfonso Muzzarelli teologo della sacra penitenzieria. Pio VII. con decreto dei diecinove marzo,avendo ai venticinque febbrajo tenuta la congregazione de' Riti pronunnciò : tuto procedi posse ad Beatificationem v. s. d. Francici de Hieronymo. Ai sette settembre beatificò il ven. Crispino da Viterbo laico professo dell'ordine de' minori cappuccini di s. Francesco nato in detta città ai tredici novembre 1668 morì in Roma amoris sacri victima ai diecinove maggio 1750. L'ordine suddetto è un perenne fon

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(4) Risposta del card. Consalvi dei ventisei detto.

te di santi, ed un perfetto modello della evangelica perfezione,come il chiamarono gl'immortali Pontefici Benedetto XIV. (1),ePio VI. (*). Ai ventuno beatificò il ven. Giuseppe Oriol prete beneficiato della chiesa di s. Maria del Pino in Barcellona,il quale mori li ventuno gennajo 1702.11 postulatore della causa fu il sacerdote Filippo Belli. In esecuzione del Pontificio decreto pubblicato ai quindici marzo venne per la prima volta il barcellonese taumaturgo innalzato agli altari nella capitale del mondo cattolico . Dicemmo taumaturgo, perchè stanco alle volte di far miracoli, volgevasi ad un sacerdote accio lo ajutasse in quella celeste missione. I miracoli neʼdisegni di Dio non sono che un giudizio anticipato, pronunciato in faccia alla terra in favore de' suoi santi, contro l'empio e l'apostata; e sono per la chiesa cattolica una sorgente di gloria e di trionfo, quale non trovasi giammai in alcuna setta da lei separata (3).

XII. Fra le moltiplici paterne cure di Pio VII. merita special menzione l' ardua intrapresa delle saline di Corneto, le quali appagarono il vivo desiderio dell' ottimo principe pel felice loro esito. Nella medaglia solita a distribuirsi nell' anno, e nella quale riportasi la più recente memoria di pubblica utilità, vidersi alla parte opposta del ritratto del Pontefice incise le predette nuove saline, con la seguente iscrizione : Salinae Tarquin. institutae.Approvò con breve la regola della riforma del terz'ordine di s. Francesco, già esercitata dalle correligiose nel nuovo monistero presso la basilica liberiana, con

1) Annal. Cappuc. Tom 7.

Nell'allocuzione fatta nel pubblicare il decreto de' miracoli per la beatificazione del ven. Bernardo da Offida, come nella vita p. 142.

(3) La vita del b. Giuseppe Oriol fu scritta da Gianfrancesco Masdeu barcellonese.

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