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nerale Montcenil ch' era in quei luoghi, riflettendo la difficoltà della strada e lo stato di stanchezza del Papa, prese sopra di se di farlo diriggere per Alessandria verso il Mont-Cénis.

CXLIV. I popoli istruiti del suo passaggio corsero a ricevere la sua benedizione. Provarono allora minori difficoltà, e poterono vedere il s. Padre, il quale giunto in Alessandria vi soggiornò due giorni, senza però poter ricevere le persone che lo desideravano (1). Riprese la strada del Mont-Cènis per Torino, sempre guardando l'incognito. Il card. Pacca ch' era da alcuni giorni in Alessandria fu condotto sotto scorta pel medesimo camino. Il Papa passò avanti Torino il lunedi diecissette luglio ad un ora del mattino, scortato dal Boissard co

Il giorno 11 corrente alle 8. astronomiche della sera il s. Padre giunse a Chiavari in casa del duca Grimaldi. Tutti i popoli lo hanno accompagnato dopo due giorni di riposo fino alla Castagna : e quando credevasi da tutti che dovesse fare un altra pausa di due giorni in Genova, si è fatto imbarcare un ora dopo la mezza notte alla villa dei De-Fornari il giovedi 13. venendo il venerdì 14., e navigando per una bnon ora, sbarcò a s. Pier d' Arena, e messo in una carozza di vettura è passato per Campo Morone. Dicesi e credesi che jeri sera siasi fermato in Alessandria ne' si sa altro del suo destino.

(1) (Paragrafo di lettera del card. Pacca all' eminentissimo Casoni ). Alessandria quindici luglio 1809 La venerazione che mostrasi al s. Padre da questa popolazione non può abbastanza esprimersi. Si arriva fino a baciare la terra che preme coi piedi, allorchè va a passeggiare nel giardino contiguo al suo appartamento. ▲ me è negata ogni comunicazione con esso che anzi avendo egli fatto conoscere il suo desiderio di avere presso di se almeno monsignore mio nipote, quei che governano non avendo istruzioni su di ciò, si sono ricusati di compiacerlo. Per tal motivo credo inutile, che vengano da Roma de' prelati ed altre persone addette al servizio di sua Santità, mentre qui dovrebbero rimanere oziosi, e forse non potrebbero avere neppure la consolazione di vederla.

lonnello della gendarmeria. Provò tra Gusa e Rivoli uno svenimento per la fatica del viaggio; e rinvenuto, disse al colonnello : Avete voi ordine di condurmi vivo o morto? Se l'ordine è di farmi morire continuviamo la strada; se ciò è al contrario voglio fermarmi . Il colonnello fece arrestare la vettura in un villagio vicino, in cui il Papa chiese di smontare in casa del curato del luogo, ma fu invece condotto in quella del maire ; ivi prese una tazza di cioccolato, e dopo un brieve riposo rimontato in vettura pervenne al Mont-Cénis il lunedì sera. Passati due interi giorni all'ospizio partì il giovedì mattina venti luglio per la strada di Chambery. Aveva il card. Pacca raggiunto sua Santità al Mont-Cénis e ne parti seguendo la stessa direzione.

A Montmeillan una folla di persone erano accorse fin da Chambery, ed ebber la consolazione di godere la presenza del Papa per sette o otto minuti, cioè mentre cambiaronsi i cavalli. Il Papa continuò a mostrare quell'aria di bontà ch' eragli naturale, ma gli si scorgevano sul viso le traccie d'alterazione cagionata dalle fatiche del viaggio. Uscendo da Montmeillan il card. Pacca fu riunito a sua Santità e colla stessa vettura entrarono in Grenoble,

CLXV. Pio VII, nel centro delle sue grandi afflizioni ebbe nel mese stesso della sua deportazione a gloriarsi della cattolica intrepidezza dei vescovi della Dalmazia. Napoleone dal campo di Znaim in Moravia spedì una circolare ai vescovi suddetti, Rinviensi nel corriere milanese num. 1400, in data de' tredici luglio, in cui dà esso a conoscere, che mercè le vittorie di Enzersdorf e di Vagran il Dio degli eserciti aveva ancor visibilmente protetto le armi francesi, loro ingiungendo delle preci per oggetto suddetto. I vescovi alla prefata lettera (Monitore di Parigi in data dei venti luglio ) risposero con quei principj di perfetta ortodossia, e dimostrarono il più forte attaccamento all' apostolica Sede.

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Leggesi in essa il seguente passo Torni il successore di Pietro alla sua apostolica cattedra, dalla quale fu così vituperosamente separato. Restituisca Pietro ai suoi apostoli sciolga quelle da lui non meritate catene : lo restituisca non come un nemico, ma come un padre che diede alla m. v. le prove più convincenti del suo amore, e della sua deferenza fino a quel grado, che potea conciliarsi coll' obbedienza a Dio dovuta, e coi doveri del suo apostolato. Terga il pianto sugli occhi dei fedeli cattolic, che formano la maggior parte de' suoi sudditi inconsolabili sull' indegno trattamento usato col santo loro Padre. Non sofra mai che si dica, che la cattolica religione sia sorvegliata come una nemica, e che debba temersi per la sicurezza del trono, quando essa ne è il più valido sostegno, e la più ferma difesa,,. L'animo già disposto di quei degni pastori della chiesa, ed inoltre i replicati fogli di Barcellona partecipanti la disfatta della sfortunata armata francese e le lettere di Trieste apportatrici dell' alleanza riassunta tra l'Inghilterra, e la Russia, determinarono ad affrontare nel centro delle sue vittorie il vincitore di Vagran .

Il Papa intanto fu condotto alla casa della prefettura,ove alloggiò durante il soggiorno in quella città. Il card. Pacca però smontando di carrozza fu dal maire, e dal comandante portato a piedi all'albergo Belmont, ed ivi rimase senza potere comunicare più col s. Padre. Era il venerdi ventuno luglio a sei ore della sera, che il-Papa entrò in Grenoble (1), e il popolo avvertito del suo ar

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(1) ( Lettera del card. Pacca all' eminentissimo Casoni ) Grenoble 22. luglio. La mattina dei 17. assai per tempo sua Santità accompagnata da un colonnello di gendarmeria parti d'Alessandria, ed io con altro ufficiale non ho potuto seguirla se non dopo l'intervallo di otto ore. Nel monistero del Mont

rivo erasi portato in folla sulla strada per ricevere la benedizione, e il trasporto de' fedeli per vedere Pio VII. continuò per tutti gli undici giorni di dimora in Grenoble. Egli degnossi di secondare la divozione degli abitanti, dando ogni sera la benedizione; un certo numero di fedeli ebbe la sorte di avvicinarglisi e baciargli il piede, ed alcuni altri ascoltarono la sua messa: ma il clero costantemente tennesi in dietro, e neppure e neppure fu permesso di presentarglisi ad un vicario generale di Lione, ch' era incaricato d'una missione del card. Fesch.

CLXVI. Il primo di Agosto il card, Pacca fu portato alla cittadella di Finestrelle, senza poter vedere il sommo Pontefice, che nel medesimo giorno strascinaronlo per la strada di Valenza. Molti viaggiatori tornando da Beaucaire lo incontrarono. Non potè che mezza ora fermarsi in Avignone e arrivò ad Aix il venerdì quattro alle otto della sera; poche persone ebbero la soddisfazione di vederlo, da molti ignoravasi il passaggio. I conduttori avendogli per tre volte dimandato se voleva soggiornare in Aix, sempre rispose come si vorrà. Il sabato fece celebrare, e udì la messa nell' albergo ove passato avea la notte; dopo di che diede la benedizione dal balcone e partì accompagnandolo sempre Boissard Prese la via di Nizza, dove l'arrivo del capo della chiesa già era stato annunciato da un viaggiatore. Il vescovo di Nizza,

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céni la sera dei 18. ebbi la consolazione di vedere nostro Signore, il quale dopo il riposo di due giorni, la mattina dei 20. parti da quel luogo. Alla distanza di dodici miglia da Grenoble ci siamo tutti riuniti, ed a me è stato accordato il segnalato favore di entrare nella carrozza di sua Santità. Non è possibile descrivere la gran folla d' ogni sorta di persone che da per tutto, e specialmente in questa città è accorsa per vedere il s. Padre, gittando fino de' fiori dentro la sua carrozza ch'era tirata da otto cavalli .

Tom. II.

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e la regina di Etruria andettero ad incontrarlo fino al ponte del Varo. Il Papa era già arrivato, e avea messo piede a terra per attraversare il ponte : quivi videsi la più tenera scena; una regina ed il suo figlio ai piedi del romano Pontefice, che non esprimevansi che col silenzio eloquente ben mille volte più dei meditati discorsi. Rimontò in vettura, e giunse ben presto a Nizza in mezzo d'una folla immensa che portava il contento impresso sul volto. Ciò avvenne nel mattino dei sette agosto (1). Il Pontefice alloggiò nel palazzo della prefettura, ed è difficile esprimere l'entusiasmo, e la gioja che la sua presenza eccitato avea negli abitanti: i tre giorni che passò a Nizza furono tre giorni di festa. Egli celebrò ogni giorno il divin Sacrificio, ricevè il vescovo ed i curati degl'intorni, e sette o otto volte al di mostravasi sul balcone a benedire la moltitudine accorsa da ogni parte. La sera ognuno studiavasi di fare illuminazione in segno d'allegrezza, sempre ad eccezione delle autorità civili. Il giorno nove verso le cinque e mezzo della sera settantadue barche di pescatori schieraronsi in faccia al balcone della prefet

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(1) ( Frammento di lettera) Nizza 7. agosto 1809. seppesi che per la via d' Antibo, dopo essersi fermato dodici giorni a Grenoble, poi a Valence, e ad Aix, veniva il s. Padre. La regina di Etruria col re suo figlio, e la loro picQuando sopravvenne ciola corte si mossero ad incontrarlo sua Santità le maestà loro corsero a suoi piedi, e scendendo da carrozza rinnovossi il tenero incontro di Pio VI. coi reali di Sardegna alla certosa di Firenze. Il ponte del Varo fu fatto a piedi da tutti gli augusti personaggi. Rimontato il Papa in carrozza fu scortato da que' principi, e dal vescovo di Nizza Giambatista Colonna. In un abboccamento che il s. Padre ebbe coi sovrani di Etruria gli richiamò alla memoria le graziose accoglienze ricevute da quei principi in Firenze andando e ritornando dalla Francia. I sovrani non si videro più alle cameriste della regina, e alle dame di Nizza fu permesso di essere alla messa di sua Beatitudine.

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e soltanto

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