Caro LEON, Londra, 21 marzo 1862. La Cantata si darà probabilmente sabato prossimo, e credo che jeri si siano incominciate le prove dei Cori. Saranno circa 260 quelli che canteranno nel coro, e la Titiens dirà la parte principale. E voi siete ancora nell'intenzione di venire a sentirla? Se lo potete, e se lo volete (badate che non ne vale la pena) scrivetemelo immediatamente, ond'io vi possa mandare venerdì un Telegrafo (sic) per avvertirvi se Sabato si eseguirà la Cantata. Concludiamo: Scrivetemi subito se venite; ed allora vi manderò un Telegrafo (sic) venerdì; voi partirete Sabato mattina alle 7, e sarete qui alle 51. Venite diritto da me 43 Alpha Road. Addio addio. G. VERDI. Londra, 22 ap. 1862. Carissimo LEON, Sono qui da domenica sera, ma ancora mezzo morto di fatica. Stamattina ho ricevuto la vostra lettera con entro quella di Peppina, e ve ne ringrazio. La Cantata (1) non si fa più, ed io ne ho piacere; domani o dopo vi racconterò tutta la dolente storia. In questo momento viene qui Giraldoni, e mi dice che a l'Hôtel de Bade vi sono diverse lettere per me: fatemi il piacere di andare a prenderle, includetele in una vostra, e mandatele qui A Monsieur Verdi, Alpha Road 43, Regent Saint Park, Londres. Non Garden, ma Regent. Abbiamo una casetta ed un piccolo giardino, ed a due passi il magnifico Parco. Vi è un letticiuolo per voi. Vi scriverò domani o dopo e vi dirò tutto, e vi parlerò anche dell'opera. Addio addio. G. VERDI. (Tournez). (1) Il s'agit de la cantate pour l'Exposition de Londres, l'Inno delle Nazioni, qui fut cependant exécutée, le 24 mai, au théâtre de Sa Majesté. Fatemi il piacere di domandare à l'Hôtel de Bade se colla Ristori a Parigi vi è il suo amministratore Corticelli. Ho bisogno di sapere ove indirizzare la lettera. Caro LEON, Londra, 24 aprile 1862. L'azzardo (è un Dio a cui da qui in avanti innalzerò altari) m'ha favorito bene questa volta ed io non darò la mia Cantata all'Esposizione. Voi potete ben dire, alto e basso, in tutti toni possibili ed impossibili che io ne sono felice! Io che non ho mai scritto cantate, nè Inni, nè Marcie; io che detesto e disprezzo tutti i pezzi di circostanza immaginatevi come io sia contento d'essermela cavata così a buon mercato. Benedetto l'azzardo che mi fece incontrare in Auber, e mi decise a scrivere un pezzo che non doveva essere eseguito. Se incontrate Auber dategli una buona stretta di mano per me, ed io mi riservo di ringraziarlo con gran cuore. Egli è stato la mia salvezza, ed io andrò ad ammirare con sincera gratitudine, ed applaudire il suo pezzo. Vi mando una lettera che scrissi al Times per disdire quanto l'istesso Times aveva prima pubblicato che io non aveva mandato all'Esposizione il pezzo di musica promesso. Voi mi farete il piacere di farlo tradurre e pubblicare aggiungendo a testa della lettera qualche vostra farsetta spirituelle et amusante. Dategli la maggior pubblicità possibile. Addio. G. VERDI. [Pétersbourg, 5 novembre 1862, date de la poste]. Caro LEON, Si sono fatte tre recite della Forza del Destino con Teatri affollattissimi, ed eccellente successo. Voi avrete del resto rilevato il Telegrafo (sic) che vi ho spedito dopo la prima recita, ed ora avrete visto il Giornale di Saint Petersbourg. Adunque amen. Ditemi ora a corso di posta, se Poniatowski è partito (1), e quando andrà in scena a Madrid, perchè io non vorrei arrivare (1) Le prince Poniatowski (Joseph-Michel-François-Xavier-John, 18161873), compositeur, qui avait fait représenter à l'Opéra de Paris, en 1860, Pierre de Medicis. colà che al momento di cominciare le prove. Scrivete subito e me ne saprete dire qualche cosa. Io mi fermerò qui finchè non sappia quando incominceranno le mie prove. Di tutto petto vi dico addio addio. G. VERDI. Caro LÉON, Ho ricevuto la gradita vostra e mi sorprende come Poniatowski non sia partito ancora per Madrid. Io intanto aspetto lettere vostre e di Bagier e di Fraschini per partire. È impossibile la Forza del Destino all' opèra con quei Tenori e quei Baritoni! Ma perchè invece non si cerca di fare una buona reprise dei Vespri. Se la Sax volesse accettare i miei consigli, e se la Direzione dell'Opéra volesse mettere impegno a questa reprise, io al mio ritorno da Madrid mi presterei ad insegnare il role alla Sax ed a fare tutte le prove necessarie. Non mi sorprende il successo della Patti. È ben fortunato quel diavolo di Calzado?! (1). Sento che ha avuto il privilegio per cinque anni. Se ciò è, io vi consiglio d'aggiustarvi con Calzado. Io voglio assolutamente stare fuori, ma voi non dovete sacrificare i vostri interessi ad un puntiglio inutile. Dalla carissima vostra che ricevo in quest'istante rilevo l'affare dei Lombardi (3). La commissione dunque è contraria, e Guyot aveva ragione da non imbarcarvi in cosa che potrebbe esservi (1) Directeur du Théâtre Italien de 1855 à 1863. (2) Dans une lettre datée de Pétersbourg, 8 décembre 1862, Verdi annonçait son départ de Russie pour le lendemain. Il repartait ensuite de Paris pour Madrid. (3) I Lombardi furent joués cette année-là le 10 janvier aux Italiens (3 représentations). di gran danno. Badate bene, se non siete più che sicuro di ottenere ragione su questo incontestabile furto sospendete il processo e non parlatene più. Che volete? Calzado è tutto quello che volete, e più ancora di quello che volete e sapete, ma è un uomo fortunato, un uomo che forse ha delle protezioni molto utili... senza di ciò non credo in un paese come la Francia, rubando la musica, facendola eseguire in un modo vergognoso, facendo processi scandalosi, d'un'ignoranza anzi d'una buaggine (?) proverbiale, non credo, ripeto, potrebbe restare direttore d'un teatro Italiano di Parigi... c'est incroyable! mais c'est vrai !!!!!!! Sono qui da due giorni: la salute è buona quantunque il viaggio sia stato eccessivamente incomodo e faticoso. La Peppina vi saluta tutti. Tenete noi continuamente a giorno dell'affare dei Lombardi e credetemi Vos. aff. (Continua). Emanuele Filiberto di Savoia protettore dei musici. (Cont. e fine, V. vol. XXXIV. fasc. 2o, pag. 229, anno 1927). Accenno ora un po' dubbioso al nome di Simone Boileau, o Beulier, francese, il quale in tempo imprecisato, ma certamente anteriore al quattordici settembre del 1574, dedicò a Margherita di Francia, duchessa di Savoia, alcuni Madrigali a quattro voci, che si conservano manoscritti nella Biblioteca Nazionale di Torino (1). La lettera dedicatoria nella sua ampollosità nulla ci dice, che possa interessare. I due sonetti italiani posti in musica non si possono dire gemme preziose, letterariamente parlando. Il secondo si chiude colla seguente terzina: Mentre si gireranno i Cieli intorno S'udirà il nome ogn'hor di Margherita Segue ad essi una canzone di otto strofe di autore non indicato: Prima ch'io torni a voi, lucenti stelle, Il Boileau fu per alcuni anni a Milano, quale maestro di cappella del Duomo. Ci avverte il Muoni nella sua operetta già ricordata (2), che egli passava il suo tempo a farsi ammettere e successivamente a farsi licenziare da detta carica dopo pochi mesi. (1) Cfr. Codice segnato qm VI, 72 della Biblioteca Nazionale di Torino. (2) MUONI, loc. cit., p. 41. Nell'elenco dei maestri di Cappella del Duomo di Milano pubblicato da Edward (Edoardo Perelli) in Mediolanum (Milano, 1881, Vallardi, Vol. I, p. 442), il nome di Simone Boileau non figura affatto L'elenco del Muoni però è incompleto e inesatto. Male si comprende, come esso abbia potuto essere trasmetto al Perelli dalla Fabbriceria della Chiesa in quella forma così monca. |