Così egli fece negli anni 1558 al 1573. Riammesso il 29 novembre del 1574 fece lo sforzo di rimanervi sino al 1577. Si vuole anche, sia stato organista nella chiesa di santa Maria presso san Celso della stessa città e nel Duomo di Torino. Lo troviamo il 28 giugno del 1586 retribuito dal Duca di Savoia con venticinque scudi da tre lire per le fattiche sue fatto ad insegnare al paggio detto Putnino et per un'opera di musica donataci (1). Di questa non rimane traccia, quando però non sia un codicetto manoscritto posseduto dalla Biblioteca Nazionale (2) contenente quattro composizioni di musica sacra, e cioè una messa breve a quattro voci, un O sacrum convivium, una Salve Regina e un altro motetto « Benedictus Deus ». Questo codicetto consta di carte cinquantadue, tutte guaste nella parte superiore in seguito ad incendio della Biblioteca di Corte, avvenuto nella seconda metà del secolo decimosettimo. Il codice è scritto con una grafia, che ha carattere piuttosto personale. Ciò può indurre la credenza, che si possa trattare di un autografo. Durante il soggiorno in Vercelli di Emanuele Filiberto, prima che la cappella fosse costituita, i musici al servizio del cardinale Guido Ferrero, vescovo di quella città, prestarono servizio alla Corte. Li troviamo infatti retribuiti dal Duca (3). Passiamo ora a parlare della parte strumentale della musica di Corte. Essa, come fu già detto, si componeva di due schiere di artisti ben distinte, dette rispettivamente la banda dei violoni e la banda dei tromboni, o della Cittadella. Esaminiamo brevemente le loro origini e la loro storia durante il periodo che va dall'anno 1560 all'anno 1580. (1) 1586, 28 giugno: Scudi venticinque da tre lire a Simon Boileau musico per le fatture sue fatte ad insegnare al paggio detto Putanino (il di cui vero nome era Tommaso Moglia) et per un'opera di musica donataci, come in un suo memoriale ci ha raccordato (Arch. di Stato di Torino, Conti Finanze, a. 1586-87 (v. 19), f. 99). (2) Bibl. Naz. di Torino, segnatura 9 IV, 21. (3) 1563, 29 maggio, in Torino: Livre cento cinquanta pagate a Mess. Camillo Bolognese et soi compagni musichi del cardinal Ferrero, che sono per tanti che Sua Altezza li dona a manchia (Arch. di Stato di Torino, Tes. gen. di Piemonte, v. ad ann. 1563, f. 21, cap. 132). 1563, 8 agosto: 12, c. 73). A Pompeo Pallero musico del card. di Vercelli (Ib. ib., f. La prima nominata, che è certo la più importante, ripete forse le sue origini dalle numerose bande di suonatori di violino, che si produssero avanti ad Emanuele Filiberto in Piemonte e all'estero, oppure è una succedanea di quelle ch'egli potè avere in Bruxelles, come abbiamo veduto. È certo, però, che di esse egli sembrava dilettarsi assai e spesso le chiamava alla sua Corte durante il suo soggiorno in Fiandra (1). Dobbiamo però ritenere, che già nell'anno 1559, subito dopo il suo ritorno nello Stato avito, faceva dare nel giorno di Natale cinquanta scudi d'oro a quattro musici di violone (2), e che il ventitre marzo successivo i violoni di Sua Altezza ricevevano trentun scudi e ventun grossi per il resto della loro paga del mese di gennaio (3). La dicitura del documento non pecca per oscurità e ci permette di argomentare, che i violoni gratificati il giorno di Natale dell'anno 1559 possano essere (1) 1547, 22 agosto, Augusta: A une compaignie de Vyolons quont joue debvant mon dit Seigneur trois ou quatre foys (Ib. ib., Ric. gen. di Piemonte, 37, 223). 8 sett.: A certains vyollons du comandement de Son Excellence (Ib. ib., 120). A cinq viollons quont joue par troys fois devant son Excellence (Ib. ib., v. 38, f. 116 °). Le xij du moys de septembre a une compaignie de viollons quont joue devant mon dit Seigneur ce dit jour quil a donne a dyner au duc de Saxen prisonier et avoient desia joue une aultre fois (Ib. ib., 38, 123). 28 ottobre: Aux viollons quont joue devant Son Excellence le jour de son arrivee à Apsburg (Ib. ib., 38, 123°). Ultimo novembre: A mons. le Maistre quil avoit donne aux viollons que Son Excellence avoit demande pour jouer (Ib. ib., 38, 166). 18 dicembre: A une compagnie de viollons quont joue deux fois (Ib. ib., 38, 129). 1548, febbraio: A une compagnie de viollons (Ib. ib., 38, 135). 1550, 7 ottobre: A une compagnie de viollons le jour que son Excellence feist banquet au Comte de Vaudemont et aultres (Ib. ib., 48, 238). 19 ott.: A une compagnie de viollons quont joue devant Monseigneur (Ib. ib., 41, 239). 29 ottobre: A une compagnie de Viollons Venitiens (Ib. ib.). 1546, A questi possiamo ancora aggiungere i seguenti documenti: 1545, 13 luglio, Ulm: A ceux quont joue des Viollons (Ib. ib., v. 35). Utrecht, 1 genn.: En deux foys aux vyollons de ceste ville du Trech questoyent en diverses compagnies (Ib. ib., 36, 185). 1557, Bruxelles, 3 dic.: Aux viollons de la ville de Bruxelles (Ib. ib., Conti dell'hotel dei Principi di Savoia (Inv. 38, 21), conto 113). (2) 1559, 25 dicembre: A quattro musici di violone per ordinanza di Sua Altezza scudi 50 (Ib. ib., Tes. di Piemonte, v. 1559-61, f. 206). (3) 1560, 22 marzo: Scudi trenta uno d'oro et grossi vinti uno pagati alli violoni di S. Altezza per il resto della loro paga del mese di genaro (Ib. ib., 194a). quelli stessi, che il ventidue di marzo riscuotevano lo stipendio del mese di gennaio del 1560. Quindi la banda dei violoni dovette essere ufficialmente costituita col primo di quell'anno. Il numero dei violoni fu dapprima ristretto a poche unità, ma andò man mano aumentando. Un ordine di pagamento, che troviamo registrato nei conti di Tesoreria generale di Piemonte, e in quelli della Real Casa ci dice, e questo è importantissimo, che nel febbraio dell'anno 1561 i suonatori di violone ricevevano per sussidio, o, come si diceva allora, per agiutto di costa, trenta scudi di camera « per pagar li cinque strumenti ch'eglino hanno fatto fare con l'armi ducali » (1). Aggiungiamo però a maggiore dilucidazione di questo mandato di pagamento, che il tesoriere della Real Casa ci ha conservato il nome dei cinque suonatori e riporta lo stesso documento con queste parole: « A Battista Fiasconotto, Bernardo Pinerolio, Vincenzo Bonardo, Battista Bonardo et Antonio Bellone sonadori scudi trenta di camera per aggiutto di costa per pagar cinque strumenti quali faranno far con le nostre armi » (2). A costoro si unirono successivamente Antonio Frossardo, Giovanni Caot, Giovanni Verd, Giovanni Pietro Fiasconetto, che fu anche maestro di ballo dei Paggi, e Guglielmo Verd. Di questi modesti artisti, che possiamo giustamente dire i fondatori di quell'orchestra di Corte, salita a sì grande rinomanza nel secolo decimottavo, non è possibile il tentare un cenno biografico, che possa appagare anche soltanto coloro, che sono di facile accontentatura. Il pochissimo che si conosce, si apprende (1) 1561, 15 febbraio: Scuti trenta di camera pagati alli violoni di Sua Altezza per aggiutto di costa cioè per pagare li cinque strumenti ch'eglino hanno fatto fare con l'arma ducale per mandato di S. A. Dato in Vercelli li xv febraro debitamente firmato et sigillato (Ib. ib., v. ad ann. 1561, cap. 121). (2) Il Duca di Savoia. Magnifico Mess. Negron di Negro Thesoriero Generale etc. Per questo v'ordiniamo et comandiamo c'habbiate a pagare a Battista Fiasconotto, Bernardino Pinerolio, Vincenzo e Battista Bonardo et Antonio nostri Sonadori di violone la somma di scudi trenta di camera dico scudi 30 per aggiutto di costa cioè per pagare cinque strumenti quali eglino fanno far con le nostre armi, che con questo e la ricevuta firmata da loro cinque vi saranno ammessi et intratti nelli Conti per li Presidente, Maestro Auditore della Camera Nostra rationale senza difficoltà alcuna, Dato in Vercelli alli xij di febraro мDlxj. Em. Phil. (Ib. ib., Conti R. Casa. Reg. 2, mandato p. 19). attraverso a scarsissimi documenti, che li riguardano, quasi tutti ordini di pagamento dello stipendio loro dovuto. Questo era di diciotto lire mensili e veniva loro corrisposto a trimestri, o quartieri, posticipati, talvolta anche ritardati. Qualche scarsissimo accenno lascierebbe supporre, che primo dei violini potesse essere il Battista Fiasconotto, il di cui vero nome sembra fosse Borello, come risulta da un documento (1), che riguarda un suo discendente assunto più tardi in servizio della Corte. Il Battista morì nell'anno 1598 durante la grande pestilenza, che seminò tanta strage fra i sudditi del Duca di Savoia (2). Bernardino Pino Giusta, detto Pinerolio, cittadino torinese, fu oltre che musico di camera e suonatore di violino, anche maestro di sala, aiutante di camera e furiere della Persona. Dovette ad un certo punto lasciare la musica e le altre cariche, ma nell'anno 1590 venne richiamato in servizio quale musico e maestro di ballo dei Principini, figli del duca Carlo Emanuele I (3). (1) 1602, 7 febbraio: Il Duca di Savoia. Al Consiglio della Casa dei Principi nostri Amatissimi figliuoli. Salute. Volendo noi che Hercole Borello, detto Fiasconotto, quale habbiamo retenuto etc. (Ib. ib., Controllo Finanze, a. 16011 (v. 87), f. 150). (2) Era già stato sostituito da Giovanni Battista Mutti, torinese. (3) 1590, 15 marzo: Il Duca di Savoia. Bernardino Pino Giusta cittadino torinese havendo esposto e ricordato la longa servitù fatta al Serenissimo nostro signore et padre di felice memoria prima musico di camera, poi maestro di sala et aiutante d'essa camera, terzo di furiere della persona, come appare per espeditione da esso Duca firmata onde gli fu poi costituito stipendio et concesso la preminenza di quale in esse espeditioni et da noi la livra cibaria come per mandato debitamente firmato et spedito, essendo cessata l'indispositione sopravvenuta et essendo li mesi passati stato richiamato alla servitù delli Principi nostri figliuoli amatissimi li serve ordinariamente di musico di camera insegnandoli anche a ballare, per il che c'habbi humilmente supplicato acciò possa meglio continuare detta servitù di musico et serviente di camera del Principe nostro figlio con li gradi, honori et preminenze che vi spettano et concessogli per dette speditioni, ci è parso per le presenti di nostra certa scientia et col parere del nostro Consiglio di restituirlo negli officiali della Corte et rimetterlo nella servitù di musico et serviente di Camera del Principe nostro figlio con li gradi, honore e preminenze che vi spettano et concessogli per dette speditioni et specialità per suo trattenimento et stipendio li stabiliamo la livra cibaria ordinaria, qual haveva come sopra et scudi sette d'oro da 3 Rivista musicale italiana, XXXV. Da un'altra patente, che lo concerne, risulta, come nell'anno 1597 gli fosse concesso un sussidio in aiuto a dare marito a una sua figliuola. Apprendiamo dallo stesso documento, come il dono gli venisse fatto, per riguardo ai lodevoli servizi prestati in Corte da lui e da altri della sua famiglia (1). Bernardino Giusta morì nell'anno 1601 circa. Come maestro di ballo dei Principi gli successe suo fratello Francesco, il quale ebbe il solo nome di Giusta. La sua patente di nomina a tale impiego ha la data del ventidue di luglio del 1601. Dei due fratelli Bonardo e dell'Antonio Bellone non si hanno notizie precise. Parlano di loro soltanto varî ordini di pagamento. Il Battista Bonardo e il Bellone servirono sino all'anno 1572. Il Vincenzo Bonardo scomparve dai computi alcuni anni prima. Lo stesso si dica di Giovanni Caot, o Chaot, al quale è dato il titolo di Sonador del Principe (2) Carlo Emanuele. Egli però non godeva che di uno stipendio di nove lire mensili. tre lire l'uno da pagarsi etc.' cominciando dal primo genaro di quest'anno novanta etc. Dat in Torino li 15 marzo 1590 (Ib. ib., v. 1589-90, 52). (1) 1597, 24 genaro: Carlo Emanuele. Veduta l'alligate due suppliche et informati della buona, longa et fedele servitù fatta del ben diletto nostro Bernardino Pin Giusta alla gloriosa memoria del Serenissimo S. A. Duca Emanuel Filiberto nostro padre et alla Serenissima Margarita nostra Madre et luoro Corte con grado di Maestro di Sala et indi musico et aiutante di Camera et di poi luoro havendoci noi serviti et hora serviendo in esso ufficio di musico et aiutante di camera li signori Principi nostri figliuoli, ricordevoli ancora che alcuni di sua casa han servito come detta supplica fa mentione et della prettentione d'esso Bernardino per il suo stipendio cessato per un tempo et volendolo in questa sua vecchia ettà gratifficare, affinchè possi anche dar buon recapito et partito ad una sua figliola da marito et che altri invitati da conveniente benefficio doppo longa servitù habbino animo di ben et fedelmente servirci habbiamo voluto in conformità ancora di quanto gli havemo datta intentione farli mercede come per le presenti di nostra certa scientia gli la facciamo et liberamente doniamogli in ricompensa di detta sua prettentione et come ben merita per detta sua longa et bona servitù et in contemplatione d'altra causa sudetta scudi mille di florini dieci e mezo luno da prendersi sovra le confiscationi et partite casuali et dinari straordinari ecc. ecc. Dato in Turino li vinti quatro genaro MD novanta sette (Ib. ib. (v. 59), reg. 1596-97, f. 249). (2) 1563: Livre ventisette pagate a Giovanni Chaot sonador del Principe che suono per suoi stipendi del quartiere genaro febraro et marzo 1563 a raggione di livre nove il mese per mandato dato in Avigliana, li ... aprile (Ib. ib., Tes. Piemonte, vol. ad ann. 1563, f. 106, cap. 446). |